"Iamque vale" Prese la lettera. Aveva usato la sua carta da lettere, quella con cui lui le aveva scritto le parole più belle del mondo, per una giovane donna innamorata. Ricordò che anni addietro passava le giornate in cui erano lontani ad aspettare con ansia, in riva al fiume, di vedere quella carta da lettere arrivare con sue notizie. La aprì, consapevole che quella sarebbe stata l'ultima volta. "Cara Isabelle, Dopo tutto questo tempo, questi anni insieme, grazie. Per ogni momento che mi hai dedicato, per il tuo amarmi in maniera incondizionata, per il sapere che su di te avrei sempre potuto contare in qualunque circostanza. Riuscirai ad andare avanti, me lo hai promesso, ti ricordi la sera del nostro anniversario? Sii forte, anche se sarà difficile, so che ne sarai capace. Vai avanti, fallo per me. Sai, ogni tanto ti capiterà di sentire il mio profumo, ti volterai e non mi troverai. Non sarò più al tuo fianco, ma sarò sempre dentro di te. Non perderti nei ricordi; vai avanti a fare le tue splendide foto e così quando riguarderai quelle vecchie, dove ci sono io che ti sorrido con amore, rivivrai tutti i nostri momenti, con nostalgia ovviamente, ma senza disperazione. Ti ho amata e ti amerò per sempre. Come Euridice disse al suo Orfeo: "Iamque vale". Ma il nostro non sarà un "addio per sempre", so che un giorno ci rincontreremo, non so come, ma è come se fosse una certezza. Fidati di me. Con amore, Tuo, Leo" Ripiegò la lettera, ormai quasi illeggibile per colpa delle lacrime. Aveva pianto più negli ultimi tre giorni che in tutta la sua vita. Si sporse verso l'acqua del fiume, quello vicino casa; tirava una brezza leggera, come se il vento sapesse che era giunto il momento di dire addio. Lasciò andare la lettera. L'aria la fece scomparire in poco tempo. Si dice che la speranza è l'ultima a morire: con lui questa speranza non morì, perché lui, in cuor suo Isabelle lo sapeva, sarebbe stato per sempre con lei.