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Autore: vanessie    17/03/2017    4 recensioni
La storia sviluppa alcuni personaggi di mia invenzione presentati nella fanfiction "Sunlight's Ray".
Una vicenda ricca d'amicizia, amore e problemi della vita quotidiana con cui ogni adolescente si trova a fare i conti...narrati da una prospettiva femminile e maschile. Non mancherà un pizzico di fantasy e un richiamo ai personaggi originali della Meyer!
Per avere una migliore visione delle cose sarebbe meglio aver letto Sunlight's Ray 1-2-3, in caso contrario potete comunque avventurarvi in Following a Star!
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sunlight's ray'
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Capitolo 50

“Evelyn Bàn”

 

 

POV Kevin

“Buongiorno zia” dissi salutando zia Valerie indaffarata in cucina “Buongiorno, dormito bene?” “Sì, ma avrei preferito restare ancora un po’ a letto” risposi. La zia sorrise porgendomi la mia tazza con la colazione. Era molto premurosa con me, da quando vivevo in Irlanda con lei e zio Ethan era come se lei si fosse assunta il ruolo di mamma sostituta nei miei confronti. Gli zii non potevano avere figli e il desiderio di maternità di Valerie si era adesso riversato su di me. “A che ora torni stasera?” mi chiese “Verso le 18.30. devo andare all’università e poi al parco zoo per il tirocinio” le spiegai “A proposito, ho lasciato i tuoi vestiti stirati in salotto, dormivi e non volevo disturbarti entrando in camera tua” “Grazie zia, ci penso io a sistemarli” affermai sorridendole. Finii la colazione e poi presi lo zaino con l’occorrente per l’università. Raggiunsi la facoltà con la metropolitana e andai in aula per la lezione, dove trovai alcuni amici e compagni di corso, tra cui Patrick, che era diventato tra tutti l’amico con cui avevo più confidenza. La lezione ci impegnò parecchio, prevedeva infatti una parte di laboratorio pratico, dunque dovemmo prestare particolare attenzione.

Al termine delle lezioni restai con i miei amici a scambiare due chiacchere seduto sul prato del giardino dell’ateneo. Raccontai a Patrick che qualche giorno prima al lavoro avevo incontrato una ragazza carina “Si chiama Evelyn, fa gli spettacoli con i delfini” spiegai “E com’è fisicamente?” mi domandò “Altezza media, magra, capelli biondi e occhi azzurri” “Non male, anni?” “Sinceramente non lo so Patrick, abbiamo giusto scambiato due parole, ma credo che abbia la nostra età o forse qualcosa meno” “Perché non le hai proposto un’uscita?” chiese “Andiamo…l’ho appena conosciuta, non mi sembrava il caso, anche se mi è sembrata interessante e vorrei conoscerla meglio” affermai. “E con Diana come la metti? So che non state insieme, ma il vostro rapporto è qualcosa in più di un’amicizia” mi chiese “Beh Diana…io le voglio bene, ma…” “Non sei innamorato” “Esatto. In questi mesi lei è comunque uscita anche con altri, non le ho mai rimproverato nulla, è libera di fare ciò che vuole, come lo sono io” chiarii. Mi voltai verso il vialetto che costeggiava il giardino e focalizzai lo sguardo su una ragazza che sembrava proprio assomigliare ad Evelyn. La scrutai meglio, capendo che era realmente lei. Evidentemente mi aveva riconosciuto, poiché mi fece ciao con la mano. “Torno subito Patrick, quella là è Evelyn, vado a salutarla” dissi. Mi alzai in piedi e le andai incontro. “Ciao…Kevin, giusto?” mi chiese titubante “Sì” “Come stai? È da un po’ che non ti vedo” disse “Sto bene e tu, Evelyn?” “Benissimo. Noto che ti ricordi il mio nome” “Beh è un nome difficile da scordare” risposi come un rintronato. “Hai finito l’orario delle lezioni o sei in pausa?” mi domandò “Appena finito e tu?” “Anch’io, stavo andando a prendere il pranzo alla mensa” spiegò “Posso farti compagnia?” proposi, sperando di non esserle apparso troppo sfacciato “Ok” rispose sorridendo.

 

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Entrammo nella mensa riservata agli studenti e prendemmo al self-service qualcosa da mangiare, poi ci sedemmo. Era così carina…i suoi capelli ondulati avevano un aspetto morbido e setoso, mi facevano venir voglia di infilarci le dita e accarezzarla. I suoi occhi azzurri e sorridenti erano solari e dolci, per qualche assurda ragione avevo una voglia matta di scoprire tutto di lei, doveva essere una di quelle ragazze semplici e genuine che ti fanno perdere la testa. Mangiammo mentre ci conoscevamo meglio “Insomma…di te so proprio poco, eccetto che lavori al negozio di souvenir e che studi veterinaria…di solito non pranzo con gli sconosciuti!” esclamò divertita “Vediamo…cerchiamo di rimediare, fammi qualche domanda” proposi “Quanti anni hai?” “Quasi 21, li compio a giugno” risposi “Dal tuo accento deduco che tu non sia irlandese” “Sono americano, vengo da una cittadina chiamata Forks, in particolare abito a La Push. Costa ovest degli Stati Uniti” “Wow, uno straniero!” esclamò facendomi ridere. “Cioè non fraintendermi, non intendevo fare commenti razzisti, volevo dire che non ho mai conosciuto qualcuno che viene da un posto tanto lontano! Perché proprio l’Irlanda?” “Sono per metà irlandese, mia mamma viene da Dalkey” “Ohhhhhh capisco. Tuo padre è americano?” “Sì, mia mamma si è trasferita a Forks quando era giovane e ha conosciuto mio padre. Quindi…eccomi qua” “Scommetto che è stato più romantico di così” affermò “Credo proprio di sì. Dai ora sta a te, raccontami qualcosa in più sul tuo conto” le proposi.

 

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“Sono Evelyn, ho 18 anni, sono nata e cresciuta qui a Dublino. Sai già che studio biologia marina, sono al primo anno, sono un’istruttrice di delfini e…cosa posso aggiungere? Sono una ragazza molto solare e amo stare in compagnia degli amici” “Progetti per il futuro? Oltre alla laurea?” “Beh sono una donna e…anche se adesso sono troppo giovane, un giorno mi piacerebbe avere una famiglia tutta mia. Vorrei viaggiare, scoprire posti nuovi, gustare cucine diverse dalla mia, incontrare persone…insomma vorrei fare davvero tante cose. Sono una sognatrice” affermò. Le sorrisi appena, il suo entusiasmo era qualcosa di palpabile, mi contagiava con il suo buonumore e il suo modo di parlare. “Ho una domanda!” esclamai “Vai, dimmi” “Hai 18 anni? Cioè ne compi 19 quest’anno, visto che sei al primo anno e che ora siamo nel secondo semestre” “No, ne compio 18 ad agosto” affermò “Oh e…come mai sei al primo anno del college invece che all’ultimo del liceo?” chiesi curioso “Ho iniziato la scuola elementare un anno prima e quindi è tutto anticipato” “Quindi ora hai 17 anni” “Sì, 18 ad agosto” rispose “E sei minorenne” ribattei. Lei rise “Sì, che c’è? Sei troppo grande per parlare con me?” “No” “Hai tre anni in più, non voglio denunciarti per chiacchiere con una minorenne” scherzò. Risi e pensai che…era così piccola…avevo intuito che fosse più giovane di me, ma addirittura minorenne! E io ci avevo fatto pensieri sconci di tutti i tipi su di lei, anzi a dire il vero ci avevo fatto più che semplici pensieri nel bagno di casa mia. “Vivi da solo qui in Irlanda?” domandò ricatturando la mia attenzione “Con i miei zii, Ethan e Valerie. Ethan è il fratello di mia mamma” spiegai “Figlio unico?” “No ho una gemella, Nicole e poi una sorellina più piccola, Amy. Ha 16 anni” “Che bello! Due sorelle quindi! E soprattutto hai una gemella?” “Sì” “Credo che sia meraviglioso essere gemelli. Un legame speciale, simbiotico. Siete uguali fisicamente?” “Siamo monozigoti, per cui sì, ci assomigliamo molto, eccetto che per il colore degli occhi, i suoi sono più scuri. Hai ragione è bello avere una sorella gemella. Lei vive a Seattle attualmente, sta frequentando il college, giornalismo. Anche se siamo tanto lontani il nostro legame è tutt’ora speciale, ci sentiamo spessissimo, ci raccontiamo tutto. Sai gli ultimi anni non sono stati facili per me…lei mi è sempre stata vicina ed io l’ho sentita al mio fianco anche se è lontana. Quando uno di noi due soffre per qualcosa, automaticamente anche l’altro ne risente” spiegai. “Dalle tue parole si capisce in modo evidente che siete legatissimi” “E tu Evelyn? Figlia unica?” “Sì purtroppo. Ho sempre desiderato un fratello o una sorella, ma ci sono solo io” “Vivi con i tuoi genitori?” le chiesi “Sì, papà è un vigile del fuoco, mamma è una scrittrice di novelle per bambini” “Te ne avrà raccontate di favole quando eri piccola!” esclamai sorridendo.

 

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“Ci puoi giurare! Fate, gnomi, cavalieri, principesse, streghe…e cartoni animati disney a go go. Anche adesso che ho quasi 18 anni, continuo ad avere la camera piena di souvenir di tutti i tipi legati al mondo fiabesco” affermò e poi aggiunse “I miei genitori sono anziani ormai, mi hanno avuta da grandi. Mia madre ha avuto delle difficoltà a restare incinta, ci è riuscita solo a 40 anni, per questo sono figlia unica. Adesso hanno quasi 60 anni, chissà che pensano di me! Sai loro si sono sposati a 20 anni, due anni in più dell’età che ho io adesso. Loro erano pronti per il grande passo, io ho ancora i pupazzi in camera, le idee confuse su tante cose, sogni e progetti azzardati…il matrimonio non è esattamente nei miei programmi immediati” “Hai almeno il ragazzo per programmare il matrimonio?” le domandai per capire se fosse libera o meno “No, sono single. La mia storia più lunga, se così vogliamo definirla, risale a…2 anni fa. In realtà ho avuto solo quella storia e poi con gli altri ragazzi che ho avuto è durata solo qualche mese. Mi sto concentrando sugli studi, sul lavoro, sulle amicizie…voi ragazzi siete…non so…parecchio diversi da noi e forse dipende da me, non sono pronta ad amare probabilmente” disse. “Non è che se ti è andata male con i ragazzi che hai avuto, allora significa che non sei pronta ad amare! Semplicemente non era il momento giusto” affermai. “Sei un fatalista quindi Kevin!” “Che intendi?” “Credi nel fato, trovare al momento giusto la persona giusta” “Sì, credo sia così!” esclamai. Lei sorrise, diede uno sguardo all’orologio da polso e si alzò di scatto “Oh cavolo! Sono le 13.30! Il tempo è volato, i miei si staranno chiedendo che fine ho fatto, scusami Kevin, devo andare” “Va bene, ma…vuoi che ti accompagni?” “No tranquillo, mi ha fatto piacere conoscerti!” “Anche a me, aspetta” dissi “Evelyn, posso venirti a trovare nel settore dei delfini qualche volta?” le chiesi “Certo, ci rivedremo se e quando il fato vorrà che succeda” concluse sorridendo e andandosene.

Il fato…oh sì, avrei gestito il mio destino andandola a trovare. Certo non l’indomani, avrebbe pensato che ero cotto di lei. In realtà era proprio così, ma non volevo apparirle come un deficiente che le sbavava dietro. Avrei lasciato passare qualche giorno e poi le avrei fatto visita con una scusa. Era troppo interessante, non potevo lasciarla sfuggire.

Tornato a casa decisi di chiamare mia sorella Nicole su Skype. Avevo voglia di vederla e sentirla. Tra l’altro volevo anche raccontarle di Evelyn. Iniziai la videochiamata e lei non impiegò molto per accettarla. “Ciao Nikki” “Ciao Kevin, come stai?” “Bene e tu?” “Bene anch’io. Sono tornata poco fa dalle lezioni” “Mi mancavi, volevo sentirti!” esclamai “Mi manchi anche tu, cosa pagherei per un tuo abbraccio!” “Che mi racconti?” domandai “Uhm…nulla di nuovo, oggi abbiamo avuto lezione solo la mattina e quindi mi prendo il pomeriggio per rilassarmi. Stasera invece viene qui Jonathan a vedere un film” affermò. Le sorrisi e lei non seppe trattenersi e si mise a ridere “Che hai da ridere Kevin?” “Niente, figurati…” “Ora non puoi cavartela dicendomi: niente, avanti spara!” esclamò “Sono contento che trascorri il tempo con Jonathan, tutto qua” “Beh grazie, te lo saluterò” “Comunque…anch’io volevo raccontarti una cosa. Sai ho conosciuto una ragazza al lavoro. Studia nella mia stessa università, si chiama Evelyn e compie 18 anni tra qualche mese. È carina, alla mano, simpatica” “Che bello, sono contenta!” “Ci siamo parlati solo due volte, ma mi piacerebbe saperne di più” affermai. “Sbaglio o questa è la prima volta che una ragazza torna ad interessarti davvero?” mi chiese “Sì, è così. La conosco poco, ma…non so spiegartelo, è allegra, spontanea, una persona semplice…c’è qualcosa in lei che mi affascina” “Kevin non sai quanto sia felice di sentirtelo dire!” “Beh sono felice anch’io” risposi “Potresti organizzare un’uscita con i tuoi amici e invitare anche Evelyn e le sue amiche, almeno troveresti il modo di parlarci meglio” “Sì, non è male come idea. Beh è tardi…qui a Dublino sono le 22.30 e io sono stanco…ci sentiamo presto ok?” “Va bene, buon riposo e tienimi informata!” esclamò “Buona serata e salutami John” “Lo farò. Ciao, ti voglio bene” “Ti voglio bene anch’io Nicole, ciao” conclusi.

 

NOTE:

Ciao! Kevin e Evelyn si incontrano al college e trascorrono insieme la pausa pranzo, raccontandosi qualcosa in più a vicenda. Evelyn è molto sorpresa di sapere che Kevin viene da un posto tanto lontano, l'America, così come di sapere che ha una sorella gemella. Dal canto suo Kevin è sopreso di scoprire che Evelyn è ancora minorenne, anche se per poco, visto che tra qualche mese compirà 18 anni. Kevin è molto interessato a lei, lo era già dal primo incontro in metropolitana, ma questa pausa pranzo lo coinvolge ancor di più, poichè gli fa capire che lei è una ragazza molto semplice e genuina, piena di entusiasmo, con cui è facile parlare. Racconta a Nicole questo suo stato d'animo, certo non vuole correre o trarre giudizi affrettati, ma vuole conoscerla e chissà...

Vi aspetto venerdì,

Vanessie

   
 
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