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Autore: emme30    15/03/2017    12 recensioni
[Otabek/Yuri]
Non ci sono storie che tengano: Yuri Plisetsky è assolutamente innamorato dei suoi lunghi capelli biondi ed è abbastanza sicuro di poter uccidere a mani nude chiunque possa minacciare di accorciargliergli – ragion per cui Lilia non trova neanche più un paio di forbici in casa.
In cuor suo, però, Yuri sa che c’è un’unica persona al mondo che potrebbe fargli cambiare idea, se solo glielo chiedesse. Anche se, in realtà, spera davvero che non glielo chieda mai.

In cui Otabek fa finta che i lunghi capelli biondi del suo ragazzo siano un grosso problema (spoiler alert: in realtà non lo sono).
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Otabek Altin, Yuri Plisetsky
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Far Away, So Close!'
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 Questa storia fa parte della serie Far Away, So Close! Leggi QUI le altre 
 

#Longhairdontcare

 

Quando Yuri Plisetsky comincia a farsi crescere i capelli, tutto il mondo del pattinaggio crede sia semplicemente perché voglia seguire le orme del grande Victor Nikiforov, ispirarsi a lui e coltivare una carriera ancora più leggendaria della sua. Internet non fa altro che chiedersi se davvero il giovane russo riuscirà ad eguagliare o, addirittura, uscire dall’ombra del suo predecessore. Ad ogni evento, i giornalisti commentano curiosi i lunghi capelli biondi che ormai gli superano le spalle, facendo teorie e ipotizzando il motivo di quella scelta che, poi, così bizzarra non è.

Yuri sbuffa ogni singola volta che qualcuno glielo fa notare perché, davvero, la gente è proprio stupida e le teorie complottistiche non fanno per lui, davvero.

Sente l’irritazione crescere ad ogni occasione in cui lo paragonano a Victor, quella stizza che gli fa prudere le mani. Stupido e inutile Victor.

Conta fino a dieci ogni volta che qualche giornalista commenta il suo taglio di capelli e non lo stupendo triplo Axel senza sbavature che lo ha fatto arrivare sul gradino più alto del podio. Conta fino a dieci, e poi decide comunque di insultare il malcapitato che gli ha fatto la domanda; tanto lo sa che lo StupidoVictor è sempre in agguato, pronto a trascinarlo via ogni volta che comincia a urlare insulti in russo a tutti i giornalisti che hanno la brillante idea di chiedere alle conferenze stampa perché Yuri Plisetsky abbia deciso di portare i capelli lunghi.

Nessuno, ma proprio nessuno, nemmeno le sue Yuri’s Angels che sanno esattamente cosa mangia ad ogni pasto della giornata – e non perché si ostina a pubblicare tutti i suoi pasti su Instagram - riesce a capire che Yuri Plisetsky ha deciso di farsi crescere i capelli semplicemente perché non ha voglia di tagliarseli.

E’ una risposta così semplice, così immediata. Eppure non ci arriva nessuno, e Yuri sta considerando l’idea di rasarsi a zero per dare letteralmente un taglio a tutti i pettegolezzi riguardo questa sua scelta. In realtà, non è esattamente una delle opzioni possibili, quella di rasarsi a zero, ma spesso i centoquaranta caratteri di Twitter non sono abbastanza per esprimere la sua più completa frustrazione nei confronti del disagio della maggior parte del genere umano.

Perchè in realtà, a Yuri piacciono davvero tanto i suoi capelli lunghi che gli arrivano quasi a metà schiena.

Gli piace come gli cadono sulle spalle e come gli incorniciano il viso, il fatto che gli basti un elastico per essere in ordine e per non avere i capelli davanti agli occhi quando è sul ghiaccio. Gli piacciono le complicate acconciature che Lilia si studia per le sue esibizioni, lo fanno sentire ancora di più una prima ballerina. Gli piace lasciare che la donna lo pettini, alla mattina, mentre lui trova nuovi e coloriti modi per insultare JJ su Twitter, e che acconci i suoi capelli in uno chignon ordinato per le lezioni di balletto e una treccia sobria per gli allenamenti.

Non può importargli un fico secco del fatto che persino StupidoVictor portasse la sua stessa acconciatura quando era giovane. Semmai, questo è un modo per dimostrare al resto del mondo quanto lui sia sempre e comunque dieci spanne sopra al grande orgoglio della Russia. Anche perché è certo che non arriverà mai a correre dietro a un porcello giapponese, mandando all’aria un’intera carriera. Solo per questo, ha già mille punti in più di InutileVictor, capelli lunghi o meno.

Non ci sono storie che tengano: Yuri Plisetsky è assolutamente innamorato dei suoi lunghi capelli biondi ed è abbastanza sicuro di poter uccidere a mani nude chiunque possa minacciare di accorciargliergli – ragion per cui Lilia non trova neanche più un paio di forbici in casa.

In cuor suo, però, Yuri sa che c’è un’unica persona al mondo che potrebbe fargli cambiare idea, se solo glielo chiedesse. Anche se, in realtà, spera davvero che non glielo chieda mai.

Sono le otto di sera quando accende il computer e apre Skype. Mentre aspetta che il laptop si carichi, strappa via l’elastico in fondo alla treccia che gli ha tenuto i capelli in ordine fino a quel momento e passa le dita tra le ciocche, sciogliendo la stretta acconciatura che ha da quella mattina.

Scuote il capo e lascia che i capelli gli cadano leggeri sulle spalle. Di solito, la sera li tiene lontani dal viso utilizzando una fascia, ma ha un gran mal di testa e ha bisogno di un attimo di tranquillità.

Finalmente il computer carica Skype, ma Yuri si ritrova a sbuffare quando vede che il suo ragazzo non è ancora connesso. Afferra il suo Iphone e digita pigramente un messaggio – muovi il culo ed entra su Skype — prima di stiracchiarsi sulla sua sedia girevole e di tirare su la cerniera della felpa.

Un paio di attimi dopo, arriva il suono della chiamata. Accetta e sistema meglio lo schermo del laptop e la luce sulla scrivania, in modo che il suo ragazzo possa vedere il suo volto e non il buio della sua camera.

“Ehi,” lo saluta Otabek, inquadrato per metà dalla sua webcam.

“Si può sapere dov’eri finito?”

Otabek si allontana un po’ di più dalla telecamera e Yuri ha la sua risposta: ha indosso un accappatoio scuro e il volto bagnato.

“Dammi un minuto,” dice con un sorriso, per poi allontanarsi per asciugarsi e vestirsi.

Yuri sorride sornione e si mette comodo, ammirando il suo bellissimo e muscoloso ragazzo che si sfila l’accappatoio e si veste al di là della telecamera.

Quando Otabek lo raggiunge al pc, ha indosso un paio di boxer e una canottiera e si sta frizionando i capelli con un asciugamano.

“Piaciuto lo spettacolo?” chiede poi, lanciando il panno da qualche parte che Yuri non può vedere.

“La vera domanda è: perché tutto ciò non è parte fissa delle chiamate che ci facciamo tutti i santi giorni?”

“Sei davvero sicuro di meritartelo?”

“Sono il campione del mondo. Mi merito questo e altro, Altin.”

Otabek sbuffa, ma la sua espressione nasconde un sorriso. “Lo sai che tra un po’ la scusa del ‘Sono il campione del mondo in carica e voi pezzenti dovete eseguire i miei ordini’ comincerà ad essere vecchia, vero?”

“Ti farò sapere quando succederà, ma, fino ad allora, sei pregato di aspettare che Skype sia aperto per rivestirti.”

Otabek alza gli occhi al cielo, eppure sul suo volto c’è un sorriso sincero e Yuri arrossisce: solamente uno come lui riesce a sopportare, e addirittura farsi piacere, il suo carattere particolare.

“Come è andata la giornata? Victor e Katsuki sono tornati in Giappone?”

Yuri sbuffa. “Magari. Sono ancora qui ad assillarmi e quando non si allenano…” Yuri abbassa la voce e fa una faccia disgustata. “Pattinano in coppia. Oggi Victor ha provato a sollevare Katsudon, ma, ovviamente, quel ciccione pesa troppo e sono volati entrambi nel bel mezzo della pista. E’ stato tremendo e bellissimo. Ho fatto dieci video che lo testimoniano, i quali presto finiranno sul canale YouTube che creerò apposta per documentare tutte le cadute che farà sul ghiaccio quel porcello. Ne ho già una quindicina, una peggio dell’altra.”

Mentre si lamenta di Yuuri e Victor, Yuri non si accorge di aver cominciato a giocare con i suoi lunghi capelli biondi, di esserseli portati tutti su una spalla e di aver iniziato a passarci le dita attraverso. Lo fa senza pensarci troppo, ma, quando nota lo sguardo di Otabek fisso sulle sue mani piuttosto che concentrato sulle sue lamentele, si rende conto di quello che sta facendo.

“Beh? Che c’è?” domanda dopo poco, interrompendo il suo monologo.

“Niente,” risponde Otabek, inclinando la testa. “Sono diventati ancora più lunghi dall’ultima volta.”

Yuri si porta le dita tra i capelli e se li liscia sulla spalla. “Sì, ma non ho intenzione di tagliarli.”

Otabek non risponde, e Yuri lo guarda stizzito. “La cosa ti crea disturbo?”

Il ragazzo fa no con la testa. “Figuriamoci.”

“Ma?”

“Non c’è nessun ma.”

Beka, non prendermi per il culo. Ma?”

Il ragazzo sospira dall’altro lato della webcam e Yuri si sente un nodo in gola. Sa che se Otabek gli chiedessi di tagliarli, lo farebbe, eppure davvero spera che non lo faccia.

“Sono ovunque, Yura.”

Il ragazzo corruga le sopracciglia. “Non so se te ne sei accorto, ma viviamo più a quattromila chilometri di distanza,” commenta sarcastico.

“Sul serio? Non l’avrei mai detto.”

“Beh, ma allora dovrai spiegarmi cosa intendi dire con ‘sono ovunque’, perché chiaramente non possono essere ovunque.”

“Te lo giuro che ci sono, invece.”

“Sei caduto sul ghiaccio oggi e hai picchiato forte la testa?”

Il ragazzo fa roteare gli occhi alla presa in giro, sospirando. “Hai presente quando sei venuto qui un mese e mezzo fa?”

Yuri arrossisce: certo che ce l’ha presente. La toccata e fuga di un week end perché aveva davvero bisogno di vedere e di baciare Otabek, la scusa che aveva rifilato a Yakov di voler visitare Almaty e le bugie che aveva raccontato al ritorno, atte a nascondere il fatto che avesse passato due giorni interi chiuso nell’appartamento del suo ragazzo. E, più precisamente, nella sua camera da letto.

Annuisce e fa finta che il ricordo non gli colori le guance più di tanto.

“Ecco,” continua Otabek. “E’ da allora che io trovo capelli tuoi ovunque. Ma letteralmente, Yura. Nelle lenzuola che ho già lavato tre volte, nei vestiti, in giro per casa, nella sacca degli allenamenti che svuoto ogni giorno. Sono ovunque!”

Yuri ce la mette tutta per non scoppiare a ridergli in faccia. Scuote la testa e sistema una ciocca ribelle dietro l’orecchio. “Se proprio ti danno così fastidio, li taglierò.”

“Assolutamente no! Non provarci neanche!”

Yuri alza un sopracciglio. “Ma hai detto tu stesso che sono ovunque.”

“Ma non ti ho detto che voglio che te li tagli,” mormora con un tono che Yuri conosce fin troppo bene.

“No?”

“No.”

“E perché mai?”

“Beh,” Otabek alza le spalle e si appoggia allo schienale della sedia. “Mi piace che sono così lunghi, mi piace accarezzarteli quando mi dormi accanto e mi piace passarci in mezzo le dita. Diciamo che diventano persino utili, in certe situazioni.”

Oh, allora quella è una di quelle sere. Meno male che ha chiuso a chiave la porta.

“Quali situazioni, Beka?” chiede Yuri, abbassando il tono e facendo scorrere verso il basso la cerniera della felpa. Improvvisamente, sente molto caldo.

“Per esempio…” mormora il ragazzo, sfoggiando un sorriso malizioso. “Quando sei in ginocchio in mezzo alle mie gambe e sento il bisogno di tenermi a qualcosa… in momenti come quelli, amo i tuoi capelli lunghi.”

Yuri sente un brivido percorrerlo da capo a piedi e una sensazione calda partire dal petto e distribuirsi per tutti gli arti. Si trattiene ancora, lasciando le mani sulla scrivania.

“E cosa sto facendo in quelle situazioni, Beka?” pronuncia il suo nome con voce roca mentre guarda il suo ragazzo dall’altro lato dello schermo appoggiarsi allo schienale della sedia e portare le mani verso il basso, verso i boxer scuri che si è infilato poco prima.

Osserva la mano di Otabek scivolare sotto la stoffa scura e si lecca le labbra, desiderando che quei quattromila e passa chilometri non esistano.

Otabek sospira e Yuri ripete la sua domanda. “Beka... dimmi cosa ti piace che faccia in quelle situazioni. Dimmi a cosa stai pensando in questo momento.”

“Me lo stai-“

Otabek non finisce la frase, perché una smorfia si delinea sul suo viso e Yuri vede i suoi movimenti fermarsi. Lo vede sfilare la mano dai boxer con un’espressione scocciata e avvicinarla alla telecamera.

Tra l’indice e il pollice, c’è un lunghissimo capello biondo.

“Te l’avevo detto che sono ovunque,” sbuffa il ragazzo, facendo scoppiare a ridere a crepapelle Yuri.

“Non c’è nulla da sghignazzare! Hai visto che ero appena uscito dalla doccia e che questi sono boxer puliti!”

“Oh, Beka,” mormora, asciugandosi le lacrime agli angoli degli occhi.

Il ragazzo gli sorride. “Beh, poco male... mi fanno pensare a te,” commenta sospirando. “Non che sia una cosa nuova, visto che già lo faccio continuamente.”

Yuri si morde il labbro e sta per rispondergli con qualcosa di ugualmente dolce, quando sente il cellulare squillare.

Impreca e lo afferra controvoglia, per poi inveire nuovamente non appena legge il nome di chi lo sta chiamando.

“Katsudon e Victor rompono le palle. Posso richiamarti?”

Il ragazzo fa una smorfia dispiaciuta.“Tra poco esco con i miei amici… ci sentiamo domani quando mi sveglio, visto che non ho gli allenamenti?”

Yuri sbuffa, ma annuisce. “Ok, a domani! Buonanotte.”

Otabek si avvicina un po’ di più alla telecamera e gli fa un grande sorriso. “Spakòjnaj nòci, zhanym,” gli dice, metà in russo e metà in kazako, come fa tutte le sere.

Yuri gli ripete le stesse identiche parole e chiude la conversazione con un sorriso sulle labbra, per poi afferrare il cellulare e coprire di insulti Katsudon, il quale ha osato disturbarlo a quell’ora.

Parecchio tempo dopo, e parecchi insulti in russo dopo sia a Katsuki che a StupidoVictor, Yuri chiude la conversazione e si butta a letto, sfinito.

Fa appena in tempo a controllare i social e lasciare qualche commento cattivo in giro per Instagram, quando si rende conto che Otabek gli ha inviato un messaggio, poco dopo aver terminato la loro conversazione su Skype.

Yuri lo legge nel buio della sua stanza e arrossisce tremendamente, portandosi il cellulare al petto, tranquillo che nessuno possa vederlo fare quel gesto.

 

Non importa quanto hai lunghi i capelli, per me rimani sempre perfetto. Tibià liubliù, zhanym.

 

Dizionario Russo/Kazako/Italiano:
 Spakòjnaj nòci: buonanotte
 Tibià liubliù: ti amo
 zhanym: anima mia, ma in realtà è un termine che un kazako utilizza per indicare qualcosa o qualcuno che per lui è tutto

Grazie a chi è arrivato a leggere questa piccola storia senza pretese, è la mia prima shot Otayuri e spero davvero di essere riuscita ad azzeccare i personaggi, visto che sono arrivata ad adorarli davvero un sacco 
Il dizionario non dovrebbe contenere errori, per il termine kazako mi sono rifatta a questo bellissimo post, mentre per quelli russi ho sfruttato la mia laurea in russo che mai pensavo avrei usato per scrivere fanfiction LOL
Grazie ancora a chi ha letto e apprezzato,
Marti

Beta reading: Ilaria
   
 
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