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Autore: queenjane    16/03/2017    1 recensioni
Riprendendo spunto da una mia vecchia storia, Beloved Immortal, ecco il ritorno di due amati personaggi, due sorelle, la loro storia, nella storia, sotto altre angolazioni. Le vicende sullo sfondo tormentato e sontuoso del regime zarista.. Dedicato alle assenze.. Dal prologo .." Il 15 novembre del 1895, la popolazione aspettava i 300 festosi scampanii previsti per la nascita dell’erede al trono, invece ve ne furono solo 101.. "
Era nata solo una bambina, ovvero te..
Chiamata Olga come una delle sorelle del poema di Puskin, Onegin ..
La prima figlia dello zar.
Io discendeva da un audace bastardo, il figlio illegittimo di un marchese, Felipe de Moguer, nato in Spagna, che alla corte di Caterina II acquistò titoli e fama, diventando principe Rostov e Raulov. Io come lui combattei contro la sorte, diventando baro e spia, una principessa rovesciata. Sono Catherine e questa è la mia storia." Catherine dalle iridi cangianti, le sue guerre, l'appassionata storia con Andres dei Fuentes, principe, baro e spia, picador senza timore, gli eroi di un mondo al crepuscolo" .... non avevamo idea,,, Il plotone di esecuzione...
Occhi di onice.
Occhi di zaffiro."
"Let those who remember me, know that I love them" Grand Duchess Olga Nikolaevna.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
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 “Quando si muore, si smette di provare dolore?”parlava così piano che dovetti accostare l’orecchio al viso di Alessio.
“Penso di sì, ma nessuno è mai tornato a raccontarlo. Un filosofo greco raccontava che è come dormire e poi ci si ritrova dinanzi a un fiume, dentro una grotta, e che se bevi quell’acqua dimentichi tutto e poi rinasci .. Lasciamo stare, ora mi metto a raccontarti del Lete e dei soldati. Anche Achille, sai, il leggendario guerriero venne immerso da sua madre in un fiume speciale, da renderlo invulnerabile, tranne che in un punto ..
Fece un sorrisino. Gli strinsi una mano, leggera come farfalla, quando stava male non voleva farsi toccare da nessuno, tranne sua madre, tanto forte  era il dolore, medici e infermiere dovevano, ma LUI si agitava, non voleva, le sue deboli proteste erano uno strazio.
 Ed era un combattente, ora e sempre.
“Se muoio, devi dire che voglio essere sepolto all’aperto nella foresta, solo un monumento di sassi.”
“Va bene, lo dirò, te lo prometto” E lo trattavo da adulto, come si meritava, Alessio capiva sempre molto di più di quanto ritenessero gli altri, o tentavo, lo avevo viziato pure io, ne ero consapevole e tanto si finiva sempre lì.
“Achille aveva il tallone debole. Quando ho voglia le cose le imparo anche io, voglio essere forte come Achille.”una breve pausa, si sentiva un filino meglio, ma a volte, prima della fine, vi è una apparente ripresa, e poi l’agonia della morte.
Aveva 40 gradi e mezzo di febbre da  giorni, la temperatura non diminuiva e il cuore non poteva reggere all’infinito.
La sua crisi divenne un affare di stato, prevedendo il protocollo che, in caso di morte imminente dello zarevic, dovesse farsi un annuncio ufficiale per preparare la nazione alla perdita.
Il bollettino venne trasmesso e venne somministrata l’estrema unzione, nel prato davanti al palazzo venne costruita una tenda trasformata in cappella provvisoria, che Spala non disponeva di una Chiesa, tutta la Russia pregava per lo zarevic.
Caddi sulle ginocchia, imitata da molti altri, pregando per la sua salute.
A quel punto la zarina Alessandra spedì un telegramma a Rasputin in Siberia e la risposta giunse ore dopo, parlava di guarigione e tutti si meravigliarono, a partire dai medici che lo davano per spacciato e più ancora quando lo zarevic ebbe una impercettibile ripresa, che si rivelò costante.
“Niente fiume e niente grotta”
“Che dici?
“Una nuova storia; Anastasia.
“Sarà per un’altra volta. Speriamo il più tardi possibile”Strinse gli occhi, un barbaglio azzurro e divertito.
“Ci conto. Sarai forte, davvero, come Achille o Piero il Grande”
“ Lo so. Quando torno a casa, manda tuo fratello a giocare da me.”
-“Certo, ti metterà a soqquadro tutto, parlerà senza posa..” Alexander poteva essere snervante, con la vivacità e il brio di tre bambini. Fu il mio turno di stringerlo tra le braccia e riempirlo di baci, come di distrarlo con nuove storie.
Ogni frase un boccone con cui lo imboccavo, era viziato e intelligente, sapeva come rigirarmi.
Io come le sue sorelle, per non tacere di sua madre.
A mia discolpa annovero di averlo viziato ma ne ero ben consapevole.
Il  solito egocentrismo trionfante, rilevava poi Olga, ma la crisi di Alessio, forse la più grave che avesse mai avuto, l’aveva toccata profondamente, al pari dei suoi genitori, si faceva molte domande, temeva il futuro e si rifugiava dietro maschere di allegria, leggeva tanto e cavalcava quando poteva, una sorta di liberazione .
 
Alessandra fu lieta per la guarigione del figlio, ma la sua ripresa era molto lenta.
Adesso veniva incolpata di avere contaminato i Romanov con la malattia della sua razza, Nicola ancora più compianto per l’avere il fardello di una simile moglie, che gli aveva dato un solo maschietto fragile come vetro.
Alix si sentiva come se fosse stata abbandonata da tutto il mondo e cercava, gelida, la solitudine, adesso tutti la consideravano un Pechvogel, un uccello del malaugurio che recava sol catastrofi e lutti, tutti ricordavano come  fosse spuntata dietro a una bara.
I russi erano un popolo superstizioso e lei pareva accompagnarsi alla mala sorte fin dagli esordi, sposa in tempi di lutto, massacri e lotte, quattro figlie prima di avere un fragile maschietto, che si accompagnava a dubbi personaggi, come Rasputin, ve ne era di che sparlare.
Si rifiutava di dare il suo contributo ai preparativi per la grande celebrazione del tricentenario dei Romanov, che avevano preso il potere nel marzo del 1613.
E la vita batteva alla porta.
 
   
 
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