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Autore: 23LittleJay23    18/03/2017    1 recensioni
Jimin è un ragazzino solare, con una personalità bambina, dolce e infantile come pochi. Ed è follemente innamorato di Yoongi.
Yoongi è scorbutico con tutti e solo con una persona riesce ad essere dolce ed amorevole, solo con Park Jimin.
Soprattutto quando quest'ultimo è malato e non vuole dar retta.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Quando il sole iniziò a filtrare insistente tra le tende del letto a baldacchino Jimin si svegliò un po’ infreddolito ma anche riposato. Tastò il letto accanto a sé ma, come aveva previsto, lo trovò vuoto. Yoongi doveva essere andato a lezione, proprio come aveva detto la sera prima.

Al ricordo della sera precedente sorrise. Gli era piaciuto passare del tempo in quella maniera con il suo ragazzo, vedere come si prendeva cura di lui, lui che da stupido si era beccato la febbre.

Jimin si mise a sedere sul letto sbuffando al solo pensiero di dover rimanere chiuso in camera al caldo, proprio come aveva promesso a Yoongi di fare, senza poter andare nella Stanza delle neccessitá a ballare oppure andare a vedere gli allenamenti di Quidditch del suo ragazzo dai capelli biondi.

Aprì le tende, rimanendo per un attimo abbagliato dalla luce intensa del sole che illuminava tutta la stanza ormai da parecchie ore. Un’occhiata veloce all’orologio disse a Jimin che era quasi mezzogiorno, facendolo decidere così di alzarsi dal letto per fare un salto alle cucine.

In realtà non aveva fame, non ne aveva per niente, ma era già rimasto digiuno il giorno precedente e non voleva far preoccupare ulteriormente il suo ragazzo.

Con velocità, per non prendere troppo freddo, si cambiò mettendo i pantaloni della tuta ed una felpa abbastanza pesante, dopo legò la bandana appartenente al suo ragazzo al proprio collo. Non passava giorno senza quella bandana, e anche quando non mostrava agli altri di averla con sé, era sempre presente a contatto con la sua pelle. Inspirò il profumo che la bandana emanava, quel profumo che gli ricordava tanto il biondo, e poi uscì dalla propria stanza senza neanche preoccuparsi di sistemare in maniera adeguata i suoi capelli, di recente tinti di un rosso intenso.

◇♡◇

Gli elfi erano stati ben contenti, come sempre, di offrire cibo al ragazzo dai capelli rossi, che era prontamente tornato nella sua stanza prima che il suono della campanella segnasse la fine di quell’ora di lezione. Si immaginò Yoongi girare tra quei corridoi, diretto alla lezione successiva, e si maledisse per non essere lì con lui, magari ad aspettarlo fuori dalla sua classe per fare quel breve tragitto, che separava il suo ragazzo dalla lezione successiva, insieme. Ma sapeva perfettamente che Yoongi sarebbe rimasto contrariato a quel suo gesto. Sapeva benissimo che il biondo voleva che Jimin rimanesse al caldo, al riposo, sotto le coperte circondato da quelle quattro mura che lo proteggevano dal vento che fuori piegava i rami degli alberi lontani.

Si sdraiò sul letto, prendendo una fetta di pane tostato ed iniziando a staccarne piccoli pezzettini, portandoli poi alle labbra rosa che si schiudevano per far entrare quei piccoli pezzi di cibo che non potevano far altro se non aiutare Jimin a rimettersi in sesto più velocemente. Arrivato neanche a metà fetta la poggiò sul comodino, dove aveva messo l’abbondante massa di cibo che gli elfi delle cucine di Hogwarts gli avevano dato qualche minuto prima.

La fame non si degnava di fargli visita e fargli compagnia, così da poter mangiare quella montagna di cibo che aveva con sé nel dormitorio. Si voltò dall’altra parte, alzando la bandana che portava al collo fino a coprirsi bocca e naso, così da ispirare profondamente quell’odore che tanto gli piaceva.

Voleva Yoongi, voleva le sue braccia attorno al proprio corpo, voleva sentire il calore delle braccia dell’altro ragazzi mentre, proprio come la sera prima, Jimin si lasciava abbandonare al sonno, coccolato da quel contatto dolce che lo faceva sorridere e stare bene. E fu in quel momento che decise che, nonostante tutto, sarebbe andato a vedere gli allenamenti del proprio ragazzo. Perchè niente e nessuno poteva impedirglielo, tanto meno una stupida febbre che voleva costringerlo a stare in camera sotto le coperte.

♡◇♡

Un brivido di freddo lo scosse e lo svegliò da quel leggero sonno che aveva vinto su di lui qualche ora prima. Non sapeva quando, come e perché si era addormentato. Forse la debolezza, forse la voglia di non stare solo, forse il voler rimettersi l’avevano spinto in quel sonno da cui si era appena svegliato, con più freddo di prima.

Si stropicciò gli occhi cisposi prima di controllare l’ora, come aveva fatto ben cinque ore prima.

Lanciò anche un fugace sguardo allo specchio e vide i propri capelli spettinati e un viso tutto sommato pallido, eccezion fatta per quelle guance che erano dipinte di una sfumatura che dal rosa andava verso il rosso. Aveva decisamente la febbre.

Nonostante la sua situazione, il fatto che la febbre non si decidesse a scendere, anzi, con molta probabilità in quelle ore non aveva fatto altro che aumentare, la stanchezza ed il fatto che a fatica si reggeva in piedi, decise lo stesso di andare a vedere Yoongi allenarsi, come si era ripromesso di fare qualche ora prima, poco prima di addormentarsi.

Cercò di mascherare le guance coprendosi con la sciarpa gialla e nera della sua casa, ma niente poteva fare contro quelle occhiaie che si vedevano sotto i suoi occhi lucidi, così si rassegnò ed uscì dalla propria sala comune e dal castello, diretto a quel campo da Quidditch che mai aveva amato, ma che aveva imparato ad apprezzare. Una volta arrivato nel luogo che identificava la sua meta prese posto in tribuna, accanto al rivestimento sul bordo, cui si appoggiò socchiudendo gli occhi, in attesa che quel bellissimo angelo, che lo faceva star bene, iniziasse il suo allenamento.

♡◇♡

Yoongi era preoccupato per Jimin, molto. Il giorno prima, quando, dopo cena, era salito in sala comune e vi aveva trovato un Jimin febbricitante che non aveva cenato, l’aveva immediatamente portato in camera ed era rimasto con lui, chiudendo gli occhi ed addormentandosi abbracciato al rosso, solo dopo che quest’ultimo si fosse addormentato.

La mattina si era alzato a malincuore, cercando di non disturbare il minore e destarlo dal suo sonno che non poteva che fargli bene, ed era tornato a controllare come stesse tutte le volte che le lezioni glielo permettevano.

Così aveva fatto anche durante la pausa pranzo, percorrendo quei corridoi e quelle scale che dall’aula lo dividevano dal dormitorio dove aveva lasciato Jimin. Quando vi entrò e salì fino alla stanza di quest’ultimo, lo trovò rannicchiato sopra le coperte, vestito e con la bandana che gli aveva regalato qualche settimana prima che gli copriva gran parte del volto. Gli si sedette accanto, sul letto, e il piccolo si mosse un po’ come se avesse percepito la sua presenza.

In un attimo posò la propria mano sui capelli rossi che davano una bellezza unica ai lineamenti di quel volto che tanto amava. Gli accarezzò quella testolina rossa, abbassando la bandana a scoprire le sue labbra e solo allora, alzando il volto per guardare fuori dalla finestra, notò il vassoio con il cibo. Scosse la testa notando che il tutto era quasi intatto, tranne per una fetta di pane tostato lasciata a metà.

Lo stava davvero facendo preoccupare, non era dal suo Jiminnie non mangiare niente e dormire tutto il giorno; fece scivolare la mano a toccare la fronte dell’altro ragazzo e giurò che stava bruciando più della sera precedente, quando da piccoli indizi era arrivato alla conclusione che il più piccolo si era ammalato.

Passò il resto della pausa pranzo lì con lui, a guardarlo dormire e a mangiare qualche boccone della colazione mai ingerita dall’altro, giusto per placare i morsi della fame. Poi, a malincuore, dovette alzarsi e avviarsi nuovamente a lezione, con la cartella sulla spalla.

◇♡◇

Yoongi non aveva per niente voglia di allenarsi, avrebbe di gran lunga preferito tornare in camera e stare con Jimin, convincerlo a mangiare qualcosa e farlo sorridere, perché in quel momento l’unica cosa che voleva era vedere il sorriso sul volto del rosso.

Ma invece di dirigersi verso la sala comune dei Tassorosso si stava dirigendo verso il prato, dove sarebbe sceso fino agli spogliatoi del campo di Quidditch e poi, inforcata la sua scopa, sarebbe salito in alto, nel cielo, il più in alto possibile per sentire il vento cercare di deviare la sua traiettoria.

Era appena salito sulla sua scopa quando una testolina rossa aveva attirato la sua attenzione. Strinse le labbra, contrariato che l’altro fosse uscito dal castello nelle condizioni in cui si trovava, e con una scusa inventata sul momento si staccò dal gruppo che aveva formato insieme agli altri giocatori della sua squadra. Atterrò a qualche passo dalla tribuna, lasciando la scopa li dove si trovava, e si diresse verso quel ragazzino che lo stava facendo preoccupare; lo stava facendo preoccupare un po’ troppo per i suoi gusti.

“Jiminnie, perchè sei uscito dal dormitorio?”, ma quando lo vide si maledisse subito per aver usato quel tono di voce, forse un po’ troppo brusco, su un Jiminnie che, appoggiato alla parete della tribuna, era mezzo addormentato.

“Hyung…?”, fece di rimando quest’ultimo, poiché non si era accorto dell’arrivo del suo ragazzo. Yoongi lo prese in braccio e, senza pensarci due volte, si incamminò verso il castello sotto lo sguardo dei suoi compagni di squadra, ignari di quello che stava accadendo.

“Perché sei uscito dal dormitorio, Jimin?”, ripeté Yoongi, questa volta con un tono di voce più dolce.

“Perché avevo tanto freddo senza di te”, il minore si strinse di più a Yoongi, come per catturare tutto il calore che il corpo di quest’ultimo emanava, e lui non potè far altro che sciogliersi a quelle parole, dette con quel tono sussurrato e dolce, caratteristico delle persone che stanno per assopirsi.

Yoongi scosse la testa, contrariato per le azioni di Jimin, ma sorridente per l’unica frase detta dal rosso di capelli.

Quando arrivarono in sala comune, piena di ragazzini del primo e secondo anno che urlavano e giocavano, e in parte che li osservavano, si diresse verso il proprio dormitorio, adagiando sul letto un Jimin febbricitante ma che ormai si era svegliato a causa del baccano in sala comune.

Uscì dalla stanza sillabando senza pronunciare un “torno subito” verso Jimin e, chiusa la porta alle proprie spalle, tornò in sala comune visibilmente adirato. Non fece niente se non fissare con sguardo severo il ragazzino che era la principale causa di quel baccano tremendo, il quale, come se Yoongi l’avesse appena minacciato di morte, si sedette in silenzio su una poltrona smettendo di dare spettacolo. In un sol momento, quando la maggior parte dei ragazzi presenti ebbe visto lo sguardo furente del ragazzo, la calma parve impossessarsi di quella sala comune tinta di giallo e nero.

Soddisfatto, il biondo si girò e tornò dentro la propria stanza osservando Jimin che si era sistemato meglio sul letto.

Yoongi, senza dire una parola, si sdraiò accanto a lui e, stringendolo in un abbraccio, lo avvicinò a sé.

“Ieri sera mi avevi detto che non saresti venuto a vedere i miei allenamenti”, ricordò il biondo ad un Jimin che, in quel momento, si sentì in colpa.

Era vero, la sera precedente, quando Yoongi aveva detto che poteva saltare gli allenamenti per stare con lui, Jimin gli aveva detto, dopo un po’ di risposte negative, che non sarebbe andato a vederlo e sarebbe rimasto a letto per riposarsi e riprendersi dal mal di stagione causato, principalmente, dai suoi continui bagni vestiti nel lago. Jimin abbassò lo sguardo sinceramente dispiaciuto di aver mentito nuovamente, in un certo senso, al suo Hyung quando la sera prima gli aveva promesso di non dirgli più bugie, neanche delle bugie buone.

“Non… non volevo più stare solo chiuso qui”, il volto rigato dalle lacrime di Jimin, che Yoongi poteva solo intravedere, diede una fitta al cuore a quest’ultimo, che con una mano alzò il mento del minore e gli asciugò le lacrime che avevano iniziato a scorrere, rendendo quegli occhi ancora più lucidi.

“Così ti si alzerà la febbre e basta, Jiminnie”, il biondo diede un bacio sulla guancia del rosso, proprio dove prima era scesa una lacrima, sentendone il sapore salato.

Il rosso affondò la testa nel petto del biondo, per non far vedere le lacrime che continuavano a rigargli il volto. Le braccia di Yoongi lo strinsero ancora di più.

“S-scusami Hyung”, sussurrò Jimin contro il petto dell’altro, che gli accarezzò dolcemente i capelli dietro la nuca.

Solo quando il rosso ebbe pianto tutte le sue lacrime, e si fu asciugato gli occhi, Yoongi riprese a parlare.

“Hai mangiato solo mezza fetta di pane tostato oggi?”. Jimin non sapeva come Aiden avesse saputo della sua misera colazione, ma annuì posando lo sguardo sul suo ragazzo.

“Vado a prenderti qualcosa da mangiare, allora”.

Era stato un po’ brusco nell’alzarsi, senza dare il tempo a Jimin di fermarlo come la sera precedente, quando l’aveva afferrato impedendogli di andare a prendere delle medicine per far abbassare la febbre.

“Ma non ho fame…”

Yoongi capiva che l’altro ragazzo non aveva fame a causa della febbre e che voleva che rimanesse al suo fianco, ma non si smosse dalle sue idee, borbottando un “torno subito” e chiudendosi la porta alle spalle.

Doveva convincere in qualche modo l’altro ragazzo a mangiare qualcosa, da quello che sapeva era almeno ventiquattro ore che Jimin non metteva sotto i denti niente, se non si considerava quella mezza fetta di pane tostato. Attraversò quasi a corsa i corridoi che lo dividevano dall’entrata delle cucine.

Quando fu davanti il quadro che celava l’entrata, fece il solletico alla pera ed aprì la porta, rivelando i quattro tavoli corrispondenti a quelli che si trovavano poco sopra, circondati da una marea di elfi indaffarati.

Non appena lo notarono, cinque o sei elfi si riunirono intorno a lui, che chiese a loro un po’ di zuppa e qualcosa di leggero per far mangiare il proprio ragazzo.

◇♡◇

Non appena Yoongi chiuse la porta della propria stanza Jimin si girò dalla parte opposta, rannicchiandosi con le gambe fino al petto.

Era stato uno stupido ad andare a vedere gli allenamenti di Quidditch di Yoongi, e ora era lì da solo, mentre il biondo era andato a prendere del cibo che tanto non avrebbe mangiato.

Con uno strattone si tolse la sciarpa che si era messo una buona mezz’ora prima e alzò la bandana a coprirsi nuovamente il volto fino al naso, inspirando quel profumo che apparteneva all’altro ragazzo.

Si domandava perché era sempre così stupido e faceva sempre preoccupare così il suo ragazzo.

Quando quest’ultimo rientrò in camera, portano il cibo che aveva appena preso dagli elfi, trovò Jimin in quella posizione rannicchiata e, dopo aver appoggiato il vassoio sul letto, gli mise una mano sulla spalla per farlo voltare.

“Jiminnie mangia qualcosa, ti farà bene”. Era sorprendente quanto Yoongi si prendesse cura di lui quando con la maggior parte delle persone era scorbutico. Il rosso si voltò a quel tocco, mettendosi seduto di fronte a lui e guardandolo ad occhi bassi.

Il biondo, a quella vista, gli si avvicinò con il busto lasciandogli un bacio sulle labbra, che venne approfondito non appena il minore schiuse queste ultime.

“Ora mangia”, disse il maggiore staccandosi dalle labbra del più piccolo ed allontanandosi con il busto.

“Ma non ho fame…”, nonostante quelle parole Jimin prese un pezzo di pane e lo mandò giù, sforzandosi di mangiare quel poco che bastava per rendere felice Yoongi.

“Devi mangiare Jiminnie, non puoi continuare a stare digiuno”, era visibilmente preoccupato, e il piccolo rosso, per non farlo preoccupare oltre, mangiò mezzo piatto di minestra ed un altro boccone di pane.

“Non mi va più Hyung… non ho davvero fame!”

“Hai mangiato poco”, sentenziò il maggiore spostando il vassoio dal letto al pavimento e stringendo Jiminnie in un caldo abbraccio.

Il più giovane si abbandonò tra le braccia di Yoongi senza ribattere, sapeva benissimo che aveva mangiato poco, sapeva benissimo che doveva rimanere in forze e che Yoongi avrebbe continuato a preoccuparsi per lui fino a quando la febbre non fosse passata. Ma in realtà quelle attenzioni particolarmente amorose da parte del proprio ragazzo gli piacevano, e non ne avrebbe fatto mai a meno.

“Hyung…” sussurrò il più piccolo, che si stava beatamente godendo le coccole del maggiore.

“Ne Jiminnie?”

“Domani resta con me, non voglio rimanere da solo”. Sapeva benissimo che era una richiesta egoista, una richiesta che avrebbe fatto bene solo a lui e che Yoongi gli avrebbe risposto di no anche se gli sarebbe piaciuto, ma che doveva andare alle lezioni perché erano importanti. Jimin sapeva bene tutte queste cose, ma, come la sera prima, non era riuscito a trattenere quella richiesta, perché un Jiminnie con la febbre alta non voleva rimanere da solo proprio come non vuole rimanere da solo un bambino malato.

Yoongi sospirò, stringendolo ancora più vicino a sé, e con un dolce bacio sulla fronte annuì, rendendo Jimin il ragazzo più contento di tutta Hogwarts.

♡◇♡

Fu così che Yoongi si addormentò, abbracciando quel corpo che lo faceva impazzire ma che adesso pareva fragile e pronto a rompersi in qualsiasi momento; e Jimin lo raggiunse nel sonno qualche minuto dopo, abbandonandosi tra quelle braccia che solo stringendolo lo facevano sentire meglio.

Forse il giorno dopo la febbre non sarebbe passata, ma sicuramente il rosso sarebbe stato meglio perchè in compagnia della persona che più amava al mondo, dopo aver riposato in sua compagnia ed essersi sentito amato ancora una volta.

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LittleJay

Salve a tutti! Sono qui con questa piccola YoonMin che è nata grazie ad una ragazza con cui, su Facebook, ruoliamo questi due pulcini in una splendida Hogwarts. Preannuncio quindi che i caratteri di Jimin e Yoongi si avvicinano di più a quelli dei nostri personaggi che a quelli dei veri Suga e Jimin.

Dpero vi piaccia e di allietare, con questa one shot, almeno 5 minuti della vostra giornata!

Fatemi sapere cosa ne pensate! Alla prossima 😘

   
 
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