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Autore: Stardust87    18/03/2017    6 recensioni
Dal testo: "Il suo cuore iniziò a palpitare, mentre si avvicinava sempre più all’unico oggetto che aveva la facoltà di ghermire la sua mente..."
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Terza Classificata al contest "Raccontami una favola!" indetto da supersara sul Forum di EFP e Vincitrice del Premio SS
(Biancaneve e i sette nani)
NOTA BENE : I PERSONAGGI SONO OOC!
Genere: Avventura, Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Sesshoumaru, Squadra dei Sette | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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"Questa storia partecipa al contest "Raccontami una favola!" indetto da supersara sul forum di EFP"






 
Nota dell’autrice: La seguente storia è ispirata al cartone animato Disney del 1937 “Biancaneve e i sette nani”, questo vuol dire che non ne rispecchia fedelmente la trama ma ne prende solamente spunto (e in modo del tutto gioviale).

Buona lettura ^_^
 



INU-SNOW E I 7 FRATELLI
 






“Vanità… decisamente il mio peccato preferito!”
(L’avvocato del diavolo)
 
 
 
 





C’era una volta, in un regno lontano, un re appartenente alla nobile stirpe dei demoni cane, che viveva in un antico e sperduto castello. La sua beltà e il suo fascino erano leggendari, tanto che le donne di tutti i regni ambivano a diventare la sua sposa, ma mai nessuna era riuscita a suscitare in lui il benché minimo interesse.
C’era una cosa però di cui non tutti erano a conoscenza: l’eccessiva vanità che attanagliava il suo cuore, rendendolo oltremodo arrogante e superbo.
Il suo unico interesse verteva a essere, e a mantenere, lo status di “più bello del reame”…
 
 
Un pesante rumore di passi echeggiò nell’androne del vetusto castello. Un demone, dall’andatura fiera e cadenzata, si dirigeva con solerzia alla torre più alta del maniero. Un sorriso beffardo increspò le sue sottili e rosse labbra mentre si accingeva a varcare quella soglia a lui tanto cara. Era diventata un’abitudine ormai, recarsi ogni mattina in quel luogo freddo e umido, dove era nascosto e custodito il suo bene più prezioso. Infilò la mano nella tasca dei calzoni e ne tirò fuori una lunga chiave in bronzo, dalla testa arrotondata e dai denti leggermente smussati. Ne saggiò con i polpastrelli il freddo metallo, rimirandola per qualche istante.

Poi, senza ulteriore esitazione, la introdusse nella toppa, facendo scorrere rumorosamente la serratura che suggellava l’antica porta. Con una leggera spinta l’aprì, non riuscendo a mascherare l’evidente impazienza.

Lo stridulo cigolio dei cardini ormai arrugginiti, accompagnò il suo trionfale ingresso. Si ritrovò in una stanza desolata, scarsamente illuminata dai caldi raggi del sole che filtravano attraverso l’unica finestra presente. Il grezzo pavimento in pietra, coperto da una fitta coltre di polvere, si intonava perfettamente all’ambiente lasciato volutamente spoglio, quasi abbandonato. L’unico pezzo di arredamento presente, se poteva essere definito tale, era costituito da una vecchia seggiola in legno, ormai rosicchiata dai tarli. Ma quello poco importava al bel demone.
Il suo interesse era costituito da ben altro. Il suo cuore iniziò a palpitare, mentre si avvicinava sempre più all’unico oggetto che aveva la facoltà di ghermire la sua mente. Ne era più che consapevole, ma ormai quel rito era diventato imprescindibile.

Afferrò con entrambe le mani il verdastro lenzuolo di stoffa che lo ammantava, celandone così l’esistenza al mondo intero, e con un solo gesto lo sollevò, lasciandolo cadere distrattamente a terra, rivelandone la magnificenza e l’indubbia imponenza.

<< Finalmente sono qui da te, mio unico diletto! >> mormorò Sesshomaru emozionato, accarezzando lievemente quella lucida e fredda superficie riflettente.

Le sue dita percorsero rapidamente l’intarsiata e raffinata cornice in legno di ciliegio, come a volerne saggiare la reale consistenza.

Indietreggiò di un passo, scostando dal volto un ciuffo di capelli color argento, e volse i freddi occhi dorati dinanzi a sé, rimirando con orgoglio la sua stessa immagine che gli veniva ineluttabilmente restituita da quello specchio incantato.

Ignorava da quale luogo oscuro o fatato esso provenisse. Sapeva solo che apparteneva alla sua famiglia da innumerevoli generazioni e che, forse, era stato creato o stregato da qualche potente mago per un suo antenato. Scrollò le spalle, scacciando quei pensieri. La cosa non lo riguardava, l’importante era che adesso apparteneva a lui e che solo lui, essendo il legittimo sovrano del regno, era a conoscenza della sua esistenza. Suo padre gli aveva rivelato la presenza dello specchio nel castello solo nel momento in cui lui aveva raggiunto la maggiore età e solo in punto di morte l’anziano genitore gli aveva finalmente consegnato la preziosa chiave con cui poter accedere alla torre.

Solo lui ora poteva usufruire di quei servigi e questo lo faceva sentire onnipotente.

Si schiarì la voce con soffocata emozione, pronto a recitare il magico rito. Quello era il momento più importante della giornata, quello che più adorava, quello che più lo allietava e inorgogliva.

<< Jaken, “Mago dello Specchio Magico”, sorgi dallo spazio profondo, tra vento e oscurità io ti chiamo... Parla! Mostrami il tuo volto! >> pronunciò con voce imperiosa, agitando le mani in avanti.

La superficie dello specchio si oscurò solo per un breve istante, un istante che a Sesshomaru parve eterno data la sua impazienza. Delle fiamme incandescenti iniziarono a fluttuare al suo interno rendendo la visuale ipnotica e ammaliante.

D’un tratto emerse dal nulla uno spirito onnisciente, dal volto di lucertola, che si palesò al cospetto del bramoso re, incantandolo con i suoi grossi e rotondi occhi gialli.

<< Specchio, servo delle mie brame, chi è il più bello del reame? >> domandò Sesshomaru con voce fiera e altezzosa.

<< Bello... voi siete bello, addirittura bellissimo mio Re Padron- Sesshomaru... >> iniziò lo spirito con voce riguardevole e devota.

Il Re sorrise, alzando il mento in segno di superiorità e boria.

<< ... ma attento! C’è qualcuno al mondo, vestito di soli stracci, che da oggi è divenuto più bello di voi >> finì Jaken con voce sconsolata, abbassando le palpebre per un breve istante.

Gli occhi del demone si strinsero in due sottili fessure e, accecato dall’ira, serrò la mascella in un violento schiocco.

<< Chi osa?! Guai a lui! Jaken, dimmi immediatamente il suo nome! >> tuonò il Re adirato, stringendo forte i pugni.

<< Il suo nome è... Inuyasha, vostro fratello >> rivelò lo spirito con voce grave << Oggi è il suo diciottesimo compleanno e ha quindi raggiunto il culmine del suo splendore. Ora è lui a detenere il primato di “più bello del regno” >>

Detto questo, lo spirito si dissolse all’interno dello specchio che tornò ad essere un comune oggetto d’arredamento e a riflettere l’immagine (infuriata) del sovrano. 

<< Quel dannato e misero mezzo demone! Come osa essere più bello di me con indosso degli insulsi stracci? >> gridò il re inferocito, afferrando la sedia posta in un angolo e scagliandola contro la finestra.

L’ impatto fu di una violenza tale da ridurre entrambe in pezzi.

Il demone uscì dalla torre con impeto, il cuore che batteva così forte da volergli quasi sconquassare il petto. Animato da un’indescrivibile collera, si recò nella sua stanza dove una serva era intenta a svolgere le quotidiane pulizie domestiche.

<< Sango! >> tuonò glaciale, irrompendo nella camera con una furia tale da farla sobbalzare.

La donna si voltò di scatto lasciando cadere la scopa, fissandolo attonita e impaurita.

<< Sì, Maestà? >> proferì la serva sconcertata.

Non aveva mai visto il suo sovrano così infuriato.

<< Chiama subito Kagome la “Grande Cacciatrice” e conducila qui >> sibilò in un tono che non ammetteva repliche.
Sango annuì e si precipitò immediatamente alla ricerca della donna.

Mille dubbi affollarono la sua mente, non riuscendo a dar loro una risposta adeguata.

Cosa poteva essere successo di così grave da farlo adirare in quel modo?

Dopo averla cercata in ogni stanza, trovò Kagome nella fucina situata nei meandri del castello. Con lei c’era un fabbro, impegnato a battere con un martello la lama incandescente di una spada. Ma Sango non si curò minimamente di lui. Portò, invece, la sua attenzione sulla donna e la scrutò per qualche istante, posizionandosi dietro il leggero spiraglio che si intravedeva dalla porta socchiusa. Kagome aveva i capelli color dell’ebano ed erano molto lunghi, legati in una severa coda alta. Indossava, come al solito, la classica uniforme bianca e rossa, da vera cacciatrice. Era intenta ad affilare con un coltellino la punta delle frecce contenute nella sua faretra.
L’aveva sempre considerata una donna coraggiosa e intelligente, e non riusciva ancora a comprendere come potesse lavorare per un re altezzoso e superbo come Sesshomaru.

Udendo il rumore della porta che si apriva, la cacciatrice alzò lo sguardo stupito puntandolo immediatamente sulla serva che era improvvisamente apparsa dal nulla. Kagome si soffermò per un lungo momento su di lei, osservandola con curiosità e attenzione. L’aveva vista parecchie volte in giro per il castello, ma solo in quel momento constatò come quella giovane sguattera fosse davvero una ragazza graziosa nonostante le umili e misere vesti color lavanda che soleva indossare.

Sango avvertì quello sguardo impudente su di sé e, visibilmente imbarazzata, si affrettò ad informare la cacciatrice riguardo la volontà del re di incontrarla immediatamente. Dopodiché, si sbrigò ad uscire da quell’antro angusto, dove il caldo era insopportabile, e a tornare al piano di sopra.

Decisa a saperne di più e senza farsi vedere, Sango seguì Kagome fino alla stanza di Sesshomaru e si avvicinò cautamente alla porta per origliare la loro misteriosa conversazione...

 
***

<< Maestà, volevate vedermi? >> domandò Kagome chinando con riverenza il capo al cospetto dello splendido demone.

Sesshomaru le dava le spalle e non si prese nemmeno la briga di girarsi a guardarla.
Kagome era solo una sua subordinata e non meritava un così riguardevole trattamento, che veniva invece riservato a individui di nobile stirpe.

<< Ho da affidarti una missione molto importante. Tu lavori per me da poco tempo, ma so che sei la più spietata ed efficiente cacciatrice di tutti i regni e solo tu puoi rimediare al danno che mi è stato insolentemente arrecato >>
affermò Sesshomaru avvicinandosi lentamente alla finestra, incrociando le braccia dietro la schiena.

Kagome alzò gli occhi su di lui, sconcertata.

 << Chi ha osato offendervi, sire? Scatenerò su di lui tutta la mia furia! >>

Il demone lasciò vagare lo sguardo contrito sul paesaggio circostante, chiedendosi come potesse essere vero quello che il Mago Jaken gli aveva rivelato.
Eppure lo Specchio non mentiva, mai. E se aveva affermato che Inuyasha era più bello di lui, allora, purtroppo, era maledettamente vero.

<< Colui che mi ha mancato di rispetto con la sua sola presenza in questo regno, è colui in cui scorre il mio stesso sangue, anche se solo per metà >> affermò il re in modo tirato << Il suo nome è Inuyasha >>

Il viso di Kagome si tramutò in una maschera di cera.

<< Vostro fratello? >> chiese con voce malferma << Ma non è che un vostro umile servitore! >>

<< Non è mio fratello, bensì il mio fratellastro >> precisò il re gelido << L’ho sempre odiato e ho mal sopportato la sua infima presenza in questo castello fino ad ora. Anche da servo continua ad essere una continua minaccia.
Adesso però ho trovato un motivo più che valido per eliminarlo per sempre da questo mondo >>

Kagome deglutì rumorosamente << E sarebbe? >>

<< Non sono affari tuoi! >> tuonò il demone continuando a non degnarla della minima attenzione.

La cacciatrice abbassò lo sguardo pentita per quella che sapeva essere stata una domanda inopportuna.

<< Cosa volete che faccia? >> domandò allora la donna con un filo di voce.

Il re ridacchiò e si voltò finalmente a guardarla. I suoi occhi dorati brillavano di lucida follia.

<< Voglio che tu lo conduca da me. Voglio essere io stesso ad ucciderlo. Catturalo nel modo che ritieni più appropriato: Inuyasha morirà, ma per mano mia! >> dichiarò il demone sprezzante, agognando con il pensiero il momento in cui la sua spada avrebbe trapassato di netto il cuore del mezzo demone.

<< Sì, Maestà >> rispose la cacciatrice con voce grave, avvertendo una morsa attanagliarle il cuore.

 
***

Sango ascoltò inebetita ogni singola parola di quella strana conversazione e avvertì dei brividi freddi attraversarle il corpo.

Sesshomaru voleva uccidere Inuyasha?

Sapeva che tra i due non era mai corso buon sangue, ma che adesso addirittura il re avesse deciso di ucciderlo era davvero inconcepibile!

Si precipitò fuori dal castello, correndo con tutta la forza che aveva nelle gambe. Doveva avvertire Inuyasha al più presto e lei sapeva perfettamente dove trovarlo. Come tutte le mattine, il mezzo demone aveva portato gli animali al pascolo, nel verde prato poco lontano dal castello.
Attraversò, con lunghe falcate, la fresca radura e il vasto campo di grano che si estendevano nei pressi dell’imponente maniero, arrivando finalmente al lago che divideva il regno dal bosco circostante. Da lì si allungava, per parecchi ettari, un’immensa distesa verde, ideale per il pascolo del bestiame.
Sango si fermò per qualche momento piegando il busto in avanti e poggiando le mani sulle ginocchia, cercando di riprendere velocemente fiato.
Poi, asciugandosi con il dorso della mano la fronte imperlata di sudore, lasciò vagare rapidamente lo sguardo davanti a sé. Immediatamente lo vide: sdraiato sul prato con gli occhi chiusi, le braccia alzate sopra la testa e un sottile filo d’erba tra le labbra. I suoi vestiti umili e rattoppati celavano ad occhi sconosciuti la sua reale posizione nel regno. Sesshomaru si era sempre dimostrato geloso del fratello minore e, alla morte dei genitori, non aveva esitato a renderlo un suo misero servo. Ma Inuyasha aveva un carattere temprato e non si era mai lasciato scoraggiare dalle infime condizioni in cui viveva.

<< Inu-Snow.. >> mormorò Sango affannata, avvicinandosi e guardandolo basita.

Il giovane sobbalzò udendo quella voce familiare e si mise subito a sedere. Un sorriso gli affiorò sulle labbra udendo quel nomignolo che l’amica d’infanzia gli aveva affibbiato per via della capigliatura argentea che rasentava il colore della candida neve.

<< Come vedi oggi non sono “Snow” >> affermò Inuyasha indicando la folta massa di capelli neri come la pece che gli scendevano lisci fino a metà della schiena << Ieri è stata la prima notte di luna nuova e ho perso
temporaneamente il mio potere demoniaco. Oggi sono un semplice umano, come te >> spiegò piegando la bocca in una smorfia.

<< Ma è terribile! >> esclamò Sango inorridita, portandosi le mani al volto.

Inuyasha si alzò e le si avvicinò incuriosito << Non è così tremendo in fondo. All’alba i miei poteri torneranno >>

La ragazza scosse la testa << Tu non capisci! Sesshomaru ha dato ordine a Kagome di catturarti e condurti da lui per ucciderti! >>

<< Cosa? E perché? Non siamo mai andati d’accordo, è vero, ma che adesso voglia addirittura la mia morte mi sembra davvero assurdo! >> esclamò il ragazzo sconcertato.

Sango si strinse nelle spalle << Non conosco il motivo, non ha voluto rivelarlo neppure a Kagome, ma ti assicuro che è tutto vero >>

Inuyasha sbuffò incrociando le braccia dietro la testa.

<< Bene, se è questo che vuole non mi resta che affrontarlo. Non gongolerà sul mio cadavere tanto facilmente >> dichiarò in tono solenne.

<< Ma sei impazzito? Non ti rendi conto che ora sei un umano? Non avresti la minima possibilità contro di lui >> obiettò Sango con una punta di rimprovero.

Inuyasha la guardò stupito, poi sospirò passandosi le dita tra i lisci capelli neri.

<< Me ne ero dimenticato. Non posso affrontarlo in queste condizioni >>

<< No, che non puoi. Oltretutto non credo che Sesshomaru si lascerà intenerire dal fatto che sei umano, anzi potrebbe essere un ulteriore motivo per indurlo a eliminarti >>

Il ragazzo strinse la mascella maledicendo mentalmente la sua condizione di mezzo demone. Mai come in quel momento gli era pesata tanto.

<< Tu cosa proponi di fare? >> le chiese con voce inespressiva.

Sango gli lanciò uno sguardo carico di comprensione << Fuggi. Fuggi nella foresta e nasconditi fino a che non tornerai ad essere Inu- Snow. Cerca di non farti trovare da Kagome. Poi potrai tornare a casa e affrontare tuo fratello. Penserò io a riportare gli animali nella stalla >>

Inuyasha annuì mestamente, anche se sentiva il cuore diventare pesante come un macigno. Lui non era mai fuggito di fronte a nulla, non era un codardo ma ora non aveva scelta.

Dopo essersi scambiati uno sguardo d’intesa, il giovane si allontanò senza mai voltarsi indietro.
Si inoltrò rapidamente nella foresta, dove l’aggroviglio dei rami frondosi rendeva difficoltoso sia il tragitto che il filtrare della luce solare.
Il suo incedere si fece man mano sempre più serrato e incalzante, voleva trovare al più presto un posto abbastanza sicuro per nascondersi da Kagome. Sapeva che lei sarebbe andata a cercarlo, era un’efferata cacciatrice e non aveva mai disobbedito ad un solo ordine di suo fratello. L’aveva sempre considerata una bellissima donna, decisamente sprecata per il ruolo spietato che ricopriva. Ma quello che non riusciva proprio a digerire era il fatto che ella fosse alle strette dipendenze di Sesshomaru.

Man mano che avanzava, il giovane notò come il bosco sembrasse sempre più chiudersi su sé stesso, a mo’ di guscio, come a proteggersi da sguardi indiscreti. Lui non si era mai inoltrato nel cuore della foresta e non aveva idea di cosa vi avrebbe trovato. Voci popolari asserivano che vi abitassero feroci demoni, creature fatate o addirittura che vi fosse la tana di folletti birbantelli.
Lui non credeva a queste dicerie, sospettava che coloro che si erano addentrati nella boscaglia si fossero lasciati suggestionare dall’allungarsi delle ombre al calar del sole o dagli strani versi emessi dagli animali.
Continuò la sua marcia, scostando con le mani le fronde che gli si levavano davanti, fino ad arrivare in una zona dove il sentiero sembrava di nuovo allargarsi. Intravide un cespuglio di bacche in lontananza, cresciuto inaspettatamente all’ombra di una grossa quercia, e i suoi occhi si illuminarono di gioia.

<< Ho un certo languorino... potrei cibarmene! >> esclamò a voce alta, leccandosi le labbra.

Pregustava già il dolce sapore di quei tondi frutti rossi che scendeva morbido nella sua gola, inebriandogli i sensi.

Si avvicinò con frenesia all’invitante cespuglio e allungò una mano per afferrare una bacca, quando all’improvviso venne spinto bruscamente verso l’alto, in un movimento talmente repentino da mozzargli  il respiro e fargli strabuzzare gli occhi. Si ritrovò appeso per una caviglia, a testa in giù, ciondolando ad un paio di metri da terra.

<< Ma che diam... >> farfugliò sbigottito, dondolando da una parte all’altra, cercando di riprendersi dal senso di vertigine che gli aveva inevitabilmente artigliato la testa.

Preso dall’irrefrenabile voglia di saziare il suo stomaco, non si era reso conto di aver inavvertitamente messo un piede in una rudimentale trappola per animali.

A fatica alzò il viso verso l’alto e inorridì alla vista del suo piede intrappolato in una robusta corda.

<< Ma chi è quel dannato che semina stupide trappole in giro per la foresta? >> gridò infuriato agitando le braccia, cercando inutilmente di districarsi dalla morsa del cappio che cingeva la sua caviglia.

Maledisse la sua condizione di debole umano: se fosse stato un mezzo demone come al suo solito, i suoi affilati artigli gli avrebbero consentito di liberarsi in un battibaleno.

<< Bene, bene, bene... cosa abbiamo qui? Un pollo da spennare? >> ironizzò una burbera voce maschile alle sue spalle.

Inuyasha sussultò. Non si aspettava di incontrare subito qualcuno in quel luogo inospitale. Forse la fortuna era dalla sua parte.

<< Liberatemi, vi prego >> affermò con voce stanca, voltando debolmente lo sguardo da una parte all’altra.

Quella posizione lo stava debilitando e la caviglia iniziava a dolergli.

<< E perché dovremmo? >> aggiunse un’altra voce sconosciuta << Volevi rubare le nostre bacche, sei solo un ladruncolo! >>

<< Cosa?! Come facevo a sapere che le bacche erano vostre? >> annaspò Inuyasha sentendo il viso andare in fiamme.

Avvertì improvvisamente le forze abbandonarlo, come se fosse quasi sul punto di svenire.

<< Di certo sapevi che non erano le tue! >> si intromise una terza voce in tono piccato.

<< Insomma, basta! Fatemi scendere! >> urlò Inuyasha spazientito, con tutto il fiato che gli era rimasto.

Uno di loro ridacchiò e, con un ramo spezzato, gli sferrò una botta in testa talmente forte da fargli perdere i sensi.

<< Portiamolo a casa, poi penseremo a cosa fare di lui >> propose uno degli uomini.

Con un colpo di spada tagliarono di netto la corda che avviluppava il piede di Inuyasha e, dopo averlo sollevato di peso, lo portarono via.

***
 
<< Voi cosa dite? Sarà un bandito in fuga? >> chiese un uomo avvicinandosi a Inuyasha con circospezione.

<< No, non credo. Forse è solo uno che si era perso nella foresta >> aggiunse un altro.

Un giovane molto avvenente con i capelli intrecciati, gli si avvicinò con aria insofferente.

<< Secondo me è solo un poveraccio... guardate i suoi vestiti: sono indecenti e ridicoli! >>

<< Ma non si può negare che sia proprio un bellissimo gnoccolone! >> cinguettò ammirata un’altra voce.

<< Smettetela di dire fesserie. Guardate, si sta svegliando! >> affermò burberamente l’ennesima voce sconosciuta.

Inuyasha aprì debolmente gli occhi, avvertendo la testa pulsare dolorosamente. Faticò a mettere a fuoco le numerose persone che aveva davanti, accrescendo in questo modo il senso di nausea che percepiva alla bocca dello stomaco.

<< Come ti senti mio bellissimo e aitante giovanotto? >> domandò gentilmente un ragazzo dall’aspetto quasi androgino.

Inuyasha strizzò più volte gli occhi e finalmente riuscì a distinguere quelle persone sconosciute che aveva davanti. Non si soffermò molto su di loro, ma si guardò intorno sconcertato, non riuscendo a capire dove fosse finito.
Era sicurissimo di non essere mai stato in quella casa, anche se “casa” era un termine azzardato per quella bislacca costruzione. Era davvero minuscola e essenziale se paragonata al castello dove lui viveva.
Ma quello che più lo stupì furono i tanti letti disposti lungo le pareti in quell’angusto spazio. Ne contò sette. Completavano l’arredamento un grezzo camino e una sorta di tavolo ricavato dal tronco di un albero, posto al centro della camera. Riportò lentamente l’attenzione agli uomini che aveva davanti: erano sette come i letti.

Vivevano veramente tutti insieme in quella casupola? La cosa lo lasciava perplesso.

<< Voi chi siete? >> domandò Inuyasha confuso, squadrandoli dalla testa ai piedi.

Erano vestiti in modo alquanto strano, addirittura bizzarro si azzardò a pensare, soprattutto quello che si era rivolto a lui con una sorta di finta e smielata preoccupazione.

<< Come chi siamo? Siamo la famosissima “3S” ovvero la “Squadra dei Sette Stilisti”! Non hai mai sentito parlare di noi? >> chiese il giovane in modo mellifluo avvicinandosi a lui e soffiandogli nell’orecchio.

<< No, mai >> rispose Inuyasha onestamente scuotendo la testa.

Era fortemente disgustato dallo strano aspetto di quel ragazzo e dai suoi modi piuttosto ambigui.

<< Beh, da come sei vestito la cosa non mi stupisce affatto! >> rispose il giovane alla sua destra.

Aveva i capelli legati in una morbida treccia e lo sguardo astuto e sottile.

<< Magari non è colpa sua se è così rozzo e ignorante! >> affermò l’ultimo della fila, quello con la stazza da gigante e la testa glabra.

<< Povero tesoro... ma a te ci penso io! Io sono Jakotsu, piacere di conoscerti  >> esclamò l’uomo dagli atteggiamenti equivocanti.

<< Perché hai il viso dipinto? >> gli chiese spontaneamente Inuyasha, riferendosi ai tratti verdastri che solcavano quelle candide guance.

Jakotsu alzò un sopracciglio guardandolo sorpreso << Perché io sono un’artista, un’artista nel campo della moda per la precisione e di conseguenza sono un eccentrico >>

Si strinse nelle spalle visibilmente stupito e studiò Inuyasha per qualche secondo.
Poi si girò verso gli altri e li indicò uno ad uno:

<< Ti presento i miei fratelli e colleghi: loro sono Bankotsu, Suikotsu, Renkotsu, Mukotsu, Ginkotsu e Kyokotsu >>

Inuyasha annuì squadrandoli uno ad uno, rimirando, con un leggero cipiglio, i colori sgargianti dei loro abiti che sembravano fondersi tra loro in un gioco cromatico.

Erano stilisti? Dal modo strambo in cui erano abbigliati potevano benissimo fare a gara con suo fratello!
Anche lui teneva tantissimo all’aspetto esteriore e non perdeva occasione per cambiare d’abito.

<< Tu, invece, bocconcino ti chiami...? >> chiese civettuolo Jakotsu leccandosi le labbra.

<< Io sono Inuyasha, principe del regno e… vostro >> rispose titubante, fortemente imbarazzato dagli sguardi eloquenti che il giovane davanti a lui non perdeva occasione di lanciargli.

A quelle parole, un pesante silenzio calò nella stanza. Tutti lo guardarono perplessi studiandolo con circospezione, per poi scoppiare in una fragorosa risata.

<< Tu... un… non riesco neanche a dirlo, un principe? >> esclamò Bankotsu con le lacrime agli occhi << Se tu sei un principe io sono il Re! >>

Inuyasha sbuffò rumorosamente e fece per incrociare le braccia al petto quando si accorse di essere legato per i polsi mediante un sottile spago.

<< Ma... che diamine... liberatemi subito! >> urlò adirato, strattonando le corde.

Quella strana situazione lo aveva spiazzato e, con il forte dolore che aveva alla testa, non si era reso conto di essere imprigionato.

<< Calmati “principe dei miei stivali”. Non abbiamo ancora deciso cosa fare con te >> affermò Suikotsu avvicinandosi e osservandolo per bene.

Non bastava Kagome a darmi la caccia e mio fratello che vuole la mia morte, ci mancavano pure i sette pazzi!” pensò Inuyasha avvilito.

<< Che dite ragazzi? Potremmo prenderlo come modello! In fondo fisicamente è messo molto bene, le nostre creazioni su di lui potrebbero avere molto successo >> propose Jakotsu compiaciuto strizzando l’occhio a Inuyasha.

<< Ma abbiamo già Naraku, non possiamo averne due >> obiettò Reikotsu seccato.

<< Questo è vero, ma Naraku ultimamente sta ingrassando e le nostre creazioni non gli calzano più bene come prima. Che figura faremmo se ci presentassimo alle corti reali con un ciccione? >> avanzò Bankotsu pensieroso.

<< Sentite, io non so di cosa voi stiate parlando e sinceramente non mi interessa, ma esigo che mi liberiate immediatamente! >> affermò Inuyasha spazientito.

Jakotsu gli si avvicinò accarezzandogli lievemente una guancia << Suvvia caro, non fare così. Ti stiamo proponendo un lavoro molto facile e parecchio proficuo. Dovrai solo indossare i nostri splendidi modelli e sfilare davanti ai più importanti sovrani. Il nostro sogno è quello di portare la moda in tutti i regni e magari diventare gli stilisti di una celebre corte >>

Inuyasha impallidì << Voi siete pazzi! Sentite, una donna di nome Kagome mi sta dando la caccia e io devo nascondermi in un luogo sicuro, liberatemi ve ne prego >> li supplicò cercando di intenerire Jakotsu con lo sguardo.

Un silenzio di tomba scese di nuovo nella stanza.

<< Kagome la spietata Cacciatrice? E perché mai ti darebbe la caccia? >> biascicò Gikotsu.

<< Perché vuole riportarmi al castello. Mio fratello Sesshomaru vuole uccidermi >>

<< Quindi non scherzavi prima quando affermavi di essere il principe? >> gli chiese Bankotsu preoccupato.

Inuyasha scosse la testa.

<< Beh, questo cambia tutto >> affermò Reikotsu scambiandosi uno sguardo d’intesa con gli altri.

<< Cosa vorresti dire? >> domandò Inuyasha inquieto. Quello sguardo non gli piaceva.

<< Se ci segui ti daremo la possibilità di sfuggire al re e di vivere liberamente. Per noi avere un principe come modello per i nostri bellissimi abiti sarebbe fantastico! Potremmo finalmente dimostrare il nostro vero talento! >>

Inuyasha scattò in piedi << Io non ho paura di Sesshomaru e non fuggirò. Devo solo aspettare che sorga di nuovo il sole per poter recuperare i miei poteri demoniaci. Solo allora potrò affrontarlo >>

<< Vuoi dire che sei un demone che perde i poteri? Che cosa buffa!  >> esclamò Bankotsu guardandolo esterrefatto.

<< Sono un mezzo demone! >> precisò Inuyasha piccato << E purtroppo ogni tanto mi accade. Di certo non per mia volontà >>

Non gli sembrava il caso di rivelare loro come ciò accadesse.

<< Beh, comunque la cosa non cambia. Accetta la nostra proposta e noi ti libereremo >>

<< Ragazzi, detesto interrompervi, ma ci sono guai in vista. Kagome ci ha trovati >> li informò Reikotsu spaventato.

<< Cosa? Questa non ci voleva! >> affermò Mukotsu che non aveva ancora aperto bocca.

Suikotsu e Jakotsu si affacciarono contemporaneamente alla finestra e videro una bellissima donna in sella ad un cavallo bianco, rivolta verso di loro con lo sguardo assottigliato. In mano stringeva un arco, pronta ad incoccare una freccia.

<< Vado io a parlare con lei, voi state attenti al nostro ospite >> disse Bankotsu scoccando uno sguardo duro agli altri.

Uscì dalla casa con le mani sui fianchi e una smorfia a indurire il bel volto.

<< Cacciatrice, cosa ci fai qui? Non sai che questo posto è nostro? >>  le disse con astio.

<< Nessun posto vi appartiene nel regno del sovrano Sesshomaru. Datemi colui che cerco e non vi sarà fatto alcun male >> affermò la donna flettendo l’arco al massimo.

Bankotsu scostò la lunga treccia e se la portò con disinvoltura dietro la schiena, gonfiando il petto come a voler mostrare la tunica variopinta.

<< Non so di chi parli. Qui abitiamo solo noi! >> insistette il giovane fermamente.

<< Adesso basta! Dovete consegnarmelo! So che è qui, è scappato nella foresta e nessuno sfugge alle vostre trappole disseminate in ogni angolo, soprattutto per chi non è pratico del luogo. Vi conosco, so che siete sempre in cerca di qualcuno da manovrare a vostro piacimento >> ribadì Kagome con durezza, portando l’arco vicino al viso e chiudendo un occhio per prendere bene la mira.

Le sue mani fremevano al pensiero di infilzare qualcuno.

<< Io non sono scappato, non ho paura di Sesshomaru! >> gridò furibondo Inuyasha dall’interno della casa.

Aveva ascoltato ogni singola parola pronunciata dalla donna  e non accettava che gli venisse dato gratuitamente del pusillanime.

Udendo quella voce, il viso della cacciatrice si allargò in un sorriso beffardo.

<< Non sapevi di chi parlassi vero? >> ironizzò Kagome lanciando al giovane davanti a lei uno sguardo di fuoco.

Bankotsu sospirò, riportando svogliatamente le mani sui fianchi  << E sia. Ragazzi, portatelo qui >>

Inuyasha venne gentilmente scortato fuori da Suikotsu e Jakotsu che lo tenevano saldamente per le braccia.

<< Uffaaaaa! Perché dobbiamo consegnarlo a lei?! Non è giusto! >> si lamentò Jakotsu arricciando le labbra.

<< Perché non voglio guai con il re, anche se condivido con te il fatto che il ragazzo ci avrebbe davvero fatto comodo! >> convenne Bankotsu sconfortato.

Kagome posò immediatamente gli occhi su Inuyasha e si lasciò sfuggire un’espressione di sorpresa notando la sua insolita capigliatura corvina.

<< Inuyasha.. che ti è successo? >> biascicò la donna palesemente meravigliata.

Il giovane stirò le labbra in un sorriso forzato << Sono umano, esattamente come te. Di che ti stupisci? In fondo, nella mia forma completa, sono solo un mezzo demone. Non è questo il motivo per cui il mio caro fratello mi odia tanto? Guarda come mi ha ridotto, sono un umile servo >> disse con voce atona, indicando gli stracci che indossava.

<< Io saprei come vestirti zuccherino mio >> gli sussurrò maliziosamente Jakotsu nell’orecchio, stringendogli forte un braccio.

Inuyasha cercò di scostarsi da lui, sentendo un conato di vomito salirgli in gola.

<< Non conosco il motivo della sua improvvisa decisione, ma come ben sai io lavoro per lui... devo portarti da lui... anche se, credimi, la cosa mi dispiace >> proferì la cacciatrice con voce roca, abbassando l’arco.

<< Io comprendo il tuo ruolo, ma ti chiedo solo un favore. Aspetta fino a domani all’alba, in modo che io possa recuperare il mio potere demoniaco e che abbia la possibilità di battermi contro Sesshomaru ad armi pari >> le propose fissandola negli occhi.

<< Ha ragione, non chiede mica la luna >> intervenne Suikotsu in difesa del giovane.

Kagome li guardò tutti per un momento, valutando quella proposta, poi lentamente annuì.

<< Accordato. Ti aspetterò al varco del castello all’alba. Vedi di esserci altrimenti ti verrò a cercare anche in capo al mondo >>

Inuyasha sorrise, sentendosi sollevato. Ora doveva solo togliersi quei sette pazzi dai piedi.

<< Che succede qui? >> proruppe all’improvviso una roca voce maschile, catturando l’attenzione di tutti i presenti.

Un ragazzo dai lunghi e ondulati capelli neri e dalla pelle diafana si avvicinò con passo sicuro verso il gruppo. Le sue movenze erano aggraziate e il suo sguardo fiero e acuto si era subito posato sul giovane sconosciuto a cui Jakotsu era gelosamente avviluppato.

<< Naraku... non ci aspettavamo una tua visita >> affermò Suikotsu guardandolo torvo.

L’uomo sorrise << Passavo di qui per caso e ho pensato di approfittarne per farvi una visita di piacere, anche se non nascondo che mi piacerebbe conoscere eventuali novità in campo lavorativo >> rispose tranquillamente scansando con disinvoltura i capelli dal volto.

 << Hai iniziato la dieta? >> gli chiese Jakotsu sprezzante, fissandogli insistentemente la pancetta che si intravedeva da sotto la camicia bianca e che ne tendeva leggermente la stoffa.

<< Come ti permetti, umano! Io sono un essere superiore, non ho bisogno di fare una dieta, sono perfetto così! >> ribatté inferocito il demone ragno.

La sua mano si adagiò repentina sull’elsa della spada, stringendola convulsamente.

Inuyasha aveva capito subito che Naraku era un demone soltanto guardandolo. La sua potenza era indubbia, ma dal modo in cui gli stilisti lo trattavano sembrava essere completamente assuefatto alla loro volontà.

<< Mi permetto invece! Noi siamo dei professionisti, non lavoriamo con modelli sovrappeso. Comunque non importa, abbiamo trovato di meglio. Ti informo che da oggi sei licenziato! >> replicò Jakotsu saccente, mostrandogli la lingua.

Il viso di Naraku si imporporò vistosamente << Cosa? Non potete licenziarmi! E poi, chi sarebbe meglio di me? >>

<< Lui, il bellissimo e perfetto principe Inuyasha >> gli rispose suadente Jakotsu indicando il giovane e mangiandolo con gli occhi.

<< Cosa? Ancora con questa storia? >> squittì Inuyasha spazientito.

Naraku sogghignò << Ritenete quel pezzente meglio di me? E addirittura sarebbe un principe? Ma non fatemi ridere. Il suo abbigliamento è inadeguato anche per dar da mangiare ai porci >>

<< Invece è proprio così. Non fai più parte del nostro gruppo Naraku, ci dispiace. Dovrai cercare altrove qualcuno che ti affidi il suo “lavoro” >> replicò Bankotsu incrociando le braccia e sostenendo fermamente il suo sguardo.

Il demone sgranò gli occhi, incredulo a quelle parole. Un ombra oscurò il suo volto e un leggero tremolio gli sconquassò il corpo.

<< Ve la farò pagare razza di ingrati! E la pagherai anche tu, principino! >> promise Naraku mandando scintille dagli occhi, stringendo un pugno davanti al volto.

La sua voce si era fatta ancora più bassa e minacciosa.
Senza aggiungere altro, il demone se ne andò inoltrandosi nella foresta.

<< Bene, allora io vado. A domani Inuyasha >> disse Kagome rammaricata, aizzando il suo destriero al galoppo, perdendosi nel mantra dei suoi pensieri.

Forse, anche da mezzo demone, Inuyasha non avrebbe avuto scampo, ma riteneva fosse giusto concedergli una minima possibilità contro suo fratello.

Ma era solo per quello?

Non riusciva a spiegare quella strana sensazione che si impadroniva di lei, per non parlare dell’ingiustificato aumento del battito del suo cuore, ogni qual volta lo guardasse. Lei era una Cacciatrice, non poteva lasciarsi intenerire o addirittura farsi fuorviare da un uomo, umano, mezzo demone o demone che fosse stato. Lei era una donna decisa, forte e indomita.

<< A domani >> rispose nello stesso modo Inuyasha quando ormai lei non poteva più udirlo.

La guardò allontanarsi, avvertendo lo scalpiccio degli zoccoli farsi sempre più distante. Si lasciò sfuggire un lungo sospiro pensando ancora una volta a lei.

La voce dell’uomo fermo al suo fianco, lo riportò bruscamente alla realtà.

<< Quindi questa notte la passerai con noi? Non immagini come ne sono felice... >> gli mormorò suadentemente Jakotsu nell’orecchio, provocandogli brividi freddi lungo la schiena.

 
***

Inuyasha si destò poco prima del sorgere del sole, avvertendo la testa pesante e confusa. Aveva dormicchiato a riprese per tutta la notte, sdraiato sullo scomodo e freddo pavimento, umilmente raggomitolato in un angolo. Si era tenuto il più lontano possibile da Jakotsu, come il suo istinto gli aveva prontamente suggerito, rifiutando più volte l’invito a dividere il letto con lui.

Avanzando in punta di piedi verso la porta, onde evitare di svegliare i padroni di casa, uscì fuori dalla casupola, ansioso di tornare ad essere un potente mezzo demone. Si sedette sul tronco di un albero caduto e, lasciandosi andare ad un profondo sospiro, alzò i tristi occhi al cielo in attesa dell’alba.
Gradualmente, l’oscurità delle tenebre lasciò il posto al crepuscolo. Inuyasha si godette ad occhi socchiusi quel gioco di colori che passavano progressivamente dalle sfumature del blu, a quelle del rosso e dell’arancio. Sembrava quasi volessero fondersi tra loro, tinteggiando in modo effimero le impalpabili nuvole, dando il via ad uno spettacolo unico, da mozzare il fiato.
Poi finalmente vide affacciarsi, da dietro la montagna più alta, quella calda sfera luminosa e rossastra che aspettava con impazienza. Con infinita gioia salutò il suo arrivo e un sorriso si disegnò sul suo bel volto avvertendo una potentissima forza impadronirsi del suo corpo.  

<< Inuyasha che stai facendo? >> chiese Jakotsu alle sue spalle, con la voce ancora impastata dal sonno, grattandosi la testa.

Il giovane si era appena svegliato e, non avendo trovato Inuyasha in casa, era uscito fuori per cercarlo. Si strofinò accuratamente gli occhi e spalancò la bocca sbigottito nel costatare l’evidente cambiamento fisico del suo bellissimo ospite.

<< Che cosa ti è successo? >> dichiarò sconcertato, squadrandolo per bene << Ma allora è vero che sei un mezzo demone! >>

I lunghi capelli che da ebano erano diventati color dell’argento, i grandi e vispi occhi passati dal nero al dorato, gli artigli affilati e le appuntite orecchie canine spuntate sopra la testa non lasciavano il minimo dubbio.

<< Certo che è vero! >> rispose Inuyasha stizzito << E ora che ho di nuovo i miei poteri vado ad affrontare Sesshomaru! >>

Il viso di Jakotsu assunse improvvisamente un’espressione di estasi e, avvicinandosi a lui furtivamente, gli gettò le braccia al collo.

<< Lo sai che così sei ancora più bello? Adoro quelle orecchie pelose! >> esclamò con voce sognante allungando le mani verso il capo di Inuyasha per afferrarle.

<< Ma che diamine fai?! Lascia stare le mie orecchie! Non sono un giocattolo! >> gli intimò il mezzo demone scansandolo via in malo modo.

Gli altri stilisti, svegliati dagli schiamazzi fuori dalla casa, si affacciarono alla porta, meravigliandosi del curioso aspetto di Inuyasha.

<< Quindi dicevi il vero. Bene, come promesso puoi tornare al castello e sfidare tuo fratello... >> affermò Bankotsu guardandolo di sottecchi << Ma noi verremo con te! >>

Inuyasha arcuò un sopracciglio << E per quale motivo? Non ho bisogno mica della balia, figurarsi se me ne servono sette! >> affermò acido.

<< Hai dimenticato il nostro patto? Noi ti lasciamo andare, tu sistemi la questione... e poi lavorerai per noi >> gli ricordò l’uomo seccato.

Il mezzo demone scoppiò a ridere << Ancora con questa storia? Io non faccio da modello per nessuno, non ho mai accettato e non potete obbligarmi >>

<< E tu non potrai impedirci di seguirti >> gli soffiò sul collo Jakotsu guardandolo ammirato.

<< Mi avete stufato! Fate un po’come vi pare! >> sbuffò il mezzo demone stizzito, allontanandolo di nuovo disgustato.

Dando loro le spalle, si mise in marcia con le mani sui fianchi.
Con la coda dell’occhio scorse i sette uomini che lo seguivano a debita distanza, rassegnandosi alla loro invadente presenza.

Dopo più di un’ora di cammino, oltretutto passata a dover ascoltare le corbellerie di Jakotsu e i parlottii dei suoi degni compari, Inuyasha intravide in lontananza le alte e spesse mura del castello, la sua legittima casa che però da qualche anno era diventata più una prigione.
Scorse nitidamente, accanto al ponte levatoio già abbassato, la figura longilinea di una donna. Impugnava un arco di dimensioni spropositate rispetto al suo leggiadro aspetto.

“Kagome” pensò il mezzo demone avvertendo un sussulto al cuore.

Si avvicinò a lei regalandole un dolce sorriso. La cacciatrice distolse velocemente lo sguardo, mal celando un forte imbarazzo.

<< Sei puntuale Inuyasha, me ne compiaccio >> mormorò dandogli le spalle.

<< Che ti aspettavi? Io non sono un codardo >> replicò Inuyasha indispettito.

Le si avvicinò con l’intenzione di precederla per entrare nel maniero e, così facendo, le sfiorò un braccio facendola sussultare.

<< E quei pazzi stilisti che ci fanno qui? >> gli chiese lei abbassando la voce, cercando di ignorare l’automatico aumento del battito cardiaco.

Il mezzo demone ridacchiò, lanciando uno sguardo agli uomini alle sue spalle.

 << Vorrei saperlo anche io >>

 
***
 
Sesshomaru si trovava nella torre dove era nascosto lo specchio, fermo davanti a quel che restava dell’unica finestra presente. Fissava lo stagliarsi delle alte montagne davanti a sé, l’estendersi della folta foresta e il passaggio di sporadiche nuvole in quel cielo terso. Ma i suoi occhi non vedevano realmente niente di tutto ciò. Il suo pensiero era costantemente rivolto al suo fratellastro e alle parole pronunciate dal mago Jaken.
Erano diventate un chiodo fisso, un tormento che gli martellava il cervello in modo ossessivo, che gli faceva ribollire il sangue e pulsare spasmodicamente la vena sulla fronte.

Quella mattina si sentiva talmente furioso e interiormente devastato che, per la prima volta dopo tanti anni, aveva interrotto il prezioso rito magico non invocando Jaken.
Per la prima volta aveva paura di quello che lo spirito avrebbe potuto rivelargli.
Per la prima volta temeva di non essere più lui il più bello del regno.

La sua mente, affaticata dai nefasti pensieri, venne riportata bruscamente alla realtà quando il suo sguardo indolente si posò fortuitamente sulle figure ferme nel cortile del suo palazzo.

<< Inuyasha... sei qui finalmente >> bofonchiò tra i denti, serrando forte i pugni lungo i fianchi.

Si precipitò giù per le scale, avvertendo nella bocca il dolce sapore della rivalsa.
Arrivato nell’atrio si diresse direttamente al portone principale, spalancando entrambe le ante con una sola, forte spinta.
I suoi occhi furiosi incrociarono immediatamente quelli dorati del fratellastro, così simili ai suoi eppur così diversi. Quelli di Inuyasha avevano un qualcosa di tipicamente umano che stonavano teatralmente con il rango che per nascita ricopriva. Il suo giusto posto era il fienile e il suo ruolo nel castello era quello del servitore.
Così lui, essendo il re vigente, aveva decretato. O almeno lo era stato fino a quel momento.
Ora l’unico luogo che meritava di visitare era il sottosuolo.

Il demone cane scrutò a fondo il fratello, poi il suo sguardo si posò sugli uomini che erano fermi alle sue spalle. Non li aveva mai visti, ma doveva ammettere che il loro abbigliamento era davvero spettacolare.

<< Eccomi Sesshomaru, sono pronto a difendermi da te, ma... >> affermò il mezzo demone, alzando il mento in segno di sfida e riportando l’attenzione del re su di lui.

Sesshomaru arcuò un sopracciglio << Ma…? >>

<< Ma voglio conoscere le accuse che mi muovi >> continuò Inuyasha indurendo il tono di voce.

Sango, accortasi della confusione, uscì anche lei in cortile e sorrise vedendo l’amico tornato al suo aspetto originale. Notando l’espressione furente di Sesshomaru, decise però di tenersi a debita distanza.

Il volto del demone si oscurò alle parole del fratello e la sua voce si fece tagliente.

 << Tu! Misero e debole mezzo demone! Hai osato offendermi e screditarmi agli occhi dei miei sudditi! >>

Inuyasha spalancò gli occhi attonito << Io?! >>

Quando era successo? Non ricordava niente del genere.

Sesshomaru gli puntò un dito contro e continuò furente << Tu... tu... hai osato essere… >>

Gli occhi dei presenti si posarono sul re. Pendevano letteralmente dalle sue labbra.

<< … essere... più bello di me! >> finì il demone in un soffio, gonfiando le guance e piegando la bocca in una smorfia.

Una fragorosa risata esplose nel cortile. Inuyasha, sghignazzando, si piegò in due tenendosi la pancia e Kagome dovette girarsi trattenendo a stento le risate.

Sango si portò una mano alla bocca soffocando la sua ilarità. Anche gli stilisti ridacchiavano, farneticando frasi incomprensibili.

<< E tu vorresti uccidermi per questo? Non ci posso credere... >> parlottò Inuyasha riprendendo fiato, scuotendo la testa.

Soltanto Jakotsu non rise a quelle parole, ma guardò il re seriamente, annuendo in segno di comprensione e conforto.

<< Avete ragione Grande Demone, vostro fratello è veramente bellissimo ma non crucciatevi... anche voi non siete niente male! >> affermò maliziosamente il giovane strizzandogli l’occhio e soffiandogli un bacio con la mano.

Sesshomaru lo guardò scandalizzato << Come osi rivolgerti a me in questo modo e con questo tono, razza di umano mezzo-uomo! Ti farò tagliare la testa per questo! >> sibilò infuriato.

<< Ehi, non esageriamo, diamoci tutti una calmata >>  proferì Bankotsu  alzando le mani << Quindi il vostro problema è la bellezza di Inuyasha e va bene, ma chi vi ha detto che lui è più bello di voi? E perché gli date tanto peso? >> chiese candidamente, rivolgendo uno sguardo incredulo al demone.

Sesshomaru si ammutolì di colpo, spiazzato da quella domanda.

Non poteva rivelare ai presenti l’esistenza dello specchio, era troppo pericoloso.
Se si fosse venuto a sapere, in troppi avrebbero tentato un furto e lui non poteva vivere senza quel magico oggetto, ne era diventato completamente assoggettato.

E non poteva nemmeno ignorare le parole dello spirito!

Come avrebbe potuto ascoltare, ogni dannato giorno, che Jaken ribadisse la preponderante beltà di Inuyasha in confronto alla sua?

L’unica soluzione era che il mezzo demone sparisse per sempre.

<< Chi lo ha detto, e il perché della sua importanza, a voi non deve minimamente interessare. La conclusione è sempre la stessa: Inuyasha deve morire! >>

<< Ma non è necessario che muoia! Ci sono anche altri modi per risolvere il problema! Ad esempio potremmo stabilire noi chi di voi due è il più bello, aggraziato e raffinato >> azzardò Suikotsu sfoderando uno splendido sorriso.

Sesshomaru strinse gli occhi << Perché voi chi sareste? >> chiese il re con voce burbera.

<< Siamo la famosissima “3S”, ossia la “Squadra dei Sette Stilisti”, esperti nel campo della moda e della bellezza. Potremmo organizzare una sfilata dove potreste indossare i nostri magnifici vestiti, ne abbiamo giusto un paio con noi. In questo modo gareggerete ad armi pari e saremo noi a decretare chi di voi due è il migliore >> affermò Bankotsu prendendo la parola e giocherellando con la sua lunga treccia.

Sesshomaru si portò due dita al mento e ci pensò su per qualche istante.
La cosa poteva anche essere divertente: Inuyasha non era né aggraziato nei movimenti né conosceva la benché minima eleganza. Ma soprattutto non amava quel tipo di cose. Mentre lui adorava essere adulato e stare al centro dell’attenzione. Il solo pensiero di dover partecipare ad una sfilata lo entusiasmava.

<< Ma che razza di idee vi vengono in mente? >> dichiarò il mezzo demone basito << Io voglio combattere! >>

<< Taci! O accetti la sfilata o andrai direttamente alla gogna senza nessun combattimento, scegli pure >> tuonò il re infiammandolo con lo sguardo.

Inuayasha contrasse il volto duramente, soppesando quelle parole.

 << Vada per la sfilata >> acconsentì a malincuore.

<< Che bellezza! Allora serve soltanto qualcuno che “presenti” l’evento >> proferì Jakotsu fremente di gioia.

<< Signori... credo di potervi servire >> dichiarò all’improvviso una squillante voce maschile.

Un giovane uomo, dai vispi occhi azzurri, si palesò alle spalle del gruppo. Indossava una tunica blu e aveva i capelli castani legati in un minuscolo codino.

<< Monaco Miroku, voi qui? >> esclamò Sango rallegrata dalla sua presenza.

L’uomo la guardò regalandole un sorriso smagliante << Sì, sono appena tornato dal mio viaggio e ho inavvertitamente ascoltato la vostra conversazione. Credo di essere la persona giusta, la parlantina per allietare l’evento non mi manca >>

<< Ci mancavi solo tu, ora il gruppo dei pazzi è al completo >> bofonchiò Inuyasha scoccando un’occhiataccia all’amico.

Il monaco sorrise, per nulla offeso da quelle parole. Ormai conosceva fin troppo bene il principe.

Dopo aver stabilito che Miroku avrebbe presentato la sfilata, il gruppo si trasferì fuori dalle mura del castello, dove lo spazio era abbastanza grande per organizzare il tutto. Sango, aiutata da Kagome, dispose una lunga guida di velluto rosso sul terreno, a mo’ di passerella, dove i due giovani avrebbero dovuto sfilare. Sistemò anche delle sedie ai lati per permettere ai presenti di godersi l’evento il più comodamente possibile.

<< Noi stilisti saremo i giudici di gara, in quanto gli unici competenti in materia. Per iniziare manca solo una cosa... >> proferì Jakotsu pensieroso grattandosi il mento << Un premio. In ogni gara che si rispetti deve esserci un premio per il vincitore >>

<< E in cosa dovrebbe consistere? >> chiese Kagome incuriosita, avvicinandosi al gruppo.

Lo stilista alzò le spalle << In qualsiasi cosa >>

<< Non c’è nulla al mondo che io già non possieda >> affermò altezzoso Sesshomaru gonfiando il petto e assottigliando le labbra in un sorriso di disprezzo.

Inuyasha lo guardò torvo e aprì la bocca per ribattere, quando scorsero un uomo farsi avanti da dietro i cespugli. Indossava una tunica nera e aveva il capo coperto da un cappuccio dello stesso colore che gli nascondeva gran parte del viso.
La sue spalle erano curve e avanzava verso di loro a fatica, muovendosi in maniera lievemente claudicante. Sotto il braccio teneva un cestino di vimini coperto da un sottile telo azzurro.

<< Fermo là! >> gli intimò Kagome impugnando abilmente l’arco e flettendo un braccio all’indietro per afferrare una freccia dalla sua faretra << Tu chi sei? >>

L’uomo sghignazzò. Una risata sinistra e allo stesso tempo ironica.

<< Sono solo un vecchio che, guarda caso, potrebbe avere ciò che state cercando >> affermò con voce roca e graffiata, per nulla intimorito dalla presenza della cacciatrice.

<< Io sono un re e possiedo tutto ciò che abbia un valore. Tu non potrai mai avere qualcosa che possa suscitare in me il minimo interesse >> obiettò il demone cane con un sorriso canzonatorio.

Il vecchio figuro rise di nuovo << Forse vi sbagliate sire. Io possiedo qualcosa di inestimabile valore e di davvero introvabile, qualcosa che voi non possedete…ancora. Se volete posso mostrarvelo >>

Portò una mano sulla parte superiore del cestino e afferrò con due dita il telo, pronto a scoprirlo al minimo cenno del re.

<< Oh sì, sì >> sussurrò Jakotsu con la bocca spalancata. I suoi occhi avidi erano puntati sulla mano dell’uomo.

Sesshomaru, palesemente incuriosito, annuì e il vecchio, sghignazzando, scoprì il cestino, tirandone fuori una mela rossa, grande e rotonda.

<< Non lasciatevi ingannare dalle semplici apparenze, Maestà. Questa non è una comune mela. Essa è magica >> affermò con voce suadente mostrandola orgogliosamente al gruppo << Ha il potere di rendere ancora più bella la persona che la mangia >>

<< Cosa? Rende più belli? >> chiese il demone cane con foga, sgranando gli occhi.

L’uomo annuì << Se volete ve la cedo, non voglio nulla in cambio, io ormai sono vecchio per queste cose e ne posso fare volentieri a meno >>

<< È davvero perfetta >> mormorò Bankotsu fissandola incantato.

“Deve essere mia, assolutamente!” pensò Sesshomaru sentendo la frenesia aumentare dentro di lui.

<< Allora è deciso, la mela sarà il premio per “il più bello” >> affermò con un sorriso trionfante, pregustando il momento in cui l’avrebbe assaporata.

<< Bene, allora iniziamo! >> urlò Miroku eccitato, invitando Inuyasha e Sesshomaru ad andare a cambiarsi d’abito.

Gli stilisti presero posto sulle sedie, mentre Kagome e Sango si disposero all’estremità della passerella, controllando così che tutto fosse a posto. Il vecchio si allontanò, rimirando da lontano tutto quello che da lì a poco sarebbe successo.

Miroku si sistemò presso l’entrata del castello dove la sfilata avrebbe avuto inizio e si schiarì fortemente la voce.

<< Signore e Signori, benvenuti a questo speciale evento, un evento che si preannuncia molto interessante. Vedremo sfilare due degli uomini più belli del regno, ma che dico? I più belli! E sarete voi a decretare chi di loro merita la mela del più bello! *>>

Con un gesto della mano invitò il re a mostrarsi.

<< Ecco a voi il primo concorrente in gara, il nostro spettacolare, bellissimo e affascinante sovrano: Sesshomaru! >>  dichiarò Miroku con enfasi, mentre il demone avanzava sul tappeto rosso, lasciandosi ammirare.

Il suo passo era lento e volutamente cadenzato.

<< Il nostro re indossa dei pantaloni blu molto attillati che mettono in risalto i potenti e asciutti muscoli delle gambe. La camicia bianca, con ricami dorati sulle maniche, gli cade a pennello. Ma è soprattutto la sua regalità che valorizza enormemente gli abiti di indubbia fattura. Notate come il suo portamento sia aggraziato ed estremamente elegante >>

Sesshomaru avanzò fino all’estremità del tappeto, scansando sensualmente gli argentei capelli dal volto e scoccando un’occhiata di superiorità agli uomini seduti, che lo osservavano a loro volta estasiati.
Jakotsu si lasciò sfuggire un gridolino a quella visione e un rivolo di saliva gli colò dal lato destro della bocca.

<< Bene, siete perfetto sire >> affermò il monaco guardandolo sparire dietro le mura del castello << E ora tocca al nostro principe, o come meglio lo conosciamo noi, Inu- Snow! >>

Uno sbuffante Inuyasha avanzò goffamente sul lungo tappeto rosso. Il suo viso era duramente contratto in una smorfia, le mani poggiate sui fianchi in una posa palesemente irritata.

 << Il nostro Inu-Snow indossa un completo molto seducente. I pantaloni in nero lucido sono ampi sulle cosce e stretti da un elastico intorno alla caviglia, ma questo non impedisce di notare come anche il nostro mezzo demone sia davvero molto prestante. La camicia, di un rosso scuro tendente al bordeaux, mette in risalto le sue ampie e forti spalle >>

<< Inu-Snow questo sì che è un nome perfetto per te! Sei bellissimo! >> gli gridò Jakotsu scattando in piedi sulla sedia, uggiolando.

Il mezzo demone grugnì e si voltò di scatto fortemente seccato. Dopo un’ulteriore occhiataccia ai giudici, tornò nel castello strascicando i piedi con fare annoiato.

<< Bene, avete visto i nostri due splendidi partecipanti, ora sta a voi decidere chi di loro merita il titolo di più bello e con esso la preziosa mela >> asserì Miroku allegramente, rivolgendosi ai giudici.

Gli stilisti si misero in cerchio confabulando tra loro piuttosto animatamente. Il vecchio si unì a loro desideroso di esprimere la propria opinione.

<< Allora, caro il mio fratellino, sei pronto a perdere? >> lo punzecchiò il re con un sorriso beffardo.

 Inuyasha sbuffò << Per quel che me ne importa! >>

<< Ragazzi venite fuori, a breve ci sarà la votazione >> li chiamò il monaco poco dopo e entrambi si recarono verso la giuria.

<< Stilisti, mi rivolgo a voi: chi vuole esprimere la propria preferenza per Sesshomaru faccia un passo avanti >> affermò Miroku solennemente.

Bankotsu, Reikotsu e Suikotsu avanzarono verso il monaco.

<< Quindi voi altri votate per Inu-Snow, giusto? >>

I quattro (Mukotsu, Ginkotsu, Kyokotsu e naturalmente Jakotsu) annuirono.

<< Allora dichiaro vincitore: Inuyasha! >>

<< Che cosa? Non è possibile! >> esclamò Sesshomaru scandalizzato.

<< Ma no! Questa storia non finirà mai! >> si lamentò Inuyasha scuotendo la testa.

<< Complimenti fustacchione, sapevo che avresti vinto! Sei veramente portato per la vita da modello! >> gli disse Jakotsu prendendolo sotto braccio.

<< Lasciami stare! >> grugnì il giovane.

<< Congratulazioni >> mormorò Kagome con un sorriso, avvicinandosi a lui.

Il mezzo demone la ringraziò sentendosi imbarazzato. Lanciò poi un’occhiata di sottecchi a Sesshomaru e lo vide inveire contro il gruppo di stilisti.

Il vecchio, approfittando del momento di confusione, si avvicinò al giovane principe porgendogli la mela.

<< È tutta tua ragazzo mio, tieni e dalle subito un bel morso >> gli disse suadente.

<< Beh, visto che l’ho vinta.. perché no! >> affermò Inuyasha prendendola da quelle mani stranamente non rugose e portandola alla bocca.

<< Davvero molto buona >> mormorò con la bocca piena, assaporandola lentamente.

Improvvisamente il mezzo demone si portò le mani alla gola e la mela cadde per terra, rotolando per qualche metro. Rantolando in preda a dei singulti, si piegò su una gamba, sentendo le forze abbandonarlo.

<< Inuyasha, tutto bene? >> gli chiese preoccupata Kagome inginocchiandosi vicino a lui.

Ma il mezzo demone non riuscì a rispondere e stramazzò a terra privo di sensi.

Il vecchio iniziò a ridacchiare sotto lo sguardo attonito dei presenti e, togliendosi il cappuccio, mostrò finalmente il suo volto.

<< Naraku! >> gridarono insieme gli stilisti stupefatti.

Il demone rise di gusto godendosi la loro espressione sconvolta.

<< Questa è la giusta fine che merita chi ti toglie il lavoro >> affermò compiaciuto.

<< Che tu sia maledetto! Il mio Inu-Snow! >> farfugliò Jakotsu disperato.

Sesshomaru, rimasto inizialmente spiazzato, sorrise a quella scoperta.

“Ora che Inuyasha è fuori dai piedi, sono io il più bello!” gongolò mentalmente.

Si radunarono velocemente tutti intorno al corpo esamine del mezzo demone.

<< Forse con un bacio d’amore potrebbe risvegliarsi >> propose Sango speranzosa.

<< Potresti aver ragione... >> ponderò Miroku osservando il volto pallido dell’amico.

Kagome annuì << Va bene, lo farò io >>  affermò imbarazzata mettendosi prontamente sulle ginocchia.

Una mano le afferrò improvvisamente una spalla e la tirò via in malo modo.

<< Cosa credi di fare cocca?! Solo il mio bacio può salvare Inu-Snow! >> le disse Jakotsu inferocito.

<< Ma che dici? Sei impazzito? Tu sei un uomo! >> protestò Kagome accigliata, sentendo il viso andare in fiamme.

<< E allora? Lo amo più di te e sono anche molto più affascinante di te>> puntualizzò accigliato.

<< Smettetela voi due! Sarà il caso a decidere chi di voi lo bacerà >> propose Bankotsu frapponendosi tra loro.

Tirò fuori dalla tasca una monetina mostrandola ai presenti. Poi la lanciò in aria, riprendendola al volo e battendola sul palmo chiuso dell’altra mano.

<< Croce Jako, testa Cacciatrice >> riferendosi rispettivamente alla spada e al volto del re impressi sul bronzeo metallo.

Aprì la mano e dispiaciuto mormorò << Testa >>

Kagome scoccò al giovane un sorriso di scherno e si abbassò sul mezzo demone, sentendosi addosso lo sguardo addolorato di Jakotsu.

<< Lo sapevo che Kagome non è la donna fredda e insensibile che vuol far credere. È  innamorata di Inu-Snow >> sussurrò sottovoce Sango a Miroku, dandogli una gomitata sul fianco.

Il monaco annuì guardando fremente la scena.

<< Inuyasha ti prego, svegliati... >> mormorò la cacciatrice sfiorando delicatamente con le dita il volto del mezzo demone, prima di depositargli un dolce bacio sulle labbra.

Tutti i presenti si ammutolirono guardando attoniti la scena. Sesshomaru trattenne il fiato sperando ardentemente che il fratello restasse nel profondo sonno in cui era magicamente caduto.

Kagome si staccò da lui, attendendo ansiosamente il suo risveglio.

<< Per favore Inu-Snow... >> mormorò ancora, sull’orlo delle lacrime.

Non si era mai accorta di quanto profondi fossero i suoi sentimenti per il giovane principe.

<< Non potete fare nulla, ormai Inuyasha è... >> affermò sprezzante Naraku, bloccandosi però di colpo quando lo vide inaspettatamente aprire gli occhi.

Il mezzo demone si mise seduto a fatica, guardando intensamente Kagome e regalandole un dolcissimo sorriso.

<< È bellissimo ascoltare quel nomignolo uscire dalle tue labbra >> le sussurrò in un soffio, attirandola a sé e baciandola di nuovo, incurante dei presenti.

Gli stilisti osservarono emozionati  la scena, urlando di gioia. A loro si unirono anche Sango e Miroku, con la sola eccezione di Sesshomaru e di Naraku.

<< Bene, bene e ora come la mettiamo con te, demone grassoccio dei miei stivali? >> chiese Jakotsu irritato rivolgendosi a Naraku.

<< Io...voi... non potete trattarmi così! >> squittì lui furioso stringendo i pugni.

Sesshomaru si fece largo tra i presenti a suon di spintoni e, furibondo, si diresse verso suo fratello.

<< Inuyasha >> tuonò << Dato che mi hai offeso vincendo la sfilata e visto che nemmeno i sortilegi riescono a celarti alla mia vista, ho deciso che devi morire! >>

Sfilò la spada dal fodero e, portandola sulla spalla, si approntò a scagliare il suo fendente.

<< Aspettate Maestà, io forse so come risolvere il problema >> esclamò la cacciatrice frapponendosi tra lui e il mezzo demone.

<< E sarebbe? >> le domandò irritato.

<< Se Inuyasha venisse via con me, lontano da qui, sarete di nuovo voi il più bello del regno >>

Il re ci pensò su per qualche istante, vagliando quella insolita proposta.

<< Se io accettassi... lui non dovrebbe più fare ritorno >> le rispose cautamente, indicando il fratello con la spada.

<< Per me va bene, non ho più motivo di restare qui >> rispose Inuyasha in tono deciso.

<< E sia. Se te ne andrai con lei potrai vivere >> decretò il demone cane voltandosi per tornare nel palazzo.

Gli stilisti si precipitarono dietro di lui << Maestà, noi possiamo restare con voi, qui al castello? Potremmo crearle degli abiti splendidi, così meravigliosi da non poterli neanche immaginare >> gli chiese Bankotsu in maniera concitata.

<< Dovrei farvi tagliare la testa per non avermi fatto vincere la sfilata >> affermò glaciale il demone, girandosi a guardarli << Ma avere una squadra come voi al mio servizio è sempre stato il mio sogno >>

Gli uomini si guardarono tra loro estremamente felici. Bankotsu e Suikotsu afferrarono Naraku per un braccio e lo condussero all’interno del maniero, decisi a tenerlo con loro e a farlo dimagrire a tutti i costi. Il demone ragno li lasciò fare: mettersi a dieta era comunque meglio di restare da solo e per di più senza un lavoro.

<< Inu-Snow >>  

Il mezzo demone si girò di scatto sentendosi chiamare e vide Jakotsu sorridergli e mandargli un bacio soffiandolo sul palmo della mano.

Inuyasha rabbrividì e, dopo avergli fatto un cenno di saluto, si accinse a raggiungere Kagome già in sella al suo splendido cavallo. Un largo sorriso si disegnò sul suo volto all’inaspettata decisione di Sango e di Miroku di lasciare il castello e partire con loro alla volta di nuove avventure.
Con un agile salto si accomodò sull’imponente equino, alle spalle della cacciatrice. Facendo schioccare le redini, mandò il bianco cavallo al galoppo, godendosi la fresca sensazione dei capelli al vento, una sensazione che aveva il sapore di felicità e di libertà.

 
***
 
Sesshomaru si sistemò davanti allo specchio magico, raggiante e emozionato come la prima volta in cui si era recato in quel luogo.

La paura lo aveva abbandonato completamente e la voglia di udire quelle dolci parole lo rendeva irrequieto.

<< Jaken, servo delle mie brame, chi è il più bello del reame? >> chiese sentendosi di nuovo felice e appagato.

Lo spirito onnisciente si palesò davanti ai suoi occhi e stavolta un ampio sorriso incorniciò il volto del rettile.

<< Siete voi, mio bellissimo Re Padron- Sesshomaru >>

Il demone cane sorrise compiaciuto udendo quelle parole. Si avvicinò alla finestra, i cui resti erano ancora sparpagliati sul grezzo pavimento, e osservò suo fratello e i suoi amici allontanarsi sempre più dal regno, così tanto da non riuscire più a distinguerli. Si scorgevano ormai solo dei minuscoli puntini diretti verso terre lontane.

<< Giustizia è stata fatta: sono di nuovo io il più bello del regno >> dichiarò soddisfatto, lisciandosi i lunghi capelli d’argento.

Tutto quello che era successo era ormai soltanto un brutto, lontano ricordo.
 
 





FINE
 
 
 







Note:

*la parola bello è volutamente ripetuta (come in un gioco di parole)
Numero parole  10.408







 
Angolo Autrice

Eccoci arrivati alla fine^^
Spero che vi siate divertiti a leggere questa sorta di favola così come io mi sono divertita a scriverla!
Fosse stato per me sarebbe stata anche più lunga, ma sono stata limitata nel numero di parole consentite (e che ho anche leggermente sforato)!

Ringrazio la mitica supersara per questo bellissimo contest!

È la prima volta che mi cimento in questo genere, come sono andata? ^^’’ Mi farebbe piacere conoscere la vostra opinione!

Grazie a tutti per aver letto, a presto! <3
  
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