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Autore: Roxana    25/03/2017    0 recensioni
Due persone chiamate a percorrere gli stessi sentieri.
Due persone diverse in tutto. Distanti nel tempo.
Nello stesso luogo.
Genere: Drammatico, Song-fic, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autrice: questa storia é liberamente ispirata al brano "A rose for Epona" del gruppo svizzero Eluveitie. L'ho inserita tra le originali perché non avrei saputo in che categoria di fan-fiction classificarla, visto che non sono citati membri del gruppo o personaggi famosi reali o inventati. Sono stati citati alcuni versi del brano originale tradotti liberamente e adattati da me. La storia non è stata scritta a scopo di lucro.

Olwen corre nella foresta, sui sentieri che conosce da sempre.

Non oseranno certo inseguirla fin qui, o almeno è quello che spera.

La puzza di fumo del villaggio che brucia le arriva anche da quella distanza, ma al centro della radura, vicino alla sorgente, l'altare di pietra è fermo al solito posto.

L'erba scintilla di gocce di rugiada, il ruscello canta con la voce melodiosa di sempre.

Solo gli animali tacciono.

La voce di Olwen è rotta dal pianto: "Madre, perché ci hai abbandonati?".

Stringe la rosa rossa che ha in mano e le spine si conficcano nel palmo e nelle dita sottili. La depone sull'altare; alcune gocce di sangue cadono dalla sua mano protesa e ne macchiano la superficie. Non dovrebbe farlo, non sarebbe permesso, ma quale importanza potrà mai avere ora?

Ieri suo marito è morto per le ferite riportate in battaglia. Hanno fatto appena in tempo a seppellirlo sotto alla quercia, prima che loro facessero irruzione nel villaggio.

Questo è quanto.

Non le importa più di niente.

Se anche il cielo fosse sul punto di franarle addosso non le importerebbe.

Anzi, magari succedesse, così si porterebbe via lei insieme con loro, mille volte maledetti.

La disperazione si trasforma in rabbia: "Non hai sentito le nostre preghiere? Dov'eri mentre loro ci trucidavano? Sei per caso diventata sorda?".

Urla fino a rimanere senza voce. Sentendosi mancare si appoggia alla pietra dell'altare, fredda e umida come se piangesse. Potrebbe rimanere lì per sempre, tanto ormai cosa importa più?

Eppure il suo corpo rifiuta di arrendersi. Ha sete.

Si avvicina alla fonte per prendere un po' d'acqua e nel riflesso Vede.

La radura è diversa da come l'ha vista arrivando, è come sarà, o come è già stata, non saprebbe dirlo con certezza.

Le foglie degli alberi sono accese di colori brillanti, come all'inizio della Stagione Scura e anche

i fregi dell'altare sono diversi, meno evidenti, come velati.

Un giovane dai lunghi capelli rossi cammina tra gli alberi e si inginocchia davanti all'altare ...

 

***

 

Yann cammina a passo svelto lungo i sentieri. Le foglie scricchiolano sotto i suoi scarponi.

Deve raggiungere la radura al più presto: c'è qualcosa che deve assolutamente fare.

Era piccolissimo quando sua nonna e suo padre avevano cominciato a portarlo con loro alla radura e anche ora che loro non ci sono più sente spesso il bisogno di tornarci.

Questa volta ha portato con se un piccolo rosaio selvatico con i boccioli bianco rosati. Non saprebbe spiegare perché gli sia venuta un'idea simile, ma sente che quello che sta facendo è in qualche modo necessario.

Si inginocchia davanti alla pietra, scava con le mani una piccola buca e vi depone il rosaio.

Si sporge verso la fonte per prendere un po' d'acqua con cui innaffiare il rosaio e nel riflesso vede un volto di donna dall'espressione difficile da decifrare: sicuramente disperata, ma allo stesso tempo sorpresa. Strano, credeva di essere solo nella radura.

Yann fa per chiederle se abbia bisogno di qualcosa, ma come si gira, capisce di essere veramente da solo.

Ora nella fonte vede solo il riflesso ondeggiante delle cime degli alberi.

 

***

 

Olwen solleva lo sguardo dalla superficie dell'acqua. Non vede più nulla, solo gli alberi come sono in quel momento.

Potrebbe essere che la Dea l'abbia ascoltata?

"Madre, sopravvivremo?", chiede esitante.

Una voce dall'acqua le risponde: "Figlia mia, qui non mancheranno mai le rose!".

  
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