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Autore: Akatsuki    18/03/2017    2 recensioni
Sakura spesso si chiedeva come facesse Naruto a non stancarsi mai di quella pietanza, e quando glielo faceva notare lui metteva su un sorriso a trentadue denti e le diceva “il ramen mi rende felice, quindi è un po’ come te, Sakura-chan!” e lei ovviamente diventava rossa come un pomodoro maturo e gli mollava il solito pugno sulla nuca, imbarazzata a morte dalla sincerità sconvolgente di quel ragazzo biondo che, con un’innocenza quasi dolorosa, le sorrideva o le faceva un complimento, rischiando senza accorgersene di farle venire un infarto. Anche se la paragonava al suo piatto preferito.
(NaruSaku, perché sono belli e vanno diffusi).
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno | Coppie: Naruto/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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you remind me of something happy.
NaruSaku, NaruSaku ovunque.
 

 

 





 
 
«Certo che sono sorpresa» iniziò Sakura, agitando le bacchette in aria. «Naruto Uzumaki che non mi porta a mangiare ramen? Questa me la segno sul calendario» disse poi ridendo e infilandosi in bocca un pezzetto di carne. Naruto deglutì e si impose di non fissare le labbra della ragazza mentre questa se le lambiva con la lingua, gustandosi la cena che lui stesso aveva preparato per lei.
Se si fosse lasciato imbambolare dal viso di lei o dalle sue spalle candide lasciate scoperte dalla canotta che indossava e Sakura se ne fosse accorta, era certo che non ne sarebbe risultato nulla di buono.
«Certo che per essere un principiante te la sei cavata bene» si complimentò poi, indirizzandogli un sorriso compiaciuto. Era la prima volta che vedeva il ragazzo cimentarsi in cucina, ormai sapevano tutti al villaggio che con tutta probabilità aveva passato la sua intera vita a nutrirsi di ramen, istantaneo e non. Sakura spesso si chiedeva come facesse Naruto a non stancarsi mai di quella pietanza, e quando glielo faceva notare lui metteva su un sorriso a trentadue denti e le diceva “il ramen mi rende felice, quindi è un po’ come te, Sakura-chan!” e lei ovviamente diventava rossa come un pomodoro maturo e gli mollava il solito pugno sulla nuca, imbarazzata a morte dalla sincerità sconvolgente di quel ragazzo biondo che, con un’innocenza quasi dolorosa, le sorrideva o le faceva un complimento, rischiando senza accorgersene di farle venire un infarto. Anche se la paragonava al suo piatto preferito.
«Beh…» Naruto era palesemente a disagio, glielo si leggeva negli occhi azzurri colmi di imbarazzo. «Mi sono esercitato molto.»
Sakura inclinò la testa, incuriosita, mentre Naruto si agitava sulla sedia. «Davvero?» chiese lei, sorpresa.
«E’ una serata speciale d’altronde, no?» ridacchiò lui, infilandosi in bocca un grossa porzione di riso e masticando rumorosamente, il capo puntato verso la ciotola. Sakura non capiva bene cosa stesse succedendo e perché lo sguardo di Naruto si fosse improvvisamente adombrato, così si allungò sul tavolo e gli punzecchiò la guancia ruvida con un dito. «Naruto?»
Il ragazzo alzò il braccio e lo puntò sul muro alla sua sinistra, dove spiccava in bella vista un calendario. L’ultima data cerchiata in rosso indicava il 17 maggio, quello stesso giorno. 17 maggio? Che fosse un giorno particolare? Maggio, maggio… Cosa poteva mai essere? Sakura si morse l’interno della guancia e tornò a guardare il fidanzato, che aveva messo su la migliore faccia da cane bastonato che aveva trovato nel suo vasto repertorio. Sapeva che la ragazza era debole di fronte al suo broncio, e intanto Sakura aveva finalmente capito cosa avesse di tanto speciale quella giornata: esattamente un anno prima i due erano diventati ufficialmente una coppia. E lei lo aveva dimenticato.
«Sakura-chaaaan» piagnucolò Naruto afflitto. «Non posso crederci, hai dimenticato il nostro primo anniversario!»
La Haruno passò a mordicchiarsi il labbro colpevole, mentre il fidanzato continuava a lamentarsi di quanta poca considerazione avesse la sua amata per la loro relazione. Ma lei sapeva che non era così, era solo che non aveva molto a cuore quelle ricorrenze e finiva sempre per dimenticarsene. Non è che non amasse Naruto, semplicemente tutto quello era inutile nel loro rapporto; lui le faceva regali praticamente ogni giorno, le diceva sempre che era bellissima e che la amava e la baciava con molta più semplicità di quanto non facesse Sakura, troppo vergognosa per avvicinarsi di sua spontanea volontà a quelle labbra morbide che tanto la mandavano in confusione. Allo stesso modo, era molto probabile che in dodici mesi gli avesse detto solo che “beh, non è che tu mi piaccia, Naruto… è solo che non mi dispiaci, ecco!” e il ragazzo si era comunque guadagnato un bel pungo in testa, l’ennesimo. Ma a lui non importava, non importava mai d’altronde, gli bastava stare con lei. E lei si sentiva un verme a non avere il coraggio di esprimere i suoi sentimenti a quel ragazzo così spontaneo e vivace che la faceva sempre ridere di cuore.
«Mi dispiace davvero» sussurò Sakura pentita, torturandosi le mani sotto il tavolo. Non sapeva cosa altro dire.
«Dovresti farti perdonare, sono arrabbiato ora» disse il biondo, mescolando senza interesse la zuppa che aveva davanti. Aveva la voce bassa e roca, e Sakura rabbrividì. Sembrava davvero avercela con lei.
«Dimmi cosa posso fare…» gli chiese quindi.
«Mi ami?» domandò lui, puntando i suoi occhi celesti ora di ghiaccio sulla ragazza, che si sentì ancora più piccola e meschina di quanto già non fosse. «Dimmelo.»
Sakura non ne aveva proprio il coraggio, ma ci provò lo stesso. Deglutì sebbene avesse la gola completamente riarsa e dischiuse le labbra, ma non ne uscì nemmeno un sussurro. Davvero non riusciva a dire quelle due semplici parole? Patetica.
«Io…» ci riprovò. Lo avrebbe detto, era una questione di principio. «Ti amo, Naruto» dichiarò infine tutto d’un fiato, mentre nascondeva il viso arso dall’imbarazzo sotto ciuffi di capelli rosa, fissando ostinatamente le proprie ginocchia. Se qualcuno l’avesse vista in quel momento non avrebbe riconosciuto in lei la solita Sakura Haruno, sempre determinata e fiera. Ma a Naruto non interessava, e sorrise felice mentre le guance gli si tingevano di gioia.
La ragazza trovò il coraggio di osservare il fidanzato e notò quando fosse raggiante, nonostante l’aspetto che avesse fino ad un attimo prima. «Non eri arrabbiato?» chiese.
«Affatto, volevo solo sentirtelo dire» ammise lui, e aveva in volto un sorriso luminoso come il sole e gli occhi scintillanti. No, lui era il Sole. Sempre caldo ed accogliente, così rassicurante che Sakura sarebbe morta pur di essere stretta un’altra volta da quelle braccia che tanto amava.
Sakura fremette leggermente, alzando un sopracciglio rosa confetto. «Potresti ripetere, per piacere?» sussurrò minacciosa, mentre Naruto allontanava la sedia dal tavolo, preoccupato. L’aveva fatta arrabbiare.
«Io-»
La ragazza non lo lasciò finire perché si alzò di scatto e lo afferrò per il bavero della giacca, guardandolo in cagnesco. «E io che ci sono anche cascata…» ringhiò poi. Naruto tremò, non aveva nessuna intenzione di essere picchiato un’altra volta e dato che conosceva un solo metodo per farla calmare, disperato com’era decise di metterlo in atto. Tanto valeva tentare, a quel punto.
Con un solo movimento fluido la afferrò per i fianchi morbidi e la sistemò sul lato del tavolo libero dai piatti, mentre Sakura sorpresa lasciava la presa sulla stoffa che stava stringendo, poi si chinò su di lei e fece cozzare rudemente le loro bocche, stringendo forte le palpebre in attesa della reazione della ragazza.
Troppo spiazzata per opporsi a quel contatto, anche Sakura chiuse gli occhi e fece combaciare meglio le sue labbra a quelle screpolate di Naruto, approfondendo il contatto e carezzandogliele piano con la lingua, facendole dischiudere quel tanto che bastava per far sì che le loro lingue si incontrassero. Naruto strinse con più forza i fianchi di lei e fece aderire i loro corpi, mentre una mano bollente le si infilava sotto la maglietta ed esplorava con ardore quella schiena che tante volte aveva accarezzato con devozione. Sakura rabbrividì a quel contatto e gli morse piano un labbro, contrariata.
Infine, i due si staccarono e Naruto non riuscì ad evitare di sorriderle di nuovo e di lasciarle una carezza leggera sulla guancia imporporata, mentre Sakura gonfiava le guance e sotterrava il viso nel petto del ragazzo, che rise e la coccolò con amore.
Non importava se Sakura si fosse dimenticata anche dei successivi anniversari, e non importava nemmeno se si fosse dimenticata anche del suo stesso compleanno, Naruto era semplicemente appagato nell’averla lì, di poterla toccare, abbracciare, baciare, mentre con gli occhi di smeraldo luccicanti di gioia e un sorriso appena accennato lei lo guardava come se fosse l’unica luce nella sua vita, come se la salvasse ogni giorno semplicemente respirando. E Naruto la guardava nello stesso identico modo, forse era solo un po’ di sfacciato e aperto di lei ma andava bene così, era solo il modo in cui erano fatti.

Infondo Sakura-chan era proprio come il suo piatto preferito, si ritrovò a pensare Naruto, avrebbe potuto vivere di lei soltanto per il resto della sua vita, proprio come faceva con il suo amato ramen.

«E comunque buon primo anniversario, Sakura-chan» rise poi, lasciandole un tenero bacio sui capelli profumati. Aveva un odore stupendo, come sempre.
Lei grugnì in risposta e gli circondò la vita con le braccia sottili, riscaldandogli il cuore di gioia.
Dio, quanto la amava!
 


 
 
 
 
 
N/a: ed ecco qui una one-shot a casissimo su Naruto e Sakura, scritta un po’ di getto perché mi sono accorta di non aver mai scritto nulla su questo pairing che amo e che di fatto è la mia OTP per eccellenza, e quindi dovevo assolutamente rimediare.
Assurdo davvero, ma ormai eccola qui e spero vi sia piaciuta sinceramente. Naruto e Sakura sono così… preziosi insieme, non so. Sono veri e spontanei, anche se la mia Sakura qui si è fatta prendere un po’ dall’imbarazzo. Emboh, sono troppo pucci questi due, vero?
 
  
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