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Autore: Eilan21    25/03/2017    6 recensioni
Marissa è la giovane novizia di un monastero, destinata ad una vita tra quelle quattro mura, quando una donna misteriosa e bellissima giunge a portarla via, riconoscendo in lei il raro e potente dono della magia. A molte miglia di distanza Damien, ricco e viziato figlio di un mercante, appartenente all'altro capo della scala sociale, si prepara ad affrontare lo stesso viaggio e lo stesso noviziato, con poca convinzione e spinto dalla smisurata ambizione paterna. I due ragazzi, tanto diversi tra loro da essere quasi all'opposto, si ritrovano fianco a fianco per il loro addestramento. Ma qualcuno li osserva da vicino, qualcuno che vuole impedire a tutti i costi che il loro potere si manifesti e possa intralciare i suoi piani... perché Marissa nasconde in sé un segreto, qualcosa che può cambiare il destino del mondo.
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Letha, Terre dell'Est


Questa è Letha?” domandò Marissa, frenando il cavallo accanto a quello della sua mentore. Si sentiva coperta di polvere dalla testa ai piedi, e in effetti lo era. Le strade che conducevano dal porto di Icewood fin nella città che era il cuore delle terre dell'est si erano rivelate molto più rozze di quanto Marissa si sarebbe aspettata. Strade larghe, ma polverose, coperte di ghiaia e ciottoli. L'abito di Marissa aveva da tempo perduto il suo colore originale ed era diventato di un uniforme grigio opaco. I suoi capelli ramati erano un groviglio informe, incrostati e incollati alla fronte, lì dove la ragazza aveva sudato a causa del sole implacabile sotto il quale avevano viaggiato. Man mano che le strade curvavano verso nord però, il clima aveva cominciato a farsi più mite e temperato e Marissa aveva sospirato di sollievo. Giunta davanti ai grandi cancelli di marmo di Letha, si sentiva sporca, avvilita e stanca. Tutta la sporcizia che l'aveva coperta però, sembrava non aver toccato minimamente Siobhan, che era fresca, pulita e radiante come sempre.

Ma come diavolo fa? Si era chiesta Marissa con invidia. Si augurò che quella fosse una delle prime magie che le avrebbero insegnato all'Accademia.

E' Letha”, confermò Siobhan allegra, osservando per l'ennesima volta le familiari porte intagliate nel marmo bianco e decorate con un motivo a spirali che si snodavano voluttuose lungo tutta la sua superficie, per terminare in due sculture veramente realistiche: due draghi senza zampe, più simili a serpenti se non fosse stato per la loro riconoscibilissima testa, che puntavano il muso l'uno contro l'altro.

Verranno ad aprirci?” chiese Marissa con impazienza.

Non ci sono guardie che sorvegliano la porta di Letha”, replicò Siobhan.

E allora come faremo a entrare?”

Siobhan le sorrise, poi si avvicinò alla porta e protese la mano fino a posizionarla tra le bocche dei due draghi.

Marissa era talmente sicura che le due sculture avrebbero preso magicamente vita che restò segretamente delusa quando niente di simile accadde.

Dopo qualche secondo di attesa la porta semplicemente si aprì da sola, producendo un rumore secco.

I nostri guardiani riconoscono le intenzioni di chi vuole entrare in città”, spiegò Siobhan. “Se fossi stata qualcuno con intenzioni ostili i draghi mi avrebbero incenerito sul posto.”

E allora come fecero in passato gli elfi a cercare di rubare l'Airknoril dall'Accademia?” le fece notare Marissa, non senza una certa soddisfazione.

Siobhan la incenerì con un'occhiata, anche se non poteva negare che l'obiezione fosse valida. “Non si è mai saputo”, tagliò corto. “Ma quella fu l'unica volta che accadde una cosa simile. Andiamo ora: sono stanca e prima tu sarai sistemata all'Accademia, prima io potrò finalmente riposarmi.”

Marissa prese un respiro profondo e, assicurandosi di avere le orecchie ben coperte, spronò il cavallo ed entrò in città.

Mentre vi passavano attraverso però, si accorse di non provare minimamente il senso di meraviglia che aveva provato a Waford. Era strano, ma era come se avesse già visto quei luoghi, come se le fossero familiari.

Siobhan continuava a parlarle con entusiasmo, raccontandole nozioni sulla città, o spiegandole qual'era la funzione di questo o di quell'edificio, dove si trovava il quartiere dei mercanti e quello degli artigiani, dove venivano forgiate le armi usate per la difesa della città e qual'era il palazzo che, una volta l'anno, ospitava l'Alleanza delle Otto Stelle al completo, quando ogni delegato delle terre dell'est si riuniva per prendere importanti decisioni politiche.

Marissa cercò di fingere interesse, ma l'interesse era tutto verso se stessa: come era possibile che conoscesse già tutti quei luoghi che Siobhan le andava descrivendo? Ma la sua mentore era troppo entusiasta di essere finalmente tornata a casa dopo una lunga assenza per prestarle attenzione.

Ora vedrai, al centro della città, dove si trova l'Accademia, ci sarà qualcosa che ti sbalordirà come niente ha mai fatto. Vedi l'Accademia si trova al centro di-”

Un lago, pensò Marissa d'impulso.

-un lago. Scommetto che non te l'aspettavi, vero?”

E' incredibile!” esclamò Marissa con il suo sorriso più innocente. Le veniva da ridere, ma si trattenne.

Eccolo”, disse Siobhan frenando il cavallo proprio sulle rive di un piccolo lago che sorgeva nel centro esatto della città, circondato dai ciottoli con cui le strade e le piazze di Letha erano costruite.

Marissa alzò lo sguardo seguendo il punto che Siobhan le indicò con il dito e Marissa non poté far altro che sgranare gli occhi di fronte a quello spettacolo. L'Accademia, il luogo che aveva tanto agognato di raggiungere, il luogo che le era costato sei settimane di faticoso viaggio per mare, attraverso boschi, valli e città, sorgeva nel centro di quello strano lago.

Era arroccata in cima a una ripida rupe dalle pareti rocciose puntellate da arbusti e cespugli, larga in cima e stretta in fondo. Sembrava impossibile che l'edificio potesse reggersi in tali precarie condizioni, eppure la rupe non mostrava segni di vacillare o sgretolarsi. L'Accademia vera a propria era un piccolo castello di pietra, costituito di due edifici attaccati, uno – quello frontale - leggermente più basso dell'altro. Dal tetto a punta spuntavano un campanile e una torretta, mentre un'altra torre, più bassa e squadrata, era stata costruita nella parte bassa del castello, direttamente sulla roccia. Le finestre erano tutte alte e strette, e Marissa individuò un porticato ad arco su un lato dell'edificio. Se ce ne fosse un altro anche sul lato opposto non avrebbe saputo dirlo.

Come poteva la rupe, tanto stretta alla base, sorreggere una simile costruzione? Ed anche se quel grosso scoglio poteva reggere tanto peso, dove poggiava? Sembrava spuntare dal lago senza una ragione, senza una logica apparente. Anche quell'edificio, con la sua montagna e il suo lago, le erano noti, ma credeva facessero parte di un sogno. Non pensava che un luogo simile potesse esistere veramente.

Ma... come fa a stare in piedi?” chiese incredula Marissa, dopo averla osservata da ogni sua angolazione. “E' impossibile!”

Nulla è impossibile”, ribatté Siobhan. “Andiamo, ora.”

Come la raggiungeremo?”

Anche se sarei tentata di mandarti a nuoto per farti dare una ripulita, temo che dovremo usare la barca.”

Come se avesse ascoltato il suo richiamo, una barchetta si staccò dalle pendici del monte e cominciò a navigare verso la riva senza che nessuno la guidasse.

Troppo sbalordita per aggiungere altro, Marissa seguì Siobhan sulla barca, lasciando i cavalli al servitore, che prese congedo da loro.

Navigando sulle tranquille e placide acque del lago, le due donne raggiunsero la base della piccola montagna, e Marissa notò che c'era una sola porticina, scavata direttamente nella roccia, situata parecchi metri sopra le loro teste. Una semplice scala, poggiata alla rupe, permetteva di raggiungerla.

Siobhan le fece strada e Marissa la seguì. All'interno della roccia la penombra era preponderante e Marissa impiegò qualche minuto ad abituarvisi, dopo la luce abbagliante dell'esterno. Solo dei bracieri, posti all'ingresso e poi lungo tutte le gallerie interne, rischiaravano l'oscurità, spandendo allo stesso tempo una fragranza deliziosa nell'aria.

Dobbiamo salire”, annunciò Siobhan facendole cenno col capo di seguirla.

Marissa obbedì senza fare domande, salendo gradino dopo gradino di quei cunicoli oscuri scavati nella roccia che conducevano all'Accademia.

Ad un certo punto la salita si interruppe: il corridoio terminava in un vicolo cieco.

Cosa...?” sussurrò Marissa.

Siobhan puntò il dito verso l'alto e indicò una botola nel soffitto. Pronunciando alcune parole sottovoce la fece spalancare e poi cominciò a salire.

Quando anche la testa di Marissa spuntò dalla botola aperta, la ragazza batté le palpebre, non più abituata alla luce del sole.

Il salone in cui erano entrate era ampio ed illuminato dalle alte finestre che Marissa aveva già notato.

Benvenuta all'Accademia”, disse solennemente una figura femminile che le stava aspettando. “Io sono Yseult della Quinta Stella e sarò una delle tue insegnanti.”

Marissa fece una sorta di goffo inchino, cercando nel contempo di studiare il volto di quella nuova conoscenza.

E bentornata a te, sorella mia”, continuò abbracciando calorosamente Siobhan. “Vai pure a riposarti, devi essere stanchissima. Mostrerò io a Marissa il suo alloggio.”


L'alloggio che Marissa avrebbe diviso con gli altri apprendisti era una lunga stanza che conteneva quindici letti, con altrettanti bauli accanto. Tutto il mobilio era molto rustico, a differenza delle altre stanze del castello che aveva avuto modo di notare mentre Yseult la conduceva lì.

La donna le aveva mostrato una stanza dove poteva lavarsi grazie ad una fontanella d'acqua che sgorgava dal muro e Marissa aveva eseguito senza troppe domande, felice di potersi finalmente ripulire. Poi aveva indossato la semplice tunica che le avevano fornito, in attesa che il servitore le portasse il magro bagaglio con cui aveva viaggiato.

Sola nella stanza non aveva più niente da fare, così decise di aprire il proprio baule per controllare quanto spazio ci fosse dentro.

Una voce alle sue spalle la fece sobbalzare, ed il coperchio che le sfuggì dalle dita si richiuse con uno schianto secco.

Una vera fregatura, non è vero?”

Marissa si voltò e vide un ragazzo sulla soglia; doveva essere poco più grande di lei e aveva le labbra incurvate in un sorriso beffardo.

Come, scusa?”

Una vera fregatura che questo sia il posto in cui saremo costretti ad alloggiare per i prossimi anni” proseguì il ragazzo. “C'è a malapena lo spazio per respirare, e questi bauli...” e così dicendo sollevò il coperchio di un baule stracolmo che doveva appartenere proprio a lui, “... sono ridicolmente piccoli. Come pensano che possa entrarci tutta la nostra roba? Io ho dovuto rimandare indietro quasi tutto il mio bagaglio.”

Marissa non sapeva bene che rispondere e tacque, imbarazzata. Il baule sarebbe stato sufficiente per contenere il triplo di tutto ciò che aveva portato con sé.

Io sono Damien, di Conne. Sono figlio di Alcaeus il mercante”, disse il ragazzo allungando la mano. “E tu?”

Marissa”, borbottò lei. “Vengo da... Argoer.”

Argoer? Hai fatto tutto il viaggio fin da lì? Per la miseria, ci sarà voluta una vita!”

Già... è stato un lungo viaggio.”

Sei per caso parente della regina?” domandò Damien, scostandosi i lunghi capelli neri dal viso.

Quel ragazzo aveva un fare arrogante tipico delle classi alte e Marissa si sentì intimidita di fronte alla sua sicurezza. Lei che non era altro che un'orfana mezzosangue di dubbia origine.

No”, disse infine con riluttanza.

Seguì un momento di strano silenzio.

Da quale famiglia vieni?”, insistette Damien, scrutandola con sospetto.

Io... non lo so. Non so chi siano i miei genitori. Sono stata cresciuta in un monastero a Itul.”

Damien rimase a bocca aperta. “Tu sei una di quelli...”

Cosa vuol dire 'una di quelli'?”

Non ti hanno spiegato niente?” si stupì Damien sedendosi sul suo letto. “Non sai che all'Accademia vengono ammessi solo pochissimi privilegiati, figli delle famiglie più ricche e altolocate di Euhalon?”

Sono solo... questi, gli allievi dell'Accademia?” disse Marissa indicando con un gesto la camerata di letti vuoti.

Damien annuì. “Essere maghi non è per tutti.”

Ma se vengono ammessi solo membri dell'alta società, io cosa ci faccio qui?”

Di tanto in tanto... molto raramente... vengono ammessi in via eccezionale coloro che posseggono la magia innata. Tu devi essere una di loro... hai poteri?”

S-sì... perché tu no?”

Il ragazzo scoppiò a ridere, gettando la testa all'indietro. “Per tutti gli elfi del nord, no!”

Dove sono tutti gli altri?” chiese Marissa, sentendo che, se fosse stata meno sbalordita per quella rivelazione, si sarebbe sentita offesa per come quel ragazzo si rivolgeva a lei.

A lezione.”

E non dovresti esserci anche tu?”

Ho detto di sentirmi poco bene”, rispose Damien con un'alzata di spalle. “Quindi non ti hanno spiegato niente di questo posto?”

Le abbiamo detto quello che doveva sapere, ragazzino sciocco!” tuonò Siobhan comparendo nel vano della porta. “Non capisco come Bridthara possa credere alle tue patetiche scuse.”

E tu chi saresti?” chiese Damien.

Siobhan della Quarta Stella”, rispose lei con le mani sui fianchi. “Ora che sono tornata non ti sarà facile evitare i tuoi doveri. E ora vai a lezione!”

Damien si allontanò brontolando, ma ubbidì.

Marissa e Siobhan si squadrarono per alcuni momenti.

Siobhan...”, disse Marissa con un filo di voce.

Vuoi sapere perché sei l'unica qui ad avere già dei poteri?”, la anticipò la donna.

L'allieva annuì.

Con un sospiro Siobhan si sedette accanto a lei. “Quel ragazzo non avrebbe dovuto rivelartelo. Non ancora. Ma visto che lo sai... hai idea di come nasce la magia?”

Non so niente della magia. So solo che è in me, ma non so perché e non so come usarla.”

La magia è una scintilla che risiede in ogni persona, in ogni uomo, donna e bambino di Euhalon. Questa scintilla deve essere coltivata con molto studio perché si sviluppi e diventi il pieno potere che hai visto. Ma chiunque venga appropriatamente addestrato può diventare un mago.”

Ma io non sono stata addestrata da nessuno...”

E' per questo che sei qui, Marissa. Tu possiedi un dono rarissimo e prezioso. Tu hai la magia in te senza che essa ti sia stata insegnata. Le persone come te sono davvero uniche. Per questo l'Accademia ti ha voluta anche se non sei né ricca, né nobile.”

Ma perché io?”

Non lo sappiamo. Nessuno lo sa. Puoi essere solo grata di avere questo dono.”

Per ora riposati” continuò alzandosi in piedi. “Niente lezioni per te oggi. Puoi disporre di questo tempo come vorrai. Non ne avrai molto durante il tuo addestramento perciò fanne buon uso.”

Posso visitare il castello?”

Certo. Puoi andare dove vuoi, tanto le stanze che non ti sono accessibili sono sigillate dalla magia. Un'altra cosa... stai lontana da quel ragazzo. Mi basta poco per giudicare una persona, e quello è solo un ragazzino viziato che non ha voglia di applicarsi.”


Marissa camminava lungo i corridoi del castello immerso nel silenzio. Solo il suono leggero dei suoi passi le giungeva all'orecchio. Non era così che si era immaginata l'Accademia. Possibile che sembrasse disabitata? Che i ragazzi che avrebbero ricevuto l'addestramento fossero così pochi?

Di tanto in tanto si affacciava ad una finestra per ammirare il lago sottostante e la città che si ergeva tutto intorno.

All'improvviso sentì un soffio alla sua destra e come si voltò, si trovò di nuovo faccia a faccia con Damien.

Credevo che fossi finalmente a lezione”, commentò Marissa con severità.

Damien si appoggiò con la schiena alla parete, incrociando le braccia sul petto.

Non conosco la biondina...”

Siobhan!” disse Marissa fra i denti.

Non può darmi ordini in ogni caso. Comunque è veramente una gran bellezza, questo è sicuro!” ridacchiò fra sé e sé.

Marissa emise uno sbuffo di impazienza e fece per allontanarsi, quando Damien la prese per il braccio.

Ehi, aspetta. Se ti ho offesa mi scuso damigella!”

Lasciami andare!”

D'accordo, d'accordo”, disse lui conciliante, alzando le mani in segno di resa. “Sai, ho sentito quello che ti ha detto Siobhan...”

Adesso origli anche?”, chiese Marissa irritata.

Damien ignorò la domanda. “Pensavo solo che ti facesse piacere sapere come sei stata trovata... non lo sai vero?”

Il ragazzo seppe di aver colto nel segno, perché in Marissa la curiosità cominciava a prevalere sull'irritazione.

Approfittò della sua incertezza e la prese per mano. “Vieni con me.”

Marissa tentò di protestare, ma con poca convinzione. Le sue proteste cessarono del tutto quando Damien si fermò all'ingresso di un'ampia stanza. Marissa sbirciò dentro e si accorse che più che una stanza, era una sorta di tempio, dai colonnati altissimi e dal soffitto concavo. La ragazza entrò, muovendo piccoli passi cauti. Damien le andò dietro.

Al centro della stanza, poggiata su un piedistallo, stava una pietra dalla forma irregolare, di un colore blu intenso. Marissa si avvicinò: provava l'impulso irrefrenabile di toccare quello strano oggetto.

Questa è l'Airknoril”, annunciò Damien solennemente. “O meglio... l'ultima delle Airknoril.”

Marissa voltò il capo verso di lui. “E'... davvero questa?”

E' lei che ti ha trovata. È la pietra che trova coloro che hanno il potere innato.”

Marissa alzò lo sguardo e notò solo in quel momento che, al centro della cupola, c'era un foro.

A cosa serve quello?” chiese indicandolo.

Quando la luce del sole è nella giusta angolazione colpisce la pietra, e solo allora il suo potere si attiva.”

Vuoi dire che senza luce non avrebbe alcun potere?”

Per quanto ne so io... no. Ma è difficile restare senza sole, no?”

Quanto ci vorrà perché il sole la colpisca? Vorrei vederlo.”

Damien consultò un meccanismo incassato nella parete, che segnava, tramite una lancetta dorata, quanto tempo restava prima che la pietra si ricaricasse.

Circa due minuti.”

I due ragazzi attesero, Marissa in un silenzio spasmodico, Damien incuriosito e divertito da quella strana, solenne ragazzina dai capelli rossi.

Quando finalmente i primi raggi del sole oltrepassarono il foro nel soffitto, lambirono la pietra come un uomo che accarezza la sua innamorata: con delicatezza e con amore. La luce che si diffuse in tutta la stanza fu accecante. Marissa ne era abbagliata.

E' permesso toccarla?” chiese.

Certo, ma non succederà proprio niente se è questo che speri. Io l'ho toccata molte volte ed è come toccare un qualsiasi altro oggetto.”

Marissa si avvicinò fino a sfiorare il piedistallo con il busto. Allungò timidamente una mano e poggiò due dita sulla superficie ruvida della pietra.

Una luce accecante le esplose nel cervello e in tutto il resto del corpo, e lei cadde svenuta sul pavimento.





Nota dell'autrice: Ed eccoci all'incontro tra Damien (il solito incorreggibile) e una molto più ligia Marissa. Che ne pensate? Era così che vi immaginavate l'Accademia? Abbiamo anche fatto la “conoscenza” dell'Airknoril finalmente, e abbiamo capito che Marissa è indissolubilmente connessa alla pietra. Quanto alla strana creatura volante che abbiamo incontrato alla fine del capitolo scorso speravo già di reintrodurla in questo capitolo ma mi sono dilungata troppo, quindi riapparirà nel prossimo e si scoprirà un altro tassello. A proposito... perché Marissa già conosce Letha senza esserci mai stata? Come ho detto alcune di queste domande avranno una risposta già nel prossimo capitolo... ma non tutte, ovviamente! ;)

Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno recensito, letto e seguito. I vostri pareri e il vostro incoraggiamento sono indispensabili per me.

Ricordo di nuovo che, come già avevo premesso nel primo capitolo, gli aggiornamenti saranno circa una volta al mese, quindi abbastanza lenti. Purtroppo avendo già un'altra storia in corso, non posso fare altrimenti.

Alla prossima,

Eilan

   
 
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