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Autore: Dea Agnesa    18/03/2017    6 recensioni
MALEC.
Alec è un giovane ragazzo di 18 anni, non potrebbe chiedere di meglio perchè si è appena diplomato e non vede l'ora di trascorrere una serena estate con i suoi amici prima di iniziare il college.
Purtroppo non sempre le cose vanno come ci aspettiamo.
A volte un semplice giorno come tanti altri può trasformarsi in un incubo.
Quando tutto cambia, come si comporterà Alec per superare il dolore? chi potrà aiutarlo?
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Alec cercò di aprire gli occhi, erano impastati dal sonno e si sentiva il corpo intorpidito.
    - Mag…Magn…us-
    - Alec! Alec, sono Jace! Izzy si è svegliato, vieni!-
Cominciava a mettere a fuoco quello che c’era intorno a lui, era in una camera di ospedale ma non riuscì a cogliere altri dettagli perché in men che non si dica il suo campo visivo fu occupato da qualcosa di soffice e scuro, dal profumo riconobbe la chioma della sorella, che lo abbracciava e piangeva sulla sua spalla.
    - Lo sapevo che ti saresti svegliato…i dottori non ci volevano dare speranze ma io lo sapevo…lo sapevo…-
Ad Alec gli si strinse il cuore a sentire i singhiozzi disperati di sua sorella, avrebbe voluto tranquillizzarla, dirle che tutto andava bene ma preferì circondarla con un braccio e tenerla stretta. Sospirò e rimase così, con il dolce peso della sua Izzy sul petto, a godersi quel momento di pace e sicurezza. Pensare che avrebbe davvero potuto morire e non rivederla più lo fece sentire male, si sentì mancare la terra da sotto i piedi e la abbracciò ancora più forte. Avvertì Jace alla sua destra che si soffiava forte il naso. Poteva solo immaginare quanto doveva averli spaventati. Non sarebbe mai dovuto andare da solo da Jonathan, come aveva potuto essere così sciocco da cadere in trappola? Se non fosse stato per…
    - Dov’è Magnus?- chiese Alec.
Sua sorella si spostò e si scambiò un’occhiata preoccupata con Jace. Ora che non aveva più gli occhi coperti dai capelli di sua sorella Alec potè guardare entrambi in volto. Si sentì ancora più in colpa di quanto già non fosse quando notò i segni di stanchezza su di loro. Avevano profonde occhiai, gli occhi rossi e gonfi e un colorito pallido. Fu Jace a rispondere alla domanda di Alec.
   - Ecco…Magnus…sta bene –
   - Si, sta bene – aggiunge Izzy annuendo.
   - Ah, ok. – rispose deluso Alec – Credevo solo che…insomma…fosse qui –
Ad aspettare che mi svegliassi.. concluse mentalmente.
Izzy assunse un’espressione mortificata mentre stringeva la mano del fratello.
    - Alec, lui voleva essere qui…- gli disse lei – ha fatto di tutto per poterti stare vicino ma…la mamma non l’ha permesso-
    - Cosa?!- disse Alec cercando di sollevarsi ma rinunciando subito con una smorfia di dolore.
    - Alec stai calmo, hai subìto un’operazione difficile e se ti muovi la ferita all’addome potrebbe riaprirsi – gli disse Jace.
    - Ok, ma cosa è successo?-
    - Avresti dovuto vedere – si intromise Izzy – è stato terribile. Mamma gridava da una parte e Magnus dall’altra. Papà ha cercato di far calmare la mamma ma lei continuava a dire che era colpa di Magnus se suo figlio rischiava la vita. Poi ha vietato ai medici di far entrare Magnus in questa stanza…loro non hanno potuto far nulla perché lui non è della famiglia…quindi è andato via –
    - Non posso credere che abbia fatto una cosa del genere! Da quanto tempo sono qui?- chiese Alec fumante di rabbia per quello che aveva fatto Maryse.
    - Tre giorni…- rispose Izzy abbassando gli occhi. Sembrava stesse per ricominciare a piangere e forse per questo parlò Jace.
    - Ma Magnus ha le sue fonti di informazioni, conosce le tue condizioni, vero Izzy? -
    - Si…Ti ricordi Catarina Loss?- chiese Izzy ad Alec
    - L’infermiera che si è occupata di Max quando era in ospedale?-
    - Proprio lei. A quanto pare è molto amica di Magnus, perciò lo tiene informato. –
    - Dovremmo chiamare i medici…dirgli che ti sei svegliato – disse Jace.
    - Va bene…-
Alec non vedeva l’ora di poter uscire da quell’ospedale. Non era stata colpa di Magnus se aveva rischiato la vita ma solo della sua stupidità. Ma cos’altro avrebbe potuto fare? Non avrebbe mai abbandonato Jonathan. Anche ora che sapeva tutta la verità non provava odio per lui ma solo un’infinita tristezza per quello che aveva passato nella sua vita.
   - Alec?- lo chiamò Jace prima di uscire dalla stanza – è vero quello che dicono…è stato Jonathan?-
    - Si…è stato lui – disse Alec abbassando gli occhi.
    - Quel figlio di puttana!- disse Jace uscendo.
Sua sorella, seduta nel letto accanto a lui, gli lanciava brevi occhiate. Alec la conosceva abbastanza bene per sapere che moriva dalla voglia di fargli delle domande.
    - Izzy…- la chiamò Alec – Ho un paio di cose da raccontarti …ma prima devi promettermi che appena uscirò da qui mi aiuterai a fare una cosa. –
    - Ma certo, Fratellone, tutto quello che vuoi – gli rispose raggiante lei.
 
 
 
 
Magnus era a casa disteso sul letto con un braccio sul viso a coprirgli gli occhi. Era da giorni che si era lasciato andare completamente, non poter andare all’ospedale a trovare il suo Alexander lo stava uccidendo. Se non fosse stato per Catarina probabilmente sarebbe entrato in quella maledetta camera di ospedale con la forza, ma lei precisando che così facendo avrebbe solo complicato le cose lo aveva fatto desistere. Durante il giorno riusciva a distrarsi in qualche modo, soprattutto grazie alle visite, indesiderate, di Raphael che a modo suo cercava di tirargli su il morale. Con “a modo suo” si intendeva portargli donne e per “tirargli su il morale” voleva dire tirargli su altro. La notte era un disastro, non riusciva a prendere sonno e appena chiudeva gli occhi solo per qualche minuto non vedeva altro che Alec a terra coperto di sangue. Riuscì a calmarsi solo dopo che Catarina, una mattina, lo chiamò informandolo che Alec si era finalmente svegliato. Appena l’amica pronunciò quelle parole Magnus scoppiò a piangere per il sollievo. Era talmente felice che non gli importava se non poteva vederlo, gli bastava sapere che stava bene, il resto non aveva più importanza. Le condizioni di Alec non erano l’unico pensiero che opprimeva Magnus. Cercava in tutti i modi di proteggersi, dimenticando ciò che era accaduto a Tokyo ma la sua era solo un’illusione. Far finta che non fosse accaduto non faceva diminuire il dolore che sentiva dentro. Si alzò dal letto e si guardò allo specchio. Non aveva mai trascurato il suo aspetto così tanto. I capelli erano in disordine e sorrise quando pensò a quanto assomigliassero a quelli di Alec. Addosso aveva solo una canottiera sgualcita e dei pantaloni da tuta, inoltre quella mattina non si era neppure fatto la barba. Si passò una mano sul viso, esausto. Quando sentì bussare forte alla porta si girò infastidito.
Adesso Raphael mi sentirà…pensò andando verso la porta per aprire.
Prima di aprire afferrò al volo il Presidente Miao che passava di là facendosi i fatti suoi e se lo portò in braccio. Aprì controvoglia aspettandosi l’amico e invece restò spiazzato per chi si trovò davanti.
    - Trace?-
    - Ma quale Trace, io sono Jace!-
    - Alexander sta bene?! -chiese Magnus mettendo giù il Presidente Miao.
    - Si, Alec sta benone…-
    - Ah…bene -rispose tornando a respirare Magnus. Poi notò che Jace aveva in mano una valigia. Guardò prima questa e poi il ragazzo – Ti serve qualcosa?-
    - Dov’è la tua camera?- chiese Jace.
    - Tesoro, mi dispiace…sei carino e tutto ma io sono interessato ad un altro Lightwood…sai, alto, occhi azzurri…-
   - Ma cosa hai capito?! – sbottò Jace – Non è mia questa, è di Alec!-
   - Alexander?- chiese Magnus senza capire.
   - Si…è di sotto. Izzy lo sta aiutando a salire le scale..-
Magnus appena sentì queste parole spalancò gli occhi e spostando con un braccio Jace di lato si fiondò sulle scale.
   - Ehi!- si indignò Jace.
Magnus non fece in tempo a formulare neanche un pensiero tanto scese velocemente dalle scale. Si fermò ansimando quando vide Alec. Aveva una mano appoggiata alla parete e l’altra attorno alle spalle della sorella. Quando alzò il viso e i suoi occhi chiari si fissarono su Magnus, questo sentì il suo cuore battere più forte. Non gli sembrava vero averlo lì, vederlo che stava bene, nonostante l’aria stanca e sofferente.
Alec gli sorrise e Izzy si mise in disparte, probabilmente pensando che volessero un momento per loro. Magnus si avvicinò a lui, gli sfiorò delicatamente il viso, quasi come se Alec fosse stato di cristallo e anche un lieve colpo avrebbe potuto mandarlo in frantumi.
    - Alexander…-
    - Sono stato appena dimesso – spiegò Alec – E ho pensato che…se per te va bene…-
    - Puoi restare qui quanto vuoi – rispose Magnus che ora aveva appoggiato le mani al petto di Alec.
    - Se non sono un peso…-
    - Non dirlo neanche per scherzo – lo ammonì Magnus prendendogli il volto tra le mani.
Izzy tossicchiò per ricordare ai due la sua presenza. Alec si voltò imbarazzato.
    - Andiamo, Alexander, ti aiuto a salire – gli disse Magnus circondando la vita di Alec con un braccio.
Alec non voleva dare l’idea che fosse uno che si lamenta per un nonnulla perciò strinse i denti e non disse nulla ma fare quelle scale non era per niente piacevole. Ad ogni movimento delle fitte di dolore al ventre gli mozzavano il fiato. Mentre loro salivano, piano, un gradino alla volta, Jace scendeva fischiettando.
    - Ho trovato da solo la camera…- gli disse a Magnus
    - Potevi lasciare la valigia all’ingresso- gli fece notare Magnus.
    - Avrei potuto si, ma dovevo accertarmi che tu fossi una persona rispettabile. Perciò ho curiosato un po' in giro. –
    - E cosa hai trovato, di grazia –
    - Nulla di compromettente per ora…ma ti tengo comunque d’occhio –
    - Jace…- gli disse Alec – non ti sembra di esagerare?-
    - Devo prendermi cura di te, Alec. Mi sono distratto un attimo e guarda cosa è successo…non permetterò che accada di nuovo –
    - Non lo permetterò neppure io – gli disse Magnus, sfidandolo a ribattere.
    - Bene…- disse Jace dando una pacca sulla spalla al fratello – Allora noi andiamo –
Izzy si avvicinò al fratello e lo abbracciò. – A presto fratellone. Verremo a trovarti –
    - Si, verremo, spesso!- precisò Jace guardando Magnus.
    - Oh Dio..- sussurrò quest’ultimo alzando gli occhi al cielo.
Alec guardò i suoi fratelli andare via. Gli era grato per aver appoggiato la sua decisione di non tornare a casa. Non avrebbe potuto stare neanche un giorno sotto lo stesso tetto di sua madre, non dopo tutte le delusioni che aveva ricevuto. Inoltre non aveva più intenzione di nascondersi né di perdere tempo. Avrebbe fatto quello che il cuore gli suggeriva di fare e adesso gli gridava di stare con Magnus, di godersi ogni istante con lui.
Magnus adesso lo stava praticamente portando di peso, su per le scale. Alec notò che anche su di lui si poteva leggere la preoccupazione in volto e lo stesso dolore che aveva visto nei suoi fratelli. Senza pensarci si avvicinò e lo baciò all’angolo della bocca, erano arrivati all’ingresso di casa e Magnus a quel gesto catturò le labbra di Alec con le sue. Fu un bacio dolce e disperato allo stesso tempo. Al contatto delle labbra calde sulle sue, Alec si rilassò tra le braccia di Magnus. Avrebbe potuto perderlo. In un attimo, per uno sbaglio, avrebbe potuto perdere tutto questo. Aprì gli occhi, voleva guardarlo, imprimersi nella mente tutto di lui, ogni dettaglio.
    - Tesoro…- gli disse Magnus – Vuoi riposare? Sei stanco?-
    - Ho riposato abbastanza – gli rispose Alec non staccando gli occhi da quelli di Magnus. Chiuse la porta di casa e sbattè, letteralmente, Magnus al muro. Il movimento fu però troppo brusco e imprecò per il dolore.
    - Alexander!- Magnus gli appoggiò delicatamente una mano sul ventre. – Non devi essere così impulsivo. Catarina mi ha detto che ci vorrà un bel po' prima che le ferite si chiudano completamente.-
    - Quelle alle braccia e alle gambe non sono così tremende. – spiegò Alec – Ma quella all’addome…è tremenda, ad ogni movimento ho fitte di dolore. –
    - Vuoi che ti prenda un antidolorifico? –
    - Sono allergico agli antidolorifici –
    - Cosa?! – chiese Magnus mentre accompagnava Alec verso la camera da letto. – Ci sarà qualcosa che puoi prendere!-
    - Non importa Magnus..- rispose Alec fermandosi. – Davvero…- aggiunse all’espressione preoccupata dell’uomo. – Adesso sto meglio. Posso fare una doccia? Puzzo di ospedale –
Magnus annuì e lo accompagnò fino in bagno.
    - Vai avanti io faccio una telefonata a vengo ad aiutarti – gli disse Magnus. Lo guardò entrare , camminando lentamente, poi si voltò e andò a recuperare il suo cellulare sa qualche parte sotto le coperte del letto. Fece partire la chiamata e non dovette attendere più di qualche squillo prima di sentire la voce di Catarina.
    - Magnus!- lo salutò allegra lei. – Piaciuta la sorpresa?-
    - Sorpresa? – chiese lui
    - Si, il tuo bimbo è con te no?-
    - Per carità Cat, non chiamarlo così, mi fai sentire  un pedofilo!- rispose indignato Magnus.
    - è molto carino comunque…capisco perché sei stracotto di lui – gli disse lei ridendo.
    - Si vabbè, mi prenderai in giro un’altra volta – tagliò corto lui – Ti ho chiamata per un altro motivo –
    - Dimmi –
    - Alexander è allergico agli antidolorifici! Cosa devo fare? Come posso prendermi cura di lui? –
    - Ah si…il tuo ragazzo è più testardo di te, e questo è tutto dire, doveva rimanere in ospedale per una valutazione allergologica per indagare la sua storia di reazione ai farmaci e identificare un farmaco alternativo da testare, ma lui non ha sentito ragioni. Voleva andare via. Voleva venire da te…sentiti responsabile. –
    - Grazie…Catarina, grazie…- rispose sarcastico Magnus. – Quindi cosa dovrei fare?-
    - Dagli il tuo antidolorifico speciale – rispose lei allusiva.
    - Fanculo, Cat! No davvero! Io sono seriamente preoccupato e tu mi prendi per il culo…-
    - Magnus – gli rispose lei cercando di essere seria tra una risata e l’altra – Alec starà bene. Il peggio è passato. Devi solo fare attenzione che non saltino i punti.- gli spiegò lei. Poi continuò maliziosa – Quindi niente “movimenti” –
    - Non posso promettertelo – scherzò Magnus, adesso che si era tranquillizzato. – Devo andare adesso. Grazie Cat. –
    - Se hai bisogno sai dove abito. A presto Mag – disse prima di riattaccare.
Magnus posò il cellulare sul comodino e andò in bagno ad aiutare Alec. Sapeva quanto il ragazzo fosse timido perciò bussò senza entrare.
    - Alexander, vuoi una mano?- chiese.
    - Si, entra –
Magnus aprì la porta e si fermò pietrificato. Alec era a torso nudo e  la sua bella pelle chiara era segnata da cicatrici, sulle braccia, una lunga e orizzontale sul petto, un’altra sul fianco. Ma quello che più gli tagliò il cuore fu vedere la ferita profonda, ancora fresca, poco più giù dello stomaco.
    - Ho…ho tolto le bende…- spiegò Alec – Se ti fa schifo vedere le ferite…puoi uscire…io me la cavo. –
    - Non mi fanno schifo, Alexander.- rispose lui avanzando verso Alec – Tu sei sempre il mio angelo…- fece scorrere una mano sul suo petto e la fermò sul cuore. - …solo che mi sento morire sapendo il fardello che ti porterai ogni giorno vedendo queste cicatrici. –
    - Tu rimarrai con me?- chiese Alec.
    - Sempre –
    - Allora sarà un peso che riuscirò a sopportare – gli sorrise Alec.
    - Non so cosa ho fatto per meritarmi un ragazzo come te – gli disse Magnus.
    - Ti ho solo creato problemi…- Alec voltò il viso, vergognandosi di guardare l’uomo negli occhi – Cosa…cosa è successo a Tokyo? – chiese tornando a fissarlo. – Perché non mi hai mai chiamato? –
    - Non ti basta avermi qui con te, adesso?-
    - No, Magnus…io DEVO sapere –
Magnus infilò una mano tra i capelli di Alec e gli avvicinò il viso. Alec poteva sentire il suo respiro e il suo calore. Voleva perdersi tra i suoi baci e le sue carezze. Chiuse gli occhi ma li riaprì subito appena Magnus parlò.
    - Ti dirò tutto quello che vuoi sapere. – gli rispose Magnus lasciandolo andare. – Adesso fai la doccia. -
    - Si…- Alec diventò un po' rosso. – Puoi aiutarmi a sfilare i pantaloni? Quando mi abbasso sento dolore. –
    - Certo – rispose calmo Magnus.
Quando le mani di Magnus si spostarono sui bottoni dei pantaloni, Alec trattenne il fiato e gliele bloccò con un gesto veloce.
    - Posso…posso aprirli io…-
Magnus lo guardò con interesse. Aveva avuto molto ragazzi, e ragazze, nella sua vita ma mai nessuno come Alec. Era a tratti timido e insicuro ma anche diretto e testardo. Magnus capiva che tutto quello era nuovo per lui, eppure a Tokyo aveva potuto conoscere la passione che ardeva dentro di lui. Il suo desiderio lo aveva travolto come nessuno mai era riuscito a fare.
Magnus lo lasciò fare, osservandolo mentre abbassava la zip dei pantaloni con mani tremanti e lasciava scorrere i pantaloni.
    - Non ti muovere – gli ordinò Magnus – ti aiuto io a toglierli – si abbassò e aiutò il ragazzo a sfilare l’indumento, prima da una gamba poi dall’altra. Cercò di non dare a vedere la preoccupazione quando notò un altro lungo taglio sulla coscia.
Si alzò e appoggiò le sue mani sui fianchi del ragazzo che sembrava stesse per svenire.
    - Alexander?-
    - Mmmh- mugugnò in risposta.
    - Ti vergogni di me?- gli sussurrò Magnus.
    - N..no…no, assolutamente!-
    - E allora perché non togli l’intimo?-
Alec assunse la sua espressione da “Credi che non ne sia capace” e con un solo gesto si abbassò i boxer, che caddero a terra scivolando sulle gambe del ragazzo.
Magnus abbassò lo sguardo e alzò immediatamente un sopracciglio.
    - Bhè, posso assicurarti che non hai niente per cui vergognarti…-
    - Magnus!!- si sconcertò Alec coprendosi con le mani. Un conto era spogliarsi di fronte a lui un altro essere guardato in quel modo. Già il cuore di Alec stava per scoppiare e vedere l’espressione lussuriosa di Magnus non aiutava.
    - Scusa – gli rispose divertito Magnus – Non ho resistito. Sono pur sempre un uomo. –
    - Non è divertente!- precisò Alec vedendo che l’altro si tratteneva dal non ridere.
    - Lo è, dovresti vedere la tua faccia…- e scoppiò a ridere. Le sue risate furono smorzate dalla bocca di Alec. Lo baciò in fretta, mettendogli dentro la lingua e l’uomo colto di sorpresa indietreggiò di un passo. Alec lo afferrò per la maglia facendolo tornare esattamente dov’era prima, vicino a lui. Gli circondò il collo con le braccia e fece aderire i loro corpi, sia perché si vergognava da morire a farsi vedere nudo e almeno così il suo corpo era in parte coperto, sia perché il contatto dei vestiti di Magnus sulla sua pelle lo mandava in estasi. Afferrò da sotto la canottiera dell’uomo e la tirò per sfilarglierla, smettendo di baciarlo solo per un attimo quando la stoffa passò sopra il suo viso prima di essere gettata a terra, l’altro si fece trasportare dall’irruenza del ragazzo ma quando le sue mani iniziarono ad allargare l’elastico dei pantaloni Magnus lo bloccò. Alec aveva gli occhi lucidi e respirava dalla bocca.
    - Alexander, cosa stai facendo?-
    - Tu vieni con me sotto la doccia – rispose veloce lui riavvicinandosi per baciarlo. Venne nuovamente fermato.
    - Non erano questi i piani. Hai detto che volevi farti una doccia, non hai mai accennato al fatto che dovessimo farla insieme. – gli rispose Magnus divertito e compiaciuto di come stessero andando le cose.
    - Le cose cambiano – gli rispose Alec. Lo guardò esitante poi sorrise.
Gli abbassò insieme i pantaloni della tuta e l’intimo, lo prese per il polso e insieme entrarono nella doccia.
 
 
 
Si si lo so ragazzi, non ho ancora dato delle spiegazioni importanti ma dopo i capitoli precedenti che sono stati troppo seri avevo bisogno di scrivere qualcosa di leggero XD . Capitemi. Spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto, mi sembra sia venuto anche un poco più lungo del solito. Ovviamente siccome sono una carogna :3 ho interrotto il capitolo sul più bello. Ringrazio tantissimo tutti coloro che mi seguono, siete il mio sostegno :), grazie grazie e grazie. Alla prossima. Un bacio :*
  
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