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Autore: DarkViolet92    09/03/2017    7 recensioni
Mario Uccello, 24 anni, nerd, claustrofobico e graphic designer della rivista “Cool Teenage is Green, Adventurous, Smart and Cheap”.
Rebecca Candida, 26 anni, fashion lover, redattrice degli articoli sull’abbigliamento, le calzature, gli accessori e il Make Up femminile, della rivista “Cool Teenage is Green, Adventurous, Smart and Cheap”.
I due colleghi non si sopportano… cosa potrebbe mai succedere se per caso, una sera alla fine della giornata lavorativa, rimanessero bloccati nello stesso ascensore?
Storia scritta non a scopo di lucro.
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Maledetto ascensore!

NOTE D’AUTRICE:

Questa storia partecipa al contest facebookiano “Sfida: a Box Full of Prompts Edizione Seconda” indetto all’interno del seguente gruppo facebookiano “Efp Famiglia Recensioni Consigli e Discussioni”.
Il prompt che ho usato per scrivere questa storia è stato deciso da apollo41 ed è questo: “Due colleghi che non si sopportano restano bloccati in ascensore. Originale, Romantico o Comico, Coppia a piacere, Avvertimenti a piacere”.



Dannazione, dannazione, dannazione! Maledetto quel giorno in cui ho dato l’okay a Francesca per assumerlo come graphic designer della nostra rivista per giovani appassionati della vita campestre e montana, dell’ecologia, ma che comunque vogliono rimanere comodi e alla moda allo stesso tempo, anche in queste situazioni di contatto diretto con la natura.
Ma che cosa diamine avevo in testa? Sarà pure competente nelle proprie mansioni (quello non lo posso assolutamente negare), ma come persona, Marco è un disastro ambulante! Da quando è entrato come membro aggiuntivo e unico maschio della nostra redazione prettamente al femminile, ogni giorno mi ritrovo con i vestiti macchiati dai suoi caffè e cornetti al cioccolato, oltre a dover sempre fare minimo sette copie dei miei articoli, per riuscire a consegnarli puliti a Francesca, la nostra boss.


Cazzo, cazzo, cazzo, cazzarola! Per quale malsana idea ho accettato la proposta di Francesca, di avere come vicina di postazione quella strega di Rebecca? Ah già sì, era perché mi trovavo ancora nella settimana di prova, la mia antipatica collega doveva farmi da tutor supervisore e riferire se svolgevo diligentemente gli incarichi assegnati… peccato, che anche alla fine di quel periodo di prova, Francesca abbia lasciato invariate le posizioni delle nostre rispettive postazioni!
 

Finalmente è giunta la fine di quest’ennesima giornata di lavoro, non ne potevo veramente più.
Oggi quell’impiastro di Marco mi ha versato ben tre tazze fumanti di caffè bollente addosso, anche in presenza della nostra datrice di lavoro Francesca, peccato che lei era impegnata a parlare al telefono, per cui gli è pure andata bene!
 

“Che cosa hai combinato ancora Marco?” esclama più stizzita che mai quell’oca starnazzante di Rebecca, quando improvvisamente l’ascensore in cui siamo entrati una decina di minutio di fa, si blocca.
“Non ho fatto proprio un bel niente, Rebecca! E smettila di starmi addosso!” sbotto dalla frustazione, per via anche della mia tensione.
 Ho sempre sofferto di claustrofobia, sin da quando ero bambino, e di certo la presenza della collega più antipatica della redazione della nostra rivista non mi aiuta a mantenere la calma.


Accidenti! È la prima volta che Marco utilizza un tono simile di voce per rispondermi, mi ha colto di sprovvista.
Ora che ci faccio più caso, vedo che è molto nervoso, sta sudando freddo e inoltre, sta diventando anche molto pallido in volto…
… quattro ore più tardi…
Marco è svenuto ed ha anche sbattuto violentemente la testa contro il pavimento dell’ascensore, intanto quest’ultimo continua a essere bloccato.
Ho provato pure a pigiare il tasto d’aiuto all’interno della cabina, ma per nostra sfortuna è fuoriuso.
Il mio collega, a parte un bernoccollo gigante in testa in corrispondenza del punto in cui l’ha sbattuta violentemente contro il pavimento dell’ascensore, non sanguina, né presenta difficoltà respiratorie o cardiache.
… altre due ore più tardi…
Dopo aver effettuato quattro chiamate col mio cellulare alla segreteria telefonica del servizio S.O.S. finalmente, dei tecnici si fanno sentire per liberarci.
Per sicurezza ho chiamato anche il Pronto Soccorso, poiché il mio unico collega maschio non accenna ancora a risvegliarsi.
L’antipatia che ho sempre provato nei suoi confronti è del tutto svanita, al momento provo solo preoccupazione per lui.
…tre ore più tardi…


Quando apro gli occhi, mi accorgo di non trovarmi più bloccato in ascensore, ma sdraiato in una brandina d’ospedale, accanto a me, con molta sorpresa, vedo la mia antipatica collega Rebecca seduta ad occhi chiusi, completamente struccata, con un mazzo di papaveri in mano e un borsone malridotto in mezzo alle gambe.
Ma che cosa diamine le è successo?
 E da quanto tempo mi trovo qui in ospedale? 
   
 
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