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Autore: Alixia700    19/03/2017    7 recensioni
Al tempo degli Dei della tecnologia, dei Signori dell'economia e dei clichè, che spadroneggiavano su una terra in tumulto,
il genere umano, ed in particolare un certo regista teatrale, invocavano il soccorso di un eroe, per riconquistare la libertà.
Finalmente arrivò quell'attore, l'invincibile eroe dei copioni, forgiato dal fuoco di mille ruoli.
La lotta per il successo, le sfrenate passioni, gli intrighi ed i tradimenti, furono affrontati con indomito coraggio, da colui che solo poteva salvare lo spettacolo.
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QUARTA CLASSIFICATA e vincitrice del premio SS al contest "Raccontami una favola" indetto da SuperSara sul forum di EFP.
AU ispirata al classico Disney ''Hercules''
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Orochimaru, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Questa storia partecipa al contest ''Raccontami una favola!'' indetto da SuperSara sul forum di EFP.

AU ispirata al classico Disney ''Hercules''.

 

 

Al tempo degli Dei della tecnologia,

dei Signori dell'economia e dei clichè,

che spadroneggiavano su una terra in tumulto,

il genere umano, ed in particolare un certo regista teatrale,

invocavano il soccorso di un eroe, per riconquistare la libertà.

Finalmente arrivò quell'attore, l'invincibile eroe dei copioni,

forgiato dal fuoco di mille ruoli.

 

La lotta per il successo, le sfrenate passioni,

gli intrighi ed i tradimenti,

furono affrontati con indomito coraggio,

da colui che solo poteva salvare lo spettacolo.

 

 

 

~ Zero to Hero ~

 

 


 

- Tempo fa, in una lontana terra dell'antica Grecia, ci fu un'epoca d'oro di Dei potenti ed Eroi straordinari. Il più grande, il più forte di tutti questi eroi, era il possente Ercole; ma come si misura la forza di un vero eroe? Ora è di questo che la nostra storia... -

- Ma dico lo sentite? Questa storia la fa sembrare una tragedia greca -

- Alleggerisci bello -

- Da qui attacchiamo noi caro -

- Vai ragazza -

 

- Noi siamo le muse, dee delle arti e proclamatrici di eroi -

- Eroi come Ercole -

- Tesoro, vuoi dire "Maschiole". Uuh, mi piacerebbe fare della dolce musica con il suo...-

- La nostra storia, in effetti comincia molto prima di Ercole. Milioni di anni fa -

 

 

- Stop! Stop! -

La musica venne interrotta bruscamente, prontamente sostituita dall'innalzarsi di versi di rassegnata protesta da dietro le quinte.
Le ragazze si immobilizzarono sul palco, rivolgendo lo sguardo verso la platea in penombra, dove tra una manciata di spettatori, svettava quell'unico in piedi, le braccia conserte sul petto e uno sguardo scocciato a deformargli i lineamenti eleganti del viso.

- Si può sapere perché ci hai interrotte per l'ennesima volta? - Sbottò scocciata una ragazza dai capelli rosa, la sottile figura avvolta in una lunga tunica bianca di foggia greca.

- Già regista, questa volta cosa non andava? Abbiamo ripetuto questa scena già sei volte! - Si unì al rimprovero una ragazza dalla lunga chioma dorata, avvolta in una tunica simile a quella della compagna.

- Cosa non andava? Te lo dico io Ino; non vi ho fornito il copione solo per utilizzarlo come ventaglio nelle giornate afose. Non mi sembra così difficile recitare seguendo un testo stabilito, siete o non siete attrici? Quindi Karin ora potresti spiegarmi cosa sarebbe stato quella specie di obbrobrio grammaticale che hai inserito nel mio spettacolo? -

La ragazza nominata, alzò gli occhi al cielo, andando a spingersi spazientita la montatura degli occhiali più su lungo il naso.
Quel regista le stava facendo impazzire tutte, continuando a rimproverarle per futili motivi; d'altronde era normale che in quanto navigate attrici ogni tanto si prendessero qualche licenza artistica, soprattutto se il testo era così barboso da riuscir a fare dormire anche il peggior insonne.

- Sasuke a me sinceramente è piaciuta. Il pubblico gradisce sempre che ci sia un personaggio comico che faccia battute che vadano a coinvolgerlo direttamente; forse potresti aggiungerla nel copione -

Il regista si voltò lentamente in direzione del suo scenografo, nonché proprietario del teatro, rivolgendogli uno sguardo infuocato.
Non gli piaceva che gli venisse detto come fare il suo lavoro, soprattutto davanti ai suoi attori. D'altronde l'uomo aveva ragione, il pubblico profano avrebbe sicuramente apprezzato quella pantomima, quindi tanto valeva lasciar correre.

- Visto che anche Gaara concorda nell'abbassare il livello intellettuale e grammaticale dello spettacolo, inseriremo questa battuta nel copione. Ora gentilmente riprendete dall'inizio, senza aggiungere altro secondo vostro gusto personale -

 

Osservava gli attori muoversi sul palco, ma in realtà la sua mente era persa altrove.
Quello spettacolo lo stava facendo letteralmente impazzire.
Inizialmente, quando aveva consegnato i copioni alla compagnia teatrale, aveva pensato che sotto la sua direzione sarebbe filato tutto liscio, senza intoppi; ma non aveva fatto i conti con l'estro artistico del cast.
Prima, sotto consiglio di Suigetsu, attore con una sfrenata passione per i musical, erano state aggiunte diverse parti cantate, a rovinare i punti cruciali della trama, decisione alla quale non era riuscito ad opporsi; poi questa comparsa di figura comica che inseriva battute volgari nel suo testo. Per non parlare delle pretese dei costumisti, Deidara e Kakuzu, che rasentavano la follia visto il basso budget a loro disposizione, che a malapena riusciva a coprire tutte le spese.
Ma a denti stretti, aveva dovuto accettare che la sua idea fosse smantellata e ricostruita; non poteva fallire, l'opera teatrale in un modo o nell'altro avrebbe dovuto aver successo, ma soprattutto fare buoni incassi.
Orochimaru non era un tipo paziente, e lui non aveva più molto tempo per ripagare il suo debito.

Si riscosse dai suoi pensieri quando si ritrovò davanti la sua timida assistente che balbettava qualcosa di incomprensibile sull'attore principale.

- Hinata per favore parla a voce più alta -

La ragazza gli rivolse uno sguardo di puro terrore, sembrava che fosse sul punto di svenire.

- Non so da-davvero come sia potuto succedere, ma Yahiko è sta-stato arrestato in una retata, mentre partecipava ad una corsa clandestina d'auto, ieri sera -

Sasuke la guardò scioccato.

Dallo sbiancare del colorito della sua assistente poté constatare di come avesse perso la tipica impassibilità del suo volto; ma più prendeva coscienza della notizia, più lo sgomento veniva inesorabilmente sostituito da una furia cieca.

- Maledetto Fast and the Furios Tokyo Drift! -

Il suo urlo riecheggiò nel teatro, azzittendo nuovamente gli attori, che lo guardarono straniti.

- Ma proprio adesso a quello svitato eccentrico doveva venir voglia di fare il Vin Diesel dei poveri? Dove troviamo, ad un mese dalla prima dello spettacolo, un attore protagonista degno del suo nome? -

Sasuke si portò le mani a massaggiare le tempie, cercando di riprendere il controllo di se stesso; aveva ancora un mese, e anche se lo spettacolo fosse stato un fiasco avrebbe potuto cercare altri modi per racimolare la cifra necessaria.

- Se posso intromettermi, io conoscerei una persona che potrebbe fare al caso nostro. D'altronde se avete accettato il sottoscritto tra le fila degli attori, tanto vale fare un tentativo con il mio amico -

Il regista posò gli occhi sul ragazzo che aveva parlato.
Shikamaru indossava il costume da fauno, e stava a bordo palco a dare istruzioni alla sua squadra di tecnici; da un paio di mesi infatti si intratteneva nel doppio ruolo di Filottete e tecnico capo delle luci, da quando Sasuke aveva udito i sagaci consigli che quest'ultimo stava fornendo all'attore che avrebbe dovuto interpretare quel ruolo.

- Tanto peggio di così non può andare, facciamo un tentativo -

 

 

*

 

 

Naruto correva a perdifiato lungo l'atrio del teatro, tenendo stretta la cinghia della tracolla che gli batteva ritmicamente sul fianco.
Quello era il giorno della sua prima grande occasione come attore, ed era già in ritardo.
Eppure la sera prima aveva impostato ben cinque sveglie, e avvisato Shikamaru di chiamarlo in caso non si fosse fatto sentire entro l'ora stabilita, ma aveva trascorso la nottata in uno stato d'ansia tale da non riuscire a dormire fino alle prime ore del mattino, e il suo sonno di piombo aveva fatto il resto.
Per sua fortuna il chiosco di ramen sotto casa sua apriva abbastanza presto, e il profumino delle sue pietanze lo aveva svegliato dal coma profondo nel quale Morfeo lo aveva imprigionato.
Sarebbe anche arrivato puntuale all'audizione, se solo nella sua corsa verso il teatro la sua sbadataggine non avesse causato un piccolo incidente con l'esposizione esterna di un negozio di porcellane e vasellame.
E la semi distruzione di un porticato.
E una crisi isterica nel proprietario del negozio.

Si ritrovò dietro le quinte con il fiatone, la milza a pulsare dolorosamente per la lunga corsa e la maglietta completamente fradicia di sudore; se i produttori si fossero basati sulla prima impressione, sarebbe stato più probabile che gli assegnassero il ruolo di una delle anime dell'oltretomba piuttosto che quello di un semi dio.
Shikamaru lo aspettava vicino all'ingresso dietro al sipario, guardandolo esasperato.

- Sei un caso perso - affermò sconsolato sfilandogli la tracolla e spingendolo direttamente sul palco.

Qui lo aspettava un'attrice, probabilmente quella che avrebbe interpretato Megara, che gli rivolse un buffo cenno divertito indicando la platea.
Una volta spostato lo sguardo in quella direzione individuò immediatamente il regista, ossia quello con gli occhi ridotti a spaventose fessure, ma non fu lui a parlare.

- Naruto Uzumaki? Grazie per essere venuto. Per il tuo provino proverai con Konan la scena in cui i vostri personaggi si incontrano per la prima volta -

- Grazie dell'occasione, farò del mio meglio -

Si rivolse di nuovo in direzione della donna, che gli stava porgendo un copione già aperto alla giusta pagina.
Era una ragazza piuttosto alta, probabilmente con qualche anno in più di lui, con dei profondi occhi color ametista ed un piccolo piercing sotto il labbro inferiore.
Sembrava particolarmente a suo agio sul palco, ma soprattutto divertita da tutta quella situazione; gli fece un cenno incoraggiante con il capo, prima di mutare completamente espressione, diventando improvvisamente un'altra persona.
In un battito di ciglia si era calata nel suo ruolo, come se cambiare pelle le venisse naturale, come se avesse interiorizzato alla perfezione i sentimenti e le emozioni di quel personaggio; Naruto rimase davvero ammirato nel constatare l'alto livello dell'attrice con la quale potenzialmente avrebbe potuto lavorare.
Aveva assunto una posa particolare, con il peso del corpo sbilanciato su un lato, le braccia conserte ed uno sguardo sensuale, in contrasto con il sorriso ironico che solcava le sue labbra.

- Signor regista che ne direbbe se il qui presente Megafusto provasse la scena a torso nudo? D'altronde è importante valutare la merce prima di comprarla -

Naruto arrossì vistosamente nel sentire quell'affermazione, particolarmente in linea con il personaggio che la ragazza stava interpretando; in prenda all'imbarazzo si girò in direzione del regista, che gli rivolse solo un cenno del capo in risposta a quella richiesta.

Sospirando si sfilò la maglietta sudata, lasciandola cadere a terra; sposto il peso da un piede all'altro, messo a disagio dallo sguardo di apprezzamento che sentiva su di sé.
Ma desiderava quella parte, quindi non si sarebbe fatto mettere in difficoltà ancora prima di cominciare la prova; prese un bel respiro per farsi coraggio, e raccolse un attimo le idee per calarsi nel ruolo.
Iniziò quindi a recitare, senza l'ausilio del copione, avendo già provato la scena il giorno prima, dopo che Shikamaru gli aveva dato una dritta sul provino.
Aveva scelto di far sembrare Ercole un ragazzo timido ed impacciato, maldestro, folgorato da Meg, con la quale spesso di trovava in imbarazzo e a corto di parole.
Le si avvicinò con una mano protesa, con fare spavaldo, ma un sorriso imbarazzato sulle labbra.

- State bene signorina? -

- Megara. Gli amici mi chiamano Meg, o lo farebbero se avessi amici. Allora ti hanno dato un nome insieme a tutti quegli ondeggianti pettorali? -

Guardò imbarazzato la mano della donna, che nel rivolgergli quella domanda gli aveva toccato il torace nudo, facendolo rabbrividire sotto quello sguardo carico di sensualità.

- Io-io sono, ehhm -

- Sei sempre così eloquente? -

- Ercole. Mi chiamo Ercole -

- Ercole, mmm io preferisco Megafusto -

- Dunque, co-come mai siete coinvolta con il.. -

- Beh conosci gli uomini, per loro no è si, sparisci è prendimi sono tua. Beh grazie di tutto Erc, è stato un vero spasso -

- Aspettate, possiamo accompagnarvi? -

- Me la caverò, sono grande e forte, so allacciare i sandali e tutto il resto, ciao ciao Megafusto -

Naruto fissò con sguardo imbambolato la donna che si allontanava da lui, immaginandosi quanto il suo personaggio avrebbe trovato attraente tutto quell'ondeggiare di curve.


Fu riportato alla realtà del provino da un silenzio denso, che si propagava nel teatro.
La prima a romperlo fu Konan, che rivolgendogli uno sorriso smaliante disse ridendo - Secondo me è perfetto -

Si ritrovò a guardare la platea.

L'uomo che gli si era rivolto in precedenza, la cui opinione sembrava avere un certo peso, lo guardava soddisfatto, gli occhi circondati da profonde occhiaie amichevoli.
Shikamaru gli sorrideva incoraggiante, i pollici alzati a complimentarsi della sua performance.
Ma lo sguardo che lo attrasse come una calamita fu quello del regista, le cui iridi nere gli mandarono scosse lungo tutta la spina dorsale; quei pozzi erano imperscrutabili, ma al tempo stesso lo affascinavano terribilmente.
Perso nell'osservarlo, sussultò quando gli rivolse la parola.

- Cominci domani. Le prove andranno avanti tutto il giorno, pretendo quindi puntualità -

Naruto annui felice, eccitato dall'avventura che a breve avrebbe intrapreso.
Finalmente avrebbe potuto realizzare il suo sogno, e dimostrare a suo padre quanto valesse.

E ora tocca a me, ce la devo fare.


 

*

 

 

Malgrado fosse il re dell'Oltretomba e del malaffare

era spietato, era crudele, inesorabile.

Aveva un piano tragico, che al mondo dimostrò.

 

 

Fece il suo plateale ingresso nella cupa stanza, gli scuri tendoni tirati ad impedire ai raggi solari di infierire sui lattei occhi, afflitti dalla cataratta, delle anziane.
C'era un odore inconfondibile, dolciastro, di sudore e naftalina.
Le tre parche erano sedute intorno ad un tavolo, e stavano discutendo tra loro sotto voce, ignorandolo; erano vestite interamente di nero, secondo le antiche usanze della vedovanza, ed intorno alle dita nodose portavano diversi anelli e opali piuttosto vistosi, ad evidenziare il loro rango all'interno dell'azienda.
Quando l'aveva ereditata dal suo predecessore, inizialmente Orochimaru aveva deriso il suo suggerimento di tenersi stretti i consigli di quelle tre vecchie streghe, vedove di tre dei vecchi soci anziani; ma nel momento del bisogno, le tre donne si erano presentate alla porta del suo ufficio, spiegandogli quali fossero i modi migliori per risollevare l'Oltretomba, la più rinomata azienda di pompe funebri del Giappone, dalla crisi in cui era incappata.

- Signore, mi dispiace tanto per il -

- Ritardo. Già lo sapevamo -

- Noi sappiamo ogni cosa -

- Ogni tua azione passata, presente o futura. A proposito l'idromassaggio andrà alla grande -

Orochimaru alzò gli occhi al cielo con sguardo esasperato; stentava a credere di come quelle mummie potessero essere sempre così informate sulla sua vita e i suoi impegni, puntuali come una segretaria efficiente.

- Dunque ecco i fatti. Sasuke, mister importanza, mister Uchiha Company, ora ha in cantiere una -

- Piccola, frizzante opera teatrale. Lo sappiamo -

- Che avevo avviato sulla buona strada del fallimento, favorendo qualche piccolo incidente di percorso, tipo privarlo dell'attore principale. Ma ora è saltato fuori questo sostituto, figlio del famoso -

- Minato Namikaze. Lo sappiamo -

- LO SO CHE LO SAPETE! Ho capito, ho afferrato il concetto. Perciò ora vi chiedo, il piccolo Namikaze manderà a monte il mio ostile progetto di conquista dell'azienda Uchiha, che ne dite? -

Le tre matusalemmi si lanciarono degli sguardi di intesa, per poi rivolgergli espressioni imperscrutabili; erano estasiate dalle suppliche e dal suo bisogno del loro consiglio, quindi doveva solo riuscire a trovare le giuste parole ossequiose.
Si avvicinò alla più brutta e rugosa delle tre, alla quale in bocca erano rimasti ben pochi denti, del tutto guasti, con un sorriso affascinante che ad occhi più attenti sarebbe apparso serpentino, afferrandole la mano nodosa chiazzata dall'età.

- Signore, vi prego, il mio destino è nelle vostre squisite mani -

Dopo aver guardato le altre due cariatidi, questa fece un cenno di assenso alla vicina, che iniziò a parlare.

- Precisamente tra diciotto giorni, le borse mondiali si appianeranno, senza affanno -

Ahi, pure in versi, ahi.

- Di tempo per agire ne avrai a iosa, sguinzaglia i tuoi scagnozzi, la tua gang mostruosa. Poi Sasuke un dì fiero, finalmente cadrà, e a te Orochimaru il suo impero andrà -

Oh si, Orochimaru regna!

- Ma un piccolo monito giunge infine. Se Naruto recita per te è la fine -

Il sorriso compiaciuto che gli deformava il volto, scomparve improvvisamente nel sentire quelle parole.
Una fredda rabbia si impossessò di lui, ma cercò di non manifestarla davanti a quelle vecchie acide, che l'avrebbero immediatamente interpretata come un gesto di debolezza, e questo avrebbe potuto significare per lui perdere l'azienda, avendo queste ancora molta influenza sul consiglio amministrativo.


Abbandonò quindi la stanza, dirigendosi nell'ingresso dove lo aspettavano i suoi tirapiedi.
In uno scatto d'ira una volta li aveva soprannominati Pena e Panico, e da quel momento all'interno dell'organizzazione tutti avevano continuato ad usare quei vezzeggiativi, con enorme disappunto degli stessi.
Pena, ossia Karin, era scaltra ed irrequieta, e anche piuttosto violenta con il suo compare; l'aveva soprannominata così per la sua abitudine di pestare malamente Suigetsu.
Panico, alias Suigetsu, era ironico e manipolatore, con una buona capacità di analisi delle situazioni; d'altra parte era una piaga, ansioso e lamentoso, e da questo derivava il suo nomignolo.
Lo stavano aspettavano nell'atrio, e immancabilmente litigavano.
Gli arrivò alle spalle silenziosamente, per poi tirare un coppino ad entrambi per attirare la loro attenzione, guardandoli scocciato.
Era davvero stufo del comportamento infantile dei suoi sottoposti; come poteva risultare credibile nella malavita se si attorniava di inetti?
Li guardò pensieroso, intrecciando le dita davanti al viso; quella sarebbe stata la loro ultima occasione per dimostrargli la loro fedeltà ed utilità.
Li aveva già inseriti come attori nello spettacolo, per spiare le mosse di Sasuke, quindi il compito che aveva in serbo per loro non sarebbe dovuto risultare troppo complesso.

- Pena, Panico, ho un indovinellino per voi -

Lo guardarono intimoriti, avendo capito come la conversazione con le parche lo avesse particolarmente adirato. Probabilmente la sua frustrazione si sarebbe riversata in qualche modo su di loro, dovevano stare attenti a non innervosirlo ulteriormente.

- Come si stronca la carriera di un attore? -

Karin lo guardò attenta, avendo intuito dove volesse andare a parare.

- La si distrugge ancora prima che inizi?-

- Tombola! Dovrete screditare spruzzetto di sole agli occhi del regista, in modo che non lo faccia recitare -

Suigetsu aveva un pericoloso brillio negli occhi, che li accendeva ogni volta che aveva il permesso di compiere qualche azione illegale per conto del suo capo.
Si scambiò uno sguardo d'intesa con la sua compare, prima che entrambi annuissero decisi nella direzione del boss.
Quella sarebbe stata la loro ultima occasione, dovevano giocare bene le loro carte.

 

 

*

 

 

Sasuke stava bevendo un fumante caffè nero, osservando le prove.
Nonostante tutte le sue preoccupazioni iniziali, Naruto si era subito integrato bene nella compagnia, facendosi amare sia dal cast che dai tecnici.
Era una personalità ingombrante e solare, che spronava tutti con il suo entusiasmo da novellino a dare il meglio; le scene scorrevano fluide e si susseguivano senza intoppi, a parte qualche piccolo incidente dato dalla sua sbadataggine cronica, che tutti gli perdonavano con un sorriso.
Aveva persino cambiato qualche parte del copione in seguito a qualcuno di questi incidenti, perché erano perfettamente in linea con il suo personaggio.
Effettivamente il biondo era perfetto per quel ruolo, e fin dal suo provino ne aveva avuto la conferma.
Le somiglianze fisiche con un semidio greco erano sconcertanti; trovare un biondo naturale, dalla bronzea carnagione e con due spiazzanti occhi blu in Giappone, era stato un vero e proprio miracolo.
Inoltre aveva un fisico mozzafiato, muscoloso e compatto, che sarebbe stato esaltato al meglio dal costume che Deidara stava preparando per lui.
Sasuke aveva avuto quasi un infarto quando Konan, conoscendo alla perfezione i suoi gusti, per fargli un dispetto, aveva proposto che l'attore si spogliasse; le spalle muscolose, la curva elegante del collo, e quel tatuaggio sexy intorno all'ombelico...

Si ustionò la lingua, distratto dal ricordare l'eccitazione provata; doveva darsi un contegno, non poteva rovinare tutto.
E poi si era ripromesso da quella volta che lui aveva chiuso con queste cose, non si sarebbe mai più esposto così con qualcuno, soprattutto se questo era un attore affamato di fama.
E come se i suoi pensieri avessero avuto il potere di materializzarsi, si ritrovò affianco il suo protagonista, fasciato in una corazza bronzea ed un gonnellino di pelle, che si lasciava scivolare sul sedile sospirando soddisfatto, con una ciotola di ramen in mano.

Era già arrivata la pausa pranzo e lui non se ne era neanche accorto.
Ultimamente non sentiva spesso lo stimolo della fame, e aveva cominciato a saltare addirittura i pasti, buttandosi a capofitto sul lavoro; anche se sapeva nasconderlo bene, era enormemente stressato, i debiti incombevano su di lui, scandendo lo scorrere inesorabile del tempo.
Non poteva fallire e perdere l'azienda di famiglia, suo padre non lo avrebbe mai perdonato.
Ma era anche troppo orgoglioso per chiedere il suo aiuto o quello di Itachi, anche perché così facendo sarebbero venute alla luce le motivazioni per cui si era cacciato in quel casino, e questo non avrebbe fatto altro che screditarlo ancora maggiormente agli occhi dell'inflessibile Fugaku.

- Tieni, ti ho portato qualcosa da mangiare -

Sasuke si girò sorpreso verso l'altro, guardando attonito la mano che gli stava porgendo un piccolo sacchetto di carta.
Naruto lo guardò perplesso, visto che la mano del regista non pareva volersi muovere di un millimetro.

- Scusa se mi sono permesso, ma ho notato che passi spesso le pause pranzo a scrivere piuttosto che a mangiare, e non è salutare saltare i pasti -

Gli sorrise gentile, continuando con insistenza a porgergli il cibo; si vedeva che era leggermente imbarazzato dal silenzio dell'altro, ma pareva non voler cedere.
A queste parole il suo stomaco risuonò prepotente, pretendendo la sua dose di pomodori giornaliera; Sasuke afferrò il sacchetto riconoscente, ma leggermente infastidito del fatto che l'altro si fosse accorto delle sue abitudini.
Era una persona piuttosto riservata, che solitamente intratteneva con la compagnia di attori un semplice rapporto professionale, passando le pause pranzo ben lontano dal gruppo chiassoso, preferendo rimanere solo o a discutere con Gaara di qualche particolare inerente allo spettacolo.
Addentò il panino con lentezza, godendosi l'apporto di carboidrati di cui il suo corpo necessitava.

- Direi che ne avevi proprio bisogno -

Affermò soddisfatto l'altro, prima di buttarsi a capofitto sulla ciotola di ramen.
Mangiava nello stesso modo in cui si relazionava con gli altri, con trasporto ed entusiasmo; non aveva mai visto nessuno affrontare un pasto con tanto impeto e passione.
Si ritrovò a fissare sconcertato quella bocca che ingurgitava freneticamente una tagliatella dopo l'altra, dandogli l'impressione che appartenesse a qualche personaggio degli anime che impilava infinite ciotole; era schifato, ma non riusciva a distogliere lo sguardo.

- Dio Dobe sei disgustoso -

- Scusa cosa hai detto Teme? Uno fa il gentile e gli porta il pranzo e poi si fa pure insultare -

Gli aveva parlato con la bocca piena, gonfiando le guance, colorate di rosso per l'insulto, come un bambino. Non sapeva se ridere o essere ancora più infastidito.

- Non è colpa mia se mangi come quello scimmione di Goku -

- Goku? È un onore essere paragonato al mio maestro di vita -

L'espressione irritata era subito stata sostituita da un luccichio entusiasta al nominare il personaggio di Toriyama. Forse non aveva capito che il suo paragone andasse inteso come un insulto.
Questo ragazzo è un totale mentecatto.

- Comunque ero venuto principalmente per ringraziarti di avermi assegnato questo ruolo. Ho visto tutti gli spettacoli da te prodotti, e sono sempre stato affascinato dalla caratterizzazione dei tuoi personaggi. Per me è quindi una grande occasione lavorare con te -

Gli aveva parlato guardandolo dritto negli occhi, grattandosi dietro la testa leggermente imbarazzato.
Non avrebbe mai immaginato che un suo coetaneo potesse apprezzare davvero il suo lavoro, solitamente gli attori volevano recitare nei suoi spettacoli più per la notorietà del suo nome, che la considerazione del suo talento.

- Grazie -

Non era mai stato una persona eloquente, ma sperava che l'altro riuscisse a percepire quanto le sue parole lo avessero colpito.
Lo incuriosiva parecchio come persona, era un'insolita ma piacevole boccata d'aria fresca in quell'ambiente competitivo e di prime donne.

- Se posso chiedere, perché un attore con le tue potenzialità non ha mai recitato a teatro prima? Ho visto qualche recital televisivo a cui hai partecipato, ma non erano assolutamente all'altezza del tuo talento-

- È curioso, nessuno mi ha mai posto questa domanda - gli sorrise rilassato, distendendo le gambe.

- Sono stato cresciuto da mio padre nell'amore per la recitazione; fin da bambino il mio sogno più grande è stato quello di fare l'attore, e di avere il suo riconoscimento, sperando di raggiungere il suo livello -

Minato Namikaze era senza dubbio uno dei migliori attori teatrali che il Giappone avesse mai avuto; Sasuke quindi non si sorprese nel sapere che a Naruto fosse stata passata questa passione dal padre, persino lui era stato fortemente influenzato nelle sue scelte lavorative dal suo talento.

- Quando cominciai a recitare però, venivo sempre scelto nel ruolo di protagonista, appena veniva rivelato il mio nome. Nonostante fossi un bambino, ero abbastanza sensibile da capire che non mi meritassi assolutamente quei ruoli, e che spesso molti ragazzi più bravi di me venissero scartati per avere più pubblicità nello spettacolo -

La sua voce era stata oscurata da un tono amaro, che rendeva perfettamente l'idea di quanto quel bambino avesse sofferto quell'ingiustizia, che in parte screditava anche tutto il suo impegno e il suo lavoro per migliorarsi.

- Per questo da maggiorenne scelsi di cambiare cognome, prendendo quello di mia madre; volevo farmi strada da solo, senza scorciatoie. Mio padre approvò la mia scelta, i miei genitori sono sempre stati molto comprensivi. Ma invece non condivise affatto il mio voler provare a sfondare nell'ambiente televisivo, che ritiene infamante e di bassa lega per la maggior parte degli attori; so che sembra sciocco, ma per me l'approvazione di mio padre è davvero importante. Lui è sempre stato un esempio di vita per me, e vorrei renderlo orgoglioso. E penso di avere finalmente l'occasione per far vedere quanto valgo, grazie a te -

Gli lanciò un sorriso a trentadue denti, che lo lasciò stordito per la sua naturalezza.


Condivideva molte cose con quel ragazzo, in primis gli ostacoli dati dal proprio cognome e la ricerca spasmodica dell'approvazione del padre, con la differenza che Minato sembrava un genitore fantastico, ed un appoggio nelle scelte del figlio.
Non come suo padre, che non si era ancora ripreso dall'apprendere che uno dei suoi discendenti, cresciuto per dirigere l'impresa di famiglia, si dilettasse in passatempi futili come il teatro.

- Sono sicuro che lo renderai orgoglioso -

Naruto gli annui riconoscente, tornando a mangiare.
Sasuke si sorprese delle sue stesse parole, uscite dalla bocca incontrollate; quel ragazzo gli stava iniziando a piacere, aveva la capacità di farlo sentire a suo agio, se stesso.
E questo non sarebbe dovuto assolutamente accadere.
Anche l'altro lo aveva fatto sentire così, e quando era riuscito a superare gli ostacoli dati dal suo carattere chiuso, e lasciarsi andare, era stato irrimediabilmente ferito.
Doveva impedire che accadesse di nuovo.
Si allontanò bruscamente, adducendo come scusa a qualche direttiva indispensabile da dispensare immediatamente, lasciando un Naruto sorridente ad augurargli buon lavoro.

Quegli occhi blu lo avrebbero fatto impazzire.

 

 

*

 

 

Erano passati diversi giorni da quella prima pausa pranzo con Sasuke, e ne erano seguite molte altre, diventando un'abitudine per entrambi.

Principalmente durante queste era Naruto a parlare, ma ogni tanto riusciva ad ottenere una qualche affermazione ironica dal regista, che era parecchio incline al sarcasmo; quando gli dava una delle sue risposte acide, sollevando un sopracciglio con biasimo, era dannatamente sexy, e fastidioso.
Ormai il teatro risuonava spesso di Dobe e Teme, facendo alzare gli occhi al cielo alla povera Hinata, che poi si doveva sorbire gli sproloqui del suo capo su quanto l'attore protagonista fosse un menteccato.
Un irresistibile mentecatto.

Le prove di quel giorno erano appena ricominciate, ma Naruto non riusciva a concentrarsi.
La conversazione di pranzo con Sasuke gli aveva lasciato una sensazione piacevole addosso; nonostante avesse intuito quanto il regista fosse una persona riservata e ligia al dovere, aveva intravisto nei suoi sguardi molto di più di quello che l'altro volesse esprimere.
Sentiva tra loro una certa affinità, data sicuramente dall'essere accomunati da situazioni similari, e intuiva che anche l'altro la percepisse e che fosse altrettanto sollevato nell'apprendere che non era il solo a provare quei sentimenti di volontà di riscatto ed affermazione.

- Sbaglio o quel sorriso è conseguente ad una pausa pranzo intima? -

Shikamaru si materializzò di fianco a lui, con un sorrisetto compiaciuto; spesso dimenticava quanto il suo amico in realtà, nonostante le apparenze da pigro e svogliato, possedesse un acume e una capacità di analisi invidiabili.

- Non so di cosa tu stia parlando -

- È inutile che fingi con me, guarda che l'attrazione tra voi due è palese, se ne sono accorti tutti -

Naruto lo guardò impacciato, non sapendo bene cosa replicare.
Più recitava la sua parte, più si sentiva affine al suo personaggio, in balia di quell'attrazione irresistibile verso l'indipendente, ironica, scostante Megara, alias Sasuke Uchiha.
Rise nella sua mente al pensiero che se l'altro avesse saputo di come lo paragonasse al suo personaggio femminile questo lo avrebbe indubbiamente fatto fuori in malo modo.

- Ma proprio tu parli? E come procedono le tue avance a Temari? Ho visto come la guardavi l'altro giorno, nel suo sexy costume da musa -

- Ok, ho afferrato il concetto. Io non stuzzico te, e tu non infastidisci me. Ma stai solo attento a non farti distrarre dal tuo obiettivo; sei qui in primis per sfondare come attore, una relazione amorosa con il regista non sarebbe il miglior modo per iniziare la tua carriera di attore -

Naruto lo guardò sparire dietro le quinte.
Ovviamente l'amico aveva ragione. Era un consiglio sensato il suo, ma proprio non riusciva a fare a meno di essere attratto dall'altro, nonostante sapesse che questo avrebbe potuto nuovamente far sorgere dubbi sulla legittimità nell'assegnazione del suo ruolo.

Mentre rifletteva sulle parole dell'altro, gli si avvicinò Karin, una delle attrici interpretanti le muse.
Era una ragazza simpatica ed irruenta, proprio come lui, quindi la salutò con entusiasmo.
Si trovava veramente bene all'interno di quella compagnia, dove non aveva avuto difficoltà a stringere immediatamente nuove amicizie.

- Ciao Karin, siete state bravissime oggi nel cantare il pezzo ''Ieri era zero'' non immaginavo assolutamente che aveste delle voci così prorompenti -

- Grazie! In realtà io odio cantare, ma a causa della passione per i musical di pesce lesso, mi trovo a dover fare proprio il personaggio corale. Prima o poi lo farò definitivamente fuori -

Il biondo rise di gusto a quell'affermazione; le discussioni di lui e Sasuke erano frequenti, anche se non all'altezza dei litigi tra i due costumisti, praticamente in disaccordo su ogni singolo orlo e tessuto. Ma nulla era paragonabile alle litigate violente portate avanti da Karin e Suigetsu, che venivano addirittura spesso alle mani; erano cane e gatto, ma vivevano in una specie di rapporto simbiotico basato su astio e mal sopportazione, che li rendeva un'indispensabile ed irrinunciabile valvola di sfogo per l'altro.

- Comunque ero venuta qui per dirti una cosa. So che hai recitato parecchie volte per la televisione; mi è giunta voce che Hidan, un famoso regista indipendente, dopo aver visto le tue performance, ti desideri come attore protagonista nel suo film. È una grande occasione! Se fossi al tuo posto accetterei immediatamente -

Lo guardava con occhi trasognanti, eccitata per l'occasione che avrebbe desiderato capitasse a lei; nonostante Naruto sapesse quanto fortunato potesse considerarsi nel ricevere una proposta del genere, non riusciva a viverla con altrettanto entusiasmo.
Ormai aveva deciso che avrebbe sfondato nel teatro, e nulla gli avrebbe fatto cambiare idea.
Inoltre non poteva lasciare Sasuke così, abbandonandolo a pochi giorni dalla prima dello spettacolo.

- Sarebbe una grande occasione, ma attualmente ho altri progetti. Grazie comunque per avermelo detto, sei stata molto gentile -

Gli sorrise, prima di avviarsi in direzione di Sakura ed Ino, che si sbracciavano nella sua direzione.
Karin lo guardò andare via scocciata.
Ovviamente sapeva che non sarebbe stato così facile farlo desistere, ma aveva sperato di non dover passare alle maniere forti.

 

 

Per Naruto quei giorni furono un susseguirsi di strani incidenti, che se non fosse stato così ingenuo avrebbe intuito essere frutto di una seria campagna alla sua esclusione dallo spettacolo.

Si era ritrovato ad essere per ben due volte consecutive in ritardo per le prove, perché le gomme del suo macinino, o dai più definita automobile, erano state tagliate; ma la fortuna di avere un amico e vicino di casa come Shikamaru, disposto a tornare indietro a metà strada per prenderlo, lo aveva tratto in salvo dalle ire del regista.
Poi c'era stato l'incidente del costume.
Uno scioccato Deidara, in preda ad una crisi isterica degna del miglior personaggio di un teen drama, gli aveva comunicato, tra i singhiozzi e il mascara sbavato, che lo splendido costume che aveva confezionato per lui era sparito, e che al suo posto era stata lasciata un'esatta copia del costume di Xena principessa guerriera.
Naruto aveva riso dello scherzo sciocco, opera sicuramente di qualche collega burlone, e per tirare su di morale il costumista, che sembrava sull'orlo del suicidio, e far vedere che sapeva stare agli scherzi, lo aveva indossato nell'ilarità generale.
Sasuke si era quasi strozzato con un pomodoro, quando lo aveva visto, obbligando Hinata a fargli una manovra di Heimlich d'emergenza per disostruire le sue vie respiratorie.

E gli strani incidenti si erano così susseguiti, nell'ultimo dei quali una folla di fangirl urlanti, entrate nel teatro di soppiatto, gli aveva strappato quasi tutti i vestiti di dosso, obbligandolo a rifugiarsi nei camerini.

 

Era appoggiato alla porta, con la schiena puntellata contro il legno fresco, a riprender fiato da quella veloce corsa per la sopravvivenza, quando una risata cristallina gli rivelò di non essere solo nella stanza.
Si sorprese nello scoprire che quelle risa spontanee provenissero da Sasuke, che prima di allora gli aveva concesso al massimo un ghigno ironico; era bellissimo nel suo ridere di gusto, tenendosi compostamente una mano davanti alla bocca, gli occhi inumiditi dalle lacrime.

- Scusami non volevo ridere così di te, ma Dobe sembravi davvero il protagonista di qualche pubblicità della Axe -

- Non c'è nulla di divertente, quelle assatanate mi hanno spaventato a morte -

Questa sua affermazione provocò un altro scoppio di risa nel regista, che dovette asciugarsi più volte gli occhi, prima di riprendere il controllo.

- Guarda che se ti faccio tanto ridere forse dovresti lasciarmi interpretare qualche battuta comica in più, evidentemente ho un talento naturale -

- No davvero scusami, è che la tua faccia nella fuga era impagabile. Comunque ero passato a cercarti per proporti una cosa; per oggi ho sospeso le prove. Visto lo scompiglio creato da quelle oche penso che sarebbe difficile per tutti riprendere la concentrazione -

- Indubbiamente -

- Quindi volevo chiederti, ti andrebbe di uscire con me? -

- Mi stai chiedendo un appuntamento? -

Naruto sorrise malizioso, notando quanto la sua uscita scherzosa avesse messo a disagio l'altro, che non sapeva bene come replicare senza fare la figura dell'imbranato, ruolo al quale non era abituato.

- Ovviamente no. Ma avevo due biglietti per l'Edipo re, e pensavo che potesse interessarti, dato quanto l'altro giorno mi hai messo a perdere con la tua passione per le tragedie greche -

Il ragazzo sorrise estasiato; aveva cercato di procurarsi quei biglietti in ogni modo, ma ormai erano introvabili. E poi avrebbe potuto passare altro tempo da solo con Sasuke, e fuori dall'ambiente lavorativo, e la cosa non gli dispiaceva per niente.

- Prendo quel sorriso da membro di una boyband per un si. Passo a prenderti a casa per le 7, per favore per una volta cerca di essere puntuale -

 

 

*

 

 

Camminava su e giù per la stanza, imprecando sommessamente, in un borbottio continuo che alle orecchie di Pena e Panico appariva più come un sinistro sibilio.
Erano andati a fargli rapporto con la coda tra le gambe, non potendo ormai più rimandare, consapevoli dell'ira che avrebbero scatenato nel loro capo; d'altronde non era colpa loro se quel ragazzo era così sfacciatamente fortunato ed in grado di cadere sempre in piedi.

- Voi gli lanciate contro ogni genere di attacco, e non c'è niente che lui non riesca ad evitare -

Interruppe la frase bruscamente, osservando la maglietta che indossava Suigetsu, che riproduceva la corazza di Ercole, con sul retro scritte le date di messa in scena dello spettacolo; un'idea di Gaara per pubblicizzare ulteriormente l'opera teatrale.

- Io ho ventiquattro ore per liberarmi di questo buffone, e distruggere lo spettacolo, o l'intero piano che sto progettando andrà in fumo, E TU INDOSSI I SUOI ARTICOLI FIRMATI? -

Karin stordita dalle urla dell'uomo, nascose prontamente il plico di volantini che spuntava dalla sua borsa, onde evitare un aggravarsi dell'innalzamento di pressione del Boss, che già indubbiamente era salita bruscamente; il medico gli aveva detto di imparare a gestire la rabbia per il bene delle sue coronarie, ma in risposta Orochimaru lo aveva fatto irradiare dall'albo.
Un bussare sommesso alla porta interruppe la sfuriata nei confronti dei suoi inutili tirapiedi.

Sasuke entrò a passo sicuro, con uno sguardo di sfrontata sfida in volto, nascondendo il tremore delle mani tenendole saldamente infilate nelle tasche della giacca.
Spalancò gli occhi sorpreso, nel trovare in quella stanza due degli attori del suo spettacolo; sorpresa che si trasformò in disgusto nel capire che probabilmente questi lavoravano per l'uomo.

- Sasuke, qual buon vento ti porta qui? Hai finalmente racimolato i soldi per estinguere il tuo debito? -

Il ragazzo lo guardò sfacciatamente, lo sguardo orgoglioso accesso dall'odio.

- Veramente ero venuto a chiederti una proroga fino alla messa in scena dello spettacolo. Questa modifica dell'accordo sarebbe conveniente anche per te, potrei darti il doppio di quello che ti devo -

Gli sorrise furbo, cercando di celare il disprezzo che provava nei suoi confronti; purtroppo per lui, l'altro sapeva fiutare gli intenti manipolatori da chilometri di distanza, essendo il re delle serpi.

- Sasuke, Sasuke, Sasuke. Credevo che ormai mi conoscessi, io non concedo ne proroghe ne sconti; non prenderla sul personale, è solo una questione di credibilità ed immagine -

Gli lanciò un sorriso crudele, andando ad accomodarsi dietro la sua scrivania.

- Ma sai che ho un particolare occhio di riguardo nei tuoi confronti, quindi per te farò un eccezione. Manda via Naruto dallo spettacolo, e io ti darò la proroga che chiedi; so che Yahiko è stato rilasciato, i miei avvocati hanno fatto un ottimo lavoro -

Sasuke lo guardò con disgusto.

- Scordatelo, non ci pensare neanche -

- Purtroppo non sei nelle condizioni di poter rifiutare la mia proposta. I miei sottoposti hanno provato ad allontanarlo, ma hanno fallito miseramente; e chi meglio del regista può occuparsi del licenziamento di un attore? Mi serve che tu ti occupi di quell'uomo -

- Lo sai benissimo, ho smesso di curarmi degli uomini -

Affermò il ragazzo voltandogli le spalle, lo sguardo perso nel vuoto.
Orochimaru gli si avvicinò, prendendo tra le dita il suo mento e voltando quel viso apatico verso di lui, guardando dentro quei pozzi infiammati dalla rabbia a stento repressa.

- Beh sai è un bene, perché è questo che ti ha messo in questo impiccio; tu mi hai venduto la tua parte di azienda, per permettere a quel tuo fidanzato attore da quattro soldi di sfondare. E come ti ha ringraziato quel verme? Vendendosi per un altro spettacolo ed andando con un altro, spezzandoti il cuore -

Gli occhi di Sasuke furono attraversati da uno sguardo di dolore, prima di tornare rabbiosi.

- Senti ho imparato la lezione va bene? -

- Ed è esattamente il motivo per cui credo afferrerai al volo la mia offerta. Tu mi sistemi Megafusto, e io ti darò la cosa che brami di più: la libertà da ogni debito -

 

 

*

 

 

Naruto era rimasto piacevolmente sorpreso da quella serata con Sasuke.
Prima erano andati a cena in un ristorantino greco alla mano, e poi a vedere lo spettacolo a teatro; era rimasto affascinato da quanto il volto imperturbabile del regista si trasformasse in balia delle emozioni trasmesse dalla rappresentazione teatrale.
E poi Sasuke quella sera era stato diverso, più sciolto, come se si sentisse finalmente libero di essere se stesso.
Stavano concludendo la serata passeggiando nel parco vicino al teatro, una quieta oasi di pace nel caotico traffico e affollamento cittadino; si sentivano solo il suono delle cicale e di qualche uccello notturno, il sentiero illuminato dalla luce lunare.

Camminavano uno di fianco all'altro in perfetto silenzio, godendo solo della vicinanza dei loro corpi, senza sentir il bisogno di rovinare quel momento con una vuota conversazione per stemprare l'imbarazzo.
Sasuke si sedette su una panchina, facendogli cenno di accomodarsi vicino a lui.
Rimasero così per un po' di tempo, gli occhi persi nell'enorme volta stellata.

- Sai quando ero piccolo avrei dato qualcosa per essere come tutti gli altri, senza un padre famoso, conquistandomi il mio posto nel mondo solo con le mie forze -

Il moro lo guardò improvvisamente cupo – Volevi quindi essere meschino e disonesto? -

- Non tutti nel nostro ambiente sono così -

- Si lo sono -

- Io non sono così, tu neanche -

Si scontrò con uno sguardo di rabbia dell'altro, che gli si avvicinò al viso, guardandolo intensamente.

- Pensi di sapere come sono? Mi conosci da meno di un mese -

Naruto ridusse ulteriormente quella distanza.
Poteva sentire il fiato caldo dell'altro sfiorargli il viso, il suo profumo leggero invadergli le narici; sarebbe bastato un istante per carpire quelle labbra invitanti, ma prima voleva mettere in chiaro le cose.

- So solo che tu mi dai questa idea di incrollabile correttezza e fiducia, e amore per il proprio lavoro; quando sono con te io... non mi sento solo -

- Forse a volte è meglio rimanere soli, così nessuno può ferirti -

- Io non potrei mai ferirti -

Sasuke alzò lo sguardo verso quei sinceri occhi blu, e per un attimo si sentì come se quella storia avesse potuto realmente funzionare; e abbandonatosi a quella calda sensazione di fiducia si sporse in avanti a baciare quelle labbra carnose che aveva desiderato fin dal loro primo incontro.
Naruto aveva percepito il tono addolorato con cui il regista aveva pronunciato quelle parole, e l'irruenza con cui si era gettato sulle sue labbra, come volendovi trovare conforto; quel ragazzo era complesso, e sicuramente aveva qualche lato oscuro del suo passato di cui non voleva ancora parlargli, ma si fidava di lui e voleva solamente poter sconfiggere la solitudine che li attanagliava, insieme.
Rispose a quel bacio spingendosi contro il corpo dell'altro, affondando le dita tra i suoi capelli, assaporando ogni centimetro di quella lingua bollente.
Si staccarono solo diversi minuti dopo, i fiati spezzati da quella lunga apnea, le menti annebbiate dall'eccitazione che li aveva scossi dal contatto con l'altro; Naruto sorrise come un ebete, di fronte all'espressione stupita di Sasuke, che non riusciva a capacitarsi di quanto un solo bacio potesse sconvolgerlo così profondamente.

- Forse è meglio che io vada, se no domani non riuscirò sicuramente a svegliarmi in tempo per venire alle prove -

- Vuoi che ti accompagni a casa? -

- No tranquillo, mi fa piacere sgranchirmi un po' le gambe -

- Va bene allora a domani -

Lo salutò imbarazzato con un gesto del capo, non sapendo bene come comportarsi.
Naruto rimediò al suo dubbio coinvolgendolo in un altro bacio, più dolce e casto del precedente.
Si allontanò poi salutandolo con la mano, scomparendo nell'oscurità del parco.

 

Sasuke rimase sulla panchina, le mani in tasca e lo sguardo perso nel cielo.
Provava un misto di gioia ed angoscia al pensiero di quanto fosse irrealizzabile quel rapporto.
Ci era già passato, e la cosa non era finita bene

 

Se esiste un premio per gli ingenui,
io l'ho già vinto da tempo.
Ma nessun uomo vale tanto,
di delusioni ne ho avute troppe.

 

Strabuzzo gli occhi sconcertato, nell'accorgersi di aver canticchiato le parole di quella stupida canzone che Suigetsu e Gaara avevano ideato per il personaggio di Megara; doveva essere parecchio scombussolato da quella situazione per ritrovarsi solo e depresso, in un parco vuoto di notte a cantare come la più squallida eroina di qualche musical.
Se lo avesse visto suo padre... Ci mancava solo che indossasse una tunica viola, magari adornata da un grande fiocco.

 

Cosa credi amico, non si può far finta quando

tutto parla chiaro ma noi ti leggiamo dentro

e anche se lo neghi, sai si vede bene quanto immenso sia

 

Stava completamente ammattendo, gli era persino sembrato di sentire in risposta le voci di Ino, Sakura, TenTen e Temari intonare la strofa in risposta.
Rise di se stesso e di quella situazione imbarazzante, prima di strabuzzare gli occhi sconcertato.
Anche le allucinazioni no, era troppo.
Vide spuntare fuori da un cespuglio le quattro ragazze; stranamente non le stava immaginando vestite da muse, ma abbigliate con i loro vestiti di tutti i giorni.
Le quattro camminarono fino a lui, circondando la panchina.
Solo allora si rese conto che non era affatto impazzito, ma che le ragazze erano lì in carne ed ossa e che probabilmente avevano spiato lui e Naruto fino a quel momento.
E lo avevano persino deriso paragonandolo al suo personaggio.

- Secondo voi si sta strozzando nella sua stessa bile? -

- Non saprei, ma quel colorito verdognolo non è molto rassicurante -

- Probabilmente Sasuke se assottigli ancora un po' di più gli occhi, non vedrai più -

- Cosa diavolo ci fate qui, sottospecie di stalker? -

 

Quanto sei curioso, tu nascondi l'evidenza.

Noi ti conosciamo,

non t'arrabbieresti tanto senza una ragione,

se non fossi tanto preso da, da, dall'eroe!

 

- La smettete di rispondermi cantando? Siete inquietanti e io non sono preso da nessun Eroe! -

Le attrici si scambiarono sguardi divertiti, prima di alzarsi ed allontanarsi canticchiando la canzone.

- Non pensiate di poterla scampare così! Domani avrete la mia somma vendetta, nessuno può prendersi gioco di un Uchiha e sopravvivere per poterlo raccontare -

 

 

*

 

 

Shikamaru anche quel giorno aveva fatto tardi.
Nonostante le prove fossero state interrotte anticipatamente, a causa di un orda di fangirl urlanti, lui non poteva permettersi di andare a casa a riposarsi.
Prima di essere un attore era infatti il capo tecnico delle luci, e non poteva rilassarsi il giorno prima dello spettacolo, aveva ancora troppe cose da sistemare; aveva deciso di mandare a casa la squadra, sfinita dalla giornata di lavoro, ma di rimanere ancora giusto il tempo di aggiustare le ultime cose.

Si trovava sulla passerella sospesa sopra il palco, a sistemare alcuni faretti pericolanti, le cui viti di sostegno si erano allentate, quando sentì delle voci avvicinarsi.
Riconobbe le figure di Karin e Suigetsu, fermarsi esattamente sotto di lui.
Un po' imbarazzato dalla situazione, sperò che questi non decidessero di far sfociare una delle loro solite discussioni in qualcosa di più fisico; gli era già capitato di beccarli per sbaglio in un camerino, e sinceramente non voleva ripetere l'esperienza, che lo aveva profondamente turbato.
Quei due non avevano gusti molto comuni in fatto di sesso, non che volesse giudicare, ma erano cose un po' troppo estreme ed impegnative per il suo gusto pacato.
Cercò di estraniarsi dalla loro conversazione, muovendosi verso una via di fuga lentamente, per non far scricchiolare la passerella sotto di lui.

Ma quando sentì nominare Sasuke e Naruto, non poté fare a meno di origliare.

- Hai sentito cosa ha detto Orochimaru, Sasuke lo farà sta sera -

- Gli servirà Naruto su un piatto d'argento -

- Ma secondo te quel ragazzino lo allontanerà davvero? A me sembra che sia abbastanza preso dall'altro -

- Si vede che non conosci gli Uchiha. Sono falsi, manipolatori ed irresistibili. L'attore è già caduto ai suoi piedi, e lui non dovrà fare altro che usarlo come Orochimaru ha deciso -

Shikamaru non ascoltò oltre.
Fregandosene del rumore e di essere scoperto, si precipitò giù per le scale, correndo fuori dal teatro; doveva assolutamente mettere in guardia Naruto, prima che fosse troppo tardi.


Naruto si diresse spazientito verso la porta di casa, maledicendo quel maleducato che si era attaccato al campanello a quell'ora della sera.
Quindi si stupì alquanto di ritrovare, aprendo la porta, il suo solitamente calmo e pacato amico, trafelato e sudato.
Ed iniziò a spaventarsi, perché Shikamaru non perdeva mai la calma, doveva essere accaduto qualcosa di grave.

- Choji ha di nuovo fatto indigestione? -

Chiese enormemente preoccupato il biondo, cercando le scarpe in fretta e furia, pronto a correre all'ospedale.

- No, stanno tutti bene. Ma Naruto dobbiamo parlare -

- Per fortuna, mi hai fatto preoccupare! Sapessi che serata ho passato, una delle più belle della mia vita -

Affermò trasognante, con un sorriso smagliante ad illuminarlo tutto; al moro si strinse il cuore nel dover distruggere quella gioia, ma doveva faro, per il suo bene, prima che ci pensasse Sasuke a farlo.

- Ascoltami Sasuke è -

- Un favoloso regista? Il ragazzo più bello di Tokyo? -

- Un bugiardo. Non ha fatto altro che mentirti e prenderti in giro, per tutto questo tempo -

- Se questo è uno scherzo non fa ridere -

Vedendo la sua espressione addolorata, Naruto passò dallo sbalordimento alla rabbia, nell'intuire che parlasse seriamente.

- È meschino ed egoista -

- Smettila -

- E gli interessa solo di se stesso -

Il rumore secco dello schiaffo risuonò nell'aria, sostituendosi a qualunque altro suono.
Shikamaru si portò una mano sulla guancia arrossata, guardandolo con rammarico; lui aveva cercato solo di fare la cosa giusta, se l'altro preferiva fidarsi di uno sconosciuto piuttosto che di un amico di una vita, chi era lui per impedirglielo?
Si avviò giù per le scale del palazzo, non guardandosi indietro.

- Ti prego Shikamaru aspetta, non andartene così, mi dispiace -

 

 

*

 

 

Sasuke gli aveva dato appuntamento per parlare nel teatro.
Subito dopo la discussione con Shikamaru gli aveva scritto, per avere dei chiarimenti, e si erano accordati per vedersi subito.

Quando giunse davanti all'edificio questo era ancora buio, con le luci spente; probabilmente il regista non era ancora arrivato. Decise che lo avrebbe aspettato seduto comodo nella platea, al caldo, piuttosto che stare fuori ad aspettare nel gelo notturno.
Entrò da una porta anti incendio, che sapeva essere rimasta isolata dall'allarme e mai ricollegata al sistema di sicurezza.
Rimase stranito quando giungendo nei pressi del palco, trovò le luci accese, ed una figura di spalle in piedi sul palcoscenico.

- Sono Ade, il Dio dell'oltretomba, come andiamo? -

- Non so chi sia lei, ma questo genere di umorismo non mi diverte per niente -

- Chi sono non ti deve interessare, ma pare che tu mi metta sempre i bastoni tra le ruote -

- Credo che lei abbia sbagliato persona -

- Dunque, io ti sarei enormemente grato se, che so, ti prendessi un giorno di ferie dallo spettacolo. Sai è stressante questa vita da attore; le prove, i riflettori, le orde di fans sfegatati, un giorno potrai anche prendertelo no? -

- Non credo proprio. E ora me ne vado -

- Fossi in te rimmarrei, sai ho qualcosa che forse potrebbe convincerti ad accettare -

L'uomo schioccò le dita, e da dietro le quinte comparvero due scimmioni tra i quali si trovava un Sasuke legato ed imbavagliato.

- Lascialo andare, altrimenti io.. -

- Tu rinunci al tuo ruolo per ventiquattro ore, e Sasuke sarà libero e al sicuro tra le tue braccia -

- Mi prometti che se accetto non gli verrà fatto alcun male-

- Parola di scout -

- Accetto -

Orochimaru sorrise soddisfatto, facendo cenno ai suoi uomini di liberare l'Uchiha.

- A proposito Naruto, non trovi che Sasuke sia più come attore che come regista? -

- Cosa vorresti dire? -

Chiese spaventato il biondo, iniziando a comprendere con terrore cosa l'altro stesse per dirgli.

- Naruto io.. -

- Sasuke ti ha sempre mentito. È una mia creatura, ed ha deciso di prenderti nel suo spettacolo solo per il tuo nome noto, così da avere una sicurezza di incassi, e ripagare il suo enorme debito nei miei confronti. Ti ha usato -

Naruto lo guardò shockato, cadendo in ginocchio, il dolore e lo sgomento a sfigurare quel viso sempre così solare. Sasuke si passò una mano sul viso, cercando le parole per spiegare tutto quello che non aveva mai avuto il coraggio di confessare all'altro.

- Non è così, non ascoltarlo. È vero all'inizio ti ho scelto per quello, ma tu mi hai davvero conquistato. Mi dispiace Naruto io.. -

- Bene, ora che anche questa è sistemata, direi che è il caso di andarcene. Domani abbiamo un'azienda di cui prendere possesso -

Orochimaru abbandonò sornione il teatro, compiacendosi di se stesso e della sua futura conquista della più grande azienda di Tokyo.

 

Sasuke rimase immobile a guardare l'attore a terra piangere silenziosamente.
Avrebbe voluto dirgli tante cose, ma aveva le parole bloccate in gola; si avvicinò a lui con una mano tesa, ma l'altro la scacciò malamente.

- Sai qual è la cosa più ironica di tutta questa situazione? Che è tutta la vita che la mia notorietà viene sfruttata, ma almeno le persone meschine si erano sempre mostrate nella loro reale natura. Tu invece mi hai voluto far credere di essere speciale, importante. Mi hai illuso e poi distrutto, e non sarebbe stato necessario -

Sasuke stava cercando le parole per rispondere quando un forte rumore metalico distolse la sua attenzione; puntò lo sguardo verso l'alto, e notò che un intero blocco di faretti si era staccato dalla struttura, e stava cadendo rovinosamente sul palco.
In un istante di puro terrore si rese conto che la struttura sarebbe caduta nell'esatto punto in cui si trovava Naruto, che sconvolto dalla situazione non si era accorto di niente.
In preda all'adrenalina si buttò in avanti, un unico pensiero in testa; non avrebbe permesso che fosse fatto altro male all'attore, questa volta lo avrebbe protetto.
Cozzò contro il corpo dell'altro, riuscendo a sbilanciarlo all'indietro e a sbalzarlo almeno di un metro più in là; l'impatto con il parquet gli tolse il fiato, ma non ebbe neanche il tempo di realizzare cosa fosse accaduto che un forte peso gli schiacciò il corpo a terra, sbattendogli la testa contro il duro legno, facendolo lentamente scivolare nell'incoscienza.

Sentì la voce dell'altro chiamare il suo nome, e delle mani scostargli i capelli appiccicosi di sangue dalla fronte; i suoni gli arrivavano ovattati, attutiti, e faceva fatica a tenere gli occhi aperti.

- Sasuke, perché lo hai fatto? -

- Le persone fanno sempre cose pazze, quando sono innamorate -

Sussurrò sorridendo, prima di perdere i sensi.

 

Naruto era seduto nella sala d'attesa dell'ospedale, con gran parte della compagnia.
Erano tutti accorsi preoccupati non appena Shikamaru li aveva avvisati, ed ora dopo ore di estenuante attesa, potevano rilassarsi, nell'aver appreso finalmente che era fuori pericolo.
Gaara aveva raccontato a tutti loro la storia di Sasuke, e del suo accordo con Orochimaru, di cui solo lui era a conoscenza.
Naruto era enormemente disgustato ed addolorato per il regista, ma non era ancora finita.
Non era disposto a far vincere quel verme manipolatore, e a rinunciare allo spettacolo per cui Sasuke e tutti loro avevano sputato sudore e sangue.
Riunì tutti gli attori, per spiegargli il suo piano.

Show must go on

 

 

*

 

 

Sasuke si risvegliò in una stanza sconosciuta, immacolata, in cui persisteva un forte odore di disinfettante.

Spaesato si guardò intorno, notando di come il suo braccio fosse attaccato ad una flebo, e il suo collo fosse immobilizzato da un collarino ortopedico.
Sentiva dolori ovunque, anche se la parte che maggiormente doleva era la testa, che sentiva pulsare incessantemente.
Spostando lo sguardo sulle sue gambe notò solo allora una testa bionda accanto ad esse, appoggiata sulle lenzuola. Naruto stava dormendo profondamente, seduto su una sedia posizionata accanto al suo letto, la testa appoggiata sul materasso; improvvisamente guardandolo si ricordò tutto, dell'incontro con Orochimaru e del crollo dell'impianto di illuminazione.
Protese un braccio ad accarezzargli i capelli, e l'altro si svegliò con un sussulto.
Lo guardò allucinato, prima di rivolgergli un enorme sorriso e balzare a stritolarlo in un abbraccio.

- Dobe, mi stai uccidendo -

- Scusami - si scusò imbarazzato, ricordandosi delle sue condizioni mediche precarie.

Nonostante fosse fuori pericolo, il regista aveva riportato diverse fratture, oltre che un trauma cranico, e si era incrinato tre vertebre.
Sasuke lo guardò improvvisamente triste, gli occhi adombrati dal senso di colpa.

- Naruto, mi dispiace, avrei dovuto dirti tutto fin da subito -

- Gaara ci ha raccontato tutto. Avevi le tue ragioni, ti capisco; anche se forse se me ne avessi parlato avremmo potuto risolvere tutto insieme, evitandoti un lungo e faticoso iter medico -

- Comunque credo di farà piacere sapere che è stato tutto risolto. Orochimaru è stato arrestato per riciclaggio di denaro sporco, un mio caro amico nella polizia mi doveva un favore ed è riuscito a velocizzare le cose, e lo spettacolo è stato un successo, acclamato da pubblico e critica. Si parlava già di diverse offerte per portarlo fuori dal Giappone, e solo dopo la prima messa in atto -

Gli rivolse uno sguardo radioso.
Sasuke era ammirato per tutto l'impegno con cui l'altro era riuscito a risolvere i suoi problemi; ma anche un po' infastidito, non gli era mai infatti piaciuto il ruolo della donzella in difficoltà che aspetta impaziente di essere tratta in salvo dall'eroe.

- E non ti ho dato ancora la notizia più bella. Con i guadagni dell'incasso dello spettacolo abbiamo estinto i tuoi debiti presso l'Oltretomba, l'agenzia di pompe funebri che dirigeva Orochimaru come copertura per i suoi affari; le tre adorabili vecchine che hanno preso il suo posto, erano così sorprese e colpite dalla nostra storia, che hanno deciso di diventare i principali finanziatori della compagnia! -

- Chi sei tu e cosa ne hai fatto del mio maldestro dobe? -

- Sei davvero un incorreggibile Teme, guarda che io sono sempre stato l'eroe e tu la principessa in difficoltà da trarre in salvo dalla viscida Idra -

- Quando finalmente riuscirò a muovermi ti spaccherò diverse ossa per questa tua affermazione lo sai vero? -

Naruto scoppiò a ridere felice, sollevato dalle minacce dell'altro, che dimostravano che l'altro stesse abbastanza bene da arrabbiarsi.

- E non pensare che ti risparmierò solo perché mi hai portato dei fiori -

Disse scuro in volto il moro, indicando un bellissimo mazzo di orchidee.

- Quelli non te li ho presi io, te li manda tuo padre. Leggi il biglietto -

Il biondo gli porse una piccola busta, che Sasuke afferrò con mani tremanti. Nell'aprirla gli scivolò in grembo un elegante biglietto, vergato da una scrittura precisa ed ordinata.


 Sono stato alla prima del tuo spettacolo.
Quando ti sarai ripreso dalla convalescenza, io e e avremo tante cose di cui parlare, tra cui la migliore gestione degli introiti dei tuoi spettacoli, che se saranno all'altezza di questo indubbiamente saranno consistenti.
Mi dispiace di aver dubitato del tuo sogno, in fondo dovrei ricordarmi che qualunque cosa decida di fare un Uchiha, diventa il migliore in quell'ambito.
A presto, Fugaku Uchiha 

 

Sasuke alzò gli occhi al cielo, nel constatare quanto suo padre si mantenesse rigido e formale anche in quell'occasione.
Ma rivolse un sorriso a Naruto, uno di quelli veri, per ringraziarlo di tutto quello che aveva fatto per lui.
Le cose finalmente avrebbero iniziato ad andare bene ora che aveva il suo personale eroe accanto, anche se lui non avrebbe mai dovuto sapere che lui lo considerasse tale.

 

Perché un vero eroe non si misura dalla forza che possiede, ma dalla forza del suo cuore. 


 


Questo piccolo delirio mentale partecipa, come avrete letto ad inizio storia, ad un bellissimo contest indetto da SuperSara, che ha sempre idee geniali che vanno a stimolare il mio lato mentecatto <3
Spero che la storia vi sia piaciuta, mi sono divertita tantissimo a scriverla, anche se comprendo che sia abbastanza demenziale xD
Ci sono numerosi e chiari rimandi all'opera della Disney, canzoni comprese, che hanno messo a dura prova la sanità mentale di Sasuke, per tutta la storia; mi dispiace di aver trattato superficialmente alcuni personaggi, avrei voluto approfondirli maggiormente tutti, ma il limite di 10.000 parole mi ha messo a dura prova, sono riuscita a rientrarci a pelo.
Grazie a tutti per aver letto la mia ennesima storia no sense.
A presto,
Alixia

   
 
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