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Autore: B e t c h i    16/03/2017    0 recensioni
«Le fiamme dell’anima possono sciogliere il ghiaccio della corazza? »
Piccole scintille cominciarono a danzare nell’aria e lo sguardo di Emil si accese. Un barlume di curiosità animò i suoi occhi.
Norvegia sbatté le palpebre più volte e schiuse le labbra in un’espressione sorpresa.
Non rispose subito, non si aspettava una domanda simile.
Genere: Fluff, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Islanda, Norvegia
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Always a Hero comes Home'
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Norge Ísland – La notte di Valpurga


Norvegia sollevò il capo.
Mento alto, braccia incrociate dietro la schiena, occhi persi nella volta stellata.
Una gelida folata di vento gonfiò il suo mantello come se fosse una vela. La sua figura appariva possente e maestosa.
Lentamente abbassò lo sguardo, fece un passo indietro e voltò il busto mostrando il suo profilo al piccolo Islanda.
Emil fece finta di non notarlo. Rimase accovacciato sulla roccia accanto al falò che Norvegia aveva acceso in occasione del Valborgsmässoafton1, con l’intento di scacciare gli spiriti maligni. 
Gli occhi erano rivolti al cielo, nel vano tentativo di capire cosa ci fosse di così tanto interessante da catturare in quel modo l’attenzione del suo fratellone.
Norvegia inclino il capo di lato e lo guardò.
«Il cielo è quel che resta del Ginnungagap2 » esordì facendolo sussultare «un baratro infinito di fiamme divoratrici e di impetuose onde ghiacciate che, al loro contatto, hanno dato origine alla vita, all’universo e ai pianeti che orbitano attorno all’Yggdrasill3, l’albero cosmico.»
La luce incerta delle fiamme scoppiettanti irradiò il viso di Lukas, permettendo al bambino di scorgerne l’espressione.
C’era qualcosa di misterioso nello sguardo di Norvegia. Dolce e allo stesso tempo freddo e distaccato, che non lasciava trapelare alcuna emozione.
Islanda strinse le gambe al petto, poggiando il mento sulle ginocchia. La stoffa marrone della sua veste si sollevò scoprendogli le caviglie.
«L’albero cosmico?» domandò.
Tutte le volte che Lukas cominciava a raccontare una delle sue storie, Islanda lo ascoltava attentamente e faceva tesoro di ogni singola parola. 
Amava sentirlo parlare, amava la sua voce, amava l’atmosfera magica che accompagnava quei momenti indelebili.
Il vento scompigliò i capelli di entrambi. Il norvegese sollevò una mano e afferrò con le esili dita una ciocca ribelle, sistemandola dietro l’orecchio.
«Dalle sue radici viene concepito il male e dalle sue foglie, le divinità benigne, donano linfa vitale vigilando sull’agire dell’uomo: guerriero destinato a combattere in nome di Odino.»
Il fuoco tremò, alzandosi e avvolgendo i ceppi di legna più grossi. Le ombre proiettate sul terreno, si agitarono per un attimo, sotto lo sguardo stupito di Islanda.
Il potere ipnotico delle fiamme lo catturò e in un gesto del tutto involontario,  allungò una mano verso la fonte di calore, attratto da quel magico gioco di luci e ombre. 
«Le fiamme rappresentano l’anima del guerriero.»  
Il tocco leggero di Lukas lo svegliò improvvisamente: solo in quel momento si accorse che Norvegia gli si era avvicinato, accovacciandosi accanto a lui.
Era diverso vederlo da vicino. Il mantello, adesso, aderiva perfettamente sulle sue spalle sottili. Il viso magro, il corpo esile nascosto dalla vistosa veste color blu oltremare.
Un brivido percosse la sua schiena. La mano fredda del norvegese sfiorò la sua spalla e scivolò lungo il braccio, fino ad arrivare alla piccola mano che strinse nella sua.
Con una leggera pressione la abbassò, portandola lontano dal fuoco ardente. 
«Quando sarai più grande le sentirai ardere in te e il ghiaccio diventerà la tua impenetrabile corazza. Sei un nordico e un giorno anche tu combatterai al fianco dei tuoi fratelli, al mio fianco.» fece una pausa. Gli occhi si chiusero per un istante, poco più di un batter di ciglia « fino ad allora, sarò io a proteggerti.» 
Nel pronunciare l’ultima frase, quella voce ferma e penetrante suonò dolce come una carezza. 
La mano di Islanda restò poggiata sul palmo aperto di Norvegia: la sua pelle era  incredibilmente fredda, stava forse toccando la sua corazza? 
«Le fiamme dell’anima possono sciogliere il ghiaccio della corazza? » 
Piccole scintille cominciarono a danzare nell’aria e lo sguardo di Emil si accese. Un barlume di curiosità animò i suoi occhi. 
Fratellone, vorrei sentire il calore della tua anima.
Norvegia sbatté le palpebre più volte e schiuse le labbra in un’espressione sorpresa. 
Non rispose subito, non si aspettava una domanda simile.
Istintivamente, avvicinò la mano libera al viso del bambino. Con le dita sfiorò delicatamente i ciuffetti argentati che ricadevano sulla fronte poi con la stessa leggerezza, scese sulla guancia accarezzandola con le nocche.
La corazza di Norvegia si sciolse come neve al sole, lasciando che labbra si increspassero in un lieve sorriso.
«Sì, può succedere.»
E quel sorriso alimentò le fiamme che ardevano nell’anima di entrambi i fratelli.



1- Valborgsmässoafton: o in termini più umani "La notte di Valpurga", è una festività con la quale si celebra l'arrivo della primavera accendendo dei falò che hanno lo scopo di scacciare le streghe e gli spiriti demoniaci.
Dal 779 ogni 30 aprile, nelle nazioni baltiche e del Nord Eurpa la primavera viene accolta in questo modo. 
2- Ginnungagap: (per i comuni mortali "varco spalancato") era l'abisso cosmico che esisteva prima della creazione, formato da due regioni: quella gelata del nord e quella insopportabilmente calda del sud. 
Un giorno, quando il vento caldo scivolò sulla brina  ghiacciata, questa si sciolse e da quelle gocce sorse alla vita il primo di tutti gli esseri, Ymir. (ma questa è un'altra storia...se state leggendo davvero le note a fine capitolo, prendete un biscotto danese e passate subito alla numero tre, prima che vi passi la voglia.)
Si dice che il cielo sia lo strascico di quello che è stato il Ginnungagap.
3- Yggdrasill: l'albero cosmico situato al centro dell'universo. Secondo la mitologia norrena, l'arbero è fonte della vita e del sapere, in quanto è all'origine della sapienza di Odino. 
Inoltre, è fonte del destino predisposto dalle Nornir: la sorte degli dèi e degli uomini è indissolubilmente vincolata a questo albero.
   
 
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