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Autore: Arsax    23/03/2017    1 recensioni
Non sapevo come eravamo arrivati a questo, sapevo solo che faceva male. Molto male. Non riuscivo a sopportare tutto ciò. Era come se mille lame gelide mi trafiggessero il cuore, e non solo figurativamente.
Come si era arrivati fino a quel punto? Noi due, sotto il potente e scrosciante bacio della pioggia, aggrovigliati in una danza mortale. Piantai i miei occhi nei suoi e pensai che forse era il destino a volere tutte quelle cose. Tutto quel sangue e tutto quel dolore. Tutta quella morte.
Abbandonai la testa all'indietro guardando le nuvole nere sopra di me e lasciando che la pioggia lavasse via ogni mio dolore e che mi baciasse per l'ultima volta.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 3


-Quindi... questi sono i tuoi.- affermai un po' intimorita e meravigliata, mentre mio zio mi mostrava i suoi canini, affascinanti e spaventosi al tempo stesso.
-Ai ragazzi spuntano tra i dodici e i quattordici anni, alle ragazze qualche anno dopo, verso i sedici e diciotto, ma non pensavo che a te non fossero ancora spuntati!
Se alle ragazze spuntavano verso i diciotto anni, io ero decisamente in ritardo coi tempi. Ero sempre stata un po' lenta, ma tre anni di ritardo mi sembravano eccessivi!
-Prima di questo periodo non hai mai provato sete?- mi chiese pensieroso e io scossi la testa con decisione.
-Mmh... proverò a fare qualche ricerca, ma nel frattempo non diventare ansiosa, chiaro? Spunteranno anche a te. Sei un vampiro purosangue e nobile, quindi non devi preoccuparti.
Da quel momento in poi mi toccai i canini con la lingua per tutta la durata della serata.
-Ah, quasi dimenticavo! Ho una cosa per te.- affermò mio zio, tirando fuori dalla tasca dei pantaloni una foto dall'aria piuttosto vecchia.
Me la porse e quando la vidi restai senza parole. Nella foto c'erano due uomini e due donne, presumibilmente due coppie. Una coppia aveva un bambino di due anni in mezzo a loro, mentre l'altra teneva in braccio... me. Ero ancora in fasce e dormivo serenamente tra le braccia di mia madre che... era identica a me!
Non fosse stato per i capelli biondo chiarissimo, quasi bianchi, saremmo state due gocce d'acqua, o quasi. Avevo ereditato molto anche da mio padre, come la fronte, le labbra carnose e lo sguardo gelido e compiaciuto, ma gli occhi grigi e i capelli neri no.
-Questi sono i tuoi genitori, il giorno della tua nascita.- disse zio Wilhelm, accarezzando la foto della sorella.
Capii che gli mancava veramente tanto e non riuscii a non mettergli una mano sulla spalla nel tentativo di consolarlo. Posò una mano sulla mia e cercò di sorridermi, ma gli venne una smorfia strana che mi fece quasi ridere e l'avrei fatto se non fosse stata una situazione tanto nostalgica e malinconica.
-Serena, ti parlo come se fossi mia figlia. Se potessi prendere il tuo posto e liberarti dall'onere e onore di guidare i clan, lo farei. Ma io faccio parte solo del clan Von Ziegler e il clan Vidrean non mi accetterebbe mai come suo sovrano. Tu sei l'unione di due clan di vampiri molto potenti e sta a te regnare su di loro.
-Grazie, zio. Tutto questo significa molto per me.
-Tua madre mi disse di proteggerti e guidarti fino alla fine della mia esistenza e, per onorare la memoria di mia sorella, lo farò. Ero il suo braccio destro, sai?- mi raccontò, cercando di smorzare la tensione che in quel momento si era creata e in quel momento capii che dovevo almeno provarci.
-Quand'è che iniziamo?- chiesi e lui mi sembrò piacevolmente sorpreso.
-Domani pomeriggio, nel mio appartamento.

Dopo che salutammo zio Wilhelm, i miei genitori divennero stranamente taciturni e pensierosi. Provai a rompere il silenzio imbarazzante con qualche chiacchiera, ma senza successo. Così decisi di prenderli di petto.
-Ma che cosa vi prende? È da quando zio Wilhelm se n'è andato che siete silenziosi e avete una faccia da funerale.
Mia madre e mio padre si guardarono e notai che nel loro sguardo c'era tristezza.
-Niente. Sapevamo che questo giorno sarebbe arrivato, ma non siamo pronti lo stesso.- ammise mia madre.
-Non me ne sto andando e non vi sto nemmeno dicendo addio. Non è che se deciderò di diventare principessa, vi butterò via come stracci vecchi. Voi mi avete amata e cresciuta. Mi avete accudita come se fossi vostra e io vi considero in tutto e per tutto i miei genitori. Mi sento molto fortunata ad avere avuto voi come genitori.
Ai miei genitori vennero gli occhi lucidi e mi abbracciarono con foga.
-Sei diventata una splendida donna. Siamo fieri di averti avuto come figlia e lo sarai per l'eternità.- disse mio padre, cercando di non singhiozzare.
Restammo abbracciati per un tempo che parve interminabile, ma mi godetti ogni attimo di quel caloroso e amorevole abbraccio. Quando ci staccammo, i miei genitori erano più tranquilli e mi sorrisero dolcemente.
-C'è una cosa che vorrei sapere. Come mai Astrid e Marius mi hanno dato a voi?- chiesi chiamando volontariamente i miei genitori naturali col loro nome, per non ferirli.
-Io vivevo non molto distante dal castello austriaco dei Von Ziegler. Devi sapere, che noi mezzosangue, figli dell'unione di vampiri e umani, siamo sempre stati trattati come dei reietti, degli emarginati, e la regina Asrtid Von Ziegler è stata la prima a voler stringere un vero e proprio rapporto con i suoi sudditi mezzosangue. Riuscì a farmi avere un lavoro a palazzo.- iniziò a raccontare mio padre.

I mezzosangue non sono longevi come i vampiri, che hanno davanti a sé l'eternità se non vengono distrutti, ma viviamo per quasi due secoli, a meno che un vampiro non decida di trasformarci, mordendoci come si farebbe con qualunque umano, o di ucciderci. Dobbiamo comunque nutrirci di sangue di tanto in tanto e non siamo provvisti dei canini tipici dei vampiri.
Cinquant'anni fa, iniziai a lavorare al castello dei Von Ziegler come storico e consulente di corte grazie alla regina Astrid. Era un grande onore per un mezzosangue, poiché nessuno prima di allora aveva avuto una carica così importante. Nonostante il mio grande impiego e il mio impegno, continuavo a essere un emarginato e fu proprio grazie alla regina Astrid che iniziai ad avere più diritti.
Qualche tempo dopo propose una legge che consisteva nel concedere più diritti a noi mezzosangue. La cosa suonò molto sciocca ai vampiri degli altri clan e dello stesso clan Von Ziegler, ma la regina Astrid, che aveva passato con me molto tempo, riuscì a convincerli che i mezzosangue fossero una risorsa molto utile e sottovalutata.
Eravamo molto intimi, io e la regina Astrid, eravamo quasi amici e io la trattavo con tutto il rispetto di questo mondo, così come faceva lei con me.
Quando nascesti tu, ci furono festeggiamenti per giorni e non solo perché il patto sarebbe stato finalmente rispettato, dopo secoli e secoli, ma anche perché i tuoi genitori ti amavano alla follia. Pochi mesi dopo, ci furono molti Lovinescu che erano in disaccordo col patto sancito secoli prima dai loro avi. L'unione di un Lovinescu e un Vidrean era inaccettabile per loro, così iniziarono a incitare e a fomentare il malcontento di molti altri vampiri.
I tuoi genitori erano consapevoli che stavano rischiando la vita e dato che ti amavano troppo, decisero di darti a me e a Paola fino a quando gli animi non si fossero calmati. Se ciò non fosse accaduto, ci fecero promettere di crescerti come se fossi nostra. Obbedimmo ai nostri sovrani, che riposero un'enorme fiducia in noi, guardandoci come se fossimo loro pari. Un paio di giorni dopo furono distrutti da Catalin Lovinescu, inutile dice che anche lui fu distrutto all'istante. Tutto il regno pianse la morte dei loro sovrani.


Guardai mio padre con un misto di meraviglia e stupore. Era stato un pezzo grosso nel clan Von Ziegler e in seguito al matrimonio di Astrid e Marius, anche del clan Vidrean. Non avevo mai visto i miei genitori, soprattutto mio padre, sotto quella luce.
Mi sentii invadere da un potere nuovo, una fiducia in me stessa che non credevo di avere.
-Vi prometto che proverò a diventare principessa e se ci riuscirò, farò in modo che la legge riguardanti i mezzosangue venga rispettata.- affermai con decisione.
Io volevo provare a regnare sui miei clan per loro e avrei fatto in modo di rendere orgogliosi e fieri i miei genitori, sia Astrid e Marius che Paola e Andrea.

La fiducia che avevo in me stessa il giorno prima, scemò dopo appena mezz'ora di lezione con zio Wilhelm. Non appena ero entrata nella sua lussuosa casa in centro città, aveva iniziato a parlare tedesco e io non ci stavo capendo niente, poiché non l'avevo mai studiato. Continuava a parlarmi, indicandomi oggetti. In quel momento poteva benissimo dirmi che ero una cretina incapace con la faccia da babbuino, ma io non lo potevo sapere.
-Zio! Io non capisco una parola di tedesco,quindi smettila di blaterare!- sbottai col mal di testa.
-Ed è proprio per questo che devi imparare, immergendoti completamente nella lingua per fare più in fretta. Dovrai imparare anche il rumeno, lo sai vero?
-Sì, ma se non parti dalle basi, io come diavolo faccio ad imparare? So solo le parolacce, sia in tedesco che in rumeno, e di certo non posso accogliere un vampiro urlandogli 'Scheisse' o 'Ce faci, prost?'.
Mio zio scoppiò a ridere di gusto e dovette trattenersi la pancia.
-Hai un buon accento, ma dobbiamo allenarci lo stesso. Ora ti darò una lezione molto importante: non lagnarti, ordina educatamente ma con fermezza. 'Zio, parla in una lingua che io possa comprendere, grazie.'. Ricorda che sei una principessa e le principesse non si lagnano.
Annuii con decisione, mentre mio zio mi passava un manuale di tedesco e uno di rumeno, entrambi di livello base. Sembravano dei libri delle elementari talmente erano colorati e pieni di disegnini.
-Voglio che tu riesca a parlare fluentemente entrambe le lingue, in modo da capire gli altri vampiri e di rispondere a dovere se mai ti mancassero di rispetto.- concluse lo zio e a me si accese una lampadina sulla testa.
Con le lingue me la cavavo piuttosto bene e non ci avrei messo molto ad impararle, ma fingere di essere totalmente ignorante in materia mi sarebbe stato molto vantaggioso.
-Zio, spargi la voce che non sono in grado di parlare nessuna lingua al di fuori dell'italiano.- gli dissi sorridendo in modo furbesco.
-Tu non sei in grado di parlare nessuna lingua. Perché mai dovrei dare questa informazione a tutti? Ti metterei solo in ridicolo e partiresti svantaggiata.- affermò confuso.
-Nella mia breve ma intensa vita, ho imparato che essere sottovalutati e considerati stupidi non è una cosa così terribile, anzi. Sono anni che io vivo di pregiudizi sulle bionde e mi è tornato molto vantaggioso. Quando provavano a fregarmi, restavano basiti dalla mia intelligenza e dalla mia astuzia e automaticamente ero io ad acquisire un vantaggio su di loro.- risposi sorridendo.
-Quindi tu... oh!
Alla fine sembrò capire e mi sorrise in modo complice.
-Sei proprio astuta come tua madre.
-Ah, non dire nemmeno che mi addestrerai al combattimento, lo scopriranno pian piano da sé.
-La sorpresa è la miglior tattica. Lo dicevano sempre entrambi in tuoi genitori.
Mi sorrise con nostalgia e capii che stava pensando alla sorella Astrid. Compresi l'amore immenso che provava ancora per la sorella. Mi sarebbe piaciuto sapere che tipo di persone fossero i miei genitori, ma in quel momento dovevamo concentrarci sulla lezione.
-Visto che di imparare il tedesco e il rumeno con i miei metodi non ti piace, impariamo a ballare il valzer.
Gemetti pensando alla mia grazia di elefantino in un negozio di cristalli. Se ballavo, avevo alte probabilità di rompere qualcosa o qualcuno, ma quando facevo aikido riuscivo a sembrare addirittura molto aggraziata.
Come avevo previsto, per tutto il tempo non feci altro che pestare i piedi a mio zio, ma la sua pazienza e la sua tenacia gli facevano ignorare completamente il dolore agli alluci. Mentre ballavamo, mi parlava della storia e della politica vampiresca, ma non approfondiva molto i vari argomenti perché i miei genitori si erano offerti di insegnarmele al suo posto. Mi parlò anche del patto tra i Vidrean e Lovinescu.
-Il patto fu sancito nel 1666, poco prima del grande incendio di Londra. Tale coincidenza è molto ironica, poiché è presente il numero 666 e gli umani ci hanno sempre considerato creature demoniache. Il patto stabilisce che un erede Vidrean e uno Lovinescu si sposino per portare la pace tra i due clan rivali.- mi raccontò mentre ballavamo.
-Dove posso trovare una copia del patto?
-Ce l'ho... ahi! Ce l'ho io.- rispose mentre gli pestavo per l'ennesima volta il piede. -Sei troppo rigida e fai passi troppo ampi. E non è una gara di lotta, ma un valzer.
Spense lo stereo e si avvicinò all'enorme libreria in quercia del salotto, prese un rotolo di pergamena e lo srotolò delicatamente. Era scritta in rumeno e zio Wilhelm iniziò a tradurre.
C'era scritto tutto ciò che mi aveva detto fino ad allora, ma non c'era alcuna clausola che mi costringesse a sposare Stefan Lovinescu per diventare sovrana dei miei due clan. Tecnicamente ero già sovrana e un sorriso furbetto mi spuntò sulle labbra. Avevo trovato la mia scappatoia momentanea.
-Ancora non mi hai chiesto nulla sul tuo promesso sposo.- mi fece notare zio Wilhelm, mentre riprendevamo la nostra pietosa lezione di valzer. -Ero convinto che mi avresti chiesto di raccontarti qualcosa su di lui.
-Devo essere sincera con te. Sono appena stata mollata dal mio ragazzo dopo quasi quattro anni di relazione e ora l'ultima cosa alla quale penso è proprio il mio promesso sposo.- ammisi cercando dimostrarmi forte, nonostante soffrissi ancora come un cane.
Mio zio scosse la testa sorridendomi gentilmente.
-Dimenticavo che hai ancora tanto da imparare. Un'altra cosa che dicevano i tuoi genitori era 'conosci il tuo nemico, così non si hanno brutte sorprese'. I Lovinescu non fanno impazzire nemmeno me, che sono un Von Ziegler, ma per sapere con chi hai a che fare devi conoscerli, soprattutto Stefan.
-I Lovinescu sono così terribili?- chiesi, visto che aveva stimolatola mia curiosità.
-Sono sanguinari, odiano tutto e tutti all'infuori di loro stessi e distruggono chiunque non stia dalla loro parte. Ti basta?
Rimasi senza parole. E i miei genitori avevano permesso che fossi data in sposa a un tipo spietato e violento? Si erano bevuti del sangue rancido che aveva dato loro alla testa? Dopo aver scoperto che tipo di promesso sposo fosse, ero fermamente convinta di dover annullare le nozze. E alla svelta.
-Però sei molto in vantaggio, rispetto a loro intendo.
-Cosa?
-Sì. I Lovinescu saranno anche un clan molto potente, ma ricorda che tu sei capo di ben due clan altrettanto potenti, e non oserebbero mai attaccarti apertamente, nonostante la loro indole sanguinaria e spietata. Saranno dei violenti, ma sicuramente non sono stupidi.
Ciò mi rincuorò un poco, ma non del tutto. Ero comunque in costante pericolo e non era da dare per scontato che Stefan Lovinescu mi avrebbe uccisa qualche tempo dopo le nozze, magari proprio durante la prima notte di nozze. Quella sarebbe stata una grande vigliaccata.
Tutti quei pensieri cupi mi si erano formati la sera prima, mentre cercavo di prendere sonno, e per tale motivo volevo addestrarmi per essere pronta a fronteggiarlo. Ero convinta che l'avessero addestrato per tutta la vita per compiere un gesto simile e fingere di essere addolorato per la perdita della sua "amata mogliettina". Se fossi stata in grado di difendermi, uccidermi non sarebbe stato così facile per lui, sempre che fossi stata obbligata a sposarlo.
Ma ciò non accadrà perché mi opporrò con tutte le mie forze.
-Quand'è che inizierai ad insegnarmi a combattere? Ho fatto aikido per un po' di anni, ma non penso che mi aiuterà molto a mettere KO un vampiro.
-Hai già delle buone basi allora, però hai ragione. Dobbiamo migliorarti perché non basta l'aikido per mettere fuori combattimento un vampiro, ci vuole ben altro.- confermò zio Wilhelm annuendo.-Inizieremo subito. Oggi sto cercando di capire a che livello sei con le varie discipline, così ci concentreremo maggiormente sulle lezioni nelle quali hai più lacune. Ho già capito che di tedesco e rumeno non sai una parola, che nella danza sei peggio di un ippopotamo coi pattini da ghiaccio, ma che in quanto ad astuzia e argomentazioni per intrattenere i tuoi ospiti te la cavi piuttosto bene. Ora bisogna vedere il combattimento.
Gli sorrisi intimidita e incoraggiata e mio zio mi sorrise di rimando. Ero abbastanza brava a leggere le persone, riuscivo a capire se queste fossero mie amiche o meno e capii che zio Wilhelm mi avrebbe aiutata e guidata con tutte le sue forze, senza volere nulla in cambio da me. Ne fui certa all'istante.
-Ah, vedi di stare dritta con la schiena. Sembra che tu stia ciondolando in giro per la casa, invece che avere un portamento regale.
Purtroppo quella non sarebbe stata l'ultima volta che avrei sentito quella frase.

Angolo autrice
Eccoci al terzo capitolo di questa storia! Serena ha iniziato l'addestramento con suo zio, ma sarà pronta in tempo per la serata di presentazione? Lo scoprirete più avanti e fatemi sapere cosa ne pensate con un commento. Risponderò il più in fretta possibile.
Grazie mille, un bacione a tutti.
Arsax <3
  
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