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Autore: killian44peeta    25/03/2017    0 recensioni
L'Acqua pulì le anime, il Fuoco le purificò, la Terra distrusse i rimasugli del dolore dai loro occhi, l'Aria permise la libertà, la Luce diede speranza per un futuro migliore... mentre il Buio...
Esso si nascose, vergognandosi di non poter aiutare in alcun modo, ma piano piano, questo sentimento si trasformò in odio e l'aiutare non fu più una sua intenzione, ciascuno aveva fatto la sua parte tranne esso.
Dopo molto tempo passato in attesa, avvenne quello che doveva accadere per fare quello che voleva, nacquero sei bambini allo stesso momento e subito dopo ne seguì un altro.
Il Buio risvegliò gli Spettri.
Poi però si rese conto di quello che aveva commesso contro la vera propria volontà.
Qualcuno gli aveva fatto qualcosa.
Ed ecco che sentì una canzone, una specie di litania che lo avvolse in un laccio.
Riuscì a comprendere facilmente cosa doveva fare, si precipitò dai bambini, uno alla volta li raggiunse tutti, non c'era distanza di nascita tra loro, solo il settimo era uscito dopo, ma i sette erano stati benedetti tutti allo stesso momento dalle proprie madri.
Non ce n'era uno simile all'altro.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Gli Elementi- saga'
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Silver

Luce e Buio si gettarono a terra come se le loro gambe non li reggessero piú, Virgil fece un espressione corrucciata e sbuffó in silenzio.

Sembrava parecchio frustrato, stufo e offeso, per un motivo che mi era impossibile comprendere se non avesse riottenuto la voce al piú presto.

Morgan gli porse dei vestiti di ricambio e Nightshadow li accettó con piacere, per cambiarsi alla svelta, stessa cosa per Diana che era madida di sudore e sporca di terriccio.

Quando si finirono di rivestire non potei non notare la diversità e l'impatto che avevano loro due nei vestiti.

Lui indossava una camicia nera polvere di carbone e dei pantaloni neri di pelle, lei una maglia bianca con degli spallini e dei pantaloni altrettanto bianchi.

Era un effetto... strano.

Erano il completo opposto.

Non che non lo fossero già, insomma, Luce e Buio... piú diversi di così... ma ora lo sembravano ancora di piú !

-Cercate di non dare troppo nell'occhio, se vi comporterete in modo sospetto vi noteranno immediatamente, comportatevi come se foste veramente del posto, non salite sugli animali a meno che non sia proprio urgente, oppure saremo sulla bocca di tutti, le due volte che ci sono stato mi hanno insegnato molto su questo posto-

Annuimmo tutti.

-Silver, resta vicino a Guy, Diana e Task state affianco a me, tenete gli  animali-

Fui così sorpresa del fatto che mi ci avesse messa vicina che per un attimo spalancai gli occhi e la bocca dalla sorpresa, chiedendomi piú volte a me stessa se avessi capito bene, per poi riprendermi quasi subito e affiancarmi a Virgil con il migliore dei sorrisi che avessi mai fatto a Morgan

-Certamente- dissi, raggiante, tanto che vidi Guy guardarmi con un espressione che sembrava dire :- Sei strana così, stai bene?-

Ignorai completamente la domanda-sguardo -Allora, allora, allora...- cominciai quando iniziammo ad inoltrarci nella città di Tyresis, volevo fargli molte domande, ma lui non aveva la voce, non avrebbe potuto rispondere, a meno che non trovassi un modo.

Mi venne all' improvviso un lampo di genio.

-Devo chiederti delle cose, se é sí annuisci, se é no neghi, se ci sono quasi batti le mani, se non lo sai schiocchi le dita, tutto chiaro ?-

Lui annuí, con espressione un po' incerta.

-Hai perso la voce perché hai gridato?-

No

-Però hai gridato?-

Fece un espressione del tipo :-E questo cosa diavolo c'entra?-

-Rispondi-

Annuí di nuovo, sbuffando

-Gridavi perché qualcuno ti faceva male?-

-In che modo? Cioè, quindi te l'hanno tolta, la voce?-

Annuí ancora una volta, guardando con sguardo quasi perso alcune nuvole che vagavano nel cielo sopra le nostre teste.

-Sai chi é stato?-

Lui per diversi secondi, rimase fermo con le mani e con la testa, per poi scuoterla e schioccare le dita subito dopo.

-Capisco... Diana non c'era quando é successo?-

No

- Sai dove fosse finita?-

Lui parve un po' tentennante, cosa che presi come un piú o meno

-Ok, per ora credo di aver finito le domande- dissi

Lui fece un cenno con la testa, per poi tirarsi indietro un ciuffo di capelli, sospirando amaramente, con l' aria ben poco divertita.

La città di Tyresis era silenziosa e tranquilla, la gente passava per strada sorridendo e avanzando decisa, comportandosi come persone comuni di altre città.

Non capivo bene perché Morgan dicesse che se ci fossimo comportati in un certo modo, saremmo stati sulla bocca di tutti.

C'era felicità ed un gran calore nell' aria, che pareva renderla simile a quella dei turbini dei venticelli primaverili che soffiavano a Brooks, appunto, in primavera.

Una serie di correnti ventose che ti spostavano i capelli con dolcezza, quasi giocando con essi.

Le case avevano un aspetto gotico e riservato, ma dai colori freschi, le strade mattonate e pulite, percorse da una centinaia di persone ogni giorno che la percorrevano su tutti i suoi lati.

Non c'erano bancarelle da nessuna parte, ma verso sinistra erano presenti delle bellissime fontane dai colori sgargianti e dalle forme circolari, sempre con dei dettagli ben rifiniti che richiamavano l' arte gotica, ma con un'aggiunta di moderno che non guastava.

L' acqua veniva spruzzata, in ognuna di esse, da un rubinetto a forma di bocca di delfino, riconoscibile dalla precisione con cui era stata svolta.

I bambini giocavano allegramente, correndo sul marciapiede, andando a zig zag tra i passanti, ridendo e rincorrendosi.

I sentieri erano stretti, le stradine-scorciatoia, anch'esse, brulicavano di persone rumorose e su di giri.

A vederle sembravano in festa.

Osservai parecchi vicoli ciechi, notando un altra faccia della popolazione.

Se prima c'erano state, tra le strade piú grandi, persone allegre e vivaci, in quelle non potevi non notare un enorme distacco.

Dei ragazzini, probabilmente sui dieci, undici anni, sporchi di polvere da capo a piedi, rovistavano nel pattume, le mani e le guance graffiate e probabilmente ferite in un modo anche più grave, gli occhi morti di chi non ha più nulla della vita di cui gioire per davvero.

Venni percorsa da un brivido gelato che mi chiuse praticamente lo stomaco, bloccandomi il respiro.

Mi costrinsi a distogliervi lo sguardo a forza, posandolo sull' infinito cielo celeste pallido, ma per quanto tentassi di provarci a concentrarmi su quelle stupende nuvole bianche in lontananza, che ricoprivano buona parte del confine tra il paesaggio visibile e quello non, l'idea di quei ragazzi che si riducevano a cercare cibo nella spazzatura mi faceva troppa rabbia.

Rallentai appena, trascinandomi il Buio a dietro, raggiungendo Morgan, per poi comunicargli quello che avevo visto.

-Lo so, Silver, lo so- disse Morgan, in un sussurro - Solo che, a parte dargli un po' di cibo per oggi e per domani, piú di tanto non possiamo fare, bisognerebbe riuscire a dar loro speranza, ma per quanto noi possiamo provare, a meno che non riusciamo a distruggere coloro che tentano di distuggere la terra, non riusciremo mai a garantire un futuro vero per chiunque-

Lo fissai,  quasi in pena, ma poi annuii e basta.

Dopotutto aveva ragione, bisognava salvarli, ma non nel modo in cui intendevo io,  per salvarli bisognava mettere fine all' esistenza di quei mostri.

Mi lasciai trascinare dalla brezza dell' aria, che piú avanzavamo e piú, stranamente, diventava sempre piú fredda, tanto che mi venne da battere i denti per colpa di quell' improvviso cambiamento di clima.

Dovetti chiedere a Diana se per caso potesse passarmi la giacca, essendo la piú vicina alla mia borsa, appoggiata sul Dratini, la cui roba dentro di essa l'avevo fregata a quel tipo della taverna.

Me lo strinsi addosso, pentendomi di aver preso abiti così leggeri.

In realtà avevo fregato molta roba a quello della taverna, non avevo portato molti vestiti con me, 'partendo' insieme a Guy, non ero nemmeno passata dal collegio per prendere il resto delle mie cose .

Beh, di certo non pensavo di doverli buttare di volta in volta...

Fino a poco prima l'aria era davvero gradevole, adesso, purtroppo, non poi così tanto.

Mi coprivo con decisione, tenendo con forza il polso di Guy con la mano che non si stringeva all' indumento che avevo addosso.

Camminammo a lungo ed era ormai giunto il tramonto.

Il rosso, il giallo e l' arancione ambrato si mischiavano nel cielo, quasi fosse un opera d'arte.

Per strada passó un carro, trainato da due cavalli neri, con le briglie argentate e lo scalpitio degli zoccoli che si mischiava alle frustate e allo scampanellio leggero che provocava lo scontro tra le corde argento, luccicanti.

Il carro era trainato da un uomo vestito interamente di abiti eleganti, i quali stonavano parecchio con colui che li portava, un uomo pelato, sulla cinquantina, con l' occhiello e dei baffi lunghi fino al mento.

Il carro scomparve dietro di noi, mentre un' altra folata d'aria ci trafiggeva il corpo.

Era parecchio tardi e non avevamo ancora raggiunto il nuovo Elemento, perlopiù non c'erano posti in cui potevamo riposare, le locande erano tutte stracolme di gente, sia ricca che povera e la stanchezza rallentava moltissimo la nostra marcia.

Decidemmo di cercare uno spiazzo di terra e di riposarci lí fino al mattino seguente.

Prima di trovarlo ce ne volle di tempo, e quando finalmente potemmo fermarci era già notte fonda.

Era un piccolo spiazzo, dalla poca erba presente capii che doveva essere stata tagliata da poco.

Ci sdraiammo lí, alcuni di noi si addormentarono praticamente subito, altri attesero diversi minuti prima di riuscirvi davvero.

Io ero stanca, infreddolita, e decisamente esausta, ma no.

Non riuscivo a dormire comunque.

Guardai le stelle, sbadigliando e respirando la brezza a pieni polmoni.

La luna era già completa, la luce e l'aria serale si mischiavano all'odore dell' erba, che aveva una strana tonalità dolce e fine che aumentava la mia sonnolenza.

Non seppi quanto tempo passó, ma vidi ad un tratto il Tenebroso alzarsi, respirando affannosamente, con un urlo strozzato in gola.

Rimase seduto, con la fronte imperlata di sudore ed il respiro accellerato per parecchi minuti, poi si passó la mano sulla fronte e sembrò calmarsi.

Non era una novità.

Circa ogni notte si svegliava da incubi improvvisi.

Mi ricordai la prima volta in cui lo scoprii, era la prima in assoluto che, in un certo senso, passavamo insieme sui pegasi.

Avevo, anche in quel caso,ben poco sonno e lo vidi alzarsi di scatto alla stessa maniera.

Lo guardai, attonita e lui ricambió il mio sguardo, dicendo un - Era solo un incubo- per rispondere alla mia muta richiesta di spiegazioni, per poi appoggiarsi alla schiena di Hurricane.

Da quel momento capii che, ogni volta che aveva un incubo, voleva superarlo da solo, e perciò quando lo vedevo svegliarsi di soprassalto non intervenivo piú, nonostante desiderassi farlo, non lo facevo.

Non capivo però il perché facesse tutti quegl'incubi, ogni volta che si svegliava da uno di essi pareva esserne torturato, e questa volta piú di altre perché si alzò di scatto, camminando silenziosamente avanti e indietro attorno al fuoco che avevamo acceso, come un animale in gabbia.

Lo tenni d' occhio fino a che lui notó che ero sveglia e, facendomi un cenno con la testa, si risdraió con un breve sospiro.

Lo osservai fino a che il buio della notte non mi fece cedere al sonno.

Sognai un ragazzo che si susseguiva in un migliardo di immagini fugaci, che arrivavano e scomparivano ad una velocità tale che quasi non le vedevo proprio.

Era sempre lo stesso ragazzo, aveva dei capelli biondi e occhi gelidi, cristallini.

Parlava, ma non riuscivo ad udirlo.

Quando mi risvegliai, non ricordavo assolutamente nulla.

Tutte le sue immagini sparirono in una nuvola di fumo dalla mia mente .

Una volta che fummo tutti svegli, ricominciammo a camminare con costanza, il vento era tornato a farsi piacevole, caldo e invitante, il cielo era completamente svuotato di nuvole e il sole splendente ed energico.

Tyresis era decisamente una città piuttosto grande, era da un giorno intero che camminavamo e non avevamo ancora trovato l' Elemento dell' Aria.

Morgan diceva che ormai circa l' avevamo raggiunto, mancavano solo quattro, cinque ore di cammino, ma non ne ero molto convinta.

Forse sarebbero state quattro o cinque a buon ritmo, ma anche se avevamo riposato, non eravamo riusciti ad avere tutte le energie a pieno.

Eravamo stanchi, stressati, rimanevamo spesso in silenzio e quelli che tentavano di iniziare un minimo di conversazione venivano cacciati bruscamente.

Sembrava quasi che questo nuovo Elemento non si riuscisse a trovare.

Passarono sei ore, e proprio quando stavo per arrendermi alla stanchezza, vidi Morgan bloccarsi di scatto e tirare fuori lo strumento a forma di bussola, allarmandosi.

-É qui, molto vicino!- disse

Tutti noi sospirammo di sollievo ma prima che potessimo dire anche solo qualcosa come un 'finalmente', lui sembró tendersi come una corda di violino.

-C'é qualcosa di strano-continuó, annusando l' aria, quasi fosse un cane.

-Cosa, Morgan?- chiese Task

-Il suo odore... insieme al suo ce n'é un altro-

-Un altro Elemento?- chiesi, speranzosa

-No- rispose lui -É... di Spettro ! É in pericolo!-

E salí sul Dratini, noi lo seguimmo, cavalcando in fretta i Pegasi, tirandoli in un galoppo veloce, sfrenato, che non accetteva fermate.

Quando raggiungemmo la meta, ci trovammo davanti ad una casa, affianco all' uscita di Tyresis.

Era un abitazione graziosa, circondata da un grande giardino.

Due ragazzi chiacchieravano apertamente proprio in quel giardino, uno aveva in mano un libro e possedeva dei lineamenti freschi, albini, la pelle color pesca e i capelli blu, con sfumature grigie azzurrate e due occhi viola tenue, l'altro aveva un viso da bambino, le fossette ben evidenti, con capelli viola scuro e occhi grigi.

-Ohi Will, non mi avevi detto che volevi continuare i tuoi studi di medicina a Fairy, accettando la proposta dei politici, potevi anche comunicarmelo tu stesso piuttosto che farmelo dire dalla mamma-

-Mi dispiace fratellone- disse il ragazzo di nome Will, quello dai capelli blu, che stranamente sembrava più adulto rispetto al fratellone -Ma tu avresti iniziato a fare discorsi strani e quindi...-

-Io non voglio che vai a Fairy!-

-Come questo discorso- sorrise Will -Ci staró per gli studi, poi all' estate torno-

-Non ha importanza! Vuoi lasciarmi da solo con la mamma?!- sclerò l' altro

-Non farla difficile Zein- sbottó Will con tono severo -E poi ho già iniziato a studiare, solo che voglio rendermi utile-

-Ma lo fai già!-

-Non controbattere! Sei più grande di me, ma ti comporti come un bambino!-

Zein sembró irrigidirsi, strinse il pugno con forza, la mascella serrata -Non posso lasciarti andare- sussurró a denti stretti, voltandosi di scatto verso di noi, facendosi uscire dalla gola un ringhio profondo e animalesco.

Will sobbalzó, facendo un passo all' indietro, fissandoci, per poi spostare lo sguardo sul fratellone , con molta preoccupazione.

Quando vide che iniziava, lentamente, a diventare piú alto, sgranó gli occhi e continuó ad indietreggiare, quasi terrorizzato -Tu... non sei Zein-

Morgan ci spinse indietro e spalancó le ali, tirando fuori la spada dal fodero, la cui lama brilló di una luce viva che la percorse tutta.

Zein continuó a mutare e davanti agli occhi sbalorditi e terrorizzati dell' altro, si trasformó in quello che era realmente, uno Spettro di circa due metri, imponente e senza viso, le cui mani somigliavano a due rami secchi.

Lo Spettro emise un verso roco, che presto divenne stridulo e agghiacciante, tirando fuori a sua volta una spada dal colore nero e viola.

Noi facemmo segno a Will di venire verso di noi.

Lui sembró valutare la situazione e, subito dopo che lo Spettro emise un secondo verso raccapricciante, notando che non sembrava fare più caso a lui, corse velocemente verso di noi, non sembrava riuscire a trovare le parole per chiedere cosa stesse succedendo.

Lo Spettro vide all' ultimo che Will si stava allontanando da lui e fece un terzo urlo pietrificante.

Tenendo alta la spada, a distanza da quella di Morgan, fissó noi e fissó l' eroe, tenendo soprattutto la testa in direzione di Will.

Sembrava ponderare una nuova mossa, ma alla fine rotó su se stesso, dileguandosi.

L' Elemento dell' Aria tremava freneticamente, sbattendo le ciglia ad un ritmo anormale e per un attimo rischió di perdere l' equilibrio, ma lo sostenemmo.

-Non può... non puó essere vero- sussurró, in preda ai fremiti -É un sogno ? Ora mi sveglio e...-

Svenne, perdendo i sensi all' improvviso.

Tutti insieme lo sollevammo, appoggiandolo su una panchina che si trovava sempre nel giardino.

Ci volle un po' prima che riprendesse i sensi.

-Stai bene?- gli chiese Morgan, una volta dopo che fu di nuovo sveglio.

Will sembró capire con delusione che il suo non era stato solo un brutto sogno, perché appena ci vide si oscuró completamente in volto -Sí, bene, abbastanza- scosse il capo -Se non fosse che ho visto mio fratello trasformarsi in un... gigante con un mantello nero-

-Era uno Spettro, prendono la forma di chi vogliono-

-Quindi... probabilmente ha preso in prestito la forma di mio fratello ?-

-Penso di sì-

-E voi chi siete, precisamente?- chiese con tono smarrito, fissando le ali di Morgan, sembrava che ormai, adesso si aspettasse di tutto.

-Gli Elementi di Luce, Fuoco, Acqua e Buio; io sono la vostra guardia del corpo-

-La... vostra ?-

-Tu sei l' Aria- dissi schiettamente.

Task mi scoccó una vera e propria occhiataccia, che diceva :-Un po' più dolcemente la prossima volta, eh?-

Gli feci una linguaccia a cui lui rispose con un sospiro alquanto rassegnato.

-In che senso? Quelli del mito?-

-Sí-

La sua espressione  faceva tranquillamente capire che pensava di essere impazzito di brutto, ma subito dopo sembró autoconvincersi che era la verità, tanto che disse solo, in tono piatto -Il mio cognome é Warmwind... vento caldo-

-Il tuo nome invece?-

-William, Robin é il secondo-

-Loro invece sono...-

-Diana Cathy Swanlight- la Luce gli sorrise in modo rassicurante e dolce

-Task Josh Brandon Fireburn- si presentó il Fuoco, tranquillo, porgendo la mano all' Aria, che egli strinse subito

-Silver Irhina Watersea- dissi, annuendo e abbozzando un sorriso tranquillo

Il Buio si infiló la mano tra i capelli, guardando Morgan, stringendo alcuni ciuffi con enorme nervosismo.

-Lui é Guy Virgil Nightshadow, io solo Morgan-

-Diana, Task, Siver, Guy e Morgan...-

Giá il fatto che se li ricordasse tutti, mi sorprese

Morgan a quel punto recapitoló tutto a Will, che ascoltó annuendo.

-Sí ma...- inizió dopo che egli finì -Dopo che ci siamo trovati tutti, di cui a quanto pare ne manca solo uno... che si fa? Continueremo il viaggio verso... dove ?-

-Dovremo spostarci verso la Montagna Sul Lago, di fianco alla città di Syon-

Virgil trasalí alla risposta e sembrò domandare :-Perché proprio lí?-

Posi la domanda al suo posto

-C'è un campo di addestramento nel suo centro, che sveglierà i vostri poteri completamente e vi é, circa verso la punta, una famosa saggia che ci potrebbe aiutare-

Guy era sbiancato.

-Solo... ho un problema... non posso lasciare tutto, c'è mia madre... é malata, gravemente malata, non ha nessun' altro a parte me ora, non vuole una badante... se... se mio fratello ci fosse ancora e non si fosse improvvisamente trasformato in uno Spettro...- fece fatica a dire le ultime parole -Forse avrei una possibilità di scelta, una categoria vasta... ma non ce l' ho-

E adesso? Come ce ne saremmo andati da qui con lui ?

Non poteva restare perché avrebbe messo in pericolo sia sua madre che se stesso, se se ne fosse andato, lei, malata com'era, non sarebbe rimasta in vita per molto, e di certo non potevamo portarla con noi, era troppo pericoloso.

-L'unico modo é obbligarla a trovarsi una badante-

-É testarda, non penso che accetterà mai-

-Bisogna convincerla- insistetti

William sospiró- La convinceró, intanto venite dentro-

Aprí la porta di casa sua, noi legammo prima gli animali e poi entrammo.

Casa sua si spalancava immediatamente in una stanza larga e luminosa, con le finestre leggermente aperte che la rendevano  piú ariosa.

Era molto ordinata, con diversi scaffali in legno pieni di libri.

-Tuo padre non c'é perché...?-

-É in guerra nei territori del Sud, si pensa che si sia perso, ma quasi non lo conoscevo, era sempre via, l' ho visto solo due volte nella mia vita-

-Oh...-

Interrompemmo il discorso quando notammo, davanti ad una porta che probabilmente portava ad una camera da letto, una donna pallida dalle guance scavate, con i capelli lunghi blu tenuti in un chignon.

Indossava una camicia da notte rosa, piena di pizzi.

Se non fosse stato per i segni evidenti della malattia, sarebbe stata molto bella, aveva due labbra sottili, due occhi languidi e dolci.

-Ritorna a letto, madre- l'ammoní Will, avvicinandosi alla donna

-Sono tuoi amici?- chiese lei, squadrandoci sospetta

-Piú o meno- rispose lui, prendendola per un braccio, in maniera delicata -Non puoi stare troppo in piedi, vá a sdraiarti-

-Ho visto quello che é successo- ribatté

Caló improvvisamente un velo di silenzio, così pesante che mi sentivo quasi sprofondare

-Sapevo che prima o poi avrebbero tentato di attaccarti, ho riconosciuto già quando avevi tre anni che tu avevi qualcosa di speciale, le deduzioni poi le ho fatte da sola, sapevo che prima o poi saresti dovuto andartene... non preoccuparti per me, prima d'ora avevo sempre tardato il momento in cui avrei dovuto davvero prendere qualcuno che provvedesse a me perché mi sembrava, facendo così, di poter tardare quel momento, ma ora la cercherò. 
Figlio mio, ti chiedo una sola cosa-

-Tutto quello che vuoi, madre-

-Resta solo un altra notte, te ne prego, ospiteremo qui i tuoi compagni di viaggio... poi domani mattina ve ne andrete-

  
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