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Autore: eliseCS    25/03/2017    1 recensioni
(Il titolo è provvisorio al 39,4%)
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A 15 anni Eltanin Narcissa Malfoy scatena un incendio nell’aula di Pozioni e si ritrova a dover frequentare una scuola completamente nuova per imparare a controllare quei poteri speciali che hanno causato lo scottante incidente.
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A 15 anni anche Ella inizia a frequentare una nuova e strana scuola e scopre di essere quella che viene chiamata Quintessenza.
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In sintesi:
un rancore covato per anni, un Potter (volete indovinare voi quale?), veri amici e vecchie conoscenze; ed Eltanin ed Ella capiranno che alla fine sono più simili di quanto pensassero.
Ah, e non dimentichiamo il salto temporale, ma siccome l’autrice vuole fare la misteriosa non vi dice dov’è collocato e dovrete capirlo da soli...
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Nell'introduzione è stato nominato un salto temporale di cui non verrà specificata la collocazione.
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Capitolo 1
 
 
 
La ragazza con la divisa dai colori verde-argento si lasciò cadere pesantemente sul primo posto libero che riuscì ad individuare su una delle due panche che costeggiavano la tavolata della sua Casa.
Non si preoccupò nemmeno della sorte della sua borsa, che dopo essere stata malamente appoggiata al suo fianco, sempre sulla sopracitata panca, ebbe la magnifica idea di rovesciarsi in modo molto poco dignitoso,b facendo disperdere buona parte del suo contenuto – principalmente libri, fogli di pergamena e piume per scrivere – sul pavimento della Sala Grande.
Fortuna che aveva finito la boccetta di inchiostro durante l’ultima ora di lezione, Antiche Rune, perciò non doveva neanche preoccuparsi di aver eventualmente imbrattato qualche testo.
Spinse con il piede un libro che sporgeva un po’ troppo sulla zona di passaggio tra la tavola di Serpeverde e quella di Corvonero facendolo scivolare sotto il tavolo e cominciò a servirsi da mangiare.
 
Era stata una mattinata estenuante e il mal di testa, che sembrava essere diventato il suo migliore amico dall’inizio di quell’anno, quel giorno pareva voler dare il meglio di sé: nemmeno la pozione che si era finalmente decisa ad andare a chiedere in Infermeria era servita a qualcosa, e ormai si era rassegnata a sopportarlo.
 
Un improvviso scoppio di risa la distolse bruscamente dai suoi pensieri, rischiando tra l’altro di farle sporcare la camicia bianca con il sugo dello spezzatino che aveva scelto come secondo.
Non aveva bisogno di voltarsi per sapere a chi appartenevano quelle voci: James Sirius Potter, affettuosamente soprannominato da lei Idiota, aveva appena fatto il suo ingresso nella sala.
Quindici anni di arroganza e capelli spettinata circondati dal solito gruppetto: uno dei due gemelli Scamandro (quando erano senza divisa non riusciva a distinguerli, ma almeno sembrava che quello smistato in Corvonero avesse un po’ più di sale in zucca rispetto al fratello finito in Grifondoro); Lily, la sorellina minore che al di fuori dell’orario di lezione sembrava seguirlo ovunque e un altro paio di individui del suo anno di cui non aveva alcun interesse a ricordare il nome.
 
Meno male che nella posizione in cui era dava le spalle alla tavolata dei Grifondoro.
Come aveva pensato prima: non aveva bisogno di girarsi a guardare per sapere che, come al solito, l’oggetto delle loro risate era lei.
 
 
Eltanin Narcissa Malfoy, primogenita di Draco e Astoria Malfoy.
Quindici anni, già abbastanza alta per la sua età; capelli lisci, lunghi e così biondi da tendere al platino, superati in pallore solo dalla sua carnagione.
Come suo fratello Scorpius, sebbene lui fosse più piccolo di due anni, aveva le labbra non troppo sottili e il naso dritto.
L’unica cosa che li distingueva era il colore degli occhi.
Scorpius li aveva grigi, e ciò lo rendeva così la copia sputata del padre quando aveva la sua età, mentre quelli di Eltanin erano scuri come quelli della madre, dettaglio che provocava un bel contrasto sul suo viso pallido.
Gli occhi erano anche la parte di lei che le piaceva di più, soprattutto per il fatto che sembravano infiammarsi quando era particolarmente arrabbiata o particolarmente contenta per qualcosa.
 
 
Finì di mangiare, non era più così sicura di volere anche il dolce, e con un sospiro si costrinse ad abbassarsi sotto il tavolo per andare a recuperare le cose che le erano cadute prima per rimetterle in borsa.
Quando rifece capolino, i gomiti appoggiati alla panca per aiutarsi a tirarsi su, i suoi occhi incontrarono l’orlo di una divisa Grifondoro, inconfondibile per le rifiniture rosse che la rivestivano all’interno.
Chiuse gli occhi per un istante pensando allo stesso tempo un Merlino dammi la forza! per poi riaprirli e raddrizzarsi cercando di darsi un tono.
James Sirius Potter le sorrise: tra le mani teneva la borsa che lei aveva appena finito di riempire e che qualche secondo prima aveva momentaneamente appoggiato sulla panca per uscire da sotto il tavolo più agevolmente.
 
“Quanta fatica per un paio di libri” commentò il ragazzo con un tono che non lasciava presagire nulla di buono.
Eltanin strinse i denti immaginando dove volesse andare a parare.
E infatti…
“Sarebbe bastato un Wingardium Leviosa e sarebbero tornati tutti al loro posto, perché non l’hai… oh già, scusa, mi stavo dimenticando che qui qualcuno si è dimenticato gli incantesimi del primo anno!” e prima che la ragazza potesse ribattere aveva rovesciato la borsa facendo cadere tutto il suo contenuto ai suoi piedi.
“Ritenta, magari stavolta sarai più fortunata…” la prese in giro per poi tornare a sedersi al suo tavolo da dove i suoi amici stavano ridendo dopo aver seguito tutta la scena.
Eltanin chiuse i pugni costringendosi a non piangere.
Lo odiava, lo odiava con tutta se stessa.
Mordendosi le labbra quasi a sangue per non farsi scappare neanche un verso di disappunto la ragazza si chinò di nuovo, cominciando a riempire la borsa alla rinfusa senza neanche fare attenzione se stesse stropicciando la pagina di qualche libro o spiegazzando le pergamene con i suoi appunti.
Alla fine uscì dalla sala con la testa dritta cercando con tutta se stessa di non dar peso ai commenti che si erano ben presto generati dopo quell’assurdo teatrino.
Solo quando le porte della Sala Grande si furono richiuse alle sue spalle cominciò a correre tenendosi la borsa al petto e sperando di non incrociare nessuno mentre raggiungeva i dormitori.
 
 
 
Quella giornata era cominciata male e prometteva di finire anche peggio.
 
Le prime due ore quella mattina era toccata Trasfigurazione insieme ai Grifondoro.
Era una delle sue materie preferite - tralasciando il fatto che in realtà lo erano praticamente tutte - ma quel giorno era stato un disastro.
 
Era riuscita molto bene nel suo intento di mascherare le crescenti difficoltà che aveva a farsi ubbidire dalla sua bacchetta magica, talmente bene che la professoressa non ci aveva pensato un attimo prima di chiedere a lei di passarle il servizio da the su cui quel giorno avrebbe fatto le dimostrazioni, posizionato all’interno dell’armadio vicino al banco dov’era seduta.
Sarebbe bastato un semplice e banale Wingardium Leviosa per far passare il servizio dall’armadio alla cattedra, ma non le era riuscito.
Le era sembrato di stringere in mano un normalissimo pezzo di legno invece della sua bacchetta, e il servizio da the aveva fatto la sua parte rimanendo inchiodato allo scaffale su sui era posato, indifferente al fatto che avrebbe dovuto levitare verso una nuova sistemazione.
C’era stato un lungo istante di silenzio e poi era scoppiato il caos: Eltanin Malfoy che non riusciva in un incantesimo? Così facile per giunta?!
La professoressa era riuscita a far tornare l’ordine nella classe in poco tempo, aiutata dal suo cipiglio severo e dalla minaccia di una relazione di sessanta centimetri per il giorno dopo, ma questo non aveva impedito a James di far circolare bisbigli e battutine di cattivo gusto per il resto delle due ore.
Eltanin si era trovata per la prima volta in quella giornata a dover trattenere le lacrime.
 
 
 
Stupida bacchetta!
Imprecò Eltanin nella sua mente buttando l’oggetto interessato sul letto assieme alla borsa dei libri.
Proprio non riusciva a capire cosa stesse succedendo e allo stesso tempo era anche troppo spaventata per parlarne con qualcuno.
Anche se ormai era andata: era sicura che la professoressa quella mattina avesse certamente sospettato qualcosa, probabilmente aveva già parlando della cosa con i colleghi…
 
Il resto della mattinata era passato tranquillo, ma non per questo meno noioso o stancante, tra una lezione di Storia della Magia con i Tassorosso e quella di Antiche Rune con i Corvonero.
Aveva sperato con tutta se stessa che durante quel lasso di tempo James si fosse dimenticato di quello che era successo durante Trasfigurazione, ma ovviamente aveva sperato invano.
Forse avrebbe dovuto invocare Godric invece di Merlino e Salazar…
 
Ma quel che era peggio era che, ciliegina sulla torta, la giornata sarebbe terminata con due ore di Pozioni, di nuovo insieme ai Grifondoro.
 
Eltanin aveva il vago presentimento che avrebbe fatto molta fatica, a uscire viva da quella lezione.
 
 
 
Com’era suo solito Eltanin fu una delle prime ad entrare nell’aula, prendendo poi posto alla sua solita postazione in prima fila.
 
Suo padre era un pozionista particolarmente bravo nel suo lavoro, tanto che più volte veniva richiesta la sua collaborazione da parte del San Mungo o dal Dipartimento Auror, e la ragazza si ricordava bene quanto fosse agitata alla sua prima lezione per la paura di non essere alla sua altezza.
I suoi timori si erano poi rivelati infondati vista la bravura che in poco tempo aveva dimostrato nella materia, ma il fatto di essere naturalmente portata per essa non era stato per lei un motivo per impegnarsi di meno.
Il professore poi aveva fatto capire fin da subito che non ci sarebbero stati favoritismi nella sua aula: chi si sarebbe impegnato sarebbe stato premiato, chi non era interessato poteva anche andarsene.
 
Pian piano l’aula cominciò a riempirsi, l’arrivo dei Grifondoro accompagnato da chiacchiericcio e risatine che per fortuna tacquero all’istante quando anche il docente prese posto dietro alla cattedra dando ufficialmente inizio alla lezione.
 
Non era il primo insegnante che quell’anno, che per loro era il quinto, faceva un discorso sull’importanza di ottenere un buon giudizio ai G.U.F.O. , soprattutto per coloro che avrebbero voluto continuare con la sua materia; ma il fatto che a dicembre, alla vigilia delle vacanze di Natale, dopo quasi tre mesi e mezzo dall’inizio della scuola, stesse di nuovo riprendendo l’argomento nonostante ne avessero ampiamente discusso numerose volte anche durante altre lezioni le sembrava vagamente sospetto.
 
I suoi presentimenti furono confermati quando il professore annunciò alla classe che da quel momento in poi avrebbe stabilito una nuova disposizione dei posti in modo che gli elementi più dotati avrebbero potuto aiutare quelli meno per poter essere tutti preparati al meglio per gli esami.
Il cambio ebbe inizio nel malcontento generale della classe, ogni nuova coppia annunciata veniva accolta dai diretti interessati con mormorii delusi e seccati.
Eltanin era rimasta ferma senza emettere un fiato.
Con la testa bassa per non incontrare lo sguardo dell’insegnante stava sudando freddo in attesa del suo destino, sperando che per qualche miracolo il docente si scordasse di lei e la lasciasse dov’era.
 
“Non così in fretta, Potter” la voce dell’uomo interruppe le sue preghiere. “Qui davanti insieme a Malfoy al posto di Poole, forza!”
Eltanin sentì il sangue refluirle dal viso, rendendola probabilmente ancora più pallida, mentre stranamente l’Idiota non ebbe nulla da obiettare alla scelta del professore: la ragazza sapeva bene che le ore di pozioni da quel momento in poi sarebbero diventate un inferno, e non era sicura che le vacanze di Natale sarebbero state sufficienti per abituarsi all’idea.
 
 
Potter non era quel che si dice un asso nella materia, ma le poche volte che Eltanin si era fermata ad osservarlo, dopo aver finito la sua pozione prima del tempo, le erano bastate per decidere che quello che mancava al ragazzo non era l’essere portato, ma la concentrazione.
A quanto pareva Potter considerava le lezioni di Pozioni noiose quasi quanto quelle di Storia della Magia, e per lui ogni stimolo era buono per distrarre se stesso e i suoi compagni.
Come quella volta in cui ridendo aveva sfiorato con il gomito la confezione di aculei di porcospino facendola cadere dentro al calderone che sarebbe saltato in aria se il professore non fosse intervenuto tempestivamente - perché Eltanin gli aveva fatto notare quello che era successo.
Oppure quella volta che, intento a chiacchierare con il compagno di banco, aveva cominciato a mescolare la pozione nel verso sbagliato andando pure oltre il numero di giri indicato dalle istruzioni e la sua pozione aveva cominciato ad emanare un tanfo così insopportabile che tutti erano dovuti uscire all’istante dall’aula.
Ci erano voluti due giorni per farlo andare via.
 
Esclusi incidenti di questo tipo Potter non era poi così male nella materia ed Eltanin, che modestamente era invece la più brava del corso, si ritrovò a chiedersi come mai l’avessero messa in coppia con lui, che tutto sommato sapeva cavarsela, e non con qualcun altro – per esempio Stirling che invece, senza offesa, era una causa persa.
 
                      
Il ragazzo prese posto al suo fianco quasi ghignando ma ebbe almeno il buon senso di non dire nulla: lei aveva forse problemi a usare la bacchetta, ma se avesse provato a dire qualcosa un bel pugno in faccia non glielo avrebbe tolto nessuno…
 
Una volta che la classe si fu finalmente tranquillizzata il professore cominciò a spiegare l’argomento delle lezione: avrebbero cominciato ad affrontare la pozione Sancitatis, la pozione dell’invisibilità.
Quello che rimaneva della prima ora lo passarono a sentire le spiegazioni su come prepararla, gli ingredienti da utilizzare e i suoi effetti con gli usi consentiti.
Durante la seconda ora avrebbero cominciato con la preparazione che avrebbero poi ultimato nelle lezioni successive visto che la pozione richiedeva alcuni tempi di fermentazione.
 
Quando venne dato loro l’ordine di iniziare con la preparazione Eltanin fu svelta ad annunciare al suo nuovo compagno che lei si sarebbe occupata degli ingredienti mentre lui avrebbe dovuto preparare il calderone con la pozione di base da cui partire.
Peccato che, una volta che tutti gli ingredienti furono pronti sul banco accanto al loro calderone, Eltanin si accorse che Potter non aveva ancora mosso un dito, anzi, si era fermato a guardarla divertito.
“Datti una mossa o non riusciremo a concludere nulla per la fine dell’ora!” sbottò la ragazza cominciando a controllare nuovamente gli ingredienti per tenersi impegnata.
Intorno a loro i compagni stavano già incominciando a versare i primi elementi mentre James non aveva neanche acceso il fuoco sotto al calderone.
 
Il fuoco.
Oh no.
 
Con il suo vecchio compagno era sempre riuscita ad evitare la cosa, ma era evidente che dopo quella mattina Potter aveva deciso di metterla alla prova.
“Dopo di te, Malfoy” disse infatti mentre con un gesto della mano indicava la base del calderone che sarebbe dovuta essere lambita dalle fiamme.
Eltanin gli rivolse uno sguardo pieno di odio mentre sfilava la bacchetta dalla divisa, puntandola poi per eseguire l’incantesimo.
 
Ti prego fa che funzioni
Pensò stringendo ulteriormente la presa sull’impugnatura.
Solo per stavolta, stavolta deve funzionare!
 
Ma gli esiti del suo Incendio furono gli stessi di quella mattina con l’incantesimo di levitazione: non successe nulla.
La ragazza ripetè più volte la formula in modo non verbale fino ad arrivare a sussurrarla piano visto che continuava a non ottenere nulla.
Lo sguardo di Potter prima arrogante e canzonatorio adesso sembrava vagamente preoccupato mentre lei si sentiva sull’orlo delle lacrime.
Non sapeva se quella volta sarebbe riuscita a trattenerle.
 
“Ehi, Malfoy, basta. Davvero, faccio io…” provò Potter bloccandole la mano con cui impugnava la bacchetta.
Eltanin non ci vide più: non aveva proprio bisogno che adesso Potter provasse pena per lei.
“Non toccarmi!” esclamò scrollandoselo bruscamente di dosso, il tono non abbastanza alto da attirare il professore che stava controllando come procedeva il lavoro nelle ultime file.
 
Continuò a provare a lanciare l’incantesimo finchè, stizzita, la sua ultima stoccata fu accompagnata dalla bacchetta stessa che finì sul pavimento di pietra con un suono sordo, una lacrima sfuggita al suo controllo che le rigava la guancia.
La ragazza guardò con rabbia e delusione prima la bacchetta sul pavimento, poi la base del calderone.
 
Il fuoco si accese.
 
Prima una scintilla che diventò una debole fiammella che poi diventò un allegro fuocherello.
Eltanin continuava a fissare le fiamme come incantata mentre James non sapeva bene cosa dire.
Cominciò però ben presto ad allarmarsi quando si accorse che il fuoco stava continuando ad aumentare, divampando sempre più alto e lambendo il calderone.
“Malfoy…” provò a chiamare la ragazza che sembrava pietrificata.
“Eltanin…” la chiamò di nuovo, usando il nome e cercando di tirarla indietro perché non si bruciasse, ma la ragazza era rigida come un pezzo di legno, sembrava in trance.
“Professore!” urlò alla fine trascinando di peso la ragazza visto che il fuoco si era ormai propagato su tutto il banco e prometteva di continuare ad espandersi ben oltre.
 
In pochi secondi si scatenò il panico: le fiamme erano aumentate di colpo e sembravano essere ovunque, impedendo agli studenti di lasciare la classe.
Un leggero tonfo richiamò l’attenzione del ragazzo facendogli notare che la Serpeverde si era appena accasciata al suolo, gli occhi rivoltati all’indietro.
 
Cosa diavolo stava succedendo?
 
Intanto l’aria stava diventando irrespirabile, non sarebbe passato molto tempo prima di cominciare ad avvertire la mancanza di ossigeno.
Senza sapere bene perché James si inginocchiò accanto alla ragazza cominciando poi a scrollarla vigorosamente per le spalle.
“Eltanin… Eltanin, fallo smettere!” urlò, la sua voce coperta in parte dalle urla degli altri studenti che stavano cercando di tenere a bada il fuoco.
I suoi tentativi sembravano non sortire alcun effetto.
“Eltanin ti prego!”
A quella sua ultima preghiera gli occhi della ragazza ebbero un guizzo: per un istante si fermarono a fissarsi in quelli di un James Sirius Potter sempre più confuso e spaventato.
Alla fine, dopo un lungo sospiro, la ragazza chiuse definitivamente gli occhi e svenne.
 
Dopo qualche secondo il fuoco cominciò lentamente a ritirarsi finchè non si spense del tutto.
Le porte dell’aula di spalancarono di colpo lasciando spazio ai vari professori che erano stati richiamati dalle urla e dai fantasmi che, passando di lì, avevano visto cosa stava succedendo ed erano corsi a dare l’allarme.
 
Prima di svenire a sua volta James ebbe modo di guardarsi intorno e di constatare che tutti i suoi compagni, lui compreso, avevano urgente bisogno di essere portati in Infermeria.

















Ecco a voi il primo capitolo.
Ringraziate tutti 
 _purcit_ che ha recensito il prologo perchè altrimenti non l'avreste avuto così presto...
La storia inizia con il
famoso incendio scatenato da Eltanin durante l'ora di Pozioni di cui si era parlato anche nel prologo.
Avviso che i prossimi capitoli saranno raccontati alternativamente dal punto di vista di Eltanin e quello di Ella (il prossimo tocca Ella ovviamente), questo finchè la parte più iniziale-introduttiva della storia non sarà terminata e non ci sarà più bisogno di dividere i punti di vista (e capirete perchè...)
Che altro dire, ringrazio chi ha già messo la storia tra le seguite/ricordate nonostante il prologo striminzito, e ribadisco: non abbiate para di recensire, non mangio nè mordo nessuno! :)
Soprattutto in questo caso che la storia è ancora solo abbozzata non c'è niente di meglio che sapere il parere dei lettori per essere spronata ad andare avanti a scrivere!
A presto (spero) con il prossimo capitolo
E.

 
   
 
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