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Autore: Horse_    22/03/2017    4 recensioni
(Finale alternativo 8x16, Delena e Klaroline)
“Sono qui…”
E’ la risposta di Elena, mentre sente la presa di Damon farsi ancora più salda.
“Sono reale…”
Glielo dice, perché ha percepito quale sia la sua paura. Molte volte tutti loro sono stati ingannati da illusioni soprannaturali (Damon stesso è stato ingannato da Katherine poco prima), ma ora è tutto vero.
“Sei reale.”- glielo sussurra Damon, tra le labbra, mentre fa toccare i loro nasi. -“Sei qui e sei reale.”
“Sono qui e sono reale…”- gli conferma Elena, sorridendogli dolcemente.
(...)
“Se mi avessi avvisato ti avrei dato un’accoglienza degna di una regina, amore.”
E la sua voce la fa sobbalzare sul posto, mentre il suo corpo viene percorso da strani brividi, a cui non riesce ancora a dare una spiegazione dopo così tanto tempo.
“Klaus.”
Il suo è poco più che un sussurro, ma l’ibrido, ovviamente, lo sente lo stesso.
“Felice di farti sempre lo stesso effetto, tesoro.”- continua lui avvicinandosi a lei.
(...)
Il bambino arriccia il naso e il corvino perde qualche battito.
Quell’espressione.
Gli occhi di Damon cercano quelli di Elena, così come i suoi cercano quelli di lui.
Entrambi l’hanno capito.
“Stefan. Stefan Salvatore.”
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                       A life with you





Stefan è morto.

Ecco tutto quello a cui Damon può -deve- pensare in quel momento. Riesce a pensare solo a questo mentre tiene tra le braccia una Caroline piangente. Il loro matrimonio è durato nemmeno un giorno, eppure la biondina in lacrime ha già perso suo marito. 

E quello che Damon non capisce, tra le tante cose, è come si sia permesso di morire al posto suo. Un attimo prima è stato pronto a morire, quello dopo si è ritrovato per terra ad agonizzare con la cura che gli entrava in circolo, mentre suo fratello teneva stretta tra le braccia la donna che più di cento anni prima aveva amato e che, in quel momento, lo stava privando per sempre di suo fratello.

Avrebbe dovuto immaginare che Stefan prendesse la verbena, non sarebbe mai stato così stupido da gironzolare senza avere qualcosa in circolo per fermare i vampiri, visto che fino a poco tempo prima lo è stato. Eppure Damon, ancora una volta, aveva dato per scontato di essere lui a sacrificarsi, per ripagare suo fratello di cosa gli aveva fatto passare.

Durante gli anni avevano sbagliato entrambi. Stefan aveva ferito Damon e lui aveva fatto altrettanto con il fratello. A livello di colpe erano lì, né più e né meno, eppure ora, quello dentro una bara umida e fredda, era suo fratello.

Il suo fratellino.

Fratellino a cui, nonostante tutto, non ha potuto dire dignitosamente addio. Ed ora, quel pensiero, lo tormenterà per tutta la vita. Damon era pronto a sacrificarsi perché sentiva che fosse giusto, un modo per raggiungere finalmente la pace, anche se questo avrebbe significato perdere la donna amata -donna che aveva amato più di se stesso. Ora, invece, è lì, di fronte a suo fratello, ormai morto, con la vampira che piange tra le sue braccia.

Umano.

E il pensiero corre anche ad Elena. Lui è umano, ora, anche lei lo è. Come avrebbe fatto a rivederla visto che ormai anche lui avrebbe cominciato ad invecchiare? Dopo tutto quello che aveva passato avrebbe preferito farsi risucchiare da qualcuno la cura, per morire e smettere di esistere, piuttosto che perdere anche lei.

Ha già perso suo fratello, non avrebbe mai perso Elena. Che senso avrebbe avuto vivere se non avesse potuto vedere la sua doppelganger -parlante, viva- per almeno un’ultima volta?

 

Caroline, dopo aver versato anche le ultime lacrime -aveva pianto così tanto, ora non ne aveva nemmeno più-, solleva lo sguardo sul corvino, appoggiandogli una mano sulla spalla.

 

“So cosa stai pensando.”-mormora così piano che il più grande fa fatica anche a sentirla. -“Non è colpa tua, non è colpa di nessuno se si è voluto sacrificare. Quando l’ho capito l’ho odiato, sai? Molto probabilmente una piccola parte di me continuerà a farlo, ma, quella più grande, lo capisce e lo ammira per il suo gesto. Mi… Ci vorrà del tempo, lo so.”

“Si è sacrificato per la mia felicità, quando lui aveva appena cominciato ad assaporare la sua.”- dice Damon a muso duro, appoggiando la mano sul marmo freddo.

 

Le sue dita corrono sulla scritta in risalto STEFAN SALVATORE.

Poche cose ha sbagliato nella vita, Damon. Ha sempre immaginato che sarebbe morto lui per primo, eppure non è stato così.

 

“Non mi sei mai piaciuto, questo lo sai. Non mi sei mai piaciuto prima, ma ora sì. Conosco Stefan, l’ho conosciuto meglio delle mie tasche per così tanto tempo che ho imparato a capire i suoi comportamenti. Non sono stata in grado di prevedere quello che avrebbe fatto, non c’ero, ma sono in grado di prevedere questo. Si è sacrificato per tutti noi, è vero, ma… Il dolore c’è, ci sarà sempre, ma non puoi pensare di lasciarti andare così, Damon. Sei un uomo nuovo, letteralmente. Lui, prima di morire, ha sicuramente pensato a quello che saresti stato e ne sarà orgoglioso, ovunque egli sia. Quindi dovrai vivere la tua felicità. Sei umano, ora, e non hai verbena in circolo, quindi evita di farmi fare il lavoro sporco.”

 

E Damon non si sarebbe mai aspettato parole così sincere dalla donna che ha di fronte. Quando si sono conosciuti l’ha usata per i suoi scopi e poi il tutto è uscito fuori dal suo controllo. L’ha vista crescere, passare dall’essere frivola all’essere matura, dall’essere ragazzina all’essere madre e moglie. 

E’ passata dall’odiarlo -odiarlo profondamente- a nutrire una vere a profonda amicizia nei suoi confronti.

Liz sarebbe così orgogliosa di lei. Lo è sempre stata.

 

“Ora puoi tornare a piangere, se vuoi…”- sussurra solo questo Damon, riprendendola tra le sue braccia.

 

E Caroline, che era convinta di non avere più lacrime, improvvisamente scoppia a piangere di nuovo, tornando ad inzuppare la maglietta del maggiore dei Salvatore.








 

 

                                                                * * *









 

Caroline è la prima ad uscire dalla cripta, con Damon dietro di lei che sembra non voler abbandonare la tomba del fratello morto. Il maggiore dei Salvatore le ha detto a grandi linee cos’è successo, ma alla bionda è bastato poco tempo per collegare il resto e capire quello che suo marito, ormai defunto, aveva fatto per Damon. E che cosa il corvino avrebbe fatto per Stefan. Quello che vede la figlia di Liz, dopo aver messo i piedi fuori dalla cripta, se lo sarebbe aspettato anni più in là -molti anni più in là.

Elena Gilbert, amica fin dalle elementari, che era stata messa in uno stato di coma profondo legato alla vita dell’altra sua migliore amica, è lì, viva e vegeta, in piedi davanti a lei, con accanto anche Bonnie. Sul momento la bionda non si chiede nemmeno il perché, ma è sicura che non sia un’allucinazione. Entrambe le sue amiche sono vive e sono davanti a lei, sorridenti -anche se dal loro sguardo traspare una certa malinconia, per quello che è accaduto qualche ora addietro. Gli occhi di Caroline cominciano a riempirsi nuovamente di lacrime, questa volta di pura gioia, mentre quelli di Elena sono lucidi già da un pezzo. Muove un passo per correre ad abbracciarla, ma dietro di lei ricompare Damon e tutto si ferma. Lo sguardo di Elena, che prima era tutto concentrato sulla sua migliore amica, si sposta verso l’amore della sua vita e il mondo si ferma anche per lei.

Per entrambi il mondo si è fermato. 

Il cuore di Elena riprende a battere ancora più forte, mentre la sua bocca si spalanca e i suoi occhi si fanno ancora più grandi. Damon, che non si aspettava di vederla, la guarda come si fosse un miraggio, non capacitandosi di come lei sia lì, con lui e per lui. E capisce che la sua amica non è un miraggio quando Bonnie gli sorride ed è lì che le corre incontro, facilitando la sua doppelganger che l’aveva preceduto di qualche secondo. 

La prima cosa che fa Damon è prenderla tra le braccia, mentre la giovane gli allaccia le gambe al bacino, appoggiando le mani sulle sue spalle. Il corvino la guarda ancora incredulo, mentre le sue mani vagano sul corpo di Elena alla ricerca di qualcosa fuori posto, qualcosa che gli confermi che lei non è realmente lì, che sia uno scherzo, ma, quando Elena gli appoggia una mano sulla guancia, facendogli percepire il suo calore -il suo essere umana- Damon si getta sulle sue labbra, come non ha mai fatto. Ed è quando le labbra dei due entrano in contatto che si sentono finalmente a casa. E le mani di Damon corrono sui capelli mori della ragazza, mentre quelli di lei corrono tra i capelli corvini del ragazzo, che da sempre ha amato toccare, passando le dita tra le sue ciocche. Bonnie e Caroline, nel frattempo, si allontanano nel bosco, lasciando ai due quel spazio che da anni hanno agognato.

Si staccano quando entrambi non hanno più fiato, Damon con un po’ di disappunto, notando come il suo essere umano lo limiti anche in questo. Prima avrebbe potuto baciarla per ora senza staccarsi mai, mentre ora ha bisogno d’aria. Ma se le loro labbra si staccano, i loro occhi sono persi in quelli dell’altro.

 

Sei qui…”

 

Lo mormora Damon, così piano che fa fatica a sentirlo lui stesso. Ma Elena sembra sentirlo, perché annuisce piano, per poi accarezzargli la fronte con la mano.

 

“Sono qui…”

 

E’ la risposta di Elena, mentre sente la presa di Damon farsi ancora più salda.

 

“Sono reale…”

 

Glielo dice, perché ha percepito quale sia la sua paura. Molte volte tutti loro sono stati ingannati da illusioni soprannaturali (Damon stesso è stato ingannato da Katherine poco prima), ma ora è tutto vero.

 

Sei reale.”- glielo sussurra Damon, tra le labbra, mentre fa toccare i loro nasi. -“Sei qui e sei reale.”

“Sono qui e sono reale…”- gli conferma Elena, sorridendogli dolcemente. 

 

E Damon, che per tutto il tempo ha avuto gli occhi lucidi, si lascia andare con un’unica lacrima solitaria che gli riga il volto pallido. Elena gliela toglie con la punta delle dita, lasciandovi sopra una morbida carezza.

 

“Non andartene.”- la prega Damon. Non si è mai mostrato così debole con nessuno, nemmeno con lei, ma ora non gli importa, non può perdere nuovamente anche lei. -“Non andartene anche tu, non lo sopporterei.”

 

Elena si morde il labbro inferiore, trattenendosi per non scoppiare.

 

“Non ti lascerò, non ti lascerò mai più, te lo prometto.”

 

E questa è molto più di una promessa, entrambi lo sanno molto bene.

 

“Starò con te, per tutto il tempo che ci rimane.”- glielo sussurra sulle labbra, Elena.

 

E dopo lo bacia per la seconda volta, bisognosa di trasmettergli tutto l’amore che prova, ma, soprattutto, tutto l’appoggio che gli è necessario. Damon ricambia, con la stessa necessita della ragazza, per poi abbandonarsi contro di lei con la testa sulla sua spalla, mentre Elena gli accarezza la schiena, mormorandogli parole confortevoli all’orecchio.

In quel momento sono solo loro, con il loro amore e il loro dolore per la perdita di Stefan, e non hanno bisogno di nient’altro.

 

 







 

                                                                     * * * 












 

Non parlano, sono semplicemente uno tra le braccia dell’altro. O meglio, Elena è tra le braccia di Damon, che la sta stringendo forte a se. Hanno parlato, alternando momenti di silenzio, bisognosi ancora una volta di cercarsi, di sentire uno la voce dell’altro, per poi rimanere semplicemente lì, nella penombra della stanza di Damon, vicini, nella loro intimità più totale.

Elena ha la testa appoggiata sul suo petto e si lascia coccolare dalle mani di lui e dal suono, cadenzato, del battito del suo cuore. Non può ancora credere che sia umano, entrambi non possono ancora crederlo.

 

“Prima di svegliarmi l’ho visto.”- comincia cauta Elena, indecisa se continuare o meno, ma bisognosa di dirgli quello che Stefan aveva detto a lei, in un misto tra sogno e realtà. -“Mi ha parlato, di te. Ha detto che ha rivisto in te il fratello che ha sempre amato. Ha visto in te il suo fratello maggiore, quello che fin da piccolo ha amato, e che amerà per sempre. Quello che per qualche tempo aveva perso la sua strada, ma che l’ha ritrovata, ma che comunque lui non aveva mai smesso di amare. Lui voleva che fosse quel Damon a vivere e ti ha reputato l’uomo migliore. Non so per quale frutto del destino io l’abbia visto, ma sono sicura che fosse lui, di come sono sicura di tutto quello che ha detto. Ti amava, Damon, ti ha sempre amato e ti amerà sempre. So che non serve nemmeno dirlo, perché tu lo sai e ve lo siete dimostrati più volte, ma penso sia un bene ripeterlo.”

 

Elena fa una pausa, mentre sente il corpo di Damon irrigidirsi all’istante, per poi rilassarsi l’istante dopo.

 

“E lui ha offerto la sua vita perché lo riteneva opportuno. So che ora non ti sembra giusto e so che è così, perché nessuno dei due si sarebbe dovuto trovare lì, ma Stefan sarà sempre con te, ovunque tu vada. E lo so questo, anche se entrambi non possiamo vederlo. Sappiamo come sono gli spiriti e magari è proprio qui, in questa stanza, solo che noi non possiamo vederlo.”- conclude Elena.

 

La stanza piomba nuovamente nel silenzio, che però poi viene interrotto nuovamente, questa volta da Damon.

 

“Pensi che abbia trovato la pace?”

 

Glielo chiede Damon, timoroso come non mai. Erano stati vampiri entrambi e, tra le tante cattive cose, ne avevano fatte anche di buone. 

Stefan meritava la pace.

 

“Ne sono certa.”- annuisce Elena, strofinando il naso sul suo petto, facendo spuntare un sorriso sulle labbra di Damon. -“Ha trovato la pace e tu, quando sarà la tua ora, tra moltissimo tempo, ti ricongiungerai con lui. E potrai tornare di nuovo a prenderlo in giro per il suo ciuffo da eroe.”

 

E Damon sorride, più apertamente, un po’ più rilassato di prima. Non è il sorriso più bello che abbia mai fatto, perché è segnato dalla malinconia e dalla tristezza, ma è un sorriso. Gli occhi del corvino viaggiano per tutta la stanza e si fermano sull’entrata della porta, dove molto spesso Stefan si trovava. Sorride al ricordo, per poi riportare gli occhi sull’amata. 

 

“Mi mancherà. Mi manca.”- sospira Damon.

“Lo so, lo so.”- gli sussurra dolcemente Elena, toccandogli la fronte. -“Ti mancherà per sempre, ma pensa che ora si trova in un posto migliore, magari in compagnia.”

“In compagnia di qualche bella ragazza? Al massimo sarà con Lexi, non potrebbe tradire Caroline nemmeno da morto.”- le dice Damon, scuotendo la testa.

 

E Damon non seppe, mai, ovviamente, quanto avesse avuto ragione.

 

“Ti amo.”

 

Glielo sussurra contro il petto, Elena, mentre un sorriso spontaneo affiora nelle labbra dell’ormai ex vampiro.

 

“Ti amo anche io.”- le risponde lui.









 

 

                                                              * * *











 

Damon ha preparato tutto. Per fortuna non ha dovuto mobilitare mezzo mondo per tenere Elena fuori di casa, perché a quello ci pensavano già i turni estenuanti di lavoro. Aveva concluso gli studi qualche mese prima ed ora era diventata una dottoressa a tutti gli aspetti e veramente anche molto brava. Aveva scelto cardiologia, per una sua strana passione legata al cuore, molto probabilmente perché ne aveva visti così tanti strappati che si era messa in testa strane idee. 

 

“Guai a te se ti avvicini, gattaccio.

 

Il gatto rossiccio guarda il suo padrone, poi continua a leccarsi una zampa, noncurante di tutto il trambusto, per quanto romantico che sia, che ha attorno. Elena aveva voluto prendere un gatto l’anno prima e Damon, un po’ per accontentarla e un po’ per evitare che gliene portasse a casa uno di nascosto, l’aveva accontentata. Lui, dal canto suo, aveva da sempre odiato i gatti e quello non faceva l’eccezione, almeno secondo lui. Invece, al contrario delle previsioni, i due, nonostante all’apparenza si odiassero, nella realtà un po’ meno. Non avevano un rapporto idillico, ma il gatto spesso e volentieri, quando Damon si addormentava sul divano, gli si metteva in grembo e poi non veniva cacciato dal corvino una volta che si era svegliato.

Damon è proprietario del Mystic Grill e, da dopo la fine del dottorato, vive con Elena e Mystic Falls. La casa, ovviamente, è quella dei Gilbert. Il corvino l’ha fatta ricostruire nel periodo del college e del dottorato di Elena, per poi consegnarle le chiavi come se nulla fosse il Natale precedente. Elena, invece, che per quel Natale gli aveva regalato un orologio (di valore, certo, ma nulla al confronto del regalo del fidanzato), si era fatta perdonare (non ne aveva bisogno, ma lo sentiva) mettendo a nuovo la Camaro di Damon che, dopo tutti quegli anni, era diventata parecchio acciaccata. Ovviamente Damon è stato contento come un bambino, perché tiene a quella macchina quasi più della sua stessa vita. Il corvino guarda tutto soddisfatto e tira un sospiro di sollievo per essere riuscito a preparare tutto in tempo, fortunatamente. 

E, quando sente la porta di casa aprirsi, il cuore gli arriva quasi in gola.

 

“Damon?”

 

Sente la voce della sua ragazza dall’entrata che, molto probabilmente, si sta domandando dove sia finito. Rimane zitto, perché vuole godersi la sua sorpresa. Elena, dal canto suo, non notando Damon da nessuna parte, si toglie le scarpe ed appoggia la borsa sul divano, dubbiosa. Non le ha detto che sarebbe tornato tardi o, almeno, non lo ricorda. Ma quando varca la soglia della cucina e lo vede in piedi, appoggiato al lavabo, con le braccia conserte, il suo sguardo si illumina e nota soltanto in un secondo momento che cosa ha preparato. Non perché non lo apprezzi, ma perché non ci può fare nulla, ogni volta che lo vede è come se fosse la prima. Poi non dice niente, si osserva attorno estasiata. 

 

“L’hai fatto tu?”- gli chiede incantata.

 

La tavola è addobbata in maniera romantica, con tanto di candele sopra, tra i piatti di cibi deliziosi, tanto che lo stomaco di Elena, complice qualcun altro, fa le capriole non vedendo l’ora di assaggiare tutto quello che ha Damon preparato per loro. La ragazza, ormai diventata donna, ha una notizia importantissima da dirgli, una che cambierà la loro vita, ma decide di tenerla ancora un po’ per se, per dirglielo magari a fine cena, nella tranquillità più totale.

 

“Avevi dubbi?”- le chiede lui, staccandosi dal lavabo per andare incontro alla sua donna. 

“Magari hai pagato Caroline per farlo.”- gli risponde Elena, stuzzicandolo un po’, mentre gli getta le braccia al collo.

 

Damon sorride sulle sue labbra, per poi baciarla. E, come ogni volta, sente dei piacevoli brividi su tutto il corpo e il suo cuore aumentare di qualche battito.

 

“Donna di poca fede.”- la beffeggia Damon, pizzicandole un fianco, facendo sobbalzare Elena. -“Ho fatto tutto io. E poi Caroline non sa cucinare e non l’avrei mai fatta entrare qui dentro, sai quanto adori questa cucina.”

“Oh, lo so, masterchef.”- lo rimbecca Elena ridacchiando.

“Mi stai prendendo in giro? Lo so che adori quello che ti preparo.”- le ricorda Damon. -“Come quella torta che ho preparato ieri sera e che questa mattina, non si sa per opera di chi, non c’era più. Anzi, qualcosa c’era… Il piatto vuoto.”

 

Elena, colta sul fatto, alza le spalle mordendosi il labbro inferiore, con un’espressione colpevole e divertita sul volto.

 

“Avevo fame ed era buona e… Ed è finita troppo velocemente.”- sbuffa lei.

 

Damon le accarezza i capelli, ormai tornati lunghi come la prima volta che l’ha conosciuta. Per un periodo li ha tagliati, poi ha cominciato a farli crescere di nuovo, ma per lui Elena è stupenda in qualsiasi caso.

 

“Spero tu non l’abbia mangiata tutta questa mattina, altrimenti avresti fatto un’indigestione.”- le rammenta Damon.

“No, anche questa notte. Avevo fame.”- si scusa la ragazza, baciando leggera le labbra del corvino.

“Tu ultimamente hai perennemente fame.”- la punzecchia lui.

“E allora è un bene che tu abbia preparato tutte queste cose.”- sottolinea Elena mestamente, staccandosi da lui per sedersi a tavola, non vedendo l’ora di cominciare a mangiare.

 

Damon, dal canto suo, non dice nulla, alza solo gli occhi al cielo divertito e si siede di fronte alla sua ragazza.

E parlano di come sia andata la giornata e dei loro programmi futuri. Decidono di prendersi qualche giorno lontani da tutto e tutti e concedersi una piccola vacanza, magari in qualche posto che non hanno mai visto.

 

“Prima mi ha chiamato la tua amica bionda.”- le dice Damon, mentre si versa un bicchiere di vino rosso.

 

Elena si porta una mano sulla fronte, scuotendo la testa. Si è dimenticata di chiamare Caroline, eppure si era messa anche un promemoria.

 

“Già, ti da per dispersa.”- continua lui poi. -“Ma ti comprende, comunque, anche se mi ha minacciato per obbligarmi a fartela chiamare.”

“Dopo la chiamerò, ultimamente non ho un minuto di tempo libero.”- sbuffa la ragazza, ripetendosi più volte di dover chiamare la sua amica.

 

Caroline, ormai da qualche tempo, si è trasferita all’Armeria dove, insieme ad Alaric, ha costruito una scuola per bambini speciali (soprannaturali), che sta andando a gonfie vele.

Le gemelle, dal canto loro, crescono sempre di più, sviluppando anche i loro poteri, ma che per ora sono riusciti a tenere tutti sotto controllo.

 

“E penso che dovresti proprio chiamarla, ha in mente qualcosa di strano.”- conclude Damon poi, finendo quel poco che era rimasto sul suo piatto.

“Che cosa ha combinato?”- gli domanda Elena preoccupata.

“Niente di che, vuole solo andare a New Orleans.”- le risponde Damon con un’alzata di spalle.

 

Elena aggrotta le sopracciglia confusa.

 

“New Orleans?”- chiede. -“E a fare cosa?”

“Secondo te?”- le chiede Damon sorridendo sornione. -“Chi c’è di così importante a New Orleans da far mobilitare la biondina?”

 

La ragazza, che dapprima ha spalancato leggermente la bocca, la richiude, a metà tra lo sconvolto e il preoccupato.

 

“Ma magari ci andrà solo per… New Orleans è il fulcro del soprannaturale, magari c’è qualche bambino bisognoso di attenzioni, che ne so…”- borbotta Elena.

 

Elena sa che Niklaus Mikaelson, l’ibrido Originale, l’essere più temuto di tutti, ha da sempre una cotta per la sua amica e anche quest’ultima ne è affascinata, ma mollare tutto di punto in bianco per andare da lui non le sembra una cosa da Caroline.

 

“E di chi è la figlia la bambina più bisognosa di attenzioni del mondo?”- le chiede Damon sorridendole beffardo.

 

Hope Mikaelson, chi potrebbe essere sennò?

Elena si alza di scatto dalla sedia, scuotendo la testa.

 

“Devo parlare subito con Caroline. L’ho sempre appoggiata, ma Klaus è pericoloso e-”

 

Damon si alza dalla tavola e va incontro alla sua ragazza.

 

“Ricordi? Anche io ero pericoloso, eppure guarda dove siamo arrivati.”- le dice Damon, indicandosi. -“E poi le farà bene staccare da tutto.”

“Con Klaus?”- le domanda Elena dubbiosa.

“Andiamo, lasciamola divertire. E poi Klaus è un buon partito.”- la punzecchia Damon.

“Certo, si, come no. Non voglio che le accada qualcosa di male. Klaus ha fatto così tanto male nel mondo che qualcuno potrebbe prendersela con lei.”- sottolinea Elena.

“E’ adulta, un vampiro e sa prendersi cura di se stessa. Poi magari andrà lì solo per la bimbetta magica.”- le dice Damon. -“Oppure stai contemplando l’idea di Klaus e Caroline insieme? Ricordiamo che si sono divertiti parecchio nel bosco quella volta.”

 

Elena si stacca da Damon colpendolo con un pugno sul braccio.

 

“Ho solo detto la verità.”- si difende Damon.

“Stavamo parlando di una cosa seria.”- sottolinea Elena, incrociando le braccia al petto.

Gilbert, dai, non fare la drammatica. Io sarei contento se si costruisse una vita sentimentale, sarebbe anche ora.”- conclude lui.

 

Un’ombra gli oscura il volto ed Elena capisce al volo a che cosa stia pensando l’uomo che ha davanti, per questo decide di cambiare repentinamente discorso.

 

“Okay, va bene, accetterò con gioia una futura relazione di Caroline con Klaus senza tirare fuori unitili polemiche.”- gli dice la ragazza accarezzando le labbra del corvino con le sue, cercando di risollevargli il morale, cosa che, in parte, fa. -“Dov’è il dolce? Tu prepari sempre il dolce. Hai preparato il dolce, vero?”

 

E Damon le è grato per non aver tirato fuori quel discorso. E’ passato del tempo, ma l’assenza di Stefan fa comunque male, anche se si sente un po’ meno teso. Ma Stefan gli mancherà per sempre, è un dato di fatto.

 

“Quindi… Dopo esserti mangiata una torta questa mattina vuoi anche il dolce?”- le chiede lui incrociando le braccia al petto.

 

Elena, con fare da bambina, annuisce con veemenza. 

E Damon l’ha preparato il dolce, ma con uno scopo ben preciso. L’idea iniziale era quella di fare il romantico, ma poi ha declinato l’idea perché non è mai stato molto bravo in quello. Certo, le preparava la cena, qualche volta a lume di candela, e ogni tanto le regalava qualche rosa, ma non è mai stato il tipo sdolcinato tutto baci e bacetti. Elena lo sa da sempre e si è rassegnata da tempo, ma forse lo ama ancora di più per questo. 

Il corvino prega solo che la sua ragazza non si strozzi, perché altrimenti avrebbero dovuto passare la serata in ospedale e lui non ne ha l’intenzione, perché il tutto si sarebbe dovuto concludere in camera da letto.

Così Damon apre il frigo ed estrae una torta ai mirtilli, la preferita della bruna, già tagliata a fette e ne estrae due ben precise. Per non fare confusione si è organizzato con il numero dei mirtilli e spera di ricordarseli giusti, altrimenti avrebbe fatto la gaffe del secolo.

 

“Non abbuffarti.”- l’avverte Damon con leggera preoccupazione. 

 

Elena, dopo aver roteato gli occhi al cielo, impugna la forchetta e la immerge nel ripieno di panna, ma quando l’oggetto che impugna si non affonda come dovrebbe, ma incontra qualcosa di resistente, la sua faccia si corruccia immediatamente. E Damon, finalmente, può tirare un sospiro di sollievo, perché Elena non se l’è mangiato. Ed Elena fa scorrere la forchetta sul piatto per capire che cosa ci sia all’interno da impedire di mangiare la fetta di torta, ma quando si accorge di che cos’è effettivamente quasi non cade dalla sedia. 

E’ un anello ed è anche bello grosso.

Elena solleva lo sguardo sul corvino, che le sorride sornione, anche se comunque rimane teso. Elena avrebbe potuto dirgli di no veramente?

Alla fine, mentre Elena continua ad alternare lo sguardo da lui all’anello, non metabolizzando la cosa, Damon si decide a parlare.

 

Mi vuoi sposare?

 

Ed Elena strabuzza ancora di più gli occhi perché non crede a quello che ha appena sentito. Non che non ritenga capace Damon di farlo, ma non se lo sarebbe mai aspettata in quel momento e non così.

Eppure lui è stato in grado di sorprenderla, come fa sempre.

 

“Non mi stai prendendo in giro, vero?”- gli chiede lei.

“Dopo aver preparato tutto questo e aver rischiato di farti strozzare? Ovvio che non scherzo!”- conclude lui, assottigliando gli occhi.

“Diamine si che ti voglio sposare!”

 

Quasi lo urla Elena e gli getta le braccia al collo. Damon, sorpreso, riesce ad afferrarla e a rimanere, non si sa come, ancora seduto sulla sedia con lei seduta sulle sue gambe. E la ragazza, dopo aver quasi rischiato, come suo solito, di far ammazzare entrambi, lo bacia. 

“Damon?”- lo chiama Elena, mentre lui alza gli occhi su di lei sorridente. -“Sono incinta.

 

E il corvino ha la stessa reazione della ragazza di prima, con tanto di strabuzzamento degli occhi e bocca aperta. Nemmeno lui si sarebbe mai aspettato una notizia del genere. 

Elena, dal canto suo, non avrebbe saputo come dirglielo. E’ da quando l’ha scoperto, quel pomeriggio, che ci rimurgina su e le è uscito di getto in quel momento. Avrebbe voluto fare qualcosa di carino, magari comprare anche una strana maglietta a tema da regalargli, ma dopo la proposta di matrimonio il suo cervello si è azzerato.

 

“Incinta? Aspetti un bambino?”- chiede Damon balbettando.

“Non so che significato tu dia alla parola incinta, ma, si, è quello.”- gli risponde Elena piccata.

 

E il suo futuro marito le sorride, di un sorriso così caldo e aperto da contagiare inevitabilmente anche lei. Ed è lui questa volta a baciarla, mentre una sua mano, calda e grande, si appoggia sul ventre della donna che tiene sulle gambe. 

 

“Avremo un bambino e ci sposeremo.”- conclude lui, accarezzandole la base della schiena, perso nei suoi occhi.

“Avremo un bambino e ci sposeremo.”- gli conferma lei.

 

E non potrebbero essere più felici di così.

 

 







 

                                                                   * * *















 

Non vuole cacciarsi nei guai, perché problemi di per se ne ha già abbastanza, vuole solamente ringraziarlo di persona per tutto quello che ha fatto. Darle quella modica cifra per aprire e supportare la sua nuova scuola è stato un bel gesto, che non si aspettava, ma che ha gradito, senza ombra di dubbio. Ma, mentre cammina per le strade di New Orleans, si rende effettivamente conto che un gesto così, infondo, lo sperava, perché, nonostante tutto, si erano fatti una promessa, tempo addietro.

A dir la verità era stato lui a fargliela, ma lei ci aveva creduto. Poi il tempo è passato, si sono susseguiti una serie di eventi che l’hanno cambiata profondamente, eppure, dopo così tanto tempo, lui ha dimostrato di non essersi mai dimenticato di lei e forse, nel profondo, lei non si è mai dimenticata di lui.

Aspetterò tutto il tempo che ci vorrà.

Glielo aveva ripetuto spesso nel corso degli anni e lei ne è sempre stata lusingata, mettendo da parte i suoi sentimenti, che, prepotentemente, continuavano ad affiorare ogni volta. 

Ed ora lei è lì, per ringraziarlo di persona, perché le sembra il minimo dopo quello che ha fatto per lei. Sarebbe potuta andare prima, ma le è giunta voce (Alaric glielo aveva detto) di quello che stava accadendo a New Orleans, il regno del soprannaturale, e, per quanto le fosse dispiaciuto sapere tutto quello che i Mikaelson stessero affrontando, aveva deciso di aspettare che le acque si calmassero. Che cosa avrebbe mai potuto fare lei? Ma per fortuna Klaus e i suoi fratelli, dopo anni di sofferenza, erano stati in grado di far fuori tutti i loro peggiori nemici e di riprendere il controllo della città. 

 

“Ma guarda un po’ chi abbiamo qui? Non mi sarei mai aspettata una visita da parte tua.”

 

La riconosce subito quella voce e, con un pizzico di stupore e un po’ di amarezza, si volta verso il suo interlocutore.

 

“Da quella faccia deduco che ti aspettassi di vedere qualcun altro, tipo… Nik, per esempio.”- continua melliflua la bionda Originale.

“E’ un piacere vederti anche per me, Rebekah.”- la saluta Caroline, sorridendole.

 

Rebekah non è mai stata la sua persona preferita (tra gli Originali è quella che sopportava meno) però Caroline ha messo da parte gli antichi dissapori ancora anni prima.

 

“Anche per me è un piacere, Caroline Forbes, e lo dico sul serio, anche se potrei sembrare una bugiarda.”- conclude l’Originale inclinando leggermente la testa, facendo così muovere la cascata di riccioli biondi.

“Strano, credevo mi odiassi.”- le sorride l’altra bionda.

“Oh, beh, forse sei l’unica persona di Mystic Falls che potrei farmi piacere. Oltre Matt. Come sta Matt?”- le chiede Rebekah.

 

Caroline ridacchia divertita, poi però smette di colpo notando lo sguardo omicida dell’altro vampiro.

 

“Lui sta ehm… Molto bene, è lo sceriffo di Mystic Falls.”- le dice Caroline.

“Sceriffo? Uhm, si, è da Matt.”- annuisce Rebekah pensierosa. 

 

Tra le due c’è un momento di silenzio, che viene interrotto dall’arrivo di una bambina che arriva più o meno sotto il seno del vampiro Originale.

 

“Zia Bekah, chi è lei?”

 

E Caroline capisce subito chi è. L’ha capito ancor prima che la bambina chiamasse Rebekah zia. Quella bambina è la famosa Hope Mikaelson, la figlia di Klaus. Come non potrebbe esserlo? Escludendo i capelli, marroni-rossicci come quelli della madre, è la copia sputata dell’ibrido Originale, con due occhi azzurri da far ghiacciare chiunque sul posto. Ma, nonostante tutto, sembra una bambina dolcissima.

 

“Piacere Caroline, io sono Hope.”

 

Caroline non si è nemmeno accorta che la bambina le sta porgendo la mano, troppo persa a fantasticare. 

 

“Ciao Hope.”- la saluta Caroline, stringendo la mano della bambina tra la sua.

“Sei un’amica di zia Bekah?”- chiede curiosa Hope, inclinando la testa di lato.

 

E’ un gesto di famiglia. 

 

“E’ più un’amica di tuo padre, o giù di lì.”- chiarisce Rebekah.

 

Hope scruta Caroline per qualche altro istante, corrucciando le labbra, poi i suoi occhi si illuminano.

 

“Ma è quella Caroline!”- esclama la bambina euforica, facendo girare perfino alcuni passanti, che poi continuano a camminare come se nulla fosse. -“Papà mi ha detto un sacco di cose su di te!”

 

E Caroline non sa se sia un bene o un male, visto il punto.

 

“Uhm, beh, spero belle cose.”- le risponde la Caroline incerta. 

“E papà ti ha disegnata anche sui suoi dipinti.”- continua la bambina, per poi annuire alla giovane vampira bionda. -“Certo, si, mi ha raccontato che hai aperto una scuola per bambini speciali, come me.”

“Si, certo, anche.”- conclude Caroline un po’ delusa.

 

Klaus le ha raccontato solo quello? Però la bambina le ha appena detto che l’ha disegnata sui suoi dipinti, quindi… Quella vecchia abitudine non gli è scomparsa.

 

“Sei venuta per papà, vero? Sua Bekah, vero che è venuta per papà?”

 

La bambina continua ad alternare lo sguardo tra le due bionde.

(nda: Hope Klaroline shipper u.u)

Rebekah, però, placa l’entusiasmo della bambina.

 

“Forse è meglio che noi due andiamo a casa. E’ già tardi e tua madre potrebbe staccarmi la testa e ci tengo alla mia vita. Caroline potrebbe fare un giro qui intorno, poi la verrà a recuperare.”- conclude Rebekah, smorzando così l’entusiasmo della più piccola dei Mikaelson.

“Va bene.”- sbuffa la bambina, per poi affiancare Rebekah. -“Ciao Caroline, ci vediamo dopo.”

 

E prima di voltarsi la saluta anche con la mano. Quella bambina ha preso proprio dal padre. 

Caroline decide di continuare a godersi New Orleans e molto probabilmente sarà lei ad andare a cercare Klaus, anche se non sa precisamente dove sia. Le basterà chiedere in giro e qualcuno lo porterà da lui.

Entra nel bar più vicino, Rousseau, e, dopo essersi seduta al bancone, ordina un drink da bere, iniziando a controllare i vari messaggi sul telefono e sorride nel vedere una foto delle sua figlie, che le ha inviato Alaric, mentre stanno ultimando la casa sull’albero. Ha la netta sensazione che, presto o tardi, diventeranno grandi amiche di Hope. 

 

“Se mi avessi avvisato ti avrei dato un’accoglienza degna di una regina, amore.

 

E la sua voce la fa sobbalzare sul posto, mentre il suo corpo viene percorso da strani brividi, a cui non riesce ancora a dare una spiegazione dopo così tanto tempo.

 

Klaus.”

 

Il suo è poco più che un sussurro, ma l’ibrido, ovviamente, lo sente lo stesso.

 

“Felice di farti sempre lo stesso effetto, tesoro.”- continua lui avvicinandosi a lei. 

 

La ragazza sbuffa roteando gli occhi al cielo, ma sorride comunque, perché i suoi modi di fare le erano mancati.

 

“Tra tutti i posti che ci sono a New Orleans sei venuta proprio in un bar? Andiamo, amore, preferirei mostrarti altri posti. Nonostante tutto questa città è una bellezza fuori dal comune.”- le dice il vampiro, porgendole la mano.

 

Caroline alterna lo sguardo dall’ibrido alla sua mano, poi si alza dalla sedia.

 

“So ancora alzarmi da sola.”- le risponde lei, mentre Klaus scoppia a ridere cristallino.

“Non cambi mai, amore.”- continua a ridacchiare Klaus, per nulla arrabbiato dal suo rifiuto, ma anzi deliziato. -“Andiamo allora.”

“Vuoi farmi da cicerone?”- gli chiede lei.

“Perché no. Chi conosce meglio di me questa città?”- le domanda retorico l’ibrido.

 

Caroline non gli risponde, ma sorride melliflua sotto i baffi.

E Klaus effettivamente la portò in uno dei posti più belli di New Orleans.

 

“Dove siamo?”- gli chiede Caroline guardandosi attorno meravigliata, mentre l’ibrido sorride. -“E’ meraviglioso.”

“Qui tutto è meraviglioso, perfino i cimiteri sono un’attrazione turistica, ma ho pensato che non si addicessero a te. Comunque siamo a Jackson Square. Questa”- Klaus la indica davanti a se. -“è la cattedrale di San Luigi.”

“E’ veramente bellissima. Certo che sono stati bravi a crearla.”- commenta la bionda incantata cominciando a camminare.

 

Klaus la segue, godendosi lo spettacolo di Caroline Forbes intenta ad ammirare la bellezza intorno a lei. Lei non lo sa, ma gli è mancata così tanto che ormai l’ibrido aveva perso la speranza di ritrovarla. Quando gli è giunta voce della nuova scuola aperta dalla ragazza ha ben pensato di donarle qualcosa, in memoria dei vecchi tempi, ma non si sarebbe mai aspettato di trovarla lì, da lui.

 

“Klaus? E’ tutto okay?”- gli chiede Caroline.

 

Il vampiro Originale sbatte le palpebre, poi annuisce.

 

“Ti preoccupi per me, tesoro?”- le chiede poi.

 

Le guance di Caroline si colorano di rosso e lei abbassa la testa per nasconderlo. Klaus, con un movimento repentino, è subito accanto a lei e le solleva delicatamente la testa. La bionda incrocia gli occhi dell’ibrido e sente le gambe tremare ed è costretta a fare uno sforzo immane per non cadere. 

Da quando Klaus le fa quell’effetto?

 

“Ti stavo solo dicendo grazie…”- mormora Caroline, ancora incatenata agli occhi dell’ibrido. -“Sai per la… Donazione che hai fatto.”

“Oh, beh, dovere. Ho pensato che un piccolo aiutino non guastasse.”- le dice semplicemente lui.

“Sono un sacco di soldi.”- precisa lei.

“Pensi davvero che il denaro per me sia un problema? L’ho fatto perché ho voluto, tutto qui.”- continua Klaus.

“E’ stato un bel gesto, ci tenevo a ringraziarti.”- rimarca Caroline.

“E così sei venuta fino a New Orleans solo per questo… Mhm… Non è che sei venuta perché avevi voglia di vedermi?”- le chiede l’Originale accennando un sorriso. 

 

Sei venuta a New Orleans solo per ringraziarlo, Caroline?

E’ quello che si chiede la bionda da quando è partita.

Vorrebbe rispondergli di si, ma sa perfettamente che, per quanto voglia convincersene, non è tutta la verità. Non lo vedeva da così tanto tempo che aveva deciso di approfittarne per non sa quale ragione.

Lei non prova nulla per Klaus, giusto? Ecco, non sa rispondere a questa domanda, perché per uno qualunque non si sarebbe mossa da Mystic Falls. Ma Caroline sa che Klaus non è uno qualunque per lei.

 

“Chi tace acconsente, amore.”- gongola Klaus, sorridendole sornione, mentre Caroline vorrebbe sprofondare.

 

Alla fine scoppia.

 

“Non so nemmeno io perché sono venuta qui, okay? Sono venuta qui per ringraziarti di persona, è vero, perché dopo tutto quello che c’è stato tra di noi lo meritavi, ma ho così tanta confusione in testa su di noi che non mi capisco nemmeno io!”- esclama la ragazza.

 

Klaus ne rimane sorpreso, in modo piacevole. Una maniaca del controllo come Caroline l’ha perso per lui.

Questo, per l’ibrido, si sta facendo interessante.

 

“Non volevo scombussolarti la vita.”- rimarca lui. -“E apprezzo che tu mi voglia ringraziare di persona per la mia donazione. E, visto che ci tieni tanto, potresti ricambiarla, visto il favore che ti ho fatto.”

 

Ovviamente Klaus non vuole nulla in cambio, in denaro o altro, ma Caroline per il momento non l’ha ancora capito, per questo rimane un po’ spaesata. 

 

“Se c’è qualcosa che posso fare lo farò.”- sussurra la bionda.

 

Non avrebbe potuto fare altrimenti.

 

“Resta a New Orleans per qualche giorno con me. E’ questo il favore che ti chiedo. Resta qui per un po’, ti farò visitare la città e questo ti permetterà di prendere una pausa da tutto.”

 

Klaus è sincero e spera magari che qualche giorno lì, nella sua città, potrebbe fargli cambiare idea su di loro.

 

“E’ un tentativo di sedurmi, Klaus Mikaelson?”- gli chiede Caroline, piacevolmente stupita dalla sua offerta.

 

Ancora una volta è stato in grado di rimarcare quanto ci tenga a lei.

 

Caroline Forbes, questo è soltanto uno dei tanti.”- gli risponde Klaus sorridendole sornione. -“Sono ancora convinto che tu sia venuta qui per me e non solo per ringraziarmi.”

“Hai un ego smisurato.”- sbuffa la ragazza.

“Un ego smisurato che ti attrae.”- la punzecchia l’Originale, schioccando la lingua al palato. -“Se non mi hai ancora detto di no vuol dire che hai accettato.”

“Potrei rifiutare questa proposta? E poi voglio salutare tua figlia, di nuovo.”- conclude Caroline.

“Hai conosciuto Hope?”- le chiede sorpreso Klaus.

“L’ho incontrata con Rebekah. E’ tale e uguale a te.”- gli dice la bionda.

“E’ mia figlia, dopotutto.”- sorride orgoglioso lui. -“Tutta suo padre.”

“Spero non cresca con il tuo ego, ma sono fiduciosa dopo averla vista. Portami a vedere la città e lascia da parte qualsiasi piano tu abbia in mente, compreso il sedurmi.”- lo minaccia lei.

“Come siamo sicure, amore. E mi dispiace, offrirti di rimanere qui è soltanto la prima tappa. Entro il fine settimana sarai già caduta ai miei piedi.”- le dice Klaus, spostandosi velocemente a destra per evitare il pugno di Caroline.

 

Entrambi sanno, però, di essere caduti ai piedi dell’altro già tempo prima.

 









 

                                                                 * * *










 

Gli occhi di Elena si illuminano non appena vede entrare all’interno della stanza suo marito con in braccio la loro gioia più grande. E’ nato soltanto da poche ore, eppure entrambi se ne sono già innamorati. Non appena la dottoressa aveva detto E’ un maschio entrambi quasi non sono caduti dal letto, visto che, dopo molte difficoltà, la dottoressa era giunta alla conclusione, durante le ecografie, che con molta probabilità fosse una femmina. Per tutta la gravidanza aveva continuato a nascondersi e la povera donna si era quasi dovuta affidare al caso. Damon, in un primo momento, era rimasto turbato, perché i Salvatore avevano sempre avuto, almeno come primogenito, un maschio, ma poi era stato l’uomo più felice del mondo convinto di avere una bambina. E così erano cominciati gli acquisti di tutte cose rosa.

Invece, non appena venuto al mondo, si era beffato di tutti per l’ennesima volta, lasciando i due neo genitori sconvolti per qualche secondo, per poi lasciare spazio ad una gioia immensa, con tanto commento di Damon con sapevo di aver sempre avuto ragione, i Salvatore hanno sempre avuto primogeniti maschi.

 

“Sei sveglia.”- constata Damon, richiudendosi con il piede la porta alle spalle.

 

Le sue attenzioni sono rivolte alle due persone più importanti della sua vita. E’ diventato papà da nemmeno un giorno e si sente già scoppiare dalla gioia. Non riesce ancora a credere come lui, un uomo che per tutto il corso della sua vita ha commesso i crimini peggiori e che è stato un vampiro, sia stato in grado di creare un miracolo così perfetto. 

Il corvino accarezza con una mano il nasino del bambino e con passo lento si avvicina al letto della moglie. Non potrebbe essere più perfetto per entrambi ed è il bambino più bello di tutti. Ha gli occhi chiarissimi, blu come il mare, e i capelli marrone scuro, in un misto di quelli della madre e del padre. Elena sa che gli occhi, durante i primi mesi, possono cambiare colore, ma è certa che manterranno la stessa colorazione cerulea del padre.

 

“Ciao tesoro…”- glielo sussurra piano, Elena, mentre accoglie suo figlio tra le braccia, che Damon le sistema accuratamente. -“Guarda com’è bello!”

“L’ho osservato per tutto il tempo mentre tu dormivi e ammetto, con fierezza, che sia il bambino più bello del mondo. Non avrebbe potuto essere altrimenti visto i miei geni.”- le dice Damon solenne, mentre Elena scuote la testa sconsolata.

 

Il bambino gorgoglia qualcosa, facendo sorridere entrambi. Ne sono già diventati dipendenti.

 

“Vedi, mi ringrazia anche lui. Vero che papà ha ragione, tesoro?”- gli chiede Damon, con una vocina così melensa da far ridere Elena.

“Come se i miei geni non avessero contribuito.”- bofonchia lei, mentre culla delicatamente il bambino. -“La prossima volta lo partorirai tu un bambino.”

“Sei stata bravissima…”- mormora dolcemente Damon, baciandole delicatamente la fronte. -“Mi ha fatto male vederti così sofferente.”

 

Ed il cuore di Elena si scioglie per tutta quella dolcezza.

 

“Hey, non ricordo già più nulla. Come potrei farlo guardando nostro figlio? Lo rifarei altre mille volte.”- gli dice Elena prendendo la mano del marito tra le sue. 

 

Damon la stringe a se, stando bene attento a suo figlio. Il bambino alza gli occhi e sembra che stia cercando con lo sguardo i suoi genitori, anche se non può vederli effettivamente. Elena, dal canto suo, appoggia la testa sul petto del corvino, sentendosi a casa, come sempre quando è con lui. 

 

“Dovremo dargli un nome. Abbiamo scelto un nome da bambina, non possiamo dargli quello.”- gli dice Elena guardandolo negli occhi.

 

E sul nome da bambina erano stati da subito d’accordo entrambi. Si sarebbe chiamata Rose Jenna Salvatore.

 

“No, effettivamente no.”- sospira Damon, baciando la fronte delicata del figlio. 

 

Il bambino arriccia il naso e il corvino perde qualche battito. 

Quell’espressione.

Gli occhi di Damon cercano quelli di Elena, così come i suoi cercano quelli di lui.

Entrambi l’hanno capito.

 

Stefan. Stefan Salvatore.

 

E’ un sussurro quello di Damon, ma Elena lo capisce benissimo. I suoi occhi si fanno improvvisamente più lucidi e, mentre guarda suo figlio, sa che non potrebbe esserci un nome più adatto.

 

“Ciao Stefan.”- lo sussurra piano, Elena, mentre tocca il naso di suo figlio.

 

Il piccolo Stefan sorride e sembra quasi sia felice del suo nome nuovo.

E mentre il loro quadretto familiare è ormai completato, sulla penombra della stanza, proprio accanto alla finestra, compare una figura che né Damon e né Elena possono più vedere ormai da tantissimo tempo, ma che da altrettanto veglia su entrambi e che ora veglierà anche su quel piccolo esserino umano che ha il suo nome.

 

“Ho detto che lo avrebbero chiamato come te!”- gongola Lexi, dando una gomitata al suo compagno di avventure.

“Andiamo, quel povero bambino rimarrà segnato a vita per chiamarsi Stefan. L’ho sempre detto a mio fratello.”- sbuffa Stefan.

“Oh, andiamo, stai gongolando un sacco.”- lo punzecchia Lexi. -“Non avrebbero potuto scegliere nome più adatto.”

 

E Stefan sorride orgoglioso. Molto probabilmente non lo dirà mai a Lexi, ma è stato colpito -in positivo- sulla scelta del nome e non se lo sarebbe mai aspettato. E vedere suo nipote, con il suo nome, lo riempie di gioia e, dopo tanto tempo, si sente nuovamente vivo. 

____________________________________



Lo so, lo so, in origine avrebbe dovuto essere molto più corta, ma poi i Delena mi hanno preso la mano, per non parlare dei Klaroline, quindi è venuta fuori una cosa spropositata, però non avrei potuto tagliare nulla.

Ogni momento scritto per me è estremamente importante e spero lo sia altrettanto per voi.

E’ una mia versione sul finale, un finale alternativo diciamo, perché io, personalmente, sono rimasta estremamente delusa da com’è finito TVD (e chi legge la mia Nian lo sa, visto il mio ultimo super commento), quindi, in qualche modo, scrivendo mi sono consolata immaginando un finale diverso.

Perchè, diciamocelo… Un Delena così dopo otto stagioni chi se lo aspettava? Capisco tutto, ma avremo avuto si e no 30 secondi di Delena in tutta la puntata e io non lo digerisco. C’è chi dice che il Delena non avrebbe potuto dire più nulla, perché si è concluso con la sesta, ma secondo me avrebbe potuto dire molto. Per non parlare della proposta di matrimonio/matrimonio tagliato e che avevano girato… Sorvoliamo, che è meglio.

Ovviamente ho inserito anche il Klaroline perché è la mia seconda ship preferita in assoluto e, visto come sono andate le cose, pretendo Caroline in TO perché altrimenti non avrebbe senso aver fatto quella lettera u.u

Non ho nient’altro da dire, se non che spero che questa one-shot vi sia piaciuta e che abbia riportato a galla i ricordi Delena, rendendo omaggio anche a Stefan, di cui non ho ancora digerito la morte.

Alla prossima :)


PS: Ovviamente, da come si capisce dall'ultima parte, i nostri Delena si sono sposati e beh... Sulla proposta ho voluto metterci un po' di Nina e la sua passione del cibo in Elena :')

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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