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Autore: id_s    13/03/2017    1 recensioni
D’altra parte lui era Draco Lucius Malfoy, e il suo nome la diceva lunga: raccontava di anni passati a disprezzarsi, aveva il gusto di infinite occhiate intrise di odio, e battutine sarcastiche, insulti e commenti offensivi. Il suo nome era rivestito dell’onore della purezza di sangue, a differenza di quello della giovane Grifondoro, l’altezzosa ed imperfetta regina vincitrice di molteplici battaglie: ma neanche lei, con il suo impeccabile intelletto e il suo intuito innato, la sua incredibile empatia e la sconcertante logica, avrebbe mai potuto immaginare quanto il suo viso niveo, e i suoi sorrisi nascosti e gentili, e poi quegli occhi luminosi, le avessero davvero guadagnato.
Non avrebbe mai potuto immaginare il ragazzo seduto poco lontano da lei, con le diafane mani intrecciate sulle gambe intirizzite dal freddo, seduto anche lui sul prato gelido e spruzzato di neve, contento semplicemente di osservarla da lontano senza intaccare la perfezione del suo viso assorto e concentrato, lo sguardo felice e quasi infantile rivolto alla grande volta azzurra.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
- Questa storia fa parte della serie 'Elastic Heart - Dramione.'
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"E così uscimmo a riveder le stelle"

Era di nuovo in giardino.
Draco si era sempre chiesto perché, tra tanti posti ad Hogwarts – la Sala Grande, la biblioteca, la torre di astronomia – la ragazza si rintanasse, ogni sera, sotto lo stesso albero nello stesso angolo di giardino, con le gambe distese e rivolte verso il lago, gli occhi ad indagare il cielo. Se le stelle le interessavano così tanto, molto meglio la Torre di Astronomia per analizzarle senza esporsi al freddo pungente dell’inverno, costringendo poi anche lui a subire il vento e, qualche volta, la neve – solo le serate di tempesta sembravano riuscire a fermare, in qualche modo, la sua intrepida Mezzosangue, ignara del ragazzo che, come ogni sera, anche quel giorno era seduto poco lontano da lei, ben nascosto dal suo sguardo dorato, di miele e d’avorio, ma libero di osservarla a proprio piacimento.
Se qualcuno gli avesse chiesto cosa stava facendo, e per un puro, assurdo e più che improbabile caso avesse indovinato, il ragazzo avrebbe negato fino alla morte. D’altra parte lui era Draco Lucius Malfoy, e il suo nome la diceva lunga: raccontava di anni passati a disprezzarsi, aveva il gusto di infinite occhiate intrise di odio, e battutine sarcastiche, insulti e commenti offensivi. Il suo nome era rivestito dell’onore della purezza di sangue, a differenza di quello della giovane Grifondoro, l’altezzosa ed imperfetta regina vincitrice di molteplici battaglie: ma neanche lei, con il suo impeccabile intelletto e il suo intuito innato, la sua incredibile empatia e la sconcertante logica, avrebbe mai potuto immaginare quanto il suo viso niveo, e i suoi sorrisi nascosti e gentili, e poi quegli occhi luminosi, le avessero davvero guadagnato.
Non avrebbe mai potuto immaginare il ragazzo seduto poco lontano da lei, con le diafane mani intrecciate sulle gambe intirizzite dal freddo, seduto anche lui sul prato gelido e spruzzato di neve, contento semplicemente di osservarla da lontano senza intaccare la perfezione del suo viso assorto e concentrato, lo sguardo felice e quasi infantile rivolto alla grande volta azzurra.
Non avrebbe immaginato che l’odio di anni, insormontabile e mai del tutto superato, aveva ingaggiato nel Serpeverde una dura guerra senza esclusioni di colpi con sentimenti nuovi, diversi, sentimenti da rinnegare e rifiutare, che neanche lui era riuscito ad accettare e che si sforzava di ignorare, negando a se stesso l’evidenza; perché lui stesso preferiva non chiedersi perché si affaticasse tanto a seguirla ogni sera, e osservarla per ore intere stando solo e in silenzio, nascosto come un ladro, appropriandosi indebitamente di piccoli pezzi dell’intimità della ragazza.
Preferiva raccontarsi che, semplicemente, col corso degli anni la piccola Mezzosangue era diventata una donna fiorente e delicata, e lui aveva sempre avuto un debole per la bellezza, e allora perché non appropriarsi di un po’ di essa? Finché la Verità restava troppo dolorosa era questo ciò che il ragazzo si raccontava mentre, per l’ennesima sera, seguiva la piccola Grifondoro nel giardino buio, fuori dal castello.
E quindi, anche quella sera, uscirono a rivedere le stelle.
   
 
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