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Autore: lost in books    25/03/2017    1 recensioni
Una maga dal misterioso passato, un giovane con una missione, un re assetato di potere. Le loro vite si intrecceranno mentre un'antica minaccia incombe sul loro mondo.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Il giorno dopo il suo arrivo nell’accampamento Iliana si era già pentita di aver accettato l’offerta del cavaliere. Da quando il re aveva rivelato la sua identità non aveva avuto un momento di pace. Tutti la cercavano per porle un’infinità di domande ma c’erano anche quelli che si erano limitati ad osservarla da una certa distanza, troppo intimiditi per rivolgersi direttamente a lei, cosa che non era accaduta per i bambini invece, che non l’avevano lasciata sola fino a quando i loro genitori erano intervenuti, giunta l’ora di coricarli.
Era mattina presto e decise di approfittarne per uscire a prendere una boccata d’aria fresca quando erano solo in pochi ad essere già svegli e al lavoro.
Non stava camminando da molto quando davanti ai suoi occhi si svolse una scena patetica, almeno dal suo punto di vista.
In uno spiazzo adibito a piccola arena di pratica si trovavano Leon e Sandir, entrambi con una spada in mano, uno di fronte all’altro, intenti a scambiarsi colpi di spada, fino a che in pochissimo tempo Leon non disarmò il suo giovane avversario che finì a terra malamente.
Non le parve strano, visto il modo in cui il ragazzo impugnava la spada. Inoltre la sua postura ed il modo in cui si era mosso erano totalmente sbagliati, era pieno di aperture. Aveva parecchia strada da fare se sperava di imparare l’arte della spada, anche lei poteva capirlo visto che nell’arco della sua lunga vita aveva visto tanti cavalieri esperti.
Leon tese una mano verso Sandir per aiutarlo a rimettersi in piedi con parole di incoraggiamento per non abbatterlo. Ma in quel momento il giovane si rese conto che lei aveva assistito alla sua figuraccia e la sua pelle assunse un colorito paonazzo per la vergogna.
Il cavaliere, che aveva seguito lo sguardo del giovane, resosi conto della presenza della maga, si prodigò subito a salutarla.
Iliana non riusciva proprio a trovarlo simpatico nonostante stesse cercando di essere il più cordiale possibile con lei. Non era arrabbiata perché aveva fatto la spia al re sul suo conto, era il suo lavoro e ciò che aveva ritenuto giusto; quello che probabilmente non le andava maggiormente a genio di lui era il luogo da cui proveniva. Anche prima che lui rivelasse il luogo in cui era nato, durante lo scontro contro il re di Anthemis, aveva avuto qualche sospetto, essendo riuscita a vedere il modo in cui maneggiava la spada, simile ma non uguale a quello usato dai cavalieri di Dahlia, ma evidentemente influenzato da esso.
L’ultima volta che lei aveva messo piede a Dahlia era stato per portarci uno dei frammenti del talismano di Sol per affidarlo in custodia alla famiglia reale di allora, dopo aver compiuto la sua missione. Da allora aveva evitato quel regno, lo stesso era stato per i suoi compagni di viaggio, nei limiti del possibile. Vedere quel luogo era doloroso per tutti loro, ma lo era di più per lei.
Leon si avvicinò alla maga “Incontrarla qui mi fa risparmiare tempo. Re Tyberius vuole vederla nel primo pomeriggio. Visto il luogo in cui si trovava vorrebbe sapere tutto quello che può aiutarci nella lotta contro Anthemis” disse e poi si rivolse a Sandir “ Vorrebbe parlare anche con te dopo di lei”
Il giovane annuì, ancora rosso in volto, mentre la maga si limitò a sospirare ed accettare passivamente: visto che si trovava lì e la stavano ospitando poteva anche aiutarli, nonostante le stessero dando sui nervi.
I due ripresero l’allenamento e lei riprese la sua passeggiata.
 
Giunta l’ora di incontrarsi con il re, Iliana si avviò fuori dalla sua tenda in direzione di quella del capo della Resistenza.
Stava per entrare quando dalla tenda uscì una donna dai capelli biondo fragola. Le pareva di averla vista ieri vicina al cavaliere durante il discorso; in più avvertiva che la donna stava usando la sua energia per qualche magia e capì che si doveva trattare della persona che si occupava della barriera dell’accampamento. Non aveva avvertito la presenza di altre persone in grado di usare la magia lì, almeno non con abilità magiche degne di nota. Alcune persone trascorrevano tutta la loro vita ignare del loro potenziale e vista la situazione in cui versava il loro mondo attualmente sarebbe stato ancora più difficile per i maghi individuare le nuove promesse del mondo magico.
Quando la donna si accorse di lei subito arrossì e rimase a fissarla senza parole, completamente imbambolata.
“Salve…” disse Iliana, cercando di ottenere una qualche reazione.
La giovane donna sembrò riscuotersi “Salve. Ecco, come dire…” si sistemò una ciocca di capelli dietro un orecchio “è un onore poterla incontrare di persona e poterle rivolgere la parola. Lei è un’ispirazione per me e per tutte le persone che perseguono lo studio della magia. Anche se sono limitata ad un certo tipo di magie voglio fare del mio meglio per aiutare il prossimo, come lei ha già fatto…”
“Non è necessario essere così formali con me, davvero” la interruppe “piuttosto, sei stata tu ad erigere la barriera attorno al campo, giusto?”
La donna confermò quello che la maga già sapeva con un cenno di assenso.
“Devo dire che è proprio un lavoro eccellente. Io stessa non avrei saputo fare di meglio, la Resistenza è in buona mani” disse Iliana e vide la giovane diventare ancora più rossa in volto se possibile.
“La ringrazio…non so cosa dire” biascicò.
“Beh, potresti invece lasciarmi passare” disse Iliana facendole notare che si trovava proprio davanti all’ingresso della tenda, bloccando l’accesso.
“Oh, che stupida…” disse con un filo di voce la giovane, sempre più in imbarazzo.
“Non è niente, ehm…” Iliana si rese conto di non sapere come la giovane si chiamasse “Scusami, non conosco il tuo nome?”
“Serena” rispose e si spostò liberando il passaggio.
“È stato un piacere, buona giornata” disse la maga offrendo alla giovane un mezzo sorriso per poi entrare nella tenda, lasciando Serena a contemplarne l’ingresso.
Una volta dentro vide che il re la stava aspettando, seduto alla sua scrivania.
“Felice di vedervi. Ha per caso incontrato Serena, la persona che era qui prima di lei?” le chiese subito il re.
“Salve anche a lei. Sì, l’ho incontrata” rispose lei.
“È una cara ragazza, la conosco fin da quando era una bambina, lo sa?
Una cosa che probabilmente non sa è che Serena è la principessa del regno di Dahlia” disse il re, guardandola attentamente per vedere che tipo di reazione avrebbe avuto la maga al nome di quel regno.
Iliana, dal canto suo, fece di tutto per non far trapelare quello che stava pensando in quel momento, con successo. Il re doveva conoscere bene la sua storia o doveva avere un buon intuito per aver capito che quella informazione non era di suo gradimento.
“Buono a sapersi. Allora, cosa voleva sapere da me?” disse senza esitazione.
“Subito al sodo. Bene, concordo.
Quello che mi preme di più sapere è se uno dei frammenti, quello che era custodito a Dahlia, ora è nelle mani di Anthemis” chiese il re.
“Temo di non poterle portare buone notizie. Il frammento è in possesso di re Lucien. E le cattive notizie non finiscono qui…” disse Iliana, in tono decisamente scoraggiante.
Il re la guardò aspettando che lei finisse, lo sguardo sempre più sconvolto.
“I maghi al servizio di re Lucien. Sono adepti di Umbra” finì lei.
“Come temevo. Ne è proprio sicura?” chiese conferma il re.
“Sì. È stato solo grazie al loro intervento se io sono stata catturata e sono finita nelle prigioni di Anthemis. Sanno quello che fanno” disse lei, abbassando lo sguardo.
“La situazione è più grave di quanto pensassi. Se Anthemis è alleato con quei maghi oscuri per noi le cose si complicano ulteriormente…” il re si era fatto pensoso.
“C’era altro che voleva sapere o posso andare?” chiese Iliana; la conversazione la stava mettendo di cattivo umore. Non voleva ricordare.
Il re si riscosse “Effettivamente, avrei una richiesta. Certamente verrà formato un gruppo ristretto, difficilmente localizzabile, con lo scopo di radunare i frammenti rimanenti. Quello che vorrei chiederle è se lei potrebbe…”
“No!” lo interruppe secca lei.
“Ma…”
“La mia risposta è no. Il discorso è chiuso” disse lei e si voltò in direzione dell’ingresso.
Era appena uscita dalla tenda che si ritrovò a sbattere contro qualcuno. Era Sandir.
Il ragazzo provò a salutarla ma Iliana si incamminò subito in direzione della sua tenda, senza fermarsi.
All’interno trovò ciò di cui aveva bisogno: riempì una sacca da viaggio con del cibo, che non le mancava visto tutto quello che le avevano dato per via del suo stato, un cambio d’abito e tutto il minimo indispensabile per qualche giorno di cammino.
Aveva deciso di andarsene da quel luogo. Era troppo per lei. Non voleva ripetere quello che aveva dovuto fare tanto tempo prima. Aveva sperato che non le fosse posta una richiesta simile ma lei stessa sapeva che era praticamente una cosa certa.
Prese un mantello da un baule e, raccolta la sacca pronta per il viaggio, si diresse verso il bordo della barriera.
Dal confine artificiale dell’accampamento  poteva vedere la foresta tutta intorno.
Prima di attraversare la barriera si voltò per osservare un’ultima volta il luogo in cui si trovava: lì c’erano persone innocenti, che credevano nella speranza, credevano in ciò che lei rappresentava per loro. Ma lei non se la sentiva, nonostante fosse pervasa dal senso di colpa. Non capiva neanche lei perché: non aveva già fatto abbastanza? Perché non poteva essere dimenticata da tutti ed essere lasciata in pace?
Fece un respiro profondo e si voltò verso la barriera, decisa ad attraversarla quando udì una voce che la chiamava.
“Iliana! Aspetta, non puoi andartene”
Era Sandir, che a quanto pareva non la avrebbe lasciata andare senza dire la sua.
“Non cercare di fermarmi” gli disse.
“Re Tyberius mi ha detto quello che è successo. La sua richiesta è stata troppo diretta” disse il giovane cercando di recuperare il fiato “volevo dirti che io e Leon abbiamo deciso di partire per radunare gli altri frammenti ed il re ha acconsentito” la guardò dritta negli occhi “so che dev’essere difficile per te ma da soli non ce la faremo mai e con la tua esperienza…quello che voglio dire è che lo hai già fatto in passato…”
“È proprio per questo! Non puoi chiedermelo, non posso affrontare di nuovo tutto quello…tu non hai la minima idea di quello che ti aspetta” lo interruppe lei. Si sentiva sull’orlo delle lacrime.
“Ma se non lo farai tu sarà qualcun altro a prendere il tuo posto, un mago che non ha la tua preparazione e la tua esperienza. Tu sai cosa ci aspetta e so che non vuoi che qualcuno affronti quello che devi avere passato tu se puoi impedirlo” continuò lui afferrandola per un braccio.
“Tu non mi conosci…” disse lei liberandosi dalla sua presa.
“Ti prego. So che farai la scelta giusta” disse lui e la guardò.
Iliana si bloccò. Il suo sguardo le ricordava troppo quello che aveva lui il giorno in cui tutto era cambiato per lei. Quello sguardo che la aveva convinta che niente era impossibile, quello sguardo a cui non poteva dire di no…
Sarebbe stato come insultare tutto ciò in cui aveva creduto.
Chiuse gli occhi. Ricordare le faceva male ma sapeva che il ragazzo non aveva tutti i torti. Sarebbero morti senza di lei. Il giovane era riuscito in poche parole a far leva sulle corde giuste.
Così, senza dire una parola, si incamminò verso la sua tenda, lasciando il giovane lì dov’era.
 
 
 
   
 
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