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Autore: AliceCutso    20/03/2017    0 recensioni
Alexis ha dovuto affrontare tante cose negli ultimi mesi. Nel giro di un'estate la sua vita si è completamente capovolta e Jonathan ha di certo approfittato di questo, confondendola per avvicinarla a se.
Ora che lui è tornato Alexis ha la possibilità di conoscere meglio sua sorella, Clary, ma si trova anche a doversi porre delle domande su se stessa, perchè c'è un dubbio che la tormenta e la fa esitare: in lei prevale il bene o il male?
Esiste ancora una possibilità per la sua anima?
Seguito di "Colei che protegge", tuttavia comprensibile anche per chi non avesse letto la storia precedente.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Jonathan, Nuovo personaggio, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Pov Alexis
 

 

L'aria di Idris è molto più fredda, quasi aggressiva contro il mio viso, ormai arrossato, ma rimane comunque sempre più piacevole da respirare di quella di Edom, piena di morte.
Una volta essermi calmata, Clary ha parlato con il signor Lightwood, convincendolo a rilasciarmi per permettermi di cambiarmi i vestiti e prendere una boccata d'aria fresca. Mi ha portato, quindi, a casa sua (o meglio a quella del suo patrigno) dove vi giaceva abbandonato il baule che utilizzavo come guardaroba nella villa di Valentine. Il Conclave, dopo la mia fuga ha, ovviamente, confiscato tutto e dando a mia sorella i miei effetti personali inutili per le loro ricerche, fra cui i miei vecchi vestiti, alcuni fogli e altre cose del genere, non sapendo cosa farsene.
Devo ammettere che è davvero strano, per me, vedere gli abiti che avevo utilizzato in quella che adesso mi sembra una vita passata, lontana decine di anni da quella che ho adesso, perché è come se, in un certo senso, la loro vecchia proprietaria fosse morta ormai.
Dopo aver messo, sotto alla giacca, una larga felpa in maglia beige, e un paio di jeans, sono scesa al piano di sotto dove mi aspettavano mia sorella e Jace, il quale ha fissato immediatamente i suoi occhi dorati verso di me tendendo le braccia conserte ben strette al busto -Clary mi ha raccontato tutto- mi ha detto con voce calma, seppur autoritaria -ma sappi che ti tengo d'occhio-.
Anche rincontrare lui è stato abbastanza strano, dato che l'ultima volta che ci siamo visti era ancora soggiogato da Jonathan. In effetti, tutta questa situazione è alquanto bizzarra. Per la prima volta sono apertamente dalla parte dei buoni e ciò mi fa sentire come a disagio.
-posso capirlo, nemmeno io mi fiderei, fossi in te- gli ho risposto -io mento da una vita e ormai lo faccio con disinvoltura, ma credimi quando dico che stavolta sono onesta. Voglio solo cercare di fare del bene, per una volta-.
Ho chiesto poi dove si trovasse Marck e loro mi hanno detto che al momento era sotto interrogatorio per un riunione eccezionale del Conclave. Immediatamente mi sono preoccupata ma Clarissa ha cercato di rassicurarmi, dicendomi che non gli avrebbero fatto del male. Ci siamo quindi diretti verso la Sala dell'Angelo, attraversando le strade della città, ormai quasi buie. Una volta arrivati, però, loro mi hanno consigliato di aspettare fuori di venire convocata, onde non ritrovarmi centinaia di Shadowhunters infuriati contro.
Ormai è più di un quarto d'ora che aspetto di venire chiamata, qui fuori al freddo, perciò mi ritrovo molto sorpresa quanto felice di trovare un vecchio pacchetto di Lucky Strike nella tasca della giacca. Non sono mai stata una fumatrice accanita: per via del mio vecchio gruppo di spettacolo, avevo bisogno di avere i polmoni in buona salute per poter cantare e ballare al meglio durante gli spettacoli ma di tanto in tanto una sigaretta sapeva rilassarmi. Non sono certa che siano ancora buone, so che dopo un po' vanno a male, ma adesso, dopo tutto quello che ho passato negli ultimi mesi, mi serve più che mai. Me ne avvicino quindi una alle labbra, la quale si accende da sola appena la sfioro. Ormai non ha più senso cercare di ignorare i miei poteri; non sono certa di essere dannata ma sto cominciando ad accettare di essere sulla buona strada per divenirlo.
Ho appena soffiato fuori il primo tiro quando, dietro a un lampione, scorgo un ragazzino di circa 12-13 anni dai mossi capelli castani. Mi osserva come incuriosito e affascinato, nella penombra.
-Ciao- gli faccio io. Lui fa quindi la faccia di uno che è stato colto in flagranza di reato e per un attimo mi sembra come incerto se ricambiare il saluto o andarsene. -Ciao- mi dice infine.
-che cosa ci fai in giro a quest'ora?- prendo un altro tiro -siamo in guerra, non è cauto starsene in giro da soli-.
Il suo volto s'incupisce mentre i suoi occhi scompaiono momentaneamente, coperti dai capelli sulla fronte -lo so. Avevo solo bisogno di prendere un po' d'aria. Come mai tu non sei dentro con tutti gli altri?-.
Alzo quindi la sigaretta verso di lui -è un ottimo momento per fumare, ora che non c'è nessuno. Probabilmente qualche cacciatore potrebbe pensare che farlo qui sarebbe come disonorare l'Angelo o qualcosa del genere- rispondo facendo seguire un'alzata di spalle -sai in generale come la pensano gli shadowhunters sulle sigarette-.
-non ho mai visto un Nephilm fumare dal vivo. So che mio padre aveva provato ai tempi dell'Accademia e gli era piaciuto, ma ha smesso subito dopo-.
La sua voce sembra essersi improvvisamente come rattristita mentre i suoi occhi osservano un punto indistinto e lontano nella strada.
-è dentro con gli altri, immagino- gli chiedo voltando la testa verso la Sala dell'Angelo.
-no... lui... lui è stato trasformato- con uno scatto, torniamo a guardarci negli occhi nello stesso istante -mi chiamo Julian Blackthorn-.
-oh- sento il mio stomaco stringersi come in una morsa -mi dispiace davvero molto-.
Non mi aspettavo di conoscere qualcuno a cui io e Jonathan avevamo portato via qualcuno di così caro stasera, o almeno ci speravo ardentemente.
-speriamo di poterlo guarire- continua lui -durante l'ultimo scontro ne hanno catturato uno e adesso stanno facendo degli esperimenti per capire come annullare la trasformazione-.
Nella sua voce vi è una cauta, seppur ardente speranza e tutto ciò è davvero straziante.
-io... io credo che sia più complicato di così, Julian. Ho visto molti cacciatori venire trasformati e non è come una malattia. Durante il processo le anime bruciano perciò temo che non sia reversibile... non immagini quanto mi dispiaccia, dico sul serio-.
I suoi occhi verdi per un attimo paiono come perdersi nel vuoto, mentre assimila la sconfortante notizia -beh... ma magari ti sbagli..- comincia con un filo di voce.
-Lo spero tanto- dico prendendo un altro lungo tiro.
-hai detto che hai visto molte trasformazioni... nessuno sopravvive agli attacchi dei Morgenstern... chi sei?-.
-temo che se te lo dicessi non ti piacerei più molto- rispondo distogliendo lo sguardo -ti basti sapere che sono dei buoni e, che, per quanto ne sapessi io, lo sono sempre stata-.
Segue quindi un lunghissimo silenzio nel quale lui cerca di capire ciò che gli ho detto mentre io aspetto che mi riconosca come Alexis Morgenstern correndo via urlando. Ma non succede.
Dopo qualche minuto fissa lo sguardo sulla sigaretta che ho ancora in mano -mi fai provare?-.
Per poco il fumo non mi va di traverso -cosa?! Assolutamente no! Sei troppo piccolo, ti bloccherà la crescita e cose del genere-.
-tu a che età hai cominciato?- ribatte lui appoggiando i pugni sui fianchi.
-la cosa non ti riguarda e comunque ero più grande di te-.
-è solo che... non lo so, speravo che un giorno da grande avrei fumato con mio padre e... se è davvero come dici...- la sua voce quindi si rompe, impedendogli di finire la frase.
Soppesando le sue parole, mi domando se si sia giocato coscientemente la carta “sei responsabile della morte di mio padre in parte” ma, in ogni caso, devo riconoscergli che è stata una mossa piuttosto astuta.
Sbuffando mi assicuro che non ci sia nessuno nelle vicinanze e gli porgo la mia -io non ti ho dato niente capito? Rimangono solo un paio di tiri scarsi, è alla menta-.
Lui la afferra con grande cautela, osservandola come se si trattasse di un qualche manufatto raro. Ovviamente, non appena la prova comincia a tossire sotto il mio sguardo di rimprovero -ti sta bene. Se vuoi cominciare a fumare aspetta almeno un paio d'anni-.
-si- fa lui asciugandosi le lacrime prodotte dalla tosse -penso che seguirò il tuo consiglio. Comunque non è male, grazie-.
Me la restituisce così che io la possa gettare a terra per spegnerla col tacco degli stivali. Praticamente nello stesso istante le porte della Sala dell'Angelo si aprono, permettendo a Clary di uscire per chiamarmi -Alexis vieni, sono pronti per riceverti-.
-arrivo- poi rivolgo un ultimo sguardo al giovane Blackthorn, avviandomi su per i gradini -te l'avevo detto che non mi avresti più trovata simpatica- gli dico.
Tutti sanno chi è Clarissa e chi sono io: ormai, se non lo aveva capito prima, di certo sa che non sono altri che Alexis Morgenstern, erede di una famiglia maledetta e pluriassassina.
Poi, inaspettatamente, sento una vocina dietro di me dire qualcosa del tipo -Non ho mai detto che non mi piaci-.
Sentirlo mi sconcerta tanto da farmi fermare a pochi passi dalla porta. Mentre stavo nella mia cella quello che pensano di me gli shadowhunters mi è apparso molto chiaro: per loro non sono altro che un mostro, un demone da combattere, da uccidere se se ne ha l'occasione, e non mi sarei mai aspettata che un ragazzino, figlio di uno dei seguaci mi mio fratello, potesse non odiarmi. Certo, non ha detto che gli piaccio ma è già qualcosa.
Clarissa piena la poca distanza che ci separa, prendendomi sottobraccio con un dolce sorriso -hai conosciuto Julian-.
-Sì, ma non è stato facile. Mi ricordo della trasformazione di suo padre, a Los Angeles. Quella volta c'ero anch'io ma non sapevo che fosse suo figlio. Si era fatta vedere solo una ragazzina bionda che cercò di uccidere Jonathan con un coltello da lancio-.
-Lei si chiama Emma- mi informa annuendo -è davvero molto coraggiosa-.
-o molto arrogante? Voglio dire, pensava davvero che sarebbe bastato un colpo ben assestato e poof guerra finita, tutti salvi?-continuo scuotendo la testa, mentre il mio viso assume involontariamente un'espressione dubbiosa -anche Jace è molto pieno di sé, però almeno lui è... un discreto guerriero, diciamo-.
-io- noto che la voce di mia sorella ha assunto una certa nota severa, ma non saprei dire se è perché ho criticato Emma o sminuito Jace -io non credo, che sia un segno di arroganza, Alexis, ma di amore piuttosto. Loro due sono disposti a mettere a repentaglio la propria vita senza riserve per le persone che amano-.
-Per morire tutti insieme, allegramente?- mi volto quindi verso di lei per poter fissare il mio sguardo nel suo -oh, e non mi guardare così! Sai cosa intendo: il motivo per cui stiamo perdendo è perché Jonathan non si comporterebbe mai, e dico MAI, così. Io e lui non ci buttiamo nel fuoco incrociando le dita che vada tutto per il meglio, noi studiamo la situazione, analizzando le varie opzioni, le possibili mosse per riuscire a raggiungere uno scopo. Ma dimmi, piuttosto- aggiungo abbassando un poco la voce -chi si occupa di Julian? Ha dei fratelli?-.
-molti fratelli e sorelle- risponde Clary mentre il suo sguardo si rattristisce -e sono tutti più piccoli di lui, a parte Helen. Ma Julian è fantastico! Ce la mette davvero tutta per occuparsi di loro, per non fargli aver paura. Farebbe qualunque cosa per proteggerli e anche Emma aiuta come può-.
Avevo solo bisogno di prendere un po' d'aria”....
Non capisco davvero cosa ci trovi mia sorella in persone come Jace e questa Emma. Julian, lui si che mi sembra uno forte: nonostante sia lui stesso un bambino si è assunto delle simili responsabilità senza pensarci due volte, mettendo da parte il proprio dolore, le proprie paure per il bene dei suoi fratelli. Nessuno meglio di me può capire cosa significa amare qualcuno fino al punto di fare qualsiasi cosa, sacrificarsi anche.
-Quando tutto sarà finito, se saremo ancora vivi, vorrei aiutarlo in qualche modo-. Le parole si pronunciano come da sole, completamente al di la del mio controllo, tant'è che con la coda dell'occhio mi sembra di vedere un'espressione di sorpresa formarsi sul volto di Clary.
Improvvisamente le porte della Sala dell'Angelo si spalancano. Al suo interno è percepibile un certo frastuono, gente che protesta e che cerca di sovrastare le voci delle persone intorno, mentre sulla soglia c'è Isabelle Lightwood, oltremodo furiosa.
-Si può sapere perché diavolo ci mettere così tanto??-.

  
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