Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: Hoi    12/03/2017    1 recensioni
I fatti narrati si svolgono dopo gli eventi del primo film
“Pronto! Aiuto ho investito una persona. Sono in via...” Dove cazzo ero? Mi guardai attorno nel panico. Non c’era neanche un fottutto cartello. Merda! Ma quella era New York. Una New York mezza distrutta e ancora in piena ricostruzione, ma pur sempre New York. Di certo avrebbero rintracciato la chiamata e sarebbero venuti ad aiutarmi.
“il numero da lei selezionato è inesistente”
“Cosa?!?!?!” Piena di sgomento guardai lo schermo. 118. Idiota! Idiota! Idiota!
Genere: Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La prima cosa che sentii fu il freddo. Il mio corpo era indolenzito e tremavo. Impiegai un tempo infinito ad aprire gli occhi e mettermi a sedere. Mi girava la testa. Pensai che fu perché avevo perso molto sangue, ma invece che cercare in qualche modo di curarmi mi afferrai la mano, quella con il polso rotto, quella che Loki aveva tenuto stretta tra le sue. Feci un profondo respiro e lascia andare la mano che Loki aveva usato per sbattermi a terra e farmi svenire. Mi guardai attorno, il mio personale persecutore era scomparso. Ero rimasta solo io nella stanza. Una sensazione di urgenza proveniente dalle profondità della mia mente mi spingeva a muovermi, ad alzarmi, ma io non riuscivo a capirne il motivo, così cercai di non assecondarla. Mi guardai le gambe, cercando di muoverle il meno possibile, avevo un’infinità di piccoli tagli, che però avevano smesso di sanguinare. Non dovevo aver perso poi così tato sangue in fondo. Non sapevo se uno di essi fosse realmente profondo e sinceramente non mi andava di indagare.
Lentamente, con movimenti piccoli e brevi, mi misi in piedi. Appena ci riuscii, delle punture di dolore mi attraversarono le gambe. Feci un profondo e lungo respiro. Non ero morta e di certo non stavo morendo. Loki non c’era. Andava tutto bene. Avevo buttato lo scettro dal palazzo, ma non c’erano buchi neri, quindi andava tutto bene. Con calma adesso sarei dovuta andare all’ascensore, scendere al piano terra e farmi medicare. Stavo male, ma ce la potevo fare. Potevo buttarmi tutta questa storia alle spalle, tornare in Italia, sposarmi e vivere una bella vita, dimenticando New York, l’America e gli alieni. Pensandoci in quel momento era stata un’idea cretina fin dall’inizio. Lasciare la mia vita, la mia famiglia e il mio fidanzato solo per una stupida torr…
OH CAZZO!”
La torre. La torre era a pezzi. Come avevo fatto a dimenticarmene? Come faceva a non essere stato il mio primo pensiero al risveglio? Come facevo adesso? Ero da sola ed avevo perso dio-sa-quanto tempo. Ok, stavo per avere un attacco di panico. Bene. Perfetto. Feci un profondo respiro. Inspirai quanta più aria potei ed espirai lentamente. Stavo perdendo tempo, ma se non ragionavo lucidamente tanto valeva lasciar stare. Mi dissi che una torre non crolla in dieci minuti. Mi dissi che dovevo ragionare, chiedere aiuto e continuare il sopraluogo. L’avevo anche già iniziato, avevo scritto tutto sulla mia cartelletta. Mi guardai attorno. Non c’era. Cercai di sforzarmi per capire dove l’avevo lasciata, ma nel mio stato confusionale, non ero nemmeno certa di averla mai avuta. Forse mi era caduta quando ero svenuta sulle scale, oppure nei laboratori… Dannazione proprio non mi veniva in mente. Era meglio ricominciare, tanto non avevo fatto praticamente niente finora. Dovevo trovare carta e penna. Dovevo… improvvisamente mi accorsi che c’era anche un’altra priorità che riguardava qualcosa che avevo perso. Gli occhi mi caddero sulla voragine che si apriva verso l’esterno, il vuoto che dava sul nulla a cui avevo affidato lo scettro di Loki. Mi avvicinai lentamente alla voragine. Se Loki aveva ragione sullo scettro, allora chissà cosa avrei visto guardando giù. Per un distratto momento mi domandai se quello era il punto catartico di un film horror, uno di quelli in cui c’è una porta da non aprire o dov’era meglio non girarsi, o una cosa così. Sfortunatamente quel raro momento di saggezza passò, afferrai la parete e mi sporsi. Non c’era nessun gigantesco cratere alla base della torre, non vidi segni d’esplosione e nemmeno cadaveri, da quella distanza non avrei potuto distinguere chiaramente lo scettro, ma non era difficile capire che non aveva mai toccato terra, visto che Loki lo reggeva con un braccio, mentre con l’altro si teneva aggrappato alla parete qualche piano più sotto.
Oh cazzo!
Mi ritirai nella torre. Non ci voleva un genio a capire che si era buttato di sotto per afferrarlo e ce l’aveva pure fatta! Ma che diavolo di problema hanno questi Asgardiani!? Buttarsi da un grattacielo per afferrare uno scettro? ma dai! Non lo puoi fare se non sei Jason Borne.
Imprecai ancora mentre mi allontanavo dal buco nel muro. Non sapevo da quanto tempo Loki era appeso laggiù, ma qualcosa mi diceva che non ci sarebbe rimasto per sempre. Zoppicando uscii dalla stanza. Avrei voluto battere in ritirata. Se solo Jarvis fosse stato funzionante avrei impiegato un attimo a sistemare ogni cosa, ma era dal momento dell’attacco che non si faceva vivo, quindi non avevo molte speranze di rintracciarlo ora.
Zoppicando mi diressi nuovamente verso i laboratori. Mi pareva ci fosse una cassetta del pronto soccorso lì e sicuramente avrei trovato una connessione internet. Impiegai un’infinità di tempo per arrivare e trovare quello che cercavo. Tra tutti i giocattoli di Stark trovai uno di quelle sue tavolette touch funzionanti, tipo un tablet griffato Stark industries. Fortunatamente Stark non era il tipo d’uomo da avere la pazienza di mettere password ovunque.
Quando provai ad accedere ad internet però iniziarono i problemi. Per una questione anti spionaggio industriale era ovvio che le comunicazioni verso l’esterno fossero limitate, ma in quello stupido aggeggio non andava proprio niente! Imprecai per qualche tempo, mentre cercavo tra i programmi. Insomma Stark aveva installano pemball e non un programma per una chiamata d’emergenza?
Ammetto che non sono un genio dell’informatica. A dirla tutta ho parecchi problemi con i pc. Cioè, a me i pc piacciono anche, sono loro che non solidarizzano molto con me. Tendono a rompersi inspiegabilmente o a lasciare che i programmi si chiudano senza ragione. Insomma, alla tecnologia io non piaccio, ma i programmi che mi servono per lavorare, quelli li uso da dio e a forza di problemi qualche trucchetto l’ho imparato. Così dopo aver smanettato un po’, trovai nel pannello di controllo niente popò di meno che un programma dal nome Jarvis. Iniziai a picchiettare sul nome ossessivamente, accettando senza leggere ogni finestra che si apriva, finché non si decise ad avviarsi. Una bella schermata blu brillante con al centro l’immagine di una sfera che pulsava mi apparve davanti.
“Jarvis ci sei vero?”
“Sì, signorina Recidivo.”
La voce calda dell’intelligenza artificiale mi fece venire le lacrime agli occhi. Non mi ero resa conto di quanto sentissi il bisogno di non essere più circondata da avversari, capi pazzi o persone a cui dover dare spiegazioni.
“Dio, come mi sei mancato! Ma dov’eri finito!? Aspetta, lascia stare, non importa. Contatta gli Avengers. Loki è qui, è appeso fuori dal palazzo e ha lo scettro… e digli anche di mandare una squadra medica e una di cui possa disporre per il consolidamento della torre, per favore”
Un lungo silenzio intercorse dopo le mie richieste, sapevo che Jarvis stava facendo del suo meglio così restai in disciplinato silenzio attendendo la voce gentile dell’intelligenza artificiale.
“Scusi l’attesa, mi è stato chiesto di riferirle di scendere al piano terra”
La voce di Jarvis non aveva particolari intonazioni e non credo che lui sapesse cosa significa mentire, ero certa però che sapesse cosa significa omettere. Lo Shield doveva aver insinuato di nuovo che era tutta colpa mia, che ero una complice, magari persino che gli avevo consegnato lo scettro di mia iniziativa. Bhe, pensassero quello che volevano, io non intendevo andare proprio da nessuna parte. Quantomeno non da sola.
“Cortesemente signor Jarvis, riferisca che se intendono mandarmi via, devono alzare il culo e venirmi a prendere con tanto di medico. Io da sola non intendo andarmene in giro in una torre dove c’è un dio vendicativo in illibertà”
Jarvis riferì e mi comunicò un sacco di motivazioni valide per cui sarei dovuta andare via il prima possibile. Non le ascoltai. Ogni volta che mi avevano lasciata gironzolare da sola mi ero ritrovata preda del cattivo di turno, questa volta non avrei fatto lo stesso errore. Al contrario dedicai tutta la mia attenzione al frugare tra gli armadietti. Trovai il kit di pronto soccorso e persino degli abiti di stoffa leggera, quel genere di vestiti che mettono gli infermieri, probabilmente un cambio in caso di contaminazione. Decisi di approfittarne e liberarmi dei pantaloni coperti di sangue. Togliermi i vestiti fu un vero dramma. I graffi e il braccio rotto resero tutto estremamente complicato e doloroso. Fortunatamente quando mi ritrovai in mutande mi accorsi che non avevo tagli molto profondi, erano solo tanti. Sicuramente le gambe sarebbero diventate un unico gigantesco livido, ma decisi di non preoccuparmene. Finii le bende e quasi ogni altra cosa ci fosse nella cassetta del pronto soccorso, ghiaccio spray compreso, visto quanto mi faceva male il polso. Finte le cure mi infilai i pantaloni da infermiera.
Il buon senso mi diceva di starmene buona buona seduta lì ad aspettare che venissero a prendermi, anche perché quello era il piano che avevo riferito allo Shield. Così rimasi tranquilla e aspettai per una decina di minuti. Dieci interi minuti che avrei potuto dedicare alla torre e invece sprecai seduta.
Sarò sincera, il mio non fu un gesto avventato guidato dalla noia o dalla paura. Al contrario, feci un ragionamento semplice: non avevo idea di cosa avrebbe fatto Loki e di dove sarebbe andato, quindi in pratica ogni posto era egualmente pericoloso. Certo, girando per la torre avrei aumentato le possibilità, ma almeno mi sarei resa utile. Così raccolsi le forze, mi procurai un blocco degli appunti e zoppicando dichiarai ricominciato il mio sopralluogo.
Contro ogni buon senso partii dal piano in cui mi trovavo. Avrei dovuto iniziare da quello sottostante, che sapevo essere il più devastato, ma sinceramente avevo paura di avvicinarmi a Loki. Quando ebbi finito il sopralluogo senza essere interrotta, ero però talmente presa dal mio mestiere che decisi di scendere di sotto e miracolosamente riuscii a eseguire il mio giro persino lì. Mi ero vagamente abituata al bruciare delle gambe e avevo capito che se mi prendevo una pausa ogni tanto e non tentavo di strafare, potevo fare il mio giro senza problemi. Quando ripercorsi le scale, zoppicando uno scalino alla volta, ero piena d’euforia. Ce la potevo fare. Avevo già segnato sul mio blocco tutte le contromisure da prendere per il consolidamento di due piani e per quanto la situazione fosse nera mi sentivo positiva. Anche traforata come la gruviera la doppia struttura della torre sarebbe certamente resistita per qualche altra ora. Decisi solennemente che mi sarei fatta bastare quel tempo per terminare il giro nei piani superiori e comandare l’equipe per attuare gli interventi più urgenti. Il fatto che ci mettessero tanto ad arrivare mi stava innervosendo non poco e forse anche preoccupando, così quando sentii delle voci provenire dalla tromba delle scale non potei fare a meno di tirare un sospiro di sollievo. Senza pormi alcuna domanda, iniziai a scendere la rampa, avvicinandomi alle voci.
“… Non sono le tue radici, bensì i tuoi atti che ti condannano.”
La prima frase che colsi chiaramente, mi fece rabbrividire. Conoscevo quella voce profonda e anche quel modo strano di parlare. Apparteneva senza dubbio a Thor. Sospirai, continuando a scendere. Non era difficile capire a chi avrebbe rivolto delle frasi simili e se si era messo a chiacchierare con quel tono superiore, sicuramente questo significava che avevano già combattuto e Loki aveva perso. Probabilmente non mi sarebbe dovuto importare, eppure un pochino mi dispiaceva.
Arrivai al piano e mi sporsi per guardarli, pronta a vedere l’adunata degli Avengers al completo, invece trovai solo Thor e Loki, in piedi, uno di fronte all’altro in quella che se fosse stata arredata, sarebbe stata una sala conferenze. Esaminai con cura Loki alla ricerca di manette o cose simili, ma non scorsi nulla di simile, né su di lui, né sugli altri quattro lui.
Mi coprii la bocca per non gridare. Non avevano per niente finito di combattere! Non avevano nemmeno iniziato! Chi cazzo è che si perde in chiacchiere al posto che combattere? Dov’erano gli altri vendicatori? Dov’era Irno Man? Imprecai sottovoce vedendo le varie immagini di Loki muoversi piano, circondando lentamente Thor. Il dio del tuono non parve affatto preoccupato, al contrario, lasciò che Loki procedesse, senza tentare di opporsi. Solo quando ormai era attorniato dall’avversario si decise a parlare.
“Dovresti sapere ormai che questo trucco non può funzionare con me” il dio alzò il martello e con un deciso e minaccioso movimento, lo abbatté sul pavimento. Il mio pavimento in parquet di rovere scuro. Il mio pavimento posato su una soletta in latero cemento e travi di calcestruzzo armato, forse uno degli ultimi elementi strutturali ancora in piedi.
“NO!”
Mi sentii gridare ancor prima che il mio cervello finisse di realizzare la situazione. Thor si fermò all’istante e trattenendo il martello ad un soffio dal pavimento si voltò verso di me. L’espressione dipinta sul volto del dio trasudava sorpresa. Era ovvio che non mi avesse notata prima, forse non sapeva nemmeno che fossi nella torre. Al contrario Loki, sembrava non aver atteso altro. Una delle sue copie si mosse rapidamente, alzando lo scettro che emanò un luminoso raggio azzurro. Thor, ancora voltato verso di me, non lo vide nemmeno arrivare. Spinto a terra dal colpo, strisciò sul pavimento e andò a sbattere contro la parete. Non posso negare che tirai un sospiro di sollievo quando vidi che il muro non si ruppe e quasi non notai uno dei Loki che lentamente avanzava verso il suo avversario a terra. Con una smorfia di dolore dipinta in volto, Thor fece forza sulle braccia per rialzarsi.
“Arrenditi fratello ed avrai la clemenza di Asgard. Sai bene che non hai speranze”
Lo scettro del dio degli inganni si avvicinò minaccioso al volto del fratello, mentre scariche di energia azzurra si accumulavano nel cristallo.
“Sempre così pieno di te… Non hai mai capito quando era il momento d’arrendersi fratello.”
“No!” Mi ritrovai nuovamente a gridare, questa volta non per la torre però. Feci qualche passo verso Loki, avrei voluto afferrare lo scettro e strapparglielo di mano. Ma ero piccola e debole e Loki era un dio, diviso in un’infinità di sé stesso. Una delle sue immagini mi si parò davanti, bloccandomi la strada ed io mi fermai alla sua vista e indietreggiai. Istintivamente mi afferrai il polso, sentivo ancora il dolore pulsante dalla sua stretta. Tremavo e questa volta non potevo fingere che non fosse Loki a terrorizzarmi.
“Non contro la parete. Va ad ucciderlo sulla vetrata, dannazione!”
La mia voce tremava e non aveva nulla che potesse essere scambiato per convincente, ma Loki si stava attardando a sferrare il colpo, così continuai.
“È strutturale Loki! È una parete strutturale. Se la abbatti la torre crollerà. Non sono rimasti molti sostegni integri e questo è uno dei pochi. Loki non farlo… ti prego. Ti prego. Moriranno migliaia di persone se la torre crollo e nemmeno tu puoi uscirne indenne.”
Gli occhi di Loki che mi si ergeva davanti, erano puntati su di me, erano fissi nel mio sguardo supplicante, tremante e bugiardo. Quello che Thor aveva alle spalle era un divisorio in cartongesso per gli impianti. Se lo avessero sfondato probabilmente la stanza si sarebbe riempita d’acqua e scarichi, disgustoso certo, avrei dovuto far cambiare i pavimenti e ritinteggiare le pareti, ma non avrebbe fatto crollare la torre. Senza contare che l’impatto dovuto al primo colpo non aveva nemmeno scalfito la superficie della parete, quindi era molto improbabile che un secondo attacco potesse avere una sorte differente. Ero una pessima, pessima bugiarda, lo sapevo, senza contare che la mia scusa avrebbe al massimo fatto guadagnare qualche momento a Thor, di certo non lo avrebbe salvato, ma che altro potevo fare? Gli occhi di Loki si fissarono sul fratello.
“Alzati se non vuoi portarti all’inferno anche migliaia dei tuoi amati umani.” La voce di Loki tuonò imperiosa e davvero non so se fui più sorpresa che ci fosse cascato o di vedere Thor che lentamente si tirava in piedi e si voltava, verso la vetrata. Successe in un’istante. Thor aprì una mano e il martello che fino ad un attimo prima era caduto dio sa dove, riempì la sua presa. Prima ancora che il martello arrivasse a lui, il corpo di Thor stava già ruotando, scaraventando un possente colpo sulla figura cangiante del fratello. Loki scomparve. Lo scettro, la minaccia, forse non era stato vero niente, forse se n’era già andato. O più probabilmente quello vero era quello che puntò nuovamente l’arma verso Thor e lo colpì con un raggio di luce. Thor ruggì per il dolore. Si piegò su sé stesso, afferrandosi il fianco ferito, ma si rialzò rapidamente, scagliando un poderoso colpo nel vuoto per allontanare l’assalitore. Loki sorrideva, mentre guardava suo fratello soffrire. Senza smettere di ridere, il dio alzò nuovamente lo scettro, mentre centinaia di frammenti di vetro esplodevano nella stanza. Per un fugace istante vidi il viso di un Loki contrarsi per la sorpresa, poi alzai le braccia per proteggermi il viso, quando le abbassai, c’era un dio degli inganni solo ed era terra. Fuori dalla vetrata, l’armatura scheggiata e graffiata di Iron Man si ergeva imponente.
“Volevi confonderci eh? Ma il trucco delle copie non poteva funzionare per sempre e il vantaggio di un edificio di vetro è che è facile da controllare dall’esterno”
Stark varcò la vetrata infranta ed atterrò sul parquet. Il rovere si annerì sotto i repulsori dell’armatura, senza notarlo l’eroe si rivolse alla ricetrasmittente nel casco.
“Loki è al cinquantesimo piano, nella sala conferenze a sud”
Dio come lo odiavo.






__________________

Ho impiegato un sacco a revisionare questo capitolo... l'avrò risistemato una decina di volte e ancora non mi convince.... Mi verrebbe voglia di cancellarlo e riscriverlo da capo come ho fatto altre volte, ma sinceramnete credo di aver fatto aspettare abbasatnza eee quindi niente... spero che non vi deluderà troppo. fatemi sapere cosa non ha funzionato per voi mi raccomando!

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Hoi