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Autore: Caroline_    26/03/2017    0 recensioni
One shot di poche, pochissime pretese.
Dal testo: - Sapeva che l'obesità l'avrebbe portata a stare male in futuro, sapeva che avrebbe portato con sè problemi di salute più gravi, a parte le prese in giro di quando si è ragazzini, alle quali la maggior parte degli adulti non pensavano come un qualcosa che potesse ferire i sentimenti di qualcuno... "Prima o poi qualcuno lo capirà.", si ostivana a pensare. -
Storiella di come qualcuno, finalmente, si accorse di lei.
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ciao a tutti e buona domenica :-)
Non scrivo da parecchio tempo e non ho una beta quindi, nel caso in cui ci siano degli orrori ditemelo senza nessun problema. Non so da dove mi sia uscita, semplicemente sentivo il bisogno di metterla nero su bianco. Accetto qualsiasi tipo di commento (sempre in base al regolamento di EFP, per cortesia) e critica. 
Quindi... buona lettura (?) :D



 

Qualcuno si accorse di lei. 


Per essere l'inizio di marzo, faceva abbastanza caldo da poter cacciare una maglietta a mezze maniche, indossarla e andare in spiaggia. Infatti fu quello che fece Lydia. Mise il suo telo da mare blu notte nello zaino, insime al "Quinto libro delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco", gli occhiali da vista e, dopo aver preso le chiavi della macchina, partì per andare in spiaggia.
In quel periodo non cerano molti turisti nella sua città, dove era nata e cresciuta, era un periodo morto, ma la stagione estiva stava quasi per iniziare e, con le belle giornate di sole in arrivo, non voleva perdersi neanche un secondo di tempo disponibile per scendere in spiaggia con in mano il suo libro del momento per poter leggere con il rumore delle onde che si infrangevano sugli scogli di sottofondo. In quei momenti si sentiva talmente fortunata di essere nata e cresciuta in una città di mare. Ogni qual volta usciva il sole correva subito in spiaggia; la spiaggia che l'aveva vista crescere, che l'aveva vista correre e scherzare con le sue amiche, che l'aveva vista imbarazzata d'avanti alla sua prima cotta... non corrisposta ovviamente.
Abitava in una villetta di periferia, a circa un quarto d'ora dalla spiaggia più vicina, quella in cui aveva trovato il suo posto preferito, vicino agli scogli, da dove, quando era piccola e quando era anche più grandicella, si divertiva a tuffarsi in acqua, non ascoltando la madre che le diceva prontamente di non farli, ritenendo pericoloso il punto da cui si tuffava. 
Sospirò, scendendo dalla macchina. Prese il suo zaino e camminando non potè non sorridere al calore del sole che sentiva sulle braccia nude e sul viso. Quando capitavano giornate del genere evitava di chiamare le sue amiche - anche se da quando avevano trovato un ragazzo erano un po' sparite dalla circolazione e non era facile uscire con loro come quando lo era qualche tempo prima -, tranne una, una delle sue piu care, amante della lettura come Lydia, per il semplice fatto che prefiriva stare da sola, in spiaggia e leggere aspettando il tramonto. E non solo. La sua vita la poteva riassumere come un'eterna attesa. 
Aveva visto le sue amiche, di infanzia e non, innamorarsi, corteggiare ed essere corteggiate, mentre lei stava in disparte a sorridere, felice per le loro e triste per la sua situazione. Aveva sempre pensato di vivere in un mondo in cui l'abito faceva da monaco e quindi era convintissima che il suo aspetto esteriore l'avesse portata fino all'età di venticinque anni a non aver mai avuto nessuno nella sua vita... e nel suo cuore. Ci scherzava, ci rideva, l'ironia era la sua forza, ma nel profondo si era sempre domandata il perchè. 
Il voler cambiare esteriormente era sempre presente nella sua mente, voleva dimagrire, ma non si metteva mai con il giusto impegno. Ad un certo punto, nel corso della vita, una persona inizia a capire cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, a farsi delle idee proprie. Sapeva che l'obesità l'avrebbe portata a stare male in futuro, sapeva che avrebbe portato con sè problemi di salute più gravi, a parte le prese in giro di quando si è ragazzini, alle quali la maggior parte degli adulti non pensavano come un qualcosa che potesse ferire i sentimenti di qualcuno...  "Prima o poi qualcuno lo capirà.", si ostivana a pensare.
Quando aveva per lo più attorno ai tredici anni la madre la portò da un nutrizionista per farle dare una dieta. Tempo inutile, lei non si ci mise con la mente, non voleva farla, sua madre l'aveva portata da un dottore senza che lei volesse veramente cambiare. A vent'anni avvenne un cambiamento in lei. Non si sentiva più bene psicologicamente. Era stanca del suo corpo, di come si sentiva, come esso la costringeva ad approcciarsi con gli altri in un certo modo e non in un altro. Aveva sempre dimostrato di essere una persona forte, vista dall'esterno, ma dentro di lei si sentiva debole. Era stanca di sentirsi debole.  Così decise di andare da sola da un nutrizionista non dandoci tanto peso, nel senso che era convintissima che il cambiamento ci doveva essere, prima che fosse troppo tardi. Quando pensava alla prima visita con il dottore le veniva in mente sempre una domanda che lui le rivolse. Constantemente pensava sempre a quella domanda: "Quando ti guardi allo specchio, ti rivedi nel tuo corpo?" A primo impatto rispose di sì. Dopo qualche settimana capì forse quello che lui le voleva veramente chiedere e si sentì male quando prese consapevolezza del fatto che essere ad un obesità di terzo grado non era una cosa da niete. Lei era cresciuta sempre cresciuta obesa. Quello che veramente l'aveva fatta sentire male era stata la vera consapevolezza, quando si guardava allo specchio vedeva la sua vera forma fisica. La vedeva per quello che era realmente. la odiò per un po' e poi sorrise, contenta di aver deciso di intraprendere quel percorso fatto di sacrifici e soddisfazioni. 
A distanza di mesi, quando si guardava allo specchio sorrideva, soddisfatta, volendo sempre di più. Doveva perdere un sacco di peso, ma questo non la scoraggiò. Lei era fissa sul traguardo. 
Stese il telo sulla spiaggia e si ci sedette sopra. Guardandosi attorno, si rese conto che non era stata l'unica ad aver deciso di stare all'aria aperta, infatti lontano da lei si rese conto che c'era una sua ex collega di lavoro con una sua amicha e i loro figlioletti che giocanao con i secchielli e palettine per creare dei castelli. Sorrise a quella scena, immaginando una sua vita diversa, magari popolata da tanti bambini. 
A volte rifletteva sui suoi pensieri e si dava della sciocca. Pensava ancora come una bambina di cinque anni all'arrivo del principe azzurro sul cavallo bianco. Però in quel momento poteva dire che almeno non si aspettava un uomo in calzamaglia, sbarbato con i modi gentili e delicati. Non che cercasse l'uomo delle caverne, "Ma più o meno siamo lì", pensò ridacchiando.
Aprì il libro e riprese da dove era rimasta. Quando leggeva dei libri che non erano scritti ai "tempi moderni" le veniva sempre la curiosità di sapere se si viveva come venivano descritti, le veniva anche il desiderio di poterci vivere, pensando che magari si ci stava meglio. Pensieri, parole, fantasia. Spesso di chiedeva se era l'unica ad avere certi pensieri, ma subito dopo si diceva che anche agli altri lettori probabilemente succedevano le stesse cose. 
"Lydia!" Si girò di scatto verso quella voce che la chiamava , per poi capire che era la sua amica Caterina con il suo ragazzo, con il quale era tornata dopo aver passato un anno separati. Salutò entrambi con un grande sorriso, come era solita fare con tutti, e chiudendo il libro, scambiò qualche chiacchiera con loro, più per cortesia che per altro. C'era un tempo in cui la considerava un'amica fidata. Si conoscevano da quando erano piccole, stavano vicino di casa e passavano la maggior parte del loro tempo insieme, quando non lo passavano con le altre amiche del loro gruppo. Poi lei si era fidanzata, ovviamente. Da quel momento non aveva occhi che per il suo ragazzo, trascurando le vecchie amicizie per stare sempre con lui. Questo comportamento ferì profondamente Lydia e le altre amiche che di certo non si aspettavano un allontamento da parte della loro amica. Caterina era la classica bella ragazza bionda, dietro cui tutti morivano e speravano di avere un'0ccasione con lei. Infatti, non appena saputa la rottura con Giuseppe, il suo ragazzo storico, il numero di ragazzi pronti a provarci era incredibile. Nel periodo in cui si erano lasciati, parecchie volte Lydia si era ritrovata ad andare agli appuntamenti della sua amica con gli altri ragazzi, sempre se ci fosse stato qualcun'altro, non aveva retto mai la candela ed era sicura che nella sua vita non l'avrebbe mai fatto. Lo faceva per il semplice fatto che dopo anni di silenzi, Caterina d'un tratto aveva ripreso i contatti con le vecchie amicizie. 
Durante la sua crescita di ragazza indipendente, quasi schifata nei confronti delle coppiette amorevoli, si rese conto di essere diventata caratterialmente esigente. Non credeva nelle coppie che si annullano a vicenda, non ne sopportava la vista. Non capiva, realmente, come potesse una sua amica non uscire con le amiche perchè il suo ragazzo non voleva o viceversa. Situazioni del genere ne aveva viste parecchie. E più si andava avanti, più pensava a come avrebbe voluto una persona al suo fianco. Ovviamente pensava anche che era matematicamente impossibile trovare il ragazzo perfetto, ma fantasticare non faceva male, soprattutto quando si era nella sua condizione, sempre ad aspettare.
"Hai letto sul gruppo cosa ha scritto sul gruppo di Whatsapp Marica?". Si riscosse dai suoi pensieri e guardò Caterina.
"No, mi ero persa nella lettura e il cellulare è in modalità silenziosa. Cosa si dice?"
"Per farla breve, sul gruppo troverai tantissimi messaggi, stasera ha quella serata in quel pub che si trova sul lungo mare. Ci ha chiesto se ci saremmo state anche noi, ma io non posso e neanche le altre".
Marica era un'altra amica che conosceva dal tempo delle scuole medie, avevano legato subito e, anche se lei si era allontanata dalle sue amiche non appena si era fidanzata (sì, stessa situazione. Lydia si chiedeva se anche lei, una volta avuto qualcuno al suo fianco si sarebbe allontanata dalle sue amicizie, ma lo riteneva altamente improbabile.), erano ancora in buoni rapporti. Studiava architettura all'università, ma trovava sempre il tempo per cantare, il suo più grande hobby. 
"Che bello! Io andrò sicuramente, è da un sacco che non la sento cantare", disse tutta sorridente Lydia. Adorava le serate di quel genere. Le piaceva come cantava la sua amica, aveva avuto solo un'occasione per andarla a vedere in un locale ed era stato circa un anno prima. Fu in quell'occasione che incontrò Lorenzo, il chitarrista del loro duetto. Dieci anni più grande di loro, anche se non li dimostrava. Un uomo con la passione per la musica, che suonava magnificamente e che l'aveva incuriosita con il suo essere di poche parole. Non era riuscita a capire se era il suo carattere o se si comportava in quel modo solo per apparire. Durante quella sera lui aveva notato che Lydia aveva fatto dei video riprendendoli durante la loro performance e lui voleva i video per farli vedere a delle persone interessate, quindi si scambiarono i numeri e finì lì. Quando la mattina del primo giorno dell'anno le arrivò un messaggio di Lorenzo rimase sinceramente stupita. Non si erano più messaggiati da quando Lydia gli aveva mandato i video. Quando si rese conto che la conversazione non sarebbe andata avanti, dopo che lei aveva ricambiato gli auguri e cercato di allungare la conversazione chidendogli come stava, ci rimase un po' male, ma si riprese subito. Non si stupiva più di tanto.
Dopo un po' i ragazzi si salutarono e lei tornò a leggere il suo libro, non prima di aver visto i messaggi che le erano arrivati sul telefono, contattando la sua amica per dirle che sarebbe stata davvero contenta di accompagnarla quella sera.

Quanto il sole lentamente tramontò, chiuse il libro e si concentrò sui vari colori che pian piano andavano sfumando sul mare. Quello era il suo momento preferito delle giornate serene, guardare il tramonto da qualsiasi parte, da qualsiasi altitudine. La faceva sentire in pace, con se stessa, con il mondo. Ogni volta che guardava un tramonto non poteva non sorridere, serena.
Piegò il telo da mare e lo mise nello zaino e indossò la felpa che si era portata, sapendo già che, una volta calato il sole, la temperatura sarebbe calata di qualche grado. Prese le chiavi della macchina e si avviò verso casa sua. 
Controllò di avere tutto quello che le serviva per la cena e andò a farsi una doccia dopo aver chiesto alla sua amica Marica a che ora dovevano essere nel pub. Aspettò la risposta prima di buttarsi sotto il getto caldo dell'acqua della doccia.
Mancavano circa due ore per l'appuntamento con la sua amica quindi decise di prepararsi la cena, pensando ai vari vestiti che avrebbe potuto indossare. Quando arrivò in camera sua sapeva già cosa avrebbe indossato. Non era mai stato un problema per lei vestirsi, a differenza delle sue amiche che ogni volta non sapevano cosa mettersi, Lydia, semplicemente, ricordava cosa aveva nel guardaroba e faceva subito dei collegamenti, senza impazzire.  Indossò un semplice jeans nero, dei tronchetti altrettanto neri, una maglia smanicata con una fantasia etnica e una giacca nera sopra, per evitare di prendere freddo; nonostante le giornate calde, la sera faceva sempre più freddo. Non seguiva la moda, non l'aveva fatto in passato per il semplice fatto che il suo fisico non glielo permetteva. Anche adesso, dopo aver perso all'incirca quaranta chili, non la seguiva. Andava sul classico e cercava di non fare abbinamenti strani. 
Accolse la sua amica con un grande sorriso sul viso, contenta di vederla e di poterla risentire cantare e, un po', anche per la possibilità di rivedere Lorenzo dalle mani (e non solo) che la smuovevano tutta. La prima volta che l'aveva visto con la chitarra tra le braccia era rimasta affascinata da da come le sue mani si muovessero per suonare le note e pizzicare le corde della chitarra. Il suo viso era sereno e gli occhi socchiusi. 
"Sono felice di poterti sentire cantare di nuovo in un locale!" 
Marica rise. "Lo so che sei contenta di rivedere Lorenzo", disse, guardandola negli occhi e avviando il motore della macchina.
Marica sapeva tutto quello che c'era da sapere, ovvero ben poco, sulla questione. Sapeva dei messaggi di auguri. Era presente quando, la prima volta che si erano visti, durante la loro pausa, una volta che l'avevano raggiunta al tavolo, Lorenzo iniziò a fare domande specifiche per conoscerla meglio, 
dicendole a bruciapelo che la considerava una ragazza interessante. Ed era stata priprio la sua amica a dirle che lui stava con un ragazza, una relazione a distanza, quando lui si era allontanato per andare al bancone a prendersi una birra. Una volta saputo ciò, Lydia mise proprio un muro tra lei e Lorenzo. Lei era un concentrato di ironia, battute a doppio senso, sfacciataggine e amore e simpatia... a parte tutti gli altri difetti. Sapere che il ragazzo aveva una relazione con un'altra ragazza la fece evitare di fare battute o doppi sensi, cosa che aveva fatto prima, non creandosi nessun problema. Lei era quello che era, trasparente. 
Quando Marica parcheggiò la macchina si girò verso di me. "E comunque si è lasciato con la sua ragazza."
Quella notizia la lasciò sorpresa, con gli occhi leggermente spalancati.
"E tu che ne sai? So che ti tieni in contatto con lui per le lezioni di chitarra e per l'organizzazzione di serata come questa, ma pensavo che non parlaste di cose più private." Alla sua amica non piaceva il carattere di Lorenzo. La prima volta che le chiede di descriverle com'era, Marica iniziò subito ad elencarle i suoi difetti dal più piccolo al più grande. Lì capì che non le stava per niente simpatico e che aveva contatti con lui solo per l'organizzazione delle serate e le lezioni di chitarra.
"Infatti non lo facciamo. Me l'ha semplicemente detto", rispose semplicemente.
"Be', questo non fa una piega".

Al primo sguardo notò che che non era cambiato poi molto dall'ultima volta che si erano visti. La giacca di pelle sempre presente, come la barba scura ben curata.
Arrivarono al locale circa un'ora prima dell'evento. Dovevano occuparsi del suono e fare alcune prove, alle quali Lydia assistette con piacere. Più il tempo passava, più le persone iniziarono ad entrare nel locale. Con piacere vide che si era quasi riempito. 
Le prime note di "Zombie" dei Cranberries suonarono nel locale. Era una canzone che avevano riprodotto anche la prima volta che li aveva visti esibirsi. Sorrise quando le prime parole uscirono dalla bocca della sua amica. Era davvero talentuosa. Lydia cercò di non cantare le parole con la sua amica, ma fallì miseramente.
Si susseguirono vari pezzi di vari gruppi famosi, riscuotendo applausi dopo ogni canzone. 
Quando fecero una pausa, la musica della radio riempì il locale. Marica e Lorenzo si avvicinarono al loro tavolo, chiedendo lui una birra e lei dell'acqua alla cameriera che era al suo tavolo che aveva appena preso l'odinazione di Lydia, ovvero dell'acqua liscia. Da quando aveva iniziato la dieta aveva detto addio anche all'alcol occasionale, insime a molte altre cose. Era un sacrificio che aveva fatto con piacere, dopo aver visto i risultati che aveva raggiunto dopo tutti quei mesi.
Si sedettero al tavolo e si complimentò con loro. Il suo, era solo un complimento sentito da qualcuno che non si sarebbe reso conto dei possibili piccoli sbagli se ne avessero fatti. 
"Sei cambiata dall'ultima volta che ci siamo visti". Lorenzo si girò verso di lei, poggiando gli avambracci sul tavolo, intrecciano del dita di entrambe le mani. 
"Parli dei quaranti chili in meno o di qualcos'altro?" rise, prima di tornare seria. "Possono cambiare tante cose in un anno".
Lui continuò a guardarla negli occhi. "Tantissime". Lui li aveva di un azzurro stupendo, che diventavano grigi a seconda della luce. La prima volta che lo vide non si rese conto che aveva un bel sorriso, ma degli occhi di un colore chiaro mai visto prima. 
Il loro contatto visivo si spezzò quando la cameriera, che ovviamente conosceva Lorenzo per la confidenza che gli mostrava, portò le loro ordinazioni. 
"Acqua?" Domandò lui, notando la mia ordinazione.
"Sì, ho abbandonato tutto quello che potrebbe compromettere i miei sacrifici. Però, devo essere sincera, quando capitano le feste più importanti non ci penso, rimendiando nei giorni successivi."
Lui sembrava interessato, mentre Marica li lasciava parlare facendo finta di interessarsi a qualcosa che vedeva sul suo cellulare. La ringraziò per quello. 
"Non deve essere facile".
"Me la sto cavando alla grande, considerando che non posso bere neanche un estathè o un succo di frutta." Sorrise e lui di rimando. Aveva sempre pensato che aveva un bel sorriso, un bel viso in generale.
La prima cosa che guardava negli uomini era proprio il sorriso, forse era un gesto inconsapevole, dettato dai numerosi anni di torture passati da un odontotecnico. 
Bevvero le loro bevande e subito dopo tornarono alle loro postazioni per altre esibizioni. 
Salutarono le persone che li avevano ascoltati con le note di "Because the night" di Patti Smith. Cercava di non sembrare una fan invasata, ma ci riuscì molto male, siccome la si poteva vedere lanciare urli concitati e ad applaudire con forza. Vide la sua amica prendere un sorso d'acqua dalla bottiglietta e iniziare a mettere in ordine le sue cose, mentre Lorenzo faceva lo stesso. 
Lo salutarono fuori dal locale, dopo aver parlato per un altro po' di tempo, mentre lui stava finendo di caricare la sua roba in macchia, e si avviarono verso il parcheggio delle macchine. Sapendo come la pensava la sua amica nei suoi confronti aveva evitato di allungare la conversazione preoccupandosi che Marica si potesse sentire a disagio o infastidita o altro. Si sentiva leggermente triste, sapendo che quella serata era arrivata al termine.
La temperatura era notevolmente scesa rispetto al pomeriggio passato in mezze maniche in spiaggia. Si strinse nella sua giacca, sorridendo e girandosi verso la sua amica. 
"Mi è piaciuta molto questa serata!"
"Lo so. Ogni volta che si presenta una di queste occasioni penso a te per prima, come persona da invitare, sapendo già che ti piacciono le serate così."
"Fai bene. Mi è sempre dispiaciuto non essere potuta venire quando facevi le altre serate, ma lo sai che quando lavoro è sempre un casino essere presente."
Non riuscirono a portare a termine quel discorso che si sentirono chiamare. Si voltarono e notarono che si trattava di Lorenzo. Lydia si mise da parte, pensando che il chitarrista si fosse dimenticato di dire qualcosa di importate alla cantante, infatti quest'ultima fece qualche passo verso di lui. Lo vide fare solo un cenno a Marica per poi andare nella sua direzione. Si stupì.
"Lydia, sei libera domani sera?"
L'unica cosa che riuscì a fare fu spalancare leggermente gli occhi, ridere leggermente, sentendo lo stomaco che si chiudeva in un nano secondo e il cuore accelerare. Sorrise per poi rispondere lievemente: "Sì."
Lorenzo intrecciò le punte delle sue dita con quelle della ragazza e sorrise.
Il suo sorriso pareva brillare.
"Bene."


 

Ringrazio chiunque sia arrivato fin qui.
:D

   
 
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