Storie originali > Romantico
Segui la storia  |      
Autore: Ilaria Calvani    10/03/2017    1 recensioni
Abbie Miller, un'adolescente normale, con una vita normale e degli amici normali.
Ma allora, questa storia, di cosa parla?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Credo che la vita a volte ci sottoponga delle sfide semplicemente per tirar fuori le nostre migliori qualità e con me devo dire che ci ha veramente beccato in pieno.
La mia sfida aveva un nome, un cognome ed un paio di occhi azzurri: Chad Parker.
Figlio del nuovo compagno di mia madre, ormai aveva piantato le proprie radici in casa mia, o meglio, nella mia camera.
“E’ cortesia, Abbie” continuava a ripetermi incessantemente mia madre “ormai è di famiglia”.
Il concetto di famiglia con Chad è l’ultima cosa che mi passasse per la testa. All’inizio, ovviamente prima di conoscerlo, l’idea di avere un fratello mi quasi intrigava. Ero cresciuta con le serie tv americane, con la complicità che si ha quando si mente ai propri genitori e con l’abbraccio di conforto di un fratello che, in fin dei conti, sarà sempre parte integrante di te.
E per questo mi domando… Perché proprio Chad!?
Avete ragione, è arrivato il momento delle presentazioni.
Mi chiamo Abbie Miller, vivo nella grande New York ma scorrono in me pizza, pasta e pandoro. Come sono arrivata qui? Non lo so neanch’io. Avevo dieci anni quando ci siamo trasferiti dalla mia bellissima Roma (e dalla buonissima carbonara).
Come in tutti i racconti che si rispettino dovrei odiare mio padre perché i miei si sono separati, perché non vivo con lui e per mille motivi che non ci sono in questa storia. Mio padre non ha mai lasciato la famiglia, lo vedo tutti i giorni e lo amo più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Non sono un adolescente depressa che sfoga i propri dispiaceri nel cibo ma mangio perché mi piace e perché sfido chiunque a rimanere impassibile davanti a una bella teglia di lasagna.
Frequento l’ultimo anno di superiori, non sbavo dietro a nessuno, non sono la classica sfigata senza amici ma ne ho il giusto per andare avanti. Nonostante questo mi reputo diversa dagli altri, e non per il mio nome ed il mio cognome, ma per ciò che compone la mia persona.
Ho pensato molto al mio ultimo anno ed a quanto io sia maturata in molti aspetti, alle mie amicizie, ai miei amori mai esistiti, alle feste dove non ho mai partecipato (il solo pensiero di stare a contatto con la gente mi irrita) e alle miriadi di canzoni che ho ascoltato.
Ero finalmente pronta per affrontare l’ultimo step del mio percorso liceale e d’un tratto sembrava essere passato tutto così velocemente. Avevo già diciotto anni, il che doveva consolarmi perché in Italia ero appena diventata maggiorenne, mentre qui sembravo bruciare le tappe più velocemente. Posso guidare già da due anni, ma non credo di essere una grande pilota, quindi viaggio ancora con i mezzi. La vita da pendolare mi piace: gli aliti di prima mattina, le ascelle estive, essere compressi l’un l’altro.
Sì ok, ancora non avevo preso la patente. Cosa stavo aspettando? Probabilmente che la mia pigrizia si dileguasse, ma in parte non accettavo il fattore ‘crescita’. Sono sempre voluta rimanere un’eterna bambina perché crescendo aumentano le responsabilità e, con esse, la mia ansia.
E qui vi introduco Betty. Credo sia l’unica che mi abbia accompagnato veramente in tutto e per tutto, che mi abbia fatto fare le mie più grandi figure di merda e che sia stata compagna delle mie giornate più belle. È da pazzi dare un nome alla propria ansia? No, sarebbe da pazzi non farlo! Insomma, perché non poterglielo dare se ci si convive perennemente? È un po’ come Chad, ci convivo e ha un nome, quindi è giusto che lo abbia anche lei.
Perché ce l’ho tanto con Chad? Non credo basti un dizionario di aggettivi dispregiativi per descriverlo. Ma basta parlare di lui.

Amo l’arte, quella pura, senza limiti, quella vera.
Cosa intendo con la parola arte? Qualsiasi cosa esprima ciò che siamo realmente, che ci dia uno sbocco, anche per un momento, per evadere dalla realtà. L’arte di amare, di comporre, di dipingere, di osservare con occhi nuovi. Aveva forse ragione Pascoli? C’è veramente un piccolo fanciullino in ognuno di noi che cerchiamo di nascondere? Dal mio punto di vista era molto plausibile, d’altronde prima o poi bisogna accettare il ‘privilegio’ di crescere e affrontare le responsabilità. Ma quella parte un po’ bambina, dove va? Sicuramente non può fuggire dal nostro corpo né tantomeno dalla nostra anima. Rimane lì, incastonata tra le costole ed il cuore, che cerca di fare capoccella ma che è spaventata dal mondo visto con occhi diversi, tipici degli adulti.
Ed allora ogni tanto ci smuove un po’ cambiando nascondiglio, magari cercando una piccola fessura per emergere, ma è proprio lì che la reprimiamo ancora di più.
Davanti alla bellezza ed alla purezza dell’arte però neanche ci accorgiamo di tirarla fuori, è come una magia, una cosa paradisiaca. Ci sembra di sognare, di staccare per un attimo la spina dalla realtà, di resettare tutti i pensieri che abbiamo. Forse mi sto spingendo troppo oltre con il mio amore per la letteratura italiana ma passo praticamente la maggior parte del tempo a leggere di quei poeti (il che è strano visto che ci sono studenti obbligati a studiarli mentre io lo faccio di mia spontanea volontà).
Ok, ammetto di non avere una vita sociale tra le migliori, ma insomma, il feeling tra me e i protagonisti delle serie tv non ha competizione. Ora che ci penso, è veramente difficile descrivere sé stessi. Si rischia di sminuirsi troppo o di essere troppo presuntuosi.
Reputo infatti le persone come dei territori di scoperta, un po’ come l’America per Colombo (ok, la smetto), nel lungo viaggio che è la vita.
Viaggio imprevedibile, che non si sa cosa abbia in serbo per noi e dove noi stessi siamo i veri protagonisti. Alla ricerca dell'ignoto, tutti, ogni giorno percorriamo dei piccoli passi che poi non andranno altro che a comporre ciò che saremo. 
Non si possono elencare le mille sfaccettature di una persona, le emozioni o i sentimenti ed è per questo che mi lascio scoprire.
Bon voyage.




Avete critiche o consigli?
Perchè, secondo voi, Abbie odia così tanto Chad?

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Ilaria Calvani