Piccoli bacetti innocui
Lampadario
Spighetto era finalmente riuscito a convincere Iris a visitare un’antica e maestosa villa non molto lontana da Levantopoli. Iris non aveva impiegato molto tempo a intuire che l’amico fosse anche un intenditore di ville e importanti famiglie reali, ma aveva acconsentito comunque (dopo l’ennesima supplica in ginocchio da parte del ragazzo).Lampadario
Per tutta la visita Spighetto non fece altro che parlare sognante di una stupenda terrazza sul tetto, dove dovevano assolutamente andare. E, immerso nelle sue stesse parole, non si accorse che la sua accompagnatrice era sgusciata via dal gruppo di turisti che ascoltavano attenti le spiegazioni del capopalestra, avendolo scambiato per una guida. Il suddetto individuo si accorse dell’attuale posizione dalla ragazza solo quando il gruppo di persone iniziò ad emettere urla e sospiri spaventati. Una volta usciti dalla villa, scortati cortesemente dalle guardie, Spighetto sentiva di poter esplodere da un momento all’altro, ma si sforzò di tenere il suo tono pacato di sempre «Iris, mi spieghi cosa ci facevi aggrappata ad uno dei lampadari più fragili e costosi di Unima?»
«Ah!» sbottò una seccatissima Iris «Tu te ne stavi a parlare con tutte quelle persone di cose noiosissime! Non si invita una persona fuori se poi non la si calcola affatto!».
All’improvviso la rabbia del ragazzo sparì, sostituita da una risata e da uno sguardo intenerito rivolto al volto da bambina impertinente di Iris.
«Era solo per questo?» chiese Spighetto dopo averle lasciato un leggero bacio sulle labbra «Volevi solo un po’ di attenzioni?».
Iris sorrise, salire sul lampadario non era stata proprio una cattiva idea.