Anime & Manga > Full Metal Alchemist
Segui la storia  |       
Autore: Fiamma Drakon    05/06/2009    2 recensioni
Strane chiamate senza risposta ed ombre evanescenti sono alcuni degli strani avvenimenti che turbano il quieto scorrere dell'esistenza di Pride, che si ritroverà alle prese con le sue prime "cotte adolescenziali" e a confronto con qualcosa che supera anche le capacità degli Homunculus...
[dedicata a valerya90 e _Titti_]
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Pride
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
2_Ombra argentea Pride se ne stava ripiegato su se stesso, rannicchiato davanti al davanzale ad ammirare le stelle, incapace di prender sonno: era ansioso per Malice.
Poco prima aveva avuto una delle solite “soffiate” dalle ombre degli alberi, che lo avevano messo in guardia riguardo “qualcosa che zoppicava”, come gli avevano detto loro, e non era più riuscito a chiudere occhio.
E se quella cosa fosse stata Malice? No... gli alberi e le loro ombre sapevano riconoscerne la figura... eppure si sentiva stringere dall’inquietudine: ma se fosse stata realmente Malice? Non voleva crederlo, eppure l’ipotesi era plausibile: era da una settimana che non la vedeva, non aveva notizie di lei e quindi non poteva essere assolutamente certo del fatto che stesse bene.
Era un Homunculus a rischio, per le poche vite a sua disposizione. Inoltre, la sua ostinazione a non volerne altre e ad esporsi continuamente non contribuivano a farlo sentire più tranquillo.
Ogni suo senso era teso al massimo, all’erta, pronto a cogliere ogni minima avvisaglia di pericolo, ogni più piccolo tentativo di comunicazione da parte delle ombre del bosco che circondava le mura esterne del maniero.
Aveva paura.
Non era molto virile ammetterlo, ma era la pura e semplice realtà: aveva paura.
Sì... paura per Malice.
Chissà, forse in quello stesso momento era a chilometri di distanza, ignara di tutto, perfettamente in salute ad osservare gli umani come suo solito, senza pensare minimamente a lui, solo a casa e terribilmente in ansia per lei.
Non sapeva cosa pensare, cosa aspettarsi: sapeva solo di essere terribilmente in ansia.
Puntellò i gomiti sul davanzale e si sporse a guardare il giardino oscuro attorno al maniero, fino alle mura e oltre, cercando di scorgere qualche segno che preannunciava il pericolo.
Rimase lì ad osservare, totalmente assorto, come una sentinella ligia al dovere anche in una notte di burrasca, per quelle che sembrarono essere interminabili ore, ma che in realtà furono solo pochi minuti.
Solo pochi, semplicissimi minuti, che gli furono più che sufficienti: Pride scorse un’ombra oltrepassare con un agile balzo le mura di recinzione e avviarsi a passo sostenuto verso il maniero.
Sbatté più volte le palpebre, visibilmente confuso: quella figura emanava davvero filamenti argentei di luce o era solo frutto della sua preoccupazione?
Non rimase molto a chiederselo e, presa la spada poggiata vicina alla finestra, corse rapidamente verso la porta ed uscì.
Le tenebre del corridoio lo accolsero silenziose, avvolgendolo in un’atmosfera cupa carica di spasmodica attesa mista ad ansia. L’Homunculus strinse più saldamente la presa sull’elsa della sua spada, come a cercare coraggio in quell’arma.
Non doveva aver paura: probabilmente era l’ennesimo ladruncolo da quattro soldi che sperava di far fortuna a suo discapito, ignaro del fatto che sarebbe stata l’ultima notte della sua vita.
Non era il fatto che ci fosse un intruso in casa a spaventarlo, bensì il fatto che chiunque fosse aveva attorno a sé filamenti di luce argentea, il che non era assolutamente normale.
Scese a tentoni le scale, attento a non lasciarsi sfuggire nessun eventuale rumore che potesse fargli intuire la presenza di qualcun altro nel maniero.
Ogni gradino che scendeva sentiva maturare dentro di sé una più salda certezza, un più fermo coraggio: ogni umano che avesse tentato di entrare o fosse entrato nel suo maniero, avrebbe assaggiato la sua spada.
E lui avrebbe assaporato il suo sangue.
L’Homunculus si fermò davanti alla porta principale: chissà, forse se l’era soltanto immaginato... magari la sua ansia gli aveva giocato un brutto scherzo.
Si rilassò e allentò appena la presa sull’elsa, voltandosi per tornare verso la camera, quando...
È nel giardino...
Pride rimase immobile, completamente, assolutamente immobile: allora non se l’era immaginato, qualcosa o, piuttosto, qualcuno era davvero entrato nel giardino.
Repentino si volse verso la porta e, penetrata l’oscurità che lo separava dalla maniglia, la strattonò con forza. La porta s’aprì con uno schianto e Pride apparve sull’uscio con portamento arrogante, simile in tutto e per tutto ad un angelo guardiano delle tenebre.
Con l’elsa saldamente stretta nella mano, s’avviò a passo svelto e deciso attraverso la semioscurità della notte, guardandosi attentamente intorno alla ricerca dell’ombra scorta dalla finestra.
Nel silenzio teso come una corda di violino nell’aria immobile, Pride avvertì un rumore sottile, smorzato, accompagnato da un timido passo irregolare sul prato.
Rimase lì, in attesa, totalmente all’erta, scrutando nell’impenetrabile notte dinanzi a sé.
Di nuovo quel rumore smorzato e quel passo irregolare.
Pride fissò gli occhi sul punto dal quale sembravano provenire quei rumori.
- Pride... ahn... -.
Quella voce femminile gli era così terribilmente familiare che in un primo momento rimase lì, immobile, finché la realtà lo travolse con la forza di un maremoto e alla diffidenza si sostituì un’angoscia struggente e incontrollata.
- MALICE!!! - gridò, correndo avanti, nella notte.
- Pri... de... -.
Il suo nome biascicato a fatica dalla voce fiaccata di Malice lo richiamava incessantemente, gli risuonava nelle orecchie, obbligandolo a proseguire nelle tenebre, cercando a tentoni un contatto con lei.
- MALIIIIIICE!!! - la chiamò ancora, più forte.
- Pr... ide... P... ride... -.
I suoi strazianti, labili tentativi di chiamarlo gli strinsero il cuore in una morsa d’acciaio, costringendo l’Homunculus ad accelerare ancora, tramutando i suoi passi in una frenetica, spasmodica corsa verso di lei.
D’un tratto riuscì a scorgerne il profilo, curvo, fiaccato e in poche, rapidissime falcate le fu davanti.
- Malice... che cosa hai fatto? Cos’è successo?! - chiese.
- Pr... ide... - ripeté ancora lei, il sussurro smorzato dal suo viso affondato nel petto di lui.
Pride le cinse le spalle e le carezzò il capo, ma ritrasse subitaneamente la mano quando sentì qualcosa di viscido striarle i capelli, rimanendo sul suo palmo.
Un familiare odore gli riempì le narici, appestando l’aria attorno a loro.
No, non poteva essere, ma che altro poteva essere se non... - Sangue... - sussurrò.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Alchemist / Vai alla pagina dell'autore: Fiamma Drakon