Anime & Manga > Monochrome Factor
Ricorda la storia  |      
Autore: Darkrystal Sky    05/06/2009    1 recensioni
Fanfiction su Monochrome Factor.
Dopo il risveglio tutti lo trattavano come se fosse un altra persona, senza sapere che non in verità non era così.
[One-shot, Ryuko/Akira p.o.v.]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ō

La luna piena rischiarava la spiaggia con la sua pallida luce bianca, riflettendosi sulle calme acque del mare, poche lievi increspature della superficie ne distorcevano il riflesso: un disco bianco circondato da un infinità blu, una pallida luce circondata dalle tenebre: ecco come si sentiva quel ragazzo che, unica persona in piedi nel bel mezzo della notte, dirigeva lo sguardo vacuo avanti a se. Una lieve brezza che profumava di erba giungeva dall’entroterra, come sempre nelle ore di oscurità; un delicato soffio di vento gli passò tra i capelli già scompigliati, senza che lui ne desse apparente attenzione. I suoi occhi erano fissati solamente su quel pallido astro che decorava il firmamento, occhi che possedevano il medesimo colore del mare diurno: quel blu affascinante, a metà tra il grigio e il verde, che solo l’Oceano possiede, se illuminato dal sole.
Ma nonostante il suo sguardo vi fosse diretto, il ragazzo non osservava nulla, non prestava attenzione ai lontani suoni della città e del traffico, non percepiva il vento freddo che gli solleticava la schiena; l’unica cosa su cui era concentrato con tutto se stesso era quel calore che sentiva provenire da dentro di se, quella calda energia che non aspettava altro che manifestarsi; eppure il ragazzo ancora non la lasciava uscire: la tratteneva assaporandola come in un gioco invisibile e silenzioso. L’ultima volta che l’aveva lasciata uscire era riuscito a compiere cose oltre la sua immaginazione: la semplice ed attonita espressione di Homurabi lo aveva dimostrato, perché in quegli istanti negli occhi del re delle tenebre aveva visto passare la paura della morte.
Lentamente, trattenendo il respiro, lasciò quell’energia libera di fluire e pervadere ogni singola particella componente il suo corpo, che immediatamente fu celato da un inizialmente pallido, poi sempre più forte, bagliore bianco: i capelli del ragazzo si allungarono quasi fino a terra assumendo il colore della notte più nera, le iridi blu si tinsero di rosso amaranto, mentre la luce lo copriva di bianche vesti. La luce cominciò ad affievolirsi fino a svanire, il ragazzo distolse finalmente gli occhi ora scarlatti dal bianco satellite, portando lo sguardo sulla strada alle sue spalle, diretta verso il centro della città.
Forse…sarà meglio tornare…
Dopotutto me ne sono andato senza dire nulla a nessuno…non vorrei metterli in agitazione, soprattutto Kou…è anche vero che è stato lui ad essersi addormentato…era lì per vigilare su di me o cosa? Cos’è successo nell’ultimo scontro? Ma certo…devo…aver perso i sensi…

Rivolse lo sguardo a una sua mano, guantata di nero, stringendola poco dopo a pugno: nonostante fossero passati già alcuni giorni dal “risveglio”, e inesorabilmente le sue antiche energie stessero ritornando, al momento era ancora molto debole: prova ne era che era svenuto, dopo aver sferrato quel colpo, era riuscito solo a vedere Homurabi ritirarsi, ferito.
Che seccatura…
Al suo risveglio si era trovato steso su un materasso, con accanto a se Kou, in poltrona, addormentatosi con la sigaretta ormai spenta in bocca; aveva riconosciuto la camera degli ospiti della casa di Master, al secondo piano del palazzo dove si trovava anche l’Aging; dopodiché, aveva usato la finestra come via di fuga e si era allontanato.
Si incamminò, ma non verso la strada da cui era arrivato, percorse invece il lungomare, costeggiando appena il bordo della sabbia bagnata dalle lievi e occasionali onde.
Sinceramente, mi va poco di tornare là…e di parlare con gli altri…
Dopo alcuni minuti di cammino, si sedette sopra ad uno scoglio che emergeva dalla sabbia; se in quel posto ci fosse stato qualcuno con la capacità di vederlo, nei suoi occhi vacui che fissavano un punto imprecisato avanti a loro, non vi avrebbe letto altro che smarrimento, confusione e sofferenza.
A causa di tutto, stava il fatto, di cui ancora non aveva fatto parola a nessuno, che nonostante avesse recuperato ogni memoria relativa a prima della sua morte, non riusciva a fare a meno di osservare quei ricordi da un punto di vista esterno; nonostante quelle memorie spaziassero un tempo anche di secoli, quegli ultimi sedici anni continuavano a risaltare come braci incandescenti.
Si strinse le braccia al petto, chiudendo gli occhi: ma non era possibile allontanare il freddo che sentiva, perché proveniva da dentro di lui.
Nonostante tutti gli sforzi compiuti, non riusciva a smettere per nulla al mondo di pensare a se come Akira Nikaido; nonostante tutto non riusciva a pensare a se come un re.
In realtà, il risveglio aveva modificato sostanzialmente il suo carattere: aveva perso quell’irascibilità che un tempo lo aveva caratterizzato e ragionava con una freddezza che gli era nuova e spesso lo spaventava; un indicatore abbastanza importante era il fatto che non aveva più alcun interesse nel maltrattare Kengo.
Ma escludendo ciò, quello che lo faceva maggiormente soffrire era il rapporto che aveva con gli altri, come si era modificato e guastato.
Kengo.
Inizialmente era più agitato di me, ma entusiasta, era affascinato dai miei nuovi poteri e mi ronzava attorno più di prima…
Poi…
Un po’ alla volta ha fatto ciò che avevo sempre temuto: ha smesso di venirmi a cercare ogni volta.
Ora è vero, siamo ancora alleati, ma non ci rivolgiamo più la parola se non per lo stretto indispensabile; pur non odiandomi riesco a sentire la sua muta accusa verso di me…
“Tu mi hai portato via il mio migliore amico…”
Aya.
Fin dall’inizio ha cominciato a rivolgersi a me con una formalità assurda, è quasi inquietante il modo in cui mi guarda dal basso all’alto e l’avrei volentieri menata quando è arrivata a chiedermi perdono per come mi ha trattato, purtroppo non sono più quel tipo di persona.
Shirogane.
È anche vero che ora lo vedo sotto un’ottica completamente diversa…
Mi mostra molto più spesso quel lato del suo carattere che un tempo mi teneva in tutti i modi nascosto…beh…prima ne avrei avuto paura…
Mentre quella maschera gentile e cordiale che continua a mostrare con gli altri mi irrita soltanto…
Koh.

Si lasciò sfuggire un sospiro: con Koh la faccenda era ancora più complessa.
Nella mia mente ho delle immagini di Koh estremamente contrastanti…
Da una parte c’è Koh-nii…colui con il quale io e Kengo abbiamo passato tanti momenti più o meno divertenti, il nostro “fratellone”, un amico, un compagno alla pari…
Dall’altra c’è Koh come Rei e mio Figlio…quello stupido ragazzetto mendicante che mi credeva un angelo, lo presi con me dopo lo sterminio della sua famiglia per pura carità e a venticinque anni lo trasformai in Rei…mi stava sempre appiccicato, ovunque andassi…invece ora è più maturo di allora…certo, dopo il mio risveglio è la persona che mi è stata più vicino in assoluto ma…il rapporto che c’è tra noi…è quello naturale che c’è tra re e suddito…
Vorrei…
Vorrei tanto dir loro di non chiamarmi più “Ō”, perché non è ciò che sono.
Vorrei tanto dir loro che il mio nome è Nikaido Akira.
Shirogane mi guarda come se fossi la sola cosa nell’universo, Koh come se mi volesse nascondere dal resto del mondo, Aya e Kengo mi vedono come un eroe.
Vorrei tanto dire loro che gli eroi non esistono se non nei miti e nelle favole.
Tutti gli altri mi guardano, sorpresi dal mio aspetto e modi non convenzionali, con la coda dell’occhio e vorrei semplicemente spaccare a tutti loro la faccia.
Una persona esiste solo quando gli altri riconoscono la sua esistenza, e io voglio che questo accada.
Akira, Akira, Akira è il mio nome! Non ha nessun significato, ma va bene lo stesso perché è diventato un punto di riferimento. Akira non significa nulla, ma non significa Ryuko. Akira significa Akira, e non desidero altro che resti sempre così.

Alzandosi di botto, si diresse nuovamente verso la città, perché ora aveva preso la sua decisione: dopotutto stando lì a scervellarsi non risolveva nulla.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Monochrome Factor / Vai alla pagina dell'autore: Darkrystal Sky