BRA
Vegeta era un padre atipico.
Aveva questa bimba, Bra.
La osservava giocare con i Prettypretty Pegaso e non capiva.
Comprendere cosa ci trovasse in quelle sottospecie di alpaca unicornate era fuori dalle sue capacità cognitive.
La sequenza di gioco era: i cavallini galoppano felici, i cavallini si incontrano e ballano assieme, i cavallini ridono e si scambiano i vestitini e, infine, ma non meno interessante, i cavallini seduti (?) attorno ad un tavolino a bere il tè alla carota.
Tutto gioiosamente, fantastigliosamente, farfallinamente…vomitevole.
“Bra. Perché non vieni un po’ ad allenarti con il tuo papà, qualche volta?” le aveva chiesto un giorno, preso da spasmi allo stomaco dovuti all’ennesima effusione tra pony, apparentemente, tra l’altro, dello stesso sesso...
“Sì, dai! Andiamo nella glitterize di Barbie!” aveva risposto la bimba saltellando sul posto e battendo le manine.
Arrivati alla Gravity Room, il principe aveva però avuto un mancamento:
“B-b-b-Bra? Cos’è questa roba?” aveva balbettato in perfetto OOC, ma non troppo, altrimenti non possiamo partecipare a questo contest.
“IIIIIIIIII GLITTERS! Buttarsi a terra! Rotolare! Rotolare! Così ci ricopriamo di glitters! Come i Prettypretty Pegaso!” aveva detto la bambina gettandosi letteralmente sul tappeto di brillantini colorati, sparsi ovunque sul pavimento e iniziando a rotolare come uno spiedino sulla brace.
Una vena era comparsa pulsante sulla tempia del sayan.
“Bra, pulisci tutto” l’aveva minacciata.
La bimba aveva fatto un musino triste.
Poi si era accovacciata e, con calma, si era messa a raccattare i granellini brillanti.
“Cosa fai?” le aveva chiesto notando la lentezza delle operazioni di recupero.
“Raccolgo i brillantini” aveva risposto Bra.
“Ad uno ad uno?” aveva chiesto perplesso.
“Sennò come faccio a dividerli per colore?”
A Vegeta era passato un brivido per la schiena.
Quattro giorni dopo avevano finito…
Il sayan non chiese mai più alla figlia di allenarsi con lui…
FINE (...magari...direte voi...)