Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: madamina    15/03/2017    2 recensioni
Dall’aldilà, dove è finito dopo la battaglia finale, Lord Voldemort fa un breve bilancio di tutta la sua esistenza, dalle origini fino al suo ultimo istante di vita, utilizzando una insolita chiave di lettura.
Genere: Comico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Post Mortem


Monologo – Atto Unico
 


(La scenografia è completamente bianca, sullo sfondo alcuni gradini in marmo a rappresentare l’inizio di una scalinata, una nebbiolina a terra.
L’attore entra in scena. Ha il volto senza naso, indossa una tunica nera ed è a piedi scalzi.
Muove qualche passo, cogitabondo, poi inizia a parlare tra sé.)

E’ triste che sia finito tutto così. Pochi attimi sono bastati per strapparmi dalle mani il mio regno. Avevo il mondo ai miei piedi, poi è arrivato quell’insulso ragazzino e tutto mi e scivolato via tra le dita.
Ed è ancora più triste il fatto che adesso mi ritrovi qui, nel bel mezzo nel nulla, a parlare ancora una volta da solo immaginando che ci sia un’intera platea ad ascoltarmi, proprio come quando ero in vita e mi bastava un solo gesto per calamitare l’attenzione di tutti e fare in modo che ognuno pendesse dalle mie labbra.

(L’attore dopo qualche secondo di silenzio si rivolge ora direttamente al pubblico)

Sapete, stavo cercando una parola per definire la mia vita e dopo lunghe riflessioni ne ho trovata una che ne racchiude tutto il senso.
Molti di voi avranno pensato a ‘magia’, altri a ‘potere’, altri ancora a ‘terrore’.
Vi sbagliate tutti. Ce n’è una che mi rappresenta ancora meglio: ‘verde’.
Non ci credete? Ve lo dimostro subito.

Sono nato il 31 dicembre 1926 da Merope Gaunt, ultima discendente per linea di sangue di Salazar Serpeverde e già qui troviamo un piccolo indizio. Ma andiamo pure avanti.
Mia madre morì nel darmi alla luce, così sono cresciuto in un orfanotrofio, dove però sentivo di essere diverso dagli altri e non riuscivo proprio in nessun modo a legare con nessuno, così appena potevo, fuggivo da quel lurido casermone e mi rifugiavo nel mio nascondiglio segreto, una grotta nelle vicinanze, nella quale passavo ore a pensare e a rimirare i miei tesori. Il muschio verde che ricopriva le pareti di pietra è stato il panneggio che ha avvolto la mia fanciullezza da eremita. Ed è stato allora che ho scoperto di essere rettilofono. I serpenti venivano da me, attratti dal potere che portavo inconsapevolmente dentro di me. Mi sembra superfluo sottolineare quale sia il colore più diffuso della pelle dei rettili.
Quando ho compiuto undici anni un uomo si presentò da me, dicendomi di essere uno degli insegnati di una scuola speciale. Iniziò a raccontarmi della magia, del suo mondo e di come lì tutti avessero i miei poteri.
Ricordo di non avergli creduto subito, così lui fu costretto a darmi una piccola dimostrazione. Rimasi incantato dall’idea di trovare dei miei simili, di spezzare quell’isolamento che mi ero imposto, così accettai di seguirlo e le porte di Hogwarts si spalancarono per me.
Secondo voi in quale Casa finii? Serpeverde, ovviamente!
Ricordo la mia divisa nera sulla quale spiccava il verde smeraldo della mia cravatta e degli inserti sulla tunica, il marmo delle pareti della sala comune, i drappi, i tendaggi dei letti. Tutto verde. Perfino la luce era verde, visto che i nostri dormitori erano nei sotterranei, sotto il Lago Nero, e la poca luce che filtrava dalle finestre assumeva la colorazione verdognola dell’acqua stagnante del lago. Passarono gli anni e scoprii come aprire la Camera di Segreti. Lì sotto trovai un altro mondo, neanche a dirlo, tutto verde. Verdi erano le striature della pietra, perfino quella nella quale era scolpito l’imponente ritratto di Salazar in persona, verdi erano le alghe che ondeggiavano sinuose nell’acqua, verde il muschio che tappezzava le pareti formando preziosi arazzi. Verdi erano le squame del basilisco che vi trovai e che non osai mai guardare negli occhi, non tanto per la certezza che sarei morto, quanto per il timore di trovarvi una qualche striatura di verde, prima di finire dritto al creatore.
Già allora il verde stava diventando un’ossessione ed iniziava a darmi ai nervi.

(L’attore fa un profondo sospiro e si va a sedere sugli scalini sul fondo, poggia stancamente la testa su una mano, prendendosi qualche secondo per riordinare le idee. Poi riprende a parlare, sollevando la testa).

Avrei dovuto capirlo che non me ne sarei mai liberato.
Una volta finiti gli studi per un po’ di tempo ho fatto qualche lavoretto, ho perfino provato ad entrare ad Hogwarts come insegnante, cosa che Silente non mi permise. Ho continuato a campare di espedienti, ma ben presto ho compreso che quella che mi aspettava era la via della grandezza, ed era giunto il momento di intraprenderla.

(L’attore si alza e si dirige verso il pubblico, riprendendo il proprio monologo con foga).

Ho iniziato a diffondere le mie idee sulla purezza del sangue, cominciando a carpire la fiducia di quegli stolti che in me vedevano un leader da seguire.
E’ stato così semplice irretirli. Non si sono neanche accorti che colui che avevano innalzato a propria guida sulla via della purezza del sangue era figlio di un babbano ed era anche cresciuto in un orfanotrofio babbano, senza sapere nulla della magia e del suo mondo.
Eppure eccoli lì, tutti ai miei piedi.
Crearono perfino un marchio di cui fregiarsi il braccio, ed un simbolo da far risplendere nel cielo, a monito della mia inarrestabile ascesa al potere. Chi creò il Mors Mordre aveva un pessimo senso dell’umorismo, visto che lo creò verde, ma non è vissuto abbastanza per vedere che a me non faceva per niente ridere.
Il mio strumento più potente? La mia firma personale? Che domande! L’Avada Kedavra! E ora che ci penso il suo raggio è verde…

(L’attore finge di pensarci su qualche secondo e poi scoppia in una risata isterica).

Quando andai dai Potter, quella stupida sanguesporco mi puntò addosso i suoi occhioni verdi e mi supplicò di risparmiare il suo bambino.
Il tempo di una risata, la mia, ed il raggio verde partì dalla punta della mia bacchetta e la raggiunse in pieno petto. Mi avvicinai al lettino dal quale un altro paio di occhi verdi mi scrutava tra l’incuriosito e l’indispettito.
Ma questa volta il mio raggio verde non fece il suo dovere e me lo vidi rimbalzare addosso.
Degli anni che seguirono ho un ricordo vago, indistinto, così come lo era il mio corpo. Ricordo bene però gli occhi verdi di Harry Potter, che mi scrutavano decisi ed ardenti, la notte che tornai in vita in quel cimitero sperduto.
Quella volta riuscì a sfuggirmi, ma non mi arresi certo per questo piccolo contrattempo, e ripresi la mia scalata al potere, ricominciando a suggellare le mie imprese con il verde dell’Avada Kedavra.
E arriviamo così alla battaglia finale, quella che si è svolta ad Hogwarts. Lo scontro decisivo tra me e quel maledettissimo ragazzo con gli occhi verdi come la madre.
L’ultima cosa che ho visto prima di morire, questa volta per davvero? Il raggio verde dell’Avada Kedavra che ancora una volta mi rimbalzava addosso.
E poi mi sono ritrovato qui, dove la cosa più interessante che possa fare è esibirmi in estenuanti e noiosissimi monologhi davanti ad un pubblico immaginario, raccontandomi la mia stessa storia, come se non la conoscessi già.
Ed ora, dopo aver sentito il mio racconto, avete ancora il coraggio di dire che la mia vita non possa essere perfettamente riassunta con la parola ‘verde’?

(L’attore raccoglie i cenni di assenso del pubblico, poi allarga le braccia, rassegnato).

E pensare che a me il verde non è neanche mai piaciuto.

(L’attore, sconsolato, lascia la scena. Cala il sipario. Ovviamente verde).

Madame's Space: rieccomi qui dopo tantissimo tempo a pubblicare di nuovo una ff.
Ho scritto questa storia qualche anno fa per una competizione il cui tema erano i colori nel mondo di Harry Potter. Ho deciso adesso di riproporla qui su EFP sperando che vi piaccia e vi possa strappare almeno un sorriso.
Come sempre sarò felice di leggere le vostre opinioni, i vostri consigli ed i vostri suggerimenti.
Un ringraziamento speciale al mio Gryffindor Prince e alla panzerottina più Serpeverde che abbia mai visto.
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: madamina