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Autore: Azza_toXic    25/03/2017    1 recensioni
Wade Kinsella ha confessato a Zoe Hart il suo amore ma non è bastato per farla restare a Bluebell.
Sono passati tre mesi da quando Zoe si è trasferita a New York e con una email ha avvisato tutti gli abitanti della piccola cittadina che sarebbe rimasta a vivere nella Grande Mela.
Questa OS è collocata tra la fine della seconda stagione e l'inizio della terza, prima del ritorno di Doc a Bluebell.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Tucker, Lavon Hayes, Lemon Breeland, Wade Kinsella, Zoe Hart
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caro Wade,
la tua mail è la più difficile da scrivere.
Ci sono così tanti modi per iniziare questa lettera ma nessuno è abbastanza adatto per dirti che mi dispiace.
Ho deciso di rimanere a New York. I turni al pronto soccorso sono devastanti, ma sento che per ora il mio posto è qui. Sono sicura che ci rivedremo prima di quanto entrambi possiamo immaginare.
Se ti conosco come credo di conoscerti, appena finirai di leggere questa mail inizierai ad odiarmi e se mai ci rincontreremo me lo rinfaccerai senza problemi e io non potrei non essere più che d’accordo ma questo è l’unico modo per dire arrivederci a te e a Bluebell.
Gli ultimi sei mesi sono stati i più difficili, strani e felici della mia vita e non ringrazierò mai abbastanza te e tutta la città per avermi fatta sentire a casa (anche se per qualcuno sono ancora quella che ha distrutto la parata, rovinato un matrimonio e chissà che altro): è per questo che ho mandato una mail a ciascuno di voi, perché non ho abbastanza coraggio per affrontarvi e dirvi che qui a New York le cose sono più facili. Ma ognuno di voi resterà nel mio cuore.
Soprattutto, Wade.
Grazie
Zoe Hart
Wade rilesse quella mail tre volte prima di riuscire a comprendere il significato appieno.
Doc, la sua Doc, l’aveva abbandonato. Lui si era dichiarato, aveva abbassato tutti i muri e si era esposto perché per Zoe Hart ne valeva davvero la pena. E lei cosa fa? Scappa a New York per l’estate e poi decide di rimanere senza aver nemmeno il coraggio di dirglielo in faccia.
Wade sentiva la rabbia circolargli nelle vene come fosse sangue, scaraventò per terra i fogli e la bottiglia di birra che aveva appena aperto. Il liquido ambrato si riversò sul pavimento. Il ragazzo lo guardò mentre la macchia continuava ad espandersi, poi tornò a fissare il pc.
Si grattò la barba ispida cercando di riprendere il controllo.
Si alzò e uscì di casa senza chiudere la porta, il bello delle piccole città americane del sud. Era ora di colazione e Wade era una persona abbastanza abitudinaria.
-Buongiorno Lavon- disse Wade entrando nella grande cucina di Lavon Hayes, sindaco di Bluebell nonché suo affittuario e suo migliore amico.
Wade viveva nella rimessa della piantagione dell’amico senza pagare l’affitto e in cambio faceva dei lavori gratuiti per Lavon o per la città di Bluebell.
-Buongiorno- disse la voce profonda di Lavon -Hai guardato l’e-mail stamattina?-
-Si, ho appena finito di leggerla. Ne ha mandata una anche a te?-
-Credo ne abbia mandata una a ogni abitante di Bluebell- disse Lavon –E non si è nemmeno impegnata a farle personalizzate- aggiunse.
-Davvero? Credo che con me abbia fatto un’eccezione-
Lavon sospirò mentre Wade si versò del latte e i cereali in una ciotola.
-Sono furioso- lo sentì dire –Vorrei averla davanti a me per urlarle contro- continuò –Annabeth mi ha già sgridato perché sono troppo… amareggiato. Non ci si comporta così…-
-Perché ti arrabbi, Lavon? Zoe Hart è sempre Zoe Hart. Un paio di mesi con noi non fanno di lei una vera Blubelliana- disse Wade iniziando ad imburrare una fetta di pane tostato.
-So che non lo pensi sul serio-
-Perché non dovrei? L’unica cosa che ha fatto è stata venire qui, sconvolgere le nostre vite con i suoi drammi da newyorkese e poi sparire quando le cose si sono fatte un po’ complicate. A noi non serve Zoe Hart. Non ci serviva prima e non ci servirà di certo adesso- disse il biondo poi, scaraventando il pane tostato sul tavolo della cucina aggiunse –Mi è passato l’appetito, ci vediamo. Ciao-
Lavon lo osservò andare via in silenzio e arrabbiato.
Quello non era il Wade che conosceva, e non era nemmeno il Wade di qualche mese prima, quando Zoe arrivò in città.
-Ho sentito la voce di Wade o mi sbaglio?- Annabeth, la sua fidanzata, fece capolinea sulle scale. Quella notte avevano dormito insieme, di nuovo. La guardò, in piedi davanti alle scale, coperta solo da una delle sue camice azzurre: la trovava bellissima.
-Si, era lui-
Annabeth si avvicinò a Lavon e gli buttò le braccia al collo e, prima di baciarlo gli sussurrò –Gli passerà, vedrai-
-Si lo so, ma Zoe è la mia migliore amica e… mi manca. E credo che manchi anche a lui-
Annabeth sorrise prima di dargli un bacio dolce e casto. Lavon si lasciò coccolare dalla sua dolcissima Annabeth, ma non era convinto di quello che gli aveva appena detto: questa volta, forse, Zoe l’aveva combinata troppo grossa.
 
Gli occhi di tutta Bluebell erano puntati sul giovane Kinsella.
Erano bastati due giorni affinchè tutti gli abitanti di quella piccolissima cittadina sapessero che lui, lo sciupafemmine più famoso dell’Alabama Wade Kinsella, si era dichiarato alla bella dottoressa newyorkese Zoe Hart ed era stato scaricato.
Wade non si spiegava come fosse potuto succedere visto che le uniche persone a essere a conoscenza di questo fatto erano lui, Zoe e Lemon, la co-proprietaria del Rammer Jammer nonché sua nuova migliore amica e confidente.
Nell’ultimo periodo, a dire la verità negli ultimi mesi, Lemon Breeland gli era stato accanto come una sorella. Certo non erano mancate le discussioni per la gestione del loro locale però quali fratelli non litigano?
-Hai letto la mail di Zoe Hart- non era una domanda.
Era questo il bello della sua amicizia con Lemon, pensò Wade, lei sapeva sempre quello che stava pensando, neanche fosse nella sua testa.
-Già-
-E sei furioso-
-Questo non è vero- dichiarò il giovane oste.
Non ricevette risposta e si voltò verso l’amica: Lemon lo stava guardando con un sopracciglio alzato come una che la sa davvero lunga.
-Okay, forse un pochino- Wade prese una cassa di birra e la posò sul bancone mentre Lemon tornò ai suoi conti –Okay un bel po’- riprese lui –Chi si crede di essere questa Zoe Hart? Insomma è venuta qui, ci siamo divertiti finché la cosa non si è evoluta. Le ho confessato il mio amore e lei? Scappa a New York con tuo cugino con cui ha una relazione…-
-Era solo sesso e lo sai anche tu-
-Non è questo il punto, Lemon. Mi ha preso in giro!-
-Prima supererai l’ostacolo “Zoe Hart” prima sarà più facile andare avanti, Wade-
-E se non volessi andare avanti?-
-Allora vai a New York e dille quanto è stata egoista-
Lemon chiuse il quaderno contabile e si mise a controllare gli ordini mentre Wade inziò a fissare il vuoto pulendo un boccale di birra per quelle che parvero ore.
-Wade? Stai bene?- chiese Lemon dopo qualche minuto.
-Si, ma hai ragione, Lemon!- Wade guardò Lemon come se fosse la prima volta -Devo andare a New York- il ragazzo posò il bicchiere e con un sorriso speranzoso fece il giro del bancone, le diede un bacio frettoloso sulla guancia e si avvicinò all’entrata del locale –Tornerò prima che ti accorga della mia assenza-
Lemon guardò Wade schizzare fuori dal locale a tutta velocità e si prese la testa tra le mani.
 
-Tu cosa?- chiese George Tucker dieci minuti più tardi quando si presentò al Remmer Jammer per la colazione.
George Tucker era lo scapolo d’oro dell’Alabama del sud, nonché ex fidanzato e quasi marito di Lemon.
Quando Zoe Hart arrivò a Bluebell mandò a repentaglio il loro matrimonio, la loro festa di fidanzamento e tutto quello che riguardava la loro vita di coppia. George si era innamorato di Zoe e dopo essersi dichiarato lei lo aveva scaricato.
Zoe Hart era una persecuzione, nonché una rovina vite. O almeno è così che Lemon la vedeva.
-Non volevo che andasse davvero a New York, volevo solo tirarlo su di morale-
-Provo a chiamarlo, magari riesco a dissuaderlo dal prendere quell’aereo-
-Non lo so, George. Era così convinto… così speranzoso quando è andato via-
-Devo provarci, si farà solo del male-
-Dovresti andare con lui! Ti prego George, vai con Wade!-
Lemon non aveva tutti i torti, e George non vedeva l’ora di tornare a New York, la sua meravigliosa e splendida New York.
-Tu sei il suo migliore amico e conosci New York. Se le cose con Zoe Hart dovessero mettersi male, tu sei l’unico che saprebbe cosa fare con Wade-
George Tucker guardò la sua ex biondissima fidanzata con una punta di orgoglio.
-Sai- iniziò a dire mentre sfilava cinque dollari dalla tasca e si alzava in piedi –Se me sei mesi fa mi avessero detto che Lemon Breeland sarebbe diventata pappa e ciccia con Wade Kinsella non ci avrei mai creduto-
-Noi non siamo pappa e ciccia-
-Ti preoccupi per lui, Lemon. Gli vuoi bene-
-Questo non…-
-Buona giornata- la interruppe George, poi uscì regalando alla donna un bellissimo sorriso.
 
Wade odiava gli aerei.
Aveva volato solo una volta, in circostanze speciali: sua madre aveva appena scoperto di avere il cancro. Il suo ultimo desiderio era quello di volare a Miami. Wade aveva solo dieci anni, ma quel viaggio lo ricorda come se fosse passato un secondo.
Gli mancava Candice Kinsella, sua madre, ogni giorno e suo padre… beh suo padre era Earl il pazzo, non l’aiutava a vivere bene il lutto.
-Nervoso?-
Wade alzò lo sguardo. George Tucker era in piedi davanti a lui, stringeva tra le mani un borsone blu con lo stemma di Bluebell. Tipico.
-Tucker. Che ci fai qui?-
-Ho parlato con Lemon. Ho pensato di venire con te-
Wade scoppiò a ridere e si alzò in piedi, per guardare l’amico negli occhi.
-Perché? Vuoi riconquistare Zoe Hart?-
-No-
-Non ti credo, Tucker? Ho visto come la guardi, ho visto come pendi dalle sue labbra quando entra nella tua stessa stanza. Hai mandato all’aria il tuo matrimonio per te-
George sorrise –Certo, è vero. Non posso negarlo. Credo di aver provato qualcosa per Zoe Hart. Ma tra una settimana partirò in tour con Lily Anne. Voglio dimenticare Zoe-
-Come faccio a crederti?-
-Tra me e Zoe è stato tutto platonico. Ci siamo scambiati un paio di baci. Abbiamo passato il tempo a rincorrerci, ma tu amico mio… non lo so. Voi due siete speciali insieme- disse George alzando le spalle.
-Credi?- chiese Wade dopo qualche istante.
-Si. E poi mi manca New York-
-Ah ecco- lo prese in giro Wade poi entrambi si sedettero, pazienti, aspettando il loro volo.
 
Annabeth camminava tranquilla per le vie di Bluebell, sfoderando il suo meraviglioso vestito giallo.
-Annabeth!-
La ragazza dai capelli rossi si voltò quando la chiamarono. Brick Breeland, il padre di Lemon, la stava rincorrendo.
-Brick, stai bene?- gli chiese quando la raggiunse.
-No. Non sto bene- le rispose Brick.
Ultimamente quell’uomo era diventato parecchio scorbutico.
-Che cosa è successo Brick-
-Quella Zoe Hart mi farà impazzire. Ho letto la sua lettera elettronica-
-E-mail-
-Si, quella. Lo sai che non ha intenzione di tornare?-
-Ma non mi dica-
-Già, dice che New York le mancava talmente tanto che Bluebell è stata una specie di pausa dalla sua vita reale-
-Lo so, l’ha mandata a tutta Bluebell-
-Lei cosa?-
-Si, ha mandato la stessa mail a tutti-
-Che mi venga un colpo. Quella ragazza è la più codarda persona che io abbia mai conosciuto-
-Non credo che tu mi abbia cercato per denigrare Zoe, che tra le altre cose è anche una mia amica-
-No infatti. Ho bisogno di aiuto-
-Se posso certamente- disse Annabeth ascoltando Brick con attenzione.
-Lemon mi ha detto che stai cercando un lavoro per arrotondare-
-Si infatti-
-Bene, io ti offro un lavoro-
-Non voglio fare il medico-
-Ma che medico! Ci vuole almeno una laurea per fare il medico-
-E allora cosa?-
-Ho bisogno di una segretaria. Da quando Shelby è andata via con il vicegovernatore io sto impazzendo e non riesco a gestire lo studio da solo e siccome Zoe Hart ha deciso di compatirsi a New York io devo rimboccarmi le maniche ma da solo…-
-Brick respira. Accetto volentieri-
Brick spostò lo sguardo dal pavimento ad Annabeth, riconoscente.
-Grazie Annabeth. Grazie- poi si allontanò velocemente, con il cuore un po’ più leggero.
 
Le luci della Grande Mela confondevano Wade, abituato alla sua piccola Bluebell circondata da lampioni e non da neon colorati.
-Allora, dove hai prenotato?- chiese George sorridente.
-Per cosa?-
-Per dormire-
George e Wade si scambiarono un’occhiata.
-Non ho intenzione di fermarmi a dormire. Voglio parlare con Zoe e poi tornare a Bluebell, con lei-
-Ma sono le sei del mattino, e…-
-Ho parlato con Annabeth mi ha detto che l’ospedale dove lavora Zoe è il…- Wade tirò fuori dalla tasca un foglietto con appuntato il nome dell’ospedale.
-Dammi qua- disse George strappandogli di mano il pezzo di carta -Il Lennox Hill? Diavolo!-
-Cosa? È lontano?-
-No, è solo uno degli ospedali più famosi e importanti di New York-
-Okay allora, andiamo. L’aspetterò li-
-Ma Wade…-
-Forza Tucker, sei già stanco?-
-No ma…-
-Andiamo allora-
Wade si incamminò e George lo seguì.
L’ospedale Lennox Hill non era molto distante dal posto dove il taxi li aveva scaricati.
-Come hai intenzione di incontrarla?-
-Aspetterò che oltrepassi quella porta-
-Ma ci potrebbe mettere tutto il giorno-
-Non mi interessa, anzi perché non vai a farti un giro nel viale dei ricordi? Quando avrò finito con Zoe mi farai fare il turista-
George sbuffò, poi si mise il borsone in spalla e si incamminò.
Wade invece si sedette su una panchina davanti all’entrata, in attesa.
Durante tutto il viaggio in aereo aveva pensato a cosa dire a Zoe Hart quando si sarebbero visti. Le avrebbe urlato contro, si sarebbe infuriato e avrebbero litigato, ma Wade sapeva, anzi sperava, che poi avrebbero fatto una dolce pace a base di sesso, magari in uno dei lettini di ospedale. Sorrise al pensiero, trepidante di attesa.
Zoe Hart la ragazza più snervante del mondo era anche l’unica che gli faceva battere la testa.
 
Lavon Hayes, il sindaco di Bluebell, aveva diversi compiti da adempiere. Tra questi presenziare alle riunioni più importanti delle Bell, un gruppo di elite di giovani donne scelte per mantenere l’importanza storica della cittadina.
Quando entrò al Rammer Jammer non si sorprese di trovarle già tutte sedute.
-Buongiorno sindaco Hayes- disse Crickett, la presidentessa.
-Buongiorno Crickett-
-Molto bene, ora che il sindaco è arrivato possiamo iniziare-
Lavon prese posto vicino ad Annabeth.
-Dov’eri?- gli chiese.
-Tom Long aveva bisogno di una mano con i suoi alpaca- Annabeth annuì –Mi ha chiamato mia zia- aggiunse Lavon –Indovina, mia cugina Lilly viene a stare da noi- sussurrò
-Tua cugina?-
-Si, arriva la prossima settimana-
-Oh che bello- disse Annbeth senza guardare Lavon. Aveva conosciuto Lilly all’inizio dell’estate, quando Lavon le aveva chiesto di accompagnarlo all’anniversario dei suoi genitori: Lilly era una ragazza solare e dolce ma un tantino psicopatica, secondo Annbeth –E come mai viene a stare da noi?-
-Il suo ragazzo l’ha lasciata e Lilly gli ha dato fuoco alla cassetta della posta-
-Oh- sapeva quanto Lavon adorasse sua cugina e non poteva dirgli che lei invece non la sopportava.
-Crickett, non pensi che il nostro sindaco abbia qualcosa da dire a riguardo?- disse Lemon interrompendo la conversazione dei due giovani innamorati.
-Certo, sindaco Hayes ha qualcosa da dire?- intervenne Crickett.
-Ehm… no sono d’accordo con voi, signore. Ora chiedo scusa ma devo andare. I miei doveri da sindaco chiamano- diede un bacio ad Annabeth ed uscì dal Rammer Jammer senza degnare Lemon di uno sguardo.
Anche se Lemon si ostina a incolpare Zoe Hart per come è finito il suo fidanzamento e per essere stata lasciata all’altare, bisogna ammettere che parte della colpa è di Lavon Hayes. O meglio, dell’amore clandestino nato tra lui e Lemon mentre George Tucker viveva a New York. Lemon stessa ha poi confessato la verità all’ormai ex fidanzato che subito è corso tra le braccia della bella dottoressa. Ora tra Lavon e Lemon non scorre proprio buon sangue, i due si tollerano a malapena.
-Tutto bene?- chiese Lemon ad Annabeth, sua migliore amica dai tempi dell’infanzia.
-Lilly Hayes verrà a stare da Lavon-
Lilly? La cugina Lilly?-
-La conosci?-
-Ha passato qui le ultime cinque estati. Come presidentessa delle Bells era mio compito accoglierla e coinvolgerla nelle attività estive di Bluebell- rispose Lemon alzando gli occhi al cielo.
-Questo spiega perché io invece non ci avevo mai avuto a che fare. Durante le scorse estati, Jack mi portava sempre al lago con i suoi genitori-
Annabeth annuì con vigore e Lemon si lasciò sfuggire un sorrisetto.
Anche se Annabeth stava con l’uomo che lei amava, non poteva negare che la sua migliore amica era la persona più dolce del mondo. E lei le voleva bene.
 
Wade tirò fuori il telefono dalla tasca. Erano quasi le tre di pomeriggio e di Zoe Hart ancora nessuna traccia. Verso le undici era entrato per chiedere informazioni, magari era il suo giorno di riposo, oppure aveva il turno notturno. Stacey, la receptionist, invece sosteneva che la dottoressa Hart avrebbe staccato alle 15 e 15 minuti precise. Quindi dopo aver pranzato al ristorante dell’ospedale Wade era tornato alla sua panchina.
-Arrivederci dottoressa Hart!- sentì dire Wade qualche minuto dopo.
Alzò lo sguardo e lei era li. Capelli neri raccolti in una semplice coda di cavallo, la divisa azzurra da dottore e una delle sue costosissime borse poggiata sulla spalla. Gli occhi castani, quei bellissimi occhi erano coperti da un paio di occhiali da sole, anche quelli molto alla moda.
Wade si alzò in piedi pronto a raggiungerla: tutta la rabbia che aveva dentro era magicamente svanita, ora sentiva solo l’impulso di abbracciarla e stringerla tra le sue braccia, affondare il naso tra i suoi capelli e respirare il suo profumo di rose a pieni polmoni.
-Arrivederci Signora Plum- disse Zoe. Wade sorrise e fece un altro passo verso di lei ma si bloccò all’istante.
Se ne avesse avuto il potere sarebbe tornato indietro nel tempo di qualche minuto, magari di qualche mese.
Zoe Hart era li davanti a lui che abbracciava un uomo e lo baciava.
Wade non sapeva chi fosse costui e non gli interessava.
In quel momento, mentre guardava la donna che amava baciare un altro uomo, capì che l’aveva persa.
Persa per sempre.
 
-Come non l’hai incontrata?- erano passati due giorni da quando Wade era tornato da New York. Non aveva avuto il coraggio di presentarsi subito al Rammer Jammer. Aveva bisogno di tempo per digerire la situazione.
Lemon, seduta al bancone, lo guardava in attesa di una risposta.
-Non era li. La signorina alla reception mi ha detto che Zoe è partita per una vacanza. Non potevo aspettarla- disse alzando le spalle e posando un bicchiere sporco nel lavandino.
La verità era un’altra e Wade lo sapeva, ma non poteva dirlo a George e tantomeno a Lemon.
-Hai provato a chiamarla?-
-No-
-Perché?- chiese Lemon battendo una mano sul bancone.
-Perché no-
-Ma Wade…-
-Lemon! Basta. Perché ti preoccupi tanto? A te nemmeno piace Zoe-
-Ma piace a te- disse la donna semplicemente.
Wade abbozzò un sorriso –Si, ma lei ha fatto la sua scelta. E poi lo sai meglio di me che lei sta meglio a New York. Quello che è successo tra noi è stata una breve, bellissima parentesi- Wade si sforzò di sorridere di nuovo, posò lo straccio sul bancone e aggiunse –Me ne vado a casa, chiudi tu?-
-Certo- disse Lemon carezzandogli un braccio.
-Grazie-
 
Nel salotto di casa sua, Wade iniziò a bere la sua birra.
Non poteva biasimare Zoe per aver voltato pagina. Lui aveva rovinato tutto andando a letto con quella donna dopo la serata della Battle di Band. Una donna di cui non ricordava nemmeno il nome.
Aveva fatto soffrire Zoe e ora lei stava facendo lo stesso.
Zoe non si meritava un ragazzo come lui, non se l’era mai meritato.
Wade era cambiato a vista d’occhio da quando Doc era arrivata a Bluebell, ma forse non abbastanza.
Doveva e voleva chiudere il capitolo Zoe Hart e per farlo doveva far credere a tutti che era così, che l’aveva già fatto.
Sospirò prima di bere gli ultimi tre sorsi d’un fiato.
Non si sarebbe arreso, questo era certo; non sarebbe rimasto scottato di nuovo.
Doveva cambiare definitivamente.
A iniziare da lei: Zoe Hart sarebbe uscita dalla sua vita per sempre.
Quella era una promessa.
La promessa di un Kinsella.
   
 
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