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Autore: CaptainKonny    21/03/2017    2 recensioni
"Quando hai accettato la tua vita e sei pronta ad affrontare il tuo futuro.
Quando ti senti abbastanza forte, credendo che il passato non potrà mai tornare a farti del male.
...E poi arriva uno psicopatico a smontare il tutto."
***
Mi chiamo Serena Brooks e Aaron Hotchner è mio padre...e si è appena fatto rapire dal mio prossimo S.I.
Il vero problema è che io non voglio avere niente a che fare con mio padre.
***
[Dal testo della canzone "Daddy's little girl": Daddy, daddy, don't leave/I'll do anything to keep you right here with me/I'll clean my room, try hard in school/I'll be good, I promise you/Father, Father, I pray to you]
***
Un ringraziamento speciale ad una persona molto importante che ha contribuito alla revisione della storia una volta ultimata.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aaron Hotchner, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo

 
-Ewan Skipper…-

Era una caldissima giornata di primavera, il sole splendeva su tutto il Maryland. Non per niente quel giorno vestirsi in giacca e cravatta richiedeva un gran sacrificio. Tutto il campo sportivo dell’accademia era stato allestito per l’occasione: un grosso palco troneggiava davanti alle tribune, davanti ad esso una schiera di sedie in plastica disposte a ventaglio, su un lato erano state posizionate tavole bianche dove venivano offerti aperitivi da uno specializzato catering, mentre sul lato opposto erano state ubicate delle pedane per la banda. Sul fondo un altro palco per la band con davanti relativa pista da ballo.

-Monica Downey…-

I sette agenti del BAU presero posto nella prima fila di sedie rosse, quelle riservate a parenti ed amici. Quelle davanti tutte blu erano riservate ai cadetti che quel giorno avrebbero ricevuto il Diploma Accademico. Tutti quanti erano emozionati di essere lì, quello era un gran giorno. Ma mai quanto lo era per il loro capo.

-Raphael Collins…-

Si sentiva stretto in quegli abiti, sebbene fossero gli stessi che utilizzava quando era al lavoro. Schiena dritta, le braccia incrociate davanti al petto; se così non fosse stato si sarebbe torturato le mani dal nervoso. David, seduto alla sua destra, di tanto in tanto gli scoccava qualche occhiata divertita, ma aveva saggiamente deciso di non proferire parola. Era troppo spassoso vedere il proprio austero capo in difficoltà.

-Rilassati. Non sei tu quello che deve salire sul palco.- gli sussurrò JJ alla sua sinistra, anche lei piuttosto divertita.

Già, era facile per loro dire così. Anche Serena quella mattina glielo aveva detto per telefono. Hotch si era domandato se la sua serietà si fosse presa una pausa, visto che a quanto pareva era trasparente per tutti.

-Misha Fuller…-

In parte a Rossi c’era Garcia, mentre dopo JJ venivano gli altri due: Reid e Morgan. Appena arrivati avevano fatto un giro ai tavoli del buffet, nella speranza di distrarsi nell’attesa che toccasse a Serena. Invece era stato un fiasco pazzesco. Il drink era finito subito e poco dopo si erano trovati nella mischia di genitori, fratelli, zii, nonni, cugini, amici e chi più ne ha più ne metta. Hotch aveva allungato il collo in direzione delle sedie blu, vagando con lo sguardo in cerca della sua pupilla. La trovò poco dopo, quando anche lei aveva fatto vagare lo sguardo sulla folla, senza però smettere di parlare con qualcuno seduto in parte a lei. Quando li aveva individuati aveva sorriso, facendogli un cenno di saluto.

-Thomas Handford…-

Gli studenti dovevano salire sul palco, salutare il preside dell’accademia col tipico saluto militare e stringere la mano al sindaco della città, il quale avrebbe dato loro la pergamena su cui era attestato che il corso in quella particolare specializzazione era stato superato. Ce n’erano di tutti i tipi: unità cinofila (con le proprie sottocategorie), SWATT, balistica, naturalmente il profiling e molte altre ancora. Tutti indossavano la tipica uniforme bianca e nera, con tanto di cappellino.
Aaron si scoprì impaziente oltre ogni dire; in fin dei conti si era limitato agli spettacoli dell’asilo e della scuola elementare. Questa volta invece si trattava di un grosso traguardo per la sua bambina.

-Serena Hotchner…-

Quelle parole lo destarono di colpo. Si unì gli altri per l’applauso, incapace di distogliere gli occhi da quella figurina dalla postura rigida e lo sguardo raggiante.

-Brava Serena!- urlò JJ.

La ragazza si soffermò davanti ai due uomini, eseguì il saluto militare alla perfezione, il quale le venne restituito. Poi i due si scambiarono una stretta di mano. Il sindaco sorrideva mentre si congratulava con lei, per poi consegnarle il fatidico diploma. Aaron, come i suoi colleghi e molti altri, non avevano smesso un secondo di battere le mani. Quel giorno, era il papà più orgoglioso del pianeta.

 
-Woowow! Brava! Bravissima! Complimenti!-

I ragazzi la tempestarono di complimenti non appena li raggiunse. Tutti reclamavano un bacio ed un abbraccio per congratularsi con lei.

-Grazie, ragazzi. Siete troppo buoni.- disse lei, imbarazzatissima; le gote arrossate.

-Te lo sei meritato.- le fece notare Rossi, strizzandole l’occhio, complice.

-Sono d’accordo.-

Hotch era spuntato dietro di lei, la sua consueta serietà recuperata. Tuttavia vi era quel leggero sorrisetto che gli inclinava le labbra, che voleva dire tutto. Serena lo abbracciò e baciò sulle guance, i colleghi di suo padre l’avevano così tanto bombardata di complimenti, da non avere il tempo di chiedere dove fosse finito suo padre.

-Allora, sai già cosa farai adesso?- le domandò Emily.

-A dire il vero, sono già stata contattata dal distretto dell’Analisi Investigativa di New York. A loro farebbe comodo un profiler, non sono all’avanguardia come lo siamo noi.-

-Per non contare che con un padre come il tuo, sei tutta una garanzia.- confermò Derek, suscitando l’ilarità, ma anche il consenso di tutti gli altri. Anche Hotch sorrise prima di aggiungere…

-Morgan, vorrei ricordarti che tu lavori ancora per me.-

-Ehm, ragazzina non è che gli serve un qualche altro agente a New York?- e via altre risate.

-In verità non gli ho ancora risposto.- ammise Serena.

-Perché no?- domandò Garcia.

-Beh, ecco…sono tornata a casa da poco. Non sono sicura di volermi trasferire subito così lontano.- non ci voleva un genio per capire che non le andava di separarsi nuovamente dal padre appena ritrovato. Sarebbe bastata un’occhiata tra i due per intuirlo.

-Dalla Virginia a New York ci sono sole cinque ore di distanza in macchina e una se prendi l’aereo.- intervenne Spencer.

-Reid ha ragione, non sarai poi così lontano.- rincarò la dose JJ.

-Lo so, non è quello il problema.-

-E qual è?- domandò il padre a braccia conserte, come quando si trattava di risolvere un problema non troppo difficile.

-Tanto per cominciare il trasferimento; non potrei di certo fare la pendolare! E poi il lavoro. Sappiamo benissimo tutti quanti che il nostro lavoro non ha orari. Guardate voi, sempre in giro per il mondo!-

-Sapevi che fare il profiler comportava questi rischi.- disse nuovamente il padre.

-Diciamo che allora non avevo messo in conto alcune cose.- sottointeso il riferimento alla loro riappacificazione –Se me ne vado, non ho idea di quando sarà la prossima volta che tornerò.-

-Ascoltami, tu vuoi fare il profiler?- Serena annuì al genitore –Vuoi andare a New York?-

-Beh…sì.-

-E allora vai. Io starò bene. Ci sentiremo spesso per telefono o per internet.-

-Per Natale!- intervenne JJ, per risollevare il morale di entrambi.

-Mi stai dicendo che non ci perderemo di vista?- domandò Serena.

-No, non più. Per nessuna ragione al mondo.-

Tutti sorrisero di nuovo. Una vicenda era finita, un’altra avventura stava per iniziare. L’orchestra attaccò con la musica.

-Serena, posso avere l’onore di questo ballo?- si fece avanti con fare galante Derek. Hotch lo fermò con una mano sul petto ed uno sguardo ferreo.

-Spiacente Morgan, temo dovrai aspettare il tuo turno. Questa agente ha un ballo in sospeso con me.-

Serena non sapeva se morire dalla vergogna di quella scena davanti a tutti o dalla contentezza. Suo padre voleva ballare con lei. Come une volta quando era piccola, per recuperare il ballo di fine anno che lui si era perso. Hotch si girò verso di lei e le porse la mano. Serena, raggiante, l’afferrò e si lasciò guidare da lui lungo la pista, seguendolo nei movimenti di quel lento.

Gli agenti del BAU guardarono i due Hotchner ballare, con quella particolare sfera familiare che li circondava; chi non li conosceva non avrebbe potuto capire. Poi, anche loro si buttarono nella mischia: Derek e Penelope, David e JJ, e Reid…beh Reid venne rimorchiato da una cadetta della SWATT.

 
“Rimanderò tutto a domani
Sei tu il mio Re, io la tua Regina.
E tu lo sai
Che non c’è segreto
Per vivere a colori”
 
Fine


 
Haley-Aaron


Un ringraziamento speciale va a: jaybree (che mi ha e mi sta tuttora seguendo e revisionando), Tony Stark (appassionato di Criminal Minds che ha lottato con i nostri protagonisti fino alla fine), Victoria Buchanan (per seguirmi qui e in diverse altre storie grazie a diversi nostri scambi). E' grazie anche a voi ragazzi se continuo ad avere voglia di scrivere, perchè siete voi che mi criticate e mi fate venir voglia di andare avanti. Grazie mille!
  
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