Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: ___Darkrose___    09/03/2017    4 recensioni
Ci troviamo negli Stati Uniti, negli anni delle continue conquiste del territorio da parte degli americani a discapito dei nativi. Kagome è cresciuta in mezzo alla tribù Apache, mentre Inuyasha è un cowboy che condivide le idee espansionistiche dei suoi compatrioti. Nonostante le loro differenze i loro destini sono legati indissolubilmente.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Koga era ormai arrivato al limitare della foresta. Avevano camminato senza sosta seguendo le tracce della sua sposa, ma a quel punto doveva concedere del riposo ai suoi lupi e anche ai suoi due compagni.
Si misero seduti a terra e accesero un fuoco per preparare da mangiare. Avrebbe tanto voluto vedere di nuovo davanti a quel fuoco Kagome che danzava allegra e felice. I ricordi lo attanagliavano e gli procuravano dolore. Era davvero in pena per lei e continuava a pregare che fosse in salvo.
Nel frattempo era anche in pensiero per le sorti del suo villaggio. Gli era stato detto che se lui si fosse allontanato questo avrebbe rischiato di essere completamente raso al suolo. Cercò di consolarsi col pensiero che al suo villaggio erano rimasti molti guerrieri valorosi che avrebbero certamente protetto i confini. Nessuno avrebbe fatto del male alla sua gente e nemmeno ad Ayame.
Si chiese come mai stesse cominciando a pensare così tanto a lei.
Erano parecchi giorni che oltre al pensiero di Kagome, gli tornava in mente anche il viso della nipote del Patriarca. Lo aveva guardato con un tale odio il giorno che si era messo sulle tracce della sua sposa e questo lo aveva ferito più di quanto volesse ammettere.
In un primo momento lei sarebbe dovuta essere la sua promessa sposa, anche se lui non ne era convinto. Erano cresciuti insieme e la vedeva più come una cara amica che come una compagnia. Negli anni era diventata una splendida donna e l’aveva osservata parecchie volte farsi il bagno al fiume.
Un giorno, però, aveva incontrato lo sguardo di Kagome e quegli occhi scuri lo avevano catturato fin dall’inizio. Aveva provato l’irrefrenabile desiderio di farla sua per sempre e a patto di rimanere al villaggio, il Patriarca aveva acconsentito. Ovviamente alla nipote sarebbe rimasta una grande influenza nelle scelte del villaggio, ma nulla di più.
Eppure Ayame era sempre rimasta nei suoi pensieri. Era una guerriera formidabile e soprattutto una grande stratega. Spesso avevano organizzato insieme gli avamposti di battaglia e combattuto fianco a fianco. Sapeva anche, però, che il destino del capo villaggio lo avrebbe spesso portato lontano da casa e forse anche a morire. Koga non poteva permettere che Ayame soffrisse così tanto.
Cercò di rimuovere la ragazza dai suoi pensieri. Lui ormai era promesso a Kagome e l’affetto che provava per lei era indescrivibile.
- Koga, va tutto bene? – gli chiese Hakkaku.
Si ridestò dai suoi pensieri e si voltò verso il suo amico. – Sono solo preoccupato per il nostro villaggio e per Kagome -.
- Vedrai che andrà tutto bene. Kagome è una ragazza forte e soprattutto i nostri guerrieri sono forti, nessuno ci farà del male – cercò di consolarlo Ginta.
Koga tirò un lungo sospiro e si mise steso a terra, chiedendosi se anche Ayame in quel momento stesse osservando lo stesso pezzo di cielo.
 
Kagome fu la prima a svegliarsi, spaventata dal rumore delle trombe all’esterno. Inuyasha dormiva sulla sedia e lei rimase ad osservarlo. Quando aveva gli occhi chiusi sembrava quasi un bambino e provò l’irrefrenabile impulso di andare verso di lui.
Avrebbe voluto trattenersi, ma dopo la sera precedente le sembrò impossibile. Lui si era aperto in quel modo, nonostante il suo carattere e avevano parlato a lungo del proprio passato. Si alzò dal letto, avvicinandosi furtivamente a lui come se fosse un animale selvatico.
Osservò attentamente ogni lineamento del suo viso. La pelle era leggermente scurita dal sole e le ciglia erano lunghe e proiettavano delle ombre sul volto. I capelli argentei splendevano alla luce del sole e avvicinò lentamente le dita verso di essi. Erano più morbidi di quanto si sarebbe aspettata e il suo sguardo si posò su una collana che il ragazzo portava al collo.
Non l’aveva mai notata fino a quel momento, anche perché era nascosta sotto la camicia e solo avvicinandosi in quel modo era riuscita a vederla.
L’espressione serena che aveva avuto fino a quel momento mutò all’improvviso e Kagome fu svelta ad allontanarsi e rimettersi sul letto. Non voleva che scoprisse che si era avvicinata così tanto.
Fu folgorata da quei suoi occhi ambrati e si lasciò sfuggire un sorriso. Le piacevano davvero da impazzire.
Per Inuyasha svegliarsi nella stessa stanza della giovane indiana era una bella sensazione. Era accovacciata sul materasso e fissava intensamente il ciondolo che portava.
Si alzò in piedi e si sgranchì la schiena indolenzita, ma lei non smise di guardarlo. Gli piaceva vederla così serena e tranquilla, ma allo stesso tempo odiava che lo fissasse.
- Ti interessa questa? – le chiese, indicando il ciondolo.
Le guance di Kagome si fecero purpuree e questo piacque parecchio al giovane. Quando era imbarazzata sembrava ancora più bella e provava l’istinto di prenderla tra le braccia e stringerla forte.
Si levò la collana e gliela porse. – Guardala pure -.
La ragazza prese il pendaglio delicatamente. Era tondo e dello stesso materiale delle monete che aveva visto. Mentre se lo rigirava tra le mani questo si aprì e si ritrovò davanti agli occhi un’immagine. Non sapeva cosa fosse, ma ritraeva una donna bellissima con in braccio un neonato nei toni color seppia.
La donna era bellissima. Gli occhi erano pieni di gioia e un sorriso sincero era stampato sulle sue labbra.
- Si chiama foto – esordì Inuyasha, sedendosi vicino a lei.
La ragazza lo guardò perplesso. – Foto? -.
Inuyasha di nuovo si trovava in difficoltà. Questi per lui erano concetti di tutti i giorni ed era parecchio difficile spiegarli.
- E’ come quando dipingi. Solo che si usa una macchina che blocca il momento – provò a spiegarle.
Kagome si fece ancora più confusa. – Come fa a bloccare il momento? Quindi tu puoi tornare lì? -.
Inuyasha si mise a ridere divertito. – Non esattamente. È come quando voi dipingete, solo che in questo caso si usa questa speciale macchina che fa molto più in fretta -.
Finalmente le sembrò di aver capito quello che lui le stava dicendo e gli riconsegnò il ciondolo.
- Mi piacerebbe avere una di queste foto – esordì.
- Beh qua non credo che troveremo una macchina fotografica, quindi non credo che sarà possibile – rispose, alzandosi in piedi.
Kagome osservò di nuovo Inuyasha e ricordando l’immagine di poco prima si rese conto che quella ritratta doveva essere sua madre. Lui la portava sempre con sé per non dimenticarla mai.
Si sentì in colpa per averlo chiamato mostro nei giorni precedenti, lui non era cattivo.
- Ora però la cosa importante è trovare un modo per portarti via da qui – disse il giovane. – Ma prima vado a recuperare qualcosa per la colazione -.
Lasciò sola la giovane, premurandosi di nuovo che la porta fosse ben serrata. Prima che potesse raggiungere la mensa, vide in lontananza due figure che si discostavano parecchio dal panorama. Erano due uomini vestiti di scuro, dalla pelle bianca come il latte. Quell’immagine gli lasciò addosso uno strano senso di inquietudine. Il suo istinto raramente si sbagliava e in qualche modo gli stava dicendo che era meglio stare alla larga da quei due tizi.
Si diresse verso la mensa a passo spedito, ma quello che trovò fu soltanto un po’ d’acqua e qualche galletta. Chissà se a Kagome sarebbero piaciute. Lui le odiava profondamente, le aveva mangiate per anni durante i suoi viaggi e ora ne aveva la nausea.
Tornò indietro, ma prima di arrivare dalla sua stanza fu bloccato dal generale del forte.
- Signor Taisho, spero che abbiate dormito bene e che abbiate gradito la compagnia – cominciò.
Sentir parlare di Kagome in quei termini lo mandava in bestia, ma cercò di mantenere il controllo. Prese un profondo respiro e annuì svogliatamente, cercando di far intendere all’uomo che aveva fretta.
Questo, però, sembrò non recepire il messaggio. – Sarei lieto di invitarlo a un pranzo privato che ho organizzato personalmente. Sarà presente anche il Signor Naraku McConnor -.
All’udire quel nome le sensazioni che aveva provato poco prima sembrarono tramutarsi in realtà. Quell’uomo era lo stesso che lo aveva assoldato per attaccare il villaggio di Kagome e se aveva mandato lui quei banditi, non doveva essere un personaggio affidabile.
- Non credo che verrò, voglio ripartire tra poco. Sellate il mio cavallo -.
 
Dopo la passeggiata con Sesshomaru, Rin non riusciva a smettere di pensarlo. Erano rimasti per tutto il tempo in silenzio, senza neanche provare a scambiarsi una parola. Questo l’aveva innervosita parecchio, per fare lo sbruffone aveva sempre molto fiato in gola.
Cercò di scacciare l’immagine di lui sudato e l’immagine dei suoi muscoli così meravigliosi e definiti; per fortuna l’arrivo di suo fratello riuscì a distoglierla da quei ricordi.
- Rin, grandi notizie! – gridò felice.
Si ritrovò all’improvviso stretta nell’abbraccio di Miroku, che per poco non la soffocò a causa del suo enorme entusiasmo.
- Inuyasha sta bene! Si trova in un forte nella zona a sud di qui! -.
Rin non poteva credere alle sue orecchie. Cominciò a saltare allegra, continuando a stringere forte suo fratello. Era contenta da morire e non vedeva l’ora di riabbracciare anche il suo adorato fratello adottivo.
- Quando tornerà? Lo andrete a prendere? – chiese.
Miroku annuì. – Ci è arrivato un telegramma ieri, dicendoci che ci aspettava -.
- E…la sorella di Sango? – bisbigliò.
Il ragazzo si fece scuro in volto. – Di lei non ha parlato, ma sono sicuro che lei sia al sicuro -.
Rin non era convinta, i soldati erano persone molto rudi e se quella povera ragazza si trovava in quel luogo, Inuyasha avrebbe potuto fare ben poco per proteggerla. Soprattutto conosceva il suo temperamento, non era avvezzo alla pazienza e alla calma e avrebbe rischiato di cacciarsi nei guai.
- Cerchiamo di tenere per noi questi dubbi, non voglio che lei si preoccupi per niente – intervenne Miroku.
Era molto preoccupato per Sango. In quei giorni non aveva praticamente dormito per l’ansia, ma forse la notizia che le stava per portare l’avrebbe rincuorata. Oltretutto avrebbe dovuto omettere il luogo in cui si trovava la sorella, altrimenti la poverette sarebbe caduta ancora di più nello sconforto.
- Lei chi? – chiese il vecchio Myoga, che si era avvicinato all’improvviso.
Rin sobbalzò non appena lo vide; quell’uomo sbucava ovunque e in qualsiasi momento ed era così piccolo da non farsi mai notare; in qualche modo le ricordava una pulce.
Fortunatamente Lord Taisho arrivò appena in tempo per salvare i due giovani da quella scomoda situazione.
- Signor Myoga, non credo che sia buona educazione origliare le conversazioni altrui – disse, con il suo solito tono tranquillo.
Quell’uomo era sempre calmo e composto in ogni situazione, ma si vedeva dal suo sguardo che ora era molto più rilassato. Sapere che suo figlio era vivo doveva averlo liberato di un gran peso.
Rin si congedò dolcemente per rimettersi al lavoro e proprio mentre saliva le scale incrociò lo sguardo di Sesshomaru.
Entrambi si bloccarono e cominciarono a fissarsi intensamente.
- Tuo fratello sta bene – mormorò la giovane.
Il giovane Lord annuì. – Ha la pellaccia dura, sapevo che sarebbe sopravvissuto -.
Rin alzò gli occhi al cielo. – E’ assurda la poca preoccupazione che provi nei confronti di tuo fratello -.
Sesshomaru la fulminò. – I rapporti tra noi non sono cose che ti riguardano, occupati delle tue faccende -.
La ragazza non ci vide più e si avvicinò tanto da poter sentire il respiro del giovane sulla sua fronte. – Non ti azzardare a dirmi quello che devo fare, e porta rispetto a tuo fratello. È più uomo di quanto tu possa reputare -.
Dopo aver detto quella frase se ne andò sbattendo i piedi per le scale. Sesshomaru era sbalordito dalla forza d’animo quella giovane e ad ogni sua risposta sgarbata, per quanto tutto ciò potesse sembrare assurdo, sentiva che il suo cuore era sempre più suo.
Nel frattempo Miroku si era recato furtivamente nella mansarda. Sango era stesa sulla brandina e doveva essersi appena lavata. La sua pelle luccicava ancora di gocce d’acqua.
La giovane indiana si alzò in piedi speranzosa. – Buone notizie? – chiese.
Miroku cercò di sembrare il più credibile possibile. – Abbiamo ricevuto un telegramma, diceva che Inuyasha sta bene e presto lo andremo a prendere -.
- E Kagome? -.
Il giovane abbassò lo sguardo, non riusciva a mentirle. – Non ha parlato di lei, ma sono sicuro che sta bene -.
Lo sguardo di Sango si fece serio e concentrato. – Io verrò con voi a prenderla -.
- E’ fuori discussione! – sbraitò Miroku. – Non puoi rischiare così tanto -.
- Non puoi impedirmelo! Lei è l’unica famiglia che ho! -.
Aveva le lacrime agli occhi e al giovane si strinse il cuore, purtroppo sapeva perfettamente che non poteva portarla dove stavano andando, i soldati le avrebbero potuto fare delle cose terribili.
Decise che a costo di rinchiuderla in quel posto e farsi odiare da lei per sempre avrebbe fatto in modo di tenerla al sicuro.
- Non posso Sango, mi dispiace. Ti prometto che torneremo presto e ti riporterò tua sorella -.
Chiuse la botola dietro di sé, mentre sentiva un groppo crescerli in gola. Sapeva che in qualche modo l’aveva persa per sempre e per quanto odiasse ammetterlo, non riusciva a sopportarlo.
Sango, nel frattempo, stringeva le coperte così forte da rischiare di strapparle. Non voleva che quel maledetto le impedisse di cercare suo fratello e lei sarebbe andata a prenderla, a costo di fuggire di nascosto.
 
Eccomi qua!
Chiedo scusa per il ritardo nell’aggiornamento, ma ora sono di nuovo qui! Mi rendo conto che il capitolo è corto, ma tra esami e università     sono riuscita a produrre solo questo.
Comunque il capitolo successivo è già a buon punto, quindi spero di metterci meno tempo a revisionarlo.
Come al solito ci tengo a ringraziare chi con pazienza si prende la briga di lasciarmi una recensione, mi fa davvero piacere e ancora grazie *.*
Un bacione a tutti quanti! <3

Silvia
   
 
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