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Autore: Mayfly    23/03/2017    0 recensioni
Raccolta di one shots che racconteranno di piccoli casi di vita quotidiana risolti da me e dal mio beta Matteo, che da quando ha iniziato la serie, circa tre mesi, si è autoproclamato Sherlock Holmes e io sono diventata john. (Informazione completamente inutile, ma se ve lo steste chiedendo, si, nel nostro gruppo di amici abbiamo anche un Mycroft, una signora Hudson, una Sally Donovan, un Anderson, un Lestrade, una Molly e una Irene.)
1. Il triste e strambo caso del professore ambiguo.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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In periodi di magra, anche i casi da 2 appaiono allettanti a una grande mente annoiata che ha bisogno di far girare i motori: circa una settimana fa Lestrade venne al 221b con un caso di tentato suicidio.A detta di Sherlock si trattava di un caso idiota se non imbarazzante e cacció l'uomo a male parole. 
Solo due minuti più tardi però, dopo uno sguardo truce da parte mia, si rese conto che, se non l'avesse accettato la noia avrebbe sovrastato anche le sue funzioni vitali. Il mio intento primario era invitarlo a scusarsi con Greg, ma levarsi di torno uno Sherlock profondamente annoiato è sempre un giovamento, soprattutto se il cluedo della signora Hudson é nei paraggi.
I commenti che il mio amico rivolse a Scotland Yard dopo aver accettato il caso furono cattivi fuori da ogni misura, perfino dalla sua. Citando testuali parole:' Voi idioti senza limiti non siete nemmeno capaci a chiedere a uno stupido qualunque perché voleva suicidarsi?! Pensavo che nemmeno Anderson potesse spingersi a tanto!'
Il detective ispettore resse il colpo con uno sbuffo e uno sguardo di conforto che gli concessi e poi ci spiegó l'intera situazione: sedutosi sulla seggiola di legno del tavolino appositamente posta davanti alle nostre poltrone, di modo che potessimo ascoltarlo, inspirò ed espirò un paio di volte prima di aprire bocca.
Sherlock assunse la sua solita aria saccente congiungendo i polpastrelli in modo maniacalmente abitudinario, aspettando in rigoroso silenzio che l'uomo parlasse.
Io e il mio taccuino lo fissavamo come sempre in modo quasi affascinato.
L'uomo che aveva cercato di suicidarsi si chiamava Salvatore Cestello/Castello (non rivelerò il nome, ma Sherlock lo chiamó così per tutta la durata del caso, perciò lo useremo anche noi), nubile, di dubbio orientamento sessuale e di professione insegnante in un istituto superiore.
Una mattina, invece di recarsi al posto di lavoro, un liceo scientifico poco a nord di Londra, prese per il London Bridge e fermatosi proprio nel centro di esso scese dalla sua Opel Astra color grigio topo, si sporse pericolosamente oltre il parapetto, secondo i testimoni per una buona mezz'ora e, dopodiché, presumibilmente dopo aver  raccolto tutto il suo coraggio intrinseco, salì sul bordo in pietra e perso l'equilibrio cadde nelle gelide acque del tamigi. 
Purtroppo anche se i soccorsi furono a dir poco tempestivi l'uomo finì in grave ipotermia, e di conseguenza in coma.
Lestrade ci fece inoltre sapere che nessun familiare venne a controllare il suo stato di salute: una richiesta formale di indagini sull'accaduto però, fu chiesta da un collega di lavoro, e grazie questo eccoci qui.
Essendo un sentimentale, come Sherlock mi definisce ogniqualvolta ne ha l'occasione, mi affezionai al caso, sentendo dentro una sorta di senso del dovere verso la ricerca della verità: perché quell'uomo voleva morire?
Come primo step d'indagini Sherlock si fece portare dalla polizia tutta la documentazione a proposito di quell'uomo: famiglia, reddito, lavoro, tasse...
Ne ricavó un paio di 'informazioni interessanti ma totalmente inutili allo sviluppo del mio metodo deduttivo-scientifico', di certo non aveva una gran opinione del caso e di Cestello/Castello in generale, ma lo esortai a far chiarezza, aiutandolo. Come sopraccitato, mi ero affezionato alla faccenda.
Le prime deduzioni di Holmes furono che il professore era un uomo insicuro e bisognoso di attenzioni: dopo aver chiesto in giro, molti dei suoi studenti lo descrissero come un uomo strambo e a volte sadico, molto intransigente ma scherzoso, con fare altezzoso ma dettato dalla sua posizione di sicuro vantaggio verso gli interlocutori. 
Parere, a sua detta, confermato dal suo portamento e i suoi abiti: curato e appariscente. 
Apprendemmo in seguito che molti dei suoi studenti in parecchie classi si erano lamentati, con i propri genitori, dei voti bassi e messi apparentemente a 'casaccio' dal professore e, aggiungendo questo alla deduzione precedente Sherlock ne scaturì che doveva essersi sentito insultato, come se avesse fallito sul piano personale e didattico.
Da diverse testimonianze delle giornate antecedenti il tentato suicidio, gli studenti pitturarono l'uomo come 'eccessivamente euforico, lunatico, scherzoso oltre ogni dire e di atteggiamento quasi triste', analisi postume ci mostrarono poi che era presente alcol nel sangue. 
Sherlock trovó elementari questi indizi, con l'aggiunta di testimonianze sul suo aspetto esteriore 'fintamente curato, affrettato' e ne dedusse con elegante facilità che Salvatore dovesse aver perso la nonna, unica tutrice rimastagli dopo la dipartita dei genitori in giovane età, questo unito al generale malcontento e delusione personale avevano creato in lui un turbine involutivo che lo aveva portato a compiere quel gesto così estremo e avventato.
'Caso semplice' commento lui.
Per me rimarrà sempre uno dei casi più tristemente ricordati: il triste e strambo caso del professore ambiguo.




Angolo dell'autrice
Allora,il mio beta la adora, voi che ne pensate? Lasciatemelo un commentino su, anyway, questa sarà una raccolta di avventure 'reali' molto modeste, spero vi piaceranno.
Fatemi sapere se secondo voi sono OOC, che provvederò a sistemare. Con tanto love,
Mayfly❤️
   
 
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