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Autore: samv_s    24/03/2017    1 recensioni
Tratto dal testo:
"Jimin da un lato è estremamente lusingato: adora quando i clienti chiedono espressamente di essere serviti da lui, e questa felicità non può che aumentare quando a richiederlo è un ragazzo così carino."
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kim Seokjin/ Jin, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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È in ritardo, di nuovo.
Infila frettolosamente il cappotto, afferra la tracolla e – dopo aver controllato di avere con se chiavi e cuffie – si chiude la porta del suo appartamento alle spalle.
Il venticello fresco lo colpisce in pieno viso quando varca la soglia dell’androne. Socchiude gli occhi riducendoli a due mezze lune maledicendosi per non essersi messo la sciarpa, ed imbocca il sentiero in ciottoli che porta al parcheggio.
In pochi minuti è davanti all’entrata di servizio del café in cui lavora, e storce il naso immaginandosi già la ramanzina che il suo superiore sprecherà a dedicargli. Eppure, quando entra nello spogliatoio non c’è nessun signor Choi dal viso corrucciato ad aspettarlo. Si cambia, quindi, velocemente prima di raggiungere la sala principale e posizionarsi dietro al bancone.
Seokjin lo scruta, gli sorride e gli fa cenno di avvicinarsi.
“Lo so, sono in ritardo anche oggi…” Ma l’amico lo blocca prima che possa sputare fuori fiumi di scuse.
“Il signor Choi mancherà per qualche giorno a causa dell’influenza, tranquillo. -  Afferma semplicemente l’altro prima di continuare – Adesso va e cerca di non far aspettare ancora il tuo cliente preferito.” Nota un leggero ghigno divertito sul viso di Seokjin, mentre sposta lo sguardo in direzione del terzo tavolo sulla destra.
Ed eccolo lì, Jimin quasi si incanta ad osservare come i capelli nero pece gli ricoprono la fronte, o come il suo sguardo si sposti voracemente sulle parole del libro che tiene fra le mani.
Eccolo lì, Min Yoongi.

Posa sul tavolino in legno chiaro un caffè macchiato ed un muffin al cioccolato. L’altro non sposta lo sguardo dal suo libro fino a quando non sente il tintinnio del cucchiaino contro la ceramica del piattino.
“Grazie ma..” Prova a dire, ma quando il suo sguardo si posa sulla testa rosa pastello che lo ha appena servito, Yoongi non può che starsene zitto e sorridere.
“Questa è la specialità del giorno, appena sfornato.” Dice Jimin ricambiando il sorriso e portandosi il vassoio al petto. Si inchina leggermente e ritorna alla sua postazione, osservando da lontano come Yoongi sorrida sornione mentre aggiunge una bustina di zucchero all’interno del suo caffè.
Non sa di preciso da quanto vada avanti e né di come sia evoluta quella situazione, ma in poco tempo quel ragazzo è diventato un suo cliente fedele. Jimin da un lato è estremamente lusingato: adora quando i clienti chiedono espressamente di essere serviti da lui, e questa felicità non può che aumentare quando a richiederlo è un ragazzo così carino.
Dall’altro però, è troppo tempo che i due si comportano in questo modo senza mai essersi spinti oltre delle semplici presentazioni formali. Jimin vorrebbe tanto fare qualcosa – ad esempio chiedergli di uscire e scoprire perché ogni volta lascia che sia lui a scegliergli il dolce – ma quando incrocia lo sguardo profondo di Yoongi, sente semplicemente le guance andare in fiamme e la gola seccarsi.
Seokjin, come metà dello staff, ha da tempo capito che tra i due c’è una certa attrazione e sa anche con certezza, che entrambi sono due perfetti idioti aspettando in una prima mossa che – a quanto pare – nessuno dei due si deciderà mai a fare.
E nonostante provi ad incoraggiare l’amico, Jimin sembra ignorare i suggerimenti di Seokjin e ritorna a concentrarsi semplicemente sulla figura minuta di Min Yoongi.

Succede però, dopo una settimana esatta, che qualcosa finalmente cambi.
Jimin è fermo da mezz’ora con lo scontrino posato sul bancone e lo sguardo che si sposta dal pezzo di carta, al viso di Yoongi. Seokjin è riuscito, dopo fin troppi discorsi di incoraggiamento, a convincerlo ad intavolare una conversazione con il ragazzo. Nonostante adesso sia intenzionato, Jimin non riesce a muovere un passo. Sente un fastidioso formicolio bloccare i suoi piedi sul parquet del locale e i palmi delle mani troppo sudati.
Si da mentalmente dello stupido perché, diamine, deve affiancare semplici parole tra di loro e Yoongi non lo divorerà di sicuro. Eppure, la paura lo sta logorando lentamente. Ma mentre aspetta che i suoi piedi possano ascoltare i suoi comandi, Yoongi si è spostato ed ha raggiunto la cassa.
“Tutto bene?” Chiede preoccupato.
“Tutto bene, ecco a te.” Jimin vorrebbe congratularsi con se stesso per aver pronunciato quella piccola frase di senso compiuto senza balbettare. Gli sorride mentre porge lo scontrino e aspetta che Yoongi gli allunghi il resto. Quando questi se ne sta per andare, sente il bisogno di richiamarlo.
“Yoongi! – quindi dice, alzando un po il tono della voce affinché l’altro possa sentirlo – Buona giornata.” Ed il sorriso che si apre sul viso di Yoongi basta e avanza come risposta.

“Seokjin, lo capisci che non mi ha ancora scritto nulla?” La voce di Jimin è incrinata, come se da un momento all’altro scoppiasse a piangere. Sono entrambi a casa del maggiore, due tazze fumanti di tè strette tra le mani, ed un Jimin lamentoso che aspetta con ansia un messaggio da parte di Yoongi.
Sullo scontrino aveva scritto il suo numero, eccolo il grande passo. Certo, sarebbe stato più facile intavolare una conversazione al café ma le gambe di Jimin non sembrano ancora rispondere ai comandi del padrone, in queste circostanze. Adesso, però, non è più sicuro nemmeno di questa scelta: sono passati due giorni e di probabile messaggio da parte di Yoongi, ancora nulla.
“Dai, ti contatterà.” Cerca di tranquillizzarlo Seokjin. Da un lato, glielo vorrebbe dire all’amico che ha visto Yoongi osservare il retro dello scontrino e che lo ha visto arrossire, ma per adesso omette queste informazioni aspettando che sia Yoongi a fare la prossima mossa.

Quella nuova settimana, lo sente, è iniziata col piede sbagliato. Il signor Choi è tornato più in forma di prima, e osserva tutti i dipendenti con un cipiglio severo pronto a scattare al primo passo falso. Jimin sbuffa, mentre serve un gruppo di ragazzine concentrate sugli appunti di scuola: l’attesa nei giorni di riposo non è stata rotta da nessun messaggio inaspettato, ed ora Yoongi non è nemmeno presente al solito tavolino a sorseggiare il suo caffè.
Si domanda se abbia sbagliato, si domanda se abbia frainteso la gentilezza di Yoongi con interesse. E a questo pensiero, vorrebbe semplicemente sbattere la testa contro il piano del bancone. La giornata, però, va avanti ed il ragazzo cerca di tenersi occupato fra un’ordinazione e l’altra.

“Anche oggi è finita.” Esclama a fine turno passandosi una mano sul collo dolorante. Si cambia in religioso silenzio, afferra la tracolla e saluta Seokjin con un cenno del capo.
Quando si ritrova sul vialetto dell’uscita secondaria, l’aria lo colpisce in pieno viso ed affonda maggiormente il volto nell’enorme sciarpa. Perde qualche minuto a sciogliere il contorto nodo che sono adesso le sue cuffie, e nel frattempo si dirige alla sua macchina parcheggiata.
“Jimin?” Sente una voce chiamarlo e si gira nella sua direzione, convinto sia Seokjin. Ma quando si volta, quella che vede non è la capigliatura bionda dell’amico.
“Yoongi?” Domanda sorpreso ritrovandosi davanti il ragazzo. Indossa un berretto di lana ed ha il naso rosso per il freddo, Jimin non può che trovarlo estremamente carino.
“Spero tu non abbia sentito molto la mia mancanza oggi. - risponde l’altro sorridendo appena. Con le mani affondate ancora nelle tasche gli si avvicina – ti posso offrire la cena?” E Jimin non può che annuire davanti a quella richiesta così semplice e dolce.

Sono passati quattro mesi da quella sera, e adesso Jimin ha i capelli di un biondo cenere. Il lavoro al café è sempre ricco di ritardi e richiami da parte del signor Choi, ma c’è qualcosa – o meglio qualcuno – che adesso lo aiuta ad affrontare le lunghe giornate primaverili.
Ha scoperto che Yoongi è di due anni più grande – alle volte gli risulta ancora difficile chiamarlo hyung – e studia per poter diventare un buon fotografo. Ha scoperto che è solito spostarsi la frangia - adesso color cioccolato - quando è nervoso o che storce in modo carino il naso quando ride di gusto.
Nelle loro numerose uscite – da amici ovviamente – Jimin non ha potuto che concentrarsi su questo piccoli ma ai suoi occhi fantastici particolari di Yoongi. Ed ha anche compreso, in breve tempo, che il ragazzo gli piace ed anche tanto. Ma Yoongi sembra non essere del suo stesso avviso e nonostante Seokjin l’abbia più volte spronato a provarci, il biondo preferisce non andare oltre e godersi appieno quel rapporto di amicizia creatosi.
Eppure, quando non vi è nessun Yoongi o Seokjin a guardarlo, Jimin ci pensa. Fantastica sulla relazione che potrebbe avere e sospira, affranto, quando ricorda che non accadrà mai.

È Luglio inoltrato quando il café chiude per due settimane di completo relax. La sera stessa della chiusura per le vacanze, l’intero staff si chiude in uno dei pub più vicini per festeggiare il loro tanto atteso riposo.
“Buone vacanze a tutti!” Urlano tutti all’ottavo giro di birre visibilmente ubriachi. Jimin, dopo aver mandato giù l’ennesimo sorso, scoppia a ridere e successivamente singhiozzando: non è mai stato molto bravo a reggere l’alcool, ma quella sera ha una particolare voglia di festeggiare.
“Jiminie, ti chiamo un taxi.” Dice Seokjin, leggermente brillo ma abbastanza cosciente da saper ancora formulare frasi di senso compiuto. Il biondo, dal canto suo, biascica qualcosa di incomprensibile che all’orecchio dell’amico arrivano come: “non preoccuparti, chiamo Yoongi hyung.”. Poi, abbandona il locale.
Quando si chiude la porta dietro di se ed afferra il telefono per chiamare lo hyung, leggere i nomi sul display del telefono sembra un’impresa così ardua. Strizza più che può gli occhi cercando di mettere a fuoco il numero che in quel preciso istante lo sta chiamando.
“Pronto?” Il suo tono è leggermente più roco.
“Jimin-ah, sei tu?” Questo è il tono preoccupato di Yoongi, potrebbe riconoscerlo ovunque. Jimin sorride appena.
“No-non tanto hyung, puoi venire a prendermi?” Scoppia poi a ridere quando intravede un gatto inseguire una foglia, gli  sembra così divertente.
“Hai bevuto Jimin? Dove sei?”  Domanda ancora, se possibile, più preoccupato Yoongi.
“Vicino al café.” Dice semplicemente l’altro per poi staccare la telefonata.
E in pochissimo tempo, la figura di Yoongi lo raggiunge soccorrendolo e facendolo sedere sul sedile anteriore.
Durante il tragitto nessuno dei due proferisce parola, il silenzio è rotto semplicemente dal rumore della musica a basso volume.
“Come scusa?” Chiede Yoongi ad un certo punto, non capendo il borbottio di Jimin.
“Ho detto, ti amo.” Afferma l’altro girandosi poi sul lato destro e addormentandosi.

La mattina seguente, quando si sveglia, la prima cosa che avverte sono le forti fitte alla testa. Sbatte lentamente gli occhi abituandosi alla luce che filtra dalla finestra, in poco tempo si rende conto di non trovarsi a casa sua e cerca di alzarsi dal letto.
“Fermo, o ti sentirai peggio.” Una voce lo fa sussultare e girare: Yoongi gli sorride mentre si dirige verso di lui porgendogli un bicchiere d’acqua ed un’aspirina.
“Dimmi che…” Jimin non ce la fa a concludere nemmeno la frase, troppo imbarazzato. L’altro in un primo momento non capisce, poi strabuzza gli occhi e sente il volto andargli in fiamme.
“No no, non preoccuparti. – Balbetta – Ti sarai ubriacato e mi hai chiamato dicendomi di venirti a prendere. Non sapendo dove abitassi, ti ho portato a casa mia. Eri già crollato quando siamo arrivati.” E automaticamente, ripensa alla confessione di Jimin. Se possibile, le sue guance si fanno ancora più rosse.
“Capisco. Se ho detto qualcosa ieri sera, ti prego di non pensarci. Ero ubriaco e avrò semplicemente detto qualche cretinata.” Spera con tutto se stesso di non aver fatto la figura dell’idiota con Yoongi. Non osa nemmeno alzare lo sguardo.
Non preoccuparti, non hai detto nulla.” Il cuore di Yoongi per un battito alle sue stesse parole, ma è meglio che Jimin non lo sappia. Così, lo incita a prendere la sua aspirina e lascia per un momento la stanza dicendo di aver dimenticato una cosa.
Jimin non saprà nemmeno della lacrima solitaria che ha bagnato la guancia di Yoongi.

Gennaio è alle porte e con lui anche la data del loro primo ed effettivo incontro.
Jimin, pensandoci, non può che sorridere malinconico: in un anno non è riuscito a dichiarare i suoi sentimenti a Yoongi e ciò non può che farlo sentire un fallimento. Sa che ci sono state parecchie occasioni – come quella volta ad Agosto quando hanno deciso di andare in campeggio insieme e hanno osservato le stelle la sera stesa dell’arrivo – ma in tutte la paura di non essere ricambiato ha sempre vinto sulle sue buone volontà.
Sospira mentre sciacqua gli ultimi bicchieri per poi lasciarli a gocciolare, anche oggi il suo turno è giunto al termine e tocca a lui chiudere il café. Lascia che gli altri abbandonino il locale prima affinché possa sistemare lui le sedie ed i tavoli in religioso silenzio: mettere a posto lo rilassa.
Per questo, infila le cuffie e si adopera per rimettere in ordine. Girato di spalle, però, non si accorge di una figura minuta che ha aperto la porta in vetro e che lo sta osservando sulla soglia.
Quando Jimin se ne accorge, sobbalza così tanto da far cadere la piccola pila di menù.
“Diamine, mi hai spaventato.” Sussurra mentre si accinge a recuperarli e a sistemarli. Mentre si accovaccia per raccoglierli, sente due mani calde entrare in contatto con le sue ed aiutarlo: le sue guance non possono che assumere una leggera sfumatura rossastra.
“Scusami. – Aggiunge nel frattempo Yoongi fra una risata e l’altra – Ma la tua espressione è troppo divertente.” Si perché adesso il biondo ha un’espressione che vorrebbe trasmettere rabbia, ma che invece comunica solo tanta dolcezza. Così, poco dopo, Jimin si unisce alla risata dell’altro e non può che soffermarsi sui denti piccoli e bianchi di Yoongi che mordono il labbro inferiore. Vorrebbe tanto annullare le distanze e poterle mordere lui quelle labbra sottili, in quel momento così rosse ed invitanti.
“Oggi è un anno che ci conosciamo.” Afferma Yoongi quando entrambi si sono alzati da terra. Jimin, rivolto di spalle, sorride rendendosi conto di non esser l’unico a ricordarsi quel giorno così importante.
“Ma non è esattamente la data esatta. - Aggiunge poi facendo così voltare un Jimin confuso nella sua direzione. – La prima volta che ho iniziato a chiedere espressamente di te Jimin, è stato un anno e mezzo fa. Ci siamo presentati ufficialmente dopo due mesi, e da allora le mie giornate hanno assunto una sfumatura più bella. All’inizio era solo attrazione fisica: insomma come non rimanere colpiti dalla tua bellezza. Poi decisi di lasciarti libera scelta sul dolce da portarmi, era un modo per avere un contatto con te e poter sentire la tua voce. Successivamente, mi lasciasti il tuo numero sullo scontrino e feci i salti di gioia. Ma decisi che non era il modo giusto per parlare finalmente con te, quindi mi feci coraggio e ti chiesi di cenare assieme.” Yoongi si ferma per un momento riprendendo fiato, la parte che gli tocca raccontare adesso sa che è difficile. Per un momento posa lo sguardo su Jimin, e può notare la bocca leggermente dischiusa e gli occhi lucidi. Dio quanto vorrebbe abbracciarlo.
“Il nostro rapporto da allora è maturato e siamo diventati amici, ma questo non mi basta Jimin. Non mi basta più questa semplice amicizia dopo il tuo “ti amo”. Avrei dovuto dirti dei miei sentimenti quel giorno stesso, quando eri reduce dalla bevuta, oppure in quelle altre centomila occasioni in cui i nostri sguardi si sono incontrati e sono rimasti incatenati per ore. Ti amo anche io Jimin, ti ho amato dal primo momento.” Yoongi ha lo sguardo fisso sul viso del biondo, il piede che batte impaziente per terra in attesa di una risposta. Vorrebbe semplicemente avvicinarsi, prendere il viso dell’altro e baciarlo, ma se ne sta fermo in attesa che Jimin dica qualcosa.
“Yoongi hyung. – Lo richiama – Vorresti baciarmi?” Ed il castano coglie alla perfezione quel pizzico di impazienza che Jimin fa trapelare da quella frase.
Si avvicina lentamente, portando le mani ad accarezzare delicatamente le guance dell’altro. Poggia le sue labbra screpolate dal freddo su quelle piene di Jimin, e può immediatamente constatare che sono morbide proprio come le aveva immaginate.
Il loro è un bacio casto, di sole labbra che si toccano e si conoscono per la prima volta. È quando Jimin allaccia le sue braccia al collo di Yoongi, che quest’ultimo
picchietta con la lingua sul labbro inferiore chiedendo un maggior contatto. Le loro lingue si incontrano e scontrano dando così inizio ad un bacio leggermente umido e bramato da chissà quanto tempo ormai.
Quando si staccano, sono entrambi a corto di fiato ma con un luccichio diverso negli occhi.

“Ti amo anche io.”



 


Salve a tutti!
​Pubblico questa one shot come forma di scuse per la non pubblicazione del nuovo capitolo della mia storia. Ho problemi con il mio computer personale e non ho avuto la possibilità di concentrarmi sulla storia e di continuarla.
​Spero vivamente che questa piccola one shot vi sia piaciuta - se vi va, lasciatemi una recensione - e spero di riuscire a risolvere al più presto il problema del capitolo.
Un bacio, alla prossima.
​Sam.

 

   
 
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