Dall’incontro sulle scale erano passate un po’ di settimane, ma finalmente mi sentivo completo. Ciò che avevo sentito di dover trovare fino a quel momento, era arrivato non appena avevo messo gli occhi su di lei. Mitsuha. In realtà non mi ero mai soffermato sul fatto che stessi cercando qualcuno, ma piuttosto qualcosa. Eppure, appena i miei occhi si erano posati sulla figura della ragazza su un altro treno, mille emozioni erano scoppiate nel mio cuore. Mi ero sentito come cinque anni fa, in un periodo che a malapena ricordavo. Mi ero sentito improvvisamente pieno, completo e me stesso.

Era stato in quel momento che ero sceso alla prima fermata ed avevo ripreso a correre, cercando in tutti i modi di ritrovare quella bellissima ragazza. Era stata un’impresa: poteva essere andata dovunque, eppure, lo sapevo, anche lei mi stava cercando. Poi mi ero ritrovato vicino ad una scala e l’avevo vista. Era lei.

Ci eravamo guardati per un istante ed il mio cuore aveva cominciato a palpitare così forte che avevo il terrore che potesse uscire dalla gabbia toracica. Avevo cominciato a camminare verso di lei, e lei aveva fatto lo stesso verso di me. Nel momento stesso in cui ci eravamo incrociati, avevo sentito come un suono lontano ed un brivido lungo tutta la spina dorsale. Mi ero girato e l’avevo fissata. Poi, solo dopo qualche secondo, avevo preso il coraggio per parlare.

«Ci siamo già visti, vero?»

«Credo di sì.»

Ero rimasto in silenzio un altro istante, ma poi la domanda mi uscì nello stesso momento in cui uscì dalle labbra di lei: «Qual è il tuo nome?»

E così mi ero sentito finalmente quello che avevo cercato ormai da cinque anni. Non volevo rinunciare più a niente: avrei lasciato da parte tutto il resto per stare con lei. Avrei rinunciato ai miei ricordi, pur di starle vicino. E con il tempo imparai che lei aveva provato le stesse cose.

Fino a quel momento, devo ammetterlo, non avevo mai creduto al destino. Non così intensamente, almeno. Tante volte mi ero chiesto se effettivamente ci fosse qualcosa che spingesse le persone a scegliere qualcosa piuttosto che un’altra. Eppure, io l’avevo cercata e lei aveva cercato me, disperatamente. Ci eravamo ritrovati dopo tanto tempo, ma ce l’avevamo fatta.

Mi sono chiesto da cosa è stato scaturito tutto questo, ma poi mi rendo conto che mi importa solo avere Mitsuha vicino. Non ha senso rimuginare sul passato se posso averla finalmente accanto a me.

I nostri primi incontri sono stati impacciati. O per meglio dire, io sono stato impacciato! Non avevo mai avuto realmente una ragazza, anche se anni prima, chissà come, avevo cominciato a frequentare la mia senpai. Ma poi era finita così com’era iniziata.

Però sono due cose completamente diverse: Mitsuha è la donna della mia vita e ne sono sicuro. Ogni volta che i nostri occhi si incrociano, mi viene così naturale sorriderle. E lei, in quel bellissimo sorriso, è ancora più perfetta. Ogni volta che parliamo, sento le farfalle allo stomaco. E non importa parlare sempre: ci piace anche stare vicini, uno stretto all’altro, in silenzio.

Mitsuha mi ha regalato il suo cordoncino e mi ha spiegato che era una tradizione del tempio dove viveva. Mi sembra che quel cordone mi sia sempre appartenuto. Ora lo tengo legato al mio polso e non me ne stacco mai, così so che Mitsuha è sempre con me anche quando siamo separati.

Finalmente posso vivere felice la mia vita. Completo. Con lei al mio fianco. Ed io la amo da morire.

E adesso so che vivremo insieme per sempre. So che posso proteggerla ed amarla come forse non sono mai riuscito a fare in vita mia.