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Autore: Elly_46    26/03/2017    2 recensioni
Cosa accadrebbe se Silente fosse stanco delle continue lotte tra grifondoro e serperverde e decidesse come punizione di far scambiare di casa due ragazze ? Cosa succederebbe se il principe delle serpi passasse più tempo a contatto con una Weasley ? Soprattutto,se hanno già una guerra tutta loro in corso. La storia inizia dopo la fine della II guerra magica,unica differenza,Silente non è morto. Paring: DracoxGinny
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Ginny
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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<< Pans, mi dici che c’è che non va ? >>  le chiese Ginny di punto in bianco una mattina.
<< Di che parli ? >> ribeccò la mora.
<< Del fatto che sono un paio di giorni che sei scostante con Harry. Voglio dire, non mi sembrava che stesse male, avete passato l’ultimo mese praticamente avvinghiati >> disse la rossa osservandola mentre incrociava le braccia al petto.
<< E allora ? Dove sta scritto che bisogna avere sempre lo stesso atteggiamento ? >>  sbottò la mora voltandosi finalmente a guardare l’amica.
<< Da nessuna parte, semplicemente ho visto Harry giù di corda in questi giorni, e sembra che tu faccia di tutto per non stare troppo tempo vicino a lui >>
<< Non mi va di dover stare con lui ventiquattro ore al giorno. Se te ne fossi scordata siamo anche nella stessa casa >> disse Pansy sciogliendosi i capelli e scuotendo così la chioma nera che si ritrovava.
<< Lo so. Guarda che anche io e Draco stiamo nella stessa casa nel caso te ne fossi dimenticata >> ribeccò Ginny.
<< E’ diverso. Tu e Draco siete così,… >> lasciò in sospeso quella facendo accigliare l’amica.
<< Così cosa ? >>
<< Così giusti – disse Pansy – sembra che ogni cosa facciate sia perfetta. Voi vivete in simbiosi, quasi. Dormite persino assieme >>
<< E con Harry ? Non capisco, non riesci a lasciarti andare ? >> provò l’ex grifona.
<< Non è quello. Mi da fastidio vedere come certa gente mi fissi quando sono con lui. Quasi non ci credesse ancora, o mi giudichi. Dovevi vedere quell’odiosa corvonero come mi fissava l’altro giorno >> disse la mora alzando gli occhi al cielo.
<< Pans – la riprese bonariamente Ginny con un sorriso – è questo che ti preoccupa ? Quello che pensa la gente ? Tu sei una campionessa nel fregarsene di questo >>
<< Potter mi sta rammollendo, allora >>
<< Lo chiami ancora Potter ? >> ridacchiò Ginny.
<< Solo per farlo innervosire >> rispose l’altra con un ghigno.
<< Allora ? Cosa ti importa della gente ? >>
<< Nulla, semplicemente odio quando mi si fissi in quel modo >>
<< Quale modo ? >>
<< Quello con quella faccia che dice: “Ma come fai a stare con Potter ? Non vedi che lui non fa per te ? “. Quella faccia >>
<< Lo hai detto ad Harry ? >> chiese ancora la rossa.
<< Cosa ? Mi direbbe che mi faccio solo paranoie >> scosse il capo la mora.
<< Perché è così, Pans. A Harry non frega della gente, perché a te si ? >>
<< Non lo so, ok ? Forse perché in fondo credo che abbiano ragione >> sbottò lei.
<< E’ per questo che sono giorni che ti comporti così ? >> sbottò invece la voce di Harry che comparve alle loro spalle facendole bloccare di colpo. Si voltarono piano vedendo davanti a loro un Harry Potter con una faccia piuttosto innervosita e frustrata, mentre al suo fianco c’erano un Ron un po’ spaesato, probabilmente avrebbe voluto essere altrove, e un Draco che roteava gli occhi, prima di adocchiare Ginny e farle un occhiolino.
<< Ragazzi, ci lasceresti soli, per favore ? >> chiese Harry agli altri che annuirono. Ron si dileguò in meno di due secondi, mentre Draco aspettò che Ginny si avvicinasse a lui, non prima di aver toccato una spalla a Pansy, per poi prenderla per mano e allontanarsi da lì. Quando rimasero completamente soli, Harry tornò a piantare quegli occhi verdi e decisi nei suoi facendole mancare un battito per un secondo che parve infinito.
<< E’ vero quello che stavi dicendo a Ginny ? >> le chiese diretto, senza giri di parole, ed era una cosa che lei adorava.
<< Forse >>  fece criptica.
<< Godric, Pans. E’ un mese che stiamo assieme, le cose vanno alla grande e tu d’un tratto ti fai prendere dalle paranoie ? >> disse incredulo Harry.
<< Se lo pensano in tanti, forse i folli siamo a noi a pensarla diversamente >> rispose lei alzando le spalle, ma senza avvicinarsi. Harry amava anche questo suo atteggiamento, l’essere così diffidente. Certo, voleva che con lui fosse diverso, ma era una cosa che gli muoveva tenerezza e gli faceva provare istinto di protezione nei suoi confronti.
<< E tu da quando dai retta alla gente ? >> chiese lui.
<< Da quando ha un giudizio un po’più lucido >>
<< Non lo sai ? I folli nella loro follia hanno un senso, e sono quelli che vivono appieno. Se per stare con te, o per amarti devo essere folle, allora voglio esserlo >> disse Harry avvicinandosi.
<< Come hai detto ? >> chiese lei spalancando gli occhi. Lui la guardò confuso e con cipiglio, non capendo a cosa si riferisse.
<< Che se devo essere fol…>>
<< No, dopo >>
<< Per amarti. Ho detto questo – sussurrò Harry – cosa credevi ? Io ti amo, e volevo dirtelo in un momento più romantico, magari, perché so che non ti piacciono queste cose, ma. . . >> Ma non lo lasciò parlare, si avvicinò di colpo afferrando il viso di lui e baciandolo con forza facendolo sorridere contro le sue labbra. Lo sentì ricambiare insinuando la lingua nella sua bocca e lei lo lasciò fare subito. Amava i baci del moro, non erano studiati o calcolati. I baci di Harry erano impetuosi, profondi, stordenti. Puro fuoco. Si scostò piano guardandolo negli occhi.
<< Adesso, era il momento perfetto >> gli disse continuando a non staccare il loro sguardo incatenato.
<< Ti amo >> le ridisse Harry.
<< Ti amo anch’io >> rispose Pansy, vedendo nascere sul viso di Harry il sorriso più bello che gli avesse mai visto, mentre lui la stringeva a se alzandola da terra.
 
 
 
 
 
 
 





<< Non posso credere che tra un mese sarà tutto finito. Insomma, ce ne andremo da qui >> disse Luna quella stessa sera al tavolo durante la cena. Di colpo tutto si fermò. Strano che fino a quel momento nessuno ci avesse davvero pensato. Erano vissuti come in una bolla tutta loro, soprattutto quell’anno, e adesso dovevano andar via. Parte della loro vita trascorsa tra le mura del castello più magico d’Inghilterra. Hermione emise un sospiro a quelle parole.
<< Direi che è il corso della vita >> disse cercando di fare un sorriso.
<< Già, bella vita >> mormorò corrucciata Astoria.
<< Dai, Rori. Ci vedremo lo stesso >> la consolò Milly.
<< Certo, ma non sarà più la stessa cosa. Voglio dire, ci vedremo, ma ognuno di noi avrà i suoi impegni >> disse la bionda.
<< Voi avete deciso cosa continuare una volta usciti di qui ? >> chiese Hermione cercando di alleggerire l’aria.
<< A me piacerebbe scrivere per la gazzetta o per qualche giornale >> disse Luna con un sorriso.
<< Io al ministero >> rispose allora la riccia.
<< Noi abbiamo il corso di auror assicurato >> rise Ron indicando se stesso ed Harry accanto a lui che ridacchiò alle parole dell’amico.
<< Io penso che porterò avanti l’ufficio di mio padre >> disse Theo alzando le spalle. Blaise sembrava immerso nei suoi pensieri, tanto che Hermione si chiese se stesse dormendo ad occhi aperti.
<< Io studierò moda, mi sembra ovvio >> disse Astoria battendo le mani con gli occhi che si illuminavano, Ginny sorrise nel vederla così presa.
<< Tu, sorellina ? >> le chiese Ron. Draco accanto a lei ridacchiò nel sentirla irrigidirsi.
<< Ehm, non penso di poterlo dire >> disse la rossa.
<< Cosa ? Perché ? Ci nascondi dei segreti, Weasley ? >> disse Blaise tornando dal mondo dei sogni.
<< Puoi dirlo, Gin. Non ti uccideranno >> disse Draco ridacchiando.
<< Io penso di si >> disse lei voltandosi a guardarlo, ma lui scosse il capo.
<< Allora ? >> chiese Pansy che con la mano intrecciata a quella di Harry fissava l’amica curiosa.
<< Ok, lo dico io. Le hanno offerto un contratto le Holiday Harpies >> disse il biondo facendo spalancare la bocca a tutti.
<< Che cosa ? Scherzi ? – sbottò Ron praticamente urlando – è fantastico >>. Lei sorrise annuendo con un sorriso.
<< Quando è successo ? >> chiese Theo eccitato all’idea.
<< Qualche settimana fa >> disse lei.
<< E perché non lo hai detto ? >> disse il moro.
<< Stavo aspettando ancora un po’. Non voglio che la gente lo sappia >> disse Ginny.
<< Ma hai accettato, vero ? Perché devi accettare >> disse Harry serio. Lei rise e annuì. Certo. Lo aveva fatto.
<< Wow, è grandioso >> mormorò Blaise.
<< Io lo dicevo che mia sorella era un portento >> continuò Ron.
<< Complimenti, Gin >> le disse Neville con un sorriso, mentre Astoria e Milly l’abbracciarono all’improvviso.
<< Immagina quanti ragazzi ti andranno dietro >> disse poi la bionda, facendo scoppiare a ridere Luna per via della faccia che aveva fatto Draco a quelle parole.
<< Ehi, andiamoci piano >> disse infatti il serpeverde.
<< Aspetta, ma le Holiday Harpies non sono in Scozia ? >> disse poi Blaise.
<< Si, sono lì >> rispose Ginny.
<< Dra, mi sa che non vi vedrete tanto spesso, allora >> disse il moro.
<< Chi te lo dice, Zab ? I corsi da avvocato esistono ovunque, sai ? Anzi in Scozia c’è uno dei corsi migliori >> disse Draco ovvio facendo ridacchiare l’amico.
<< Aspetta, questo vuol dire che tu andrai in Scozia ? >> chiese Pansy fissando l’amico che annuì.
<< Certo che si. Non la mollo in giro da sola >> sbottò il biondo. Ginny rise scuotendo i capelli.
<< Non cambierai mai >> gli disse.
<< Ovvio, che no >> rispose lui.
<< Quindi vivrete assieme ? >> chiese Neville con fare innocente facendo spalancare gli occhi di Ron che tentò di affogarsi, se Harry non gli avesse dato un paio di pacche sulle spalle.
<< Ops >> disse poi il moro.
<< Grazie per aver rovinato la mia sorpresa, Nev. Ma si >> disse Draco lanciando un’occhiata a Ginny sperando non si fosse sentita male, ma lei lo stava guardando sorridendo e con gli occhi azzurri luminosi. Non si aspettava niente di diverso da lui. Si avvicinò a lui e gli scoccò un bacio facendolo ridacchiare.
<< Mamma e papà lo sanno ? >> chiese Ron cercando di riprendersi e bere un bicchiere d’acqua  che Hermione gli aveva riempito.
<< Non ancora, ma appena finita la scuola gli presenterò Draco e glielo dirò. In fondo, ho accettato il contratto, sono maggiorenne e devo costruire la mia vita. Saranno d’accordo >> gli disse con un sorriso. Ron annuì prendendo un altro sorso.
<< E tu, Pans ? >> chiese poi Ginny all’amica che era l’unica a non aver detto chissà cosa. La mora si irrigidì all’istante, tanto che Harry se ne accorse voltandosi verso di lei. Cercò di riprendersi velocemente scrollando le spalle e piazzando un sorriso così falso in viso che Draco lo percepì immediatamente.
<< Non lo so ancora >> mentì lei, ma a quanto pare non solo il biondo non se la bevve, ma anche Ginny e Blaise la fissavano straniti, e soprattutto non osò voltarsi verso Harry accanto a lei.
<< Pans >> la chiamò solo Draco che sembrava riflettere. Mentre Blaise sembrava aver già capito.
<< Non vorrai farlo davvero ? >> chiese il moro spalancando gli occhi, e di conseguenza anche Draco parve arrivarci voltandosi verso di lei e inchiodandola con lo sguardo.
<< Fare cosa ? Perché loro sanno di che stai parlando ? >> chiese Harry stranito, ma con una strana sensazione addosso. Gli aveva appena detto di amarlo, non voleva avere quella discussione in quel momento, non quella sera.
<< Harry >> provò, ma lui la fermò.
<< No, niente Harry. Cerchi di nascondermi le cose, ma poi vedo che altri invece le sanno. Ti corro dietro da quando tutta questa storia è iniziata e anche ora che ti ho, sembra che in qualche modo tu sfugga sempre. Quindi te lo chiedo una volta sola. Cos’è che non mi hai detto ? >> sbottò Harry più nervoso di quel pomeriggio. Non andava bene. Sembrava che per ogni passo che facessero avanti ne facevano tre indietro.
<< Non adesso, ti prego >> gli disse lei pregandolo con lo sguardo, ma lui scosse il volto deciso. Quando Harry Potter si mette in testa qualcosa, nessuno riesce a fargli cambiare idea, e per quanto lei stessa fosse cocciuta, sapeva che con Harry avrebbe perso in partenza.
<< Me l’hanno detto qualche giorno fa >> disse lei voltandosi a guardare Draco e Blaise che sembrarono spegnersi all’improvviso.
<< Credevo che dopo la guerra tutto sarebbe finito, a quanto pare mi sbagliavo >> disse Blaise con un sorriso amaro.
<< Non avevi detto che non c’era nulla di cui preoccuparsi ? >> chiese invece Draco abbastanza alterato facendo spalancare gli occhi di Ginny e quelli degli altri. Non lo aveva mai visto così.
<< Perché lo pensavo davvero, Dra. Quando mi è arrivata quella lettera qualche giorno fa è cambiato tutto >> disse lei mettendosi una mano tra i capelli.
<< Qualche giorno fa hai iniziato ad essere scostante con me >> disse solo Harry, sebbene non avesse ancora idea di cosa gli altri stessero pensando, era abbastanza chiaro che a saperne qualcosa fossero solo Draco e Blaise.
<< Quello di cui parlavamo oggi – disse poi Ginny – non era l’unica cosa che ti preoccupava. Centra questa lettera, vero ? >>. La mora annuì osservando l’amica. Harry vide Draco trattenersi per poi scoppiare in una risata amara.
<< Non posso crederci, davvero >> disse il biondo incazzato.
<< Pensavo davvero che . . >>
<< Beh, sbagliavi. E ora ? >> sbottò ancora il biondo.
<< Dra, dai. E’ già difficile così >> cercò di calmarlo Blaise.
<< Potrei sapere che diavolo succede ? Che lettera hai ricevuto ? Perché voi tre sembrate impazziti ? >> disse Harry innervosendosi quasi quanto il biondo. Draco sembrava volesse spaccare qualcosa, Blaise pareva rassegnato, e Pansy….Pansy pareva sul punto di scoppiare di colpo.
<< Mi spiace >> sentì poi sussurrare alla mora che si voltò a guardarlo. Aveva gli occhi lucidi e sembrava sul punto di crollare. Harry sentì una fitta all’altezza dello stomaco, che c’era ancora ? Non poteva avere un po’ di pace ?  
<< Proviamo a parlare con lui – disse Blaise all’improvviso – io e Draco possiamo accompagnarti >>
<< Anche se così fosse non cambierebbe le cose >> disse Pansy guardando l’amico con un sorriso triste.
<< Perché ? Se tuo padre rifiutasse . . .  >>  provò ancora il moro, ma lei scosse il capo.
<< Pensi sia mio padre il problema ? Anche se rifiutasse, non servirebbe a nulla. Lui non si fermerebbe >> disse Pansy sentendo un brivido trapassarla che la scosse.
<< Pans, possiamo trovare un modo per . . . >>
<< No. Sai bene che lui non cambierà idea. Ha sempre voluto quello >> mormorò la ragazza.
<< Non puoi farlo, Pans. Non puoi stare con quel mostro, per Salazar >> sbottò Draco che sembrava preso dal diavolo in persona.
<< Dra, lo sai come va a finire >> disse lei disperata scuotendo il capo. Harry aveva il cervello in pappa. Non stava nemmeno ascoltando perché non sapeva nemmeno se fosse disposto a capire o meno quello che stava accadendo. Ginny sembrava immobile, a cercare un modo per capire. Gli altri, erano semplicemente paralizzati, in primis Hermione.
<< Pans, no. Se prova di nuovo a farti qualcosa, lo ammazzo con le mie mani >> disse il biondo mentre Blaise gli dava man forte. In quel momento Harry si riscosse, quelle parole parvero farlo scattare come colpito da un pugno di immane violenza alla stomaco.
<< Di che parli ? >> fece Harry incredulo. Pansy parve ritornare in se alla voce del moro e guardò Draco disperata scuotendo il capo per pregarlo di non farlo, di non  parlare.
<< Niente. Non stava dicendo niente, vero Dra ? >> disse lei.
<< Pans >> provò Blaise, ma lei scosse il capo con vigore, mentre nella mente di Ginny qualcosa prendeva forma, come una molla scattata all’improvviso.
<< Quando ? >> chiese d’un tratto Ginny attirando l’attenzione su di se, mentre la mora la guardava con gli occhi lucidi e increduli che lei avesse capito sul serio. Ginny seppe che lei non avrebbe risposto davanti a loro, allora si alzò prendendola per un braccio per portarla via.
<< Scusami, non avrei dovuto darti qualcosa che non avevo >> sussurrò un attimo prima ad Harry, prima di andare via con la rossa, lasciandolo congelato come una roccia senz’anima.
 
 
 
 
 
 





<< Ora tu mi dici che diavolo sta succedendo >> sbraitò Harry quando andarono nella stanza delle necessità. Erano tutti lì, volevano sapere che stava succedendo a Pansy, ma soprattutto Harry sembrava per scoppiare, e le cose sarebbero precipitate. Ginny era sparita quasi mezz’ora prima portando via la mora. Draco pensò che fosse giusto che Ginny avesse intuito cosa fosse accaduto a Pansy senza troppi giri di parole, e magari con lei si sarebbe confidata anche.
<< Allora ? >> urlò ancora Harry.
<< Non sbraitare con me, Potter. Potrei farti male, sono nervoso anch’io e tu non sai ancora nemmeno la storia >> disse Draco incrociando le braccia al petto per non dover stringere i pugni. La stanza in cui erano era buia, ricreata dall’umore dei due serpeverde.
<< Cos’è tutta questa storia ? Perché Pansy sembrava così sconvolta, e perché tu hai detto quelle cose ? >> chiese con più calma Hermione al biondo che annuì passandosi una mano tra i capelli. Non sapeva davvero da dove iniziare. Guardò Blaise, per la prima volta in vita sua in cerca d’aiuto per dire qualcosa.
<< Non c’è un modo giusto per dirlo, Dra >> disse il moro scuotendo il capo e intuendo i suoi pensieri.
<< Inizia tu, credo che l’altra parte tocchi a me >> disse amaro il biondo.
<< Bene – commentò il moro voltandosi verso gli altri che erano in trepidante attesa – dovete sapere che molte famiglie purosangue, serpeverde soprattutto, in genere promettono i loro figli per dei matrimoni combinati. Di solito per motivi politici e cose del genere >> spiegò Blaise.
<< Beh, questo è risaputo >> disse Theo.
<< Si, infatti. >> commentò Astoria.
<< Beh, io non ne avevo idea >> disse Neville.
<< Anche a voi ? >> chiese invece Ron.
<< No. I miei sono stati abbastanza liberi su questa cosa, come anche i loro >> disse Blaise indicando Theo e le ragazze.
<< E tu ? >> chiese Hermione a Draco.
<< Mio padre è il tipo che farebbe una cosa del genere, ma mia madre l’ha fermato. In ogni caso, credevo che con la fine della guerra anche questa cosa fosse andata a farsi benedire, ma a quanto pare non tutti la pensano in questo modo >> disse Draco.
<< Spiegatevi >> disse Harry. Le mani gli prudevano e loro stavano girando in tondo alla questione principale, nonché quella che gli premeva di più. Pansy.
<< Il padre di Pansy era di questa idea. Lui l’ha promessa quando è nata >> disse Draco senza giri di parole inutili. Tutti trattennero il respiro, Harry sentì come se qualcuno gli avesse appena dato un calcio allo stomaco.
<< Cosa ? Ma con chi ? >> disse Ron sbattendo le palpebre.
<< Non lo conoscete. Non è di qui. Suo padre è un magnate americano, vivono lì. Vi basti sapere che frequenta l’equivalente dei serpeverde nella scuola di magia in America, o almeno frequentava >> disse Blaise.
<< In che senso frequentava ? >> chiese Luna.
<< E’ tre anni più grande di noi. Ora ha 21 anni, e credo diriga le proprietà di suo padre o magari è diventato medimago o quel cavolo che volesse fare >> sputò Draco.
<< Non sembra ti stia molto simpatico >> disse Neville.
<< Mi è simpatico come un palo di ferro nei denti, Nev. E’ semplicemente odioso e insopportabile e poi dopo quello che ha fatto a Pansy vorrei solo sventrarlo >> disse il biondo.
<< Cosa le ha fatto ? C’è qualcosa che non state dicendo >> disse Harry indurendo lo sguardo.
<< Quattro anni fa, lui è venuto qui perché i loro genitori volevano che ogni due anni si vedessero così da conoscersi almeno un po’ per quando si sarebbero sposati – disse Blaise – l’ultima volta che l’abbiamo visto è stata quella volta, aveva diciassette anni e noi quattordici. Diciamo che lui è in parte il motivo per cui Pansy non si fida di nessuno, e soprattutto il motivo per cui non si è mai lasciata abbindolare o andare con nessuno, almeno fino a te >> concluse guardando Harry.
<< Lui non sembrava male all’inizio, anzi, era anche simpatico per certi versi e a Pansy piaceva pure, tanto meglio. In fondo, sarebbero diventati marito e moglie un giorno, quindi non c’era nulla di strano. Fino a che – emise un sospiro il biondo prima di andare avanti – non ha iniziato a diventare opprimente, ossessivo e geloso oltre ogni limite. Di solito quando veniva stava qui per tre settimane prima di tornare in America, ma quell’anno stette qui tutta l’estate. Divenne insopportabile, era assurdo, non perdeva occasione di rivangare la sua proprietà su Pansy, sul fatto che lei fosse sua e lo sarebbe sempre stata. Cercava sempre di stare solo con lei, gli leggevo odio negli occhi quando vedeva me o Blaise avvicinarci troppo a lei anche solo per parlare. E’ questo il motivo per cui Pansy odia essere ritenuta una proprietà e cose simili, le scatta un allarme dentro. Pensavamo che fosse solo geloso di non poterla vedere sempre e del fatto che mancavano anni prima che lei fosse potuta andare da lui, perché l’accordo prevedeva che alla fine della scuola lei sarebbe andata in America e avrebbe studiato lì. Si sarebbero sposati e così via >> disse il biondo.
<< Cos’è che non dici ? >> chiese nuovamente Harry vedendo il biondo respirare lentamente. Voleva rompere qualcosa, aveva intuito la storia dove andasse a parare e il solo pensiero che fosse come lo immaginava lo stava facendo ribollire talmente pianto da ucciderlo.
<< Cos’è successo ? >> chiese Hermione stringendo il braccio di Ron con il cuore a mille. Il rosso accanto a lei che sudava freddo.
<< Lui l’ha ….l’ha costretta – cercò di trovare le parole giuste Blaise, facendo però ghiacciare tutti sul posto, il suono di una lama che cadeva in terra che si espandeva nella sua mente – è stato allora che lei è iniziata a cambiare. Si è chiusa in se stessa, ha lasciato ogni cosa fuori. Quasi non fosse capitato a lei, il suo carattere completamente mutato, ha iniziato ad essere cinica, fredda. Nascondendo il tutto dietro alla scusa che stava crescendo. E’ stato orribile, non potevamo avvicinarci a lei che si irrigidiva completamente >> disse il moro ricordando ancora le scene come se fossero davanti ai suoi occhi. Tutti ammutolirono all’istante, come calamitati da qualcosa di invisibile. In realtà erano solo schiavi dei loro stessi pensieri.
<< Ci è voluto un anno e mezzo prima di poterla toccare senza che scattasse. Quello che le ha fatto è  . . . Dio, avrei voluto strappargli gli occhi con le mie mani >> disse il biondo.
<< Voi come l’avete capito ? >> chiese Luna ingoiando il magone nel petto.
<< E’ entrata nella mia stanza qualche giorno dopo l’accaduto, è scoppiata come un fiume in piena dicendomi tutto. Non ha versato nemmeno una lacrima, semplicemente alla fine mi ha chiesto di non dire più niente, e di non nominare mai più il suo nome >> disse Draco in un sussurro, come se la scena l’avesse davanti agli occhi di ghiaccio.
<< Non ha pianto ? >> chiese Hermione con il corpo leggermente scosso al solo pensare a cosa fosse successo alla sua amica.
<< No. Abbiamo capito che fosse irreparabile quando un paio di settimane dopo lui doveva tornare in America, e lei gli si è avvicinata con un sorriso gentile e l’ha baciato rendendolo felice e soddisfatto, come se fosse stato pieno di se. Io ero incredulo, ma quando si è voltata nei suoi occhi ho letto chiaramente che fosse completamente in pezzi >> disse Blaise.
<< Da quel giorno non lo abbiamo più visto. Due anni fa non è venuto, penso a causa di Voldemort e di quello che stava succedendo qui. Non ci sono stati nemmeno contatti come lettere o altro. In più con la fine della guerra l’anno scorso, credevamo che tutto fosse finito, ma a quanto pare non è così >> disse Draco.
<< Come si chiama ? >> chiese solamente Harry. Hermione si voltò a guardarlo spaventata che avesse in mente qualche sciocchezza a giudicare da come stava tremando di rabbia.
<< Potter >> provò Blaise ma venne scaraventato contro il muro da uno scoppio di magia proveniente da Harry.
<< Harry >> urlò Hermione, mentre gli altri li fissavano spaventati da tanta ira.
<< Dimmi come si chiama ? >> urlò arrivando davanti a Blaise in meno di un secondo.
<< Sebastian >> disse invece Draco, e il moro parve riprendersi e si affrettò ad uscire dalla stanza velocemente. Blaise si alzò piano massaggiandosi la testa.
<< Stai bene ? >> gli chiese il biondo guardandolo. L’altro annuì.
<< Perché glielo hai detto ? Sembrava completamente impazzito >> disse Theo al biondo.
<< Io vorrei saperlo se fosse Ginny. Lo capisco >> disse solo Draco, lasciando tutti senza parole.
 
 
 
 
 
 







<< Mi spiace tanto, Pans >> le disse Ginny. La mora era ancora abbracciata a lei.
<< Perché ? Tu non hai fatto niente >> rispose lei.
<< Lo so, ma sei mia amica. E queste cose non dovrebbero accadere a nessuno >> disse la rossa.
<< E’ stato tempo fa. Mi sono rialzata, sono diventata più forte >> disse Pansy.
<< Lo vedo, ma non è giusto comunque >> continuò l’altra. La mora cercò di sorridergli. Non aveva versato una lacrima prima, perché ora ? Non cambiava certo quello che le fosse accaduto.
<< Pansy >> sentì la voce di Harry alle sue spalle. Si alzò di scatto voltandosi e guardandolo. Il moro sembrava sconvolto e stravolto al tempo stesso. Lui sapeva, glielo lesse negli occhi. Fece per fare un passo indietro e lui parve sentirsi triste a quel gesto così istintivo che lei compiva in automatico.
<< Harry >> sussurrò, e lui senza lasciarle il tempo di capire le si avvicinò velocemente stringendosela addosso, quasi volesse provare a farla entrare dentro di se pur di proteggerla.
<< Draco e Blaise ci hanno raccontato tutto >> disse il moro continuando a stringerla, nel mentre Ginny si allontanava silenziosa cercando di lasciare loro una certa intimità.
<< Lo avevo immaginato >> commentò lei.
<< Ti giuro che se dovessi mettergli le mani addosso, io. . .  >>
<< Va bene, Harry. E’ successo tanto tempo fa. Sto bene, ora >>
<< Tu non andrai lì, non permetterò che succeda una cosa del genere, ok ? Parleremo con tuo padre e troveremo un modo se questo non dovesse funzionare, ma non lascerò che lui ti tocchi ancora, o che ti si avvicini >> disse il grifone convinto con il viso immerso in quei capelli che profumavano di fiori e che lo facevano impazzire.
<< Okay >> disse solamente la mora.
<< Prima hai detto che ti dispiaceva non avermi potuto dare ciò che volevo, a che ti riferivi ? >> chiese dopo un po’ il ragazzo scostandosi quel po’ che bastava per guardarla negli occhi.
<< Me stessa. Credevo davvero di essere padrona di me stessa, ma forse non è così >>  disse lei scuotendo il capo con la fronte contro il petto di lui.
<< Per me sei già tutto quello che voglio. E non voglio dirti che sei mia, perché non avevo idea di quello che significasse per te, quindi mi dispiace. Solo che, non ho mai pensato di farti male inconsapevolmente >> disse il moro alzandole il volto.
<< Non ho mai pensato che tu potessi farmi male, o non sarei qui. Non te l’avrei lasciato dire e non ti avrei detto che ti amo oggi. Perché era vero, Harry. Io ti amo >> disse Pansy cercando di sorridergli e lui si chiese come potesse una persona come lei essere così forte e al tempo stesso nascondersi nella sua ordinaria straordinarietà.
<< Io ti amo da impazzire. E ce la faremo, ok ? Lotteremo insieme. Non ti lascerò da sola, ne ora ne mai >> disse lui come fosse una promessa. Lei annuì e gli lasciò un bacio delicato annuendo appena, per poi lasciarsi stringere di nuovo.
<< Non lasciarmi sola stanotte >> gli disse poi. Lui annuì tra i suoi capelli.
<< Mai >> fu l’ultima sillaba che gli uscì dalle labbra.
 
 
 
 
 
 
 
 





Quando si sentì stringere in quel modo per poco non barcollò cadendo per la sorpresa. Si appoggiò con la schiena al letto a baldacchino della camera, mentre stringeva tra le braccia quella ragazza così spettacolare di cui non riusciva più a fare a meno. Si chiese come avesse potuto vivere senza di lei fino ad allora.
<< Che succede ? >> le chiese con le labbra tra i capelli.
<< Avevo bisogno che mi abbracciassi. Dopo quello che è successo oggi e che mi ha raccontato Pansy, avevo solo bisogno che tu mi stringessi >> rispose lei.
<< Va tuto bene, Gin. Tu sei al sicuro, ok ? Ci sono io con te >> disse Draco passandole una mano sulla schiena, e lei parve calmarsi di colpo. Come se il solo fatto di averlo vicino la facesse sentire meglio.
<< Pansy ? >> chiese poi il biondo.
<< Con Harry >> rispose lei facendolo annuire.
<< Perché la gente fa del male agli altri, Dra ? >> chiese poi la rossa di colpo. Lui parve spiazzato da quella domanda, ma poi ci pensò su. Si sedette sul letto permettendo a lei di stenderglisi accanto.
<< Credo che lo faccia perché sente che gli manca qualcosa. Qualcosa che gli altri hanno e che loro non avranno mai >> rispose.
<< La gente fa schifo >> disse lei facendolo ridacchiare.
<< Lo so >>
<< Non è giusto. Non dovrebbe succedere e basta >> disse Ginny posando il capo sul suo petto. Draco iniziò a carezzarle i capelli con fare distratto e concentrato al tempo stesso.
<< Le cose brutte accadono >> rispose il biondo.
<< Harry si è arrabbiato molto, vero ? >> chiese lei. Il ragazzo annuì voltandosi a guardarla.
<< Credo che sia più arrabbiato per il fatto che lei non glielo avesse mai detto, ma al contempo non può non biasimarla. Sfido chiunque a parlare di una cosa simile in tutta tranquillità >> commentò il biondo.
<< Tu ti saresti arrabbiato se fosse successo a me ? >> chiese Ginny. Lui piantò i suoi occhi nei suoi, ci pensò bene cercando di scegliere e soppesare le parole.
<< Si, mi sarei arrabbiato molto. E tu sai che non sono un bello spettacolo arrabbiato, ma probabilmente una cosa del genere sarebbe stata addirittura peggio. Potter sa controllarsi, sebbene abbia avuto uno scoppio di magia involontaria dovuta al nervosismo. Io credo che avrei perso completamente il controllo. Sarei andato fuori di testa >> ammise il biondo baciandole una tempia. Ginny annuì a quelle parole prima di scattare.
<< Aspetta, uno scoppio di magia involontaria ? >> chiese a bocca aperta.
<< Si, ha scaraventato Blaise dall’altra parte della stanza. Io forse avrei fatto saltare in aria l’intera scuola >> disse Draco.
<< Spero che risolva tutto >> disse poi Ginny.
<< Ora che lui lo sa, andrà tutto bene >> la rassicurò lui, sebbene lei sentisse una strana sensazione, e lui intuì.
<< Gin ? Stai bene ? >> gli chiese.
<< Si, solo…. Ho uno brutto presentimento >> rispose lei accoccolandosi a lui maggiormente. Draco la strinse di più voltandosi in modo da guardarla negli occhi. Le diede un bacio sulla fronte e la strinse. Non seppe perché, ma una strana sensazione stava attanagliando anche lui.
 
 
 
 






<< Sento che c’è qualcosa che non va >> sussurrò pianissimo Astoria. Blaise accanto a lei sul divano della sala comune scostò lo sguardo.
<< Cosa senti ? >> chiese lui alzando un sopracciglio preoccupato e incrociando gli occhi con Theo che aveva appena dato la buonanotte a Millicent.
<< Non so spiegartelo. E’ come se d’improvviso un soffio gelido mi avesse sfiorato, è stato solo un attimo >> disse ancora la bionda stringendo di più le gambe al petto con lo sguardo rivolto a una vetrata che dava sul fondo del lago nero.
<< E’ solo suggestione. Credo che la storia che hai sentito ti abbia segnata più di quel che credevi >> propose Theo, ma vide che le sue parole non avevano soddisfatto l’effetto sperato. Astoria sembrava più stranita e vigile di prima. Stava per dire qualcosa a Blaise, ma di colpo si voltò anche lui guardandosi alle sue spalle. Qualcosa gli aveva fatto venire i brividi.
<< Theo ? >> chiese Blaise guardandolo. Il moro non sapeva cosa dire, ma vide la bionda alzarsi in piedi.
<< Hai avuto anche tu quella sensazione ? >> chiese Astoria. Sembrava averglielo letto in faccia, così annuì solamente.
<< Blaise ? >> chiese poi il moro vedendo l’amico che si stava scurendo in viso.
<< Hai detto che era come se un soffio gelido ti avesse sfiorato ? >> chiese di colpo afferrando Astoria per le spalle, così forte da farla sobbalzare.
<< Si >> sussurrò lei.
<< Non voglio pensare che sia ciò che credo >> rispose lui passandosi una mano tra i capelli.
 
 
 
 
 







Aveva detto ad Harry che lo avrebbe raggiunto subito. Era salita alla guferia, sebbene fossero quasi le due del mattino, ma doveva mandare quella lettera al padre, non poteva non farlo. Ora che Harry sapeva, che tutti sapevano, non aveva più senso nascondere niente. Aveva scritto in fretta e furia la lettera ai suoi genitori, parlandogli chiaramente e dicendo senza giri di parole che ora era fidanzata con Harry Potter, che si era innamorata di lui e che stavano assieme da un mese e mezzo. Gli aveva detto che non aveva intenzione di andare in America, non più almeno. Emise un sospiro pesante cercando di assestare tutte le emozioni che sentiva esplodere nello stomaco come una guerra feroce. Scese gli ultimi gradini quasi di corsa, e si avviò in direzione della torre di grifondoro prendendo la strada che passava davanti al grande portone del castello. Camminò piano e nel silenzio più assoluto di quella notte di inizio primavera, il cielo buio era limpido, non vi erano nuvole all’orizzonte e le stelle erano ben visibili, così come la luna che splendeva alta sembrando la regina indiscussa di quel cielo infinito. Si fermò ad ammirarla qualche secondo da sopra uno degli archi di pietra che davano sul cortile, quando un movimento catturò la sua attenzione. Qualcosa si era mosso nell’ombra, qualcosa che ora non riusciva più a vedere. Impossibile che si trattasse di un prefetto o di un capo scuola, a quell’ora il castello era avvolto dal più assoluto silenzio. Sentì nuovamente un movimento e si voltò di scatto, vedendo una figura incappucciata entrare attraverso il grande portone, che solo in quel momento si rese conto, fosse aperto. Indietreggiò di un passo istintivamente. La figura era avvolta da una tunica lunga e nera come la notte che si stagliava all’esterno, il cappuccio calato oltre il viso. Per un attimo le aveva dato l’impressione di un mangiamorte e il sangue le si era ghiacciato nelle vene. La figura si voltò verso di lei, e si tolse il cappuccio con una lentezza estenuante. Quello che vide la lasciò senza fiato, e completamente immobile. Sebastian Christopher Lewis era davanti a lei. I capelli biondi leggermente spettinati, gli occhi azzurri e affilati come vetro che la guardavano con malcelato interesse e un sorriso che la lasciò piuttosto interdetta, non capendone il motivo. Non era un sorriso che il Sebastian che conosceva potesse fare, sembrava quasi felice di vederla, e Pansy si chiese per quale motivo il suo corpo non si stesse muovendo, per quale dannato motivo non sembrava avere intenzione di andare via da li di corsa come avrebbe invece dovuto fare immediatamente. Si chiese per quale motivo, il ghiaccio nelle sue vene e il freddo alle ossa le si fosse dissolto di colpo.
<< Seb >> sussurrò invece al vento. Il biondo la sentì e il suo sorriso si ampliò ancora di più.
<< Ciao, Penny >> sorrise smanioso Sebastian.

 
 
 
 










Ditelo che questa non ve l’aspettavate proprio, eh ? Ahahaha mi sento sadica ultimamente, maaaa, niente è mai facile nella vita, si sa. Anyway, che ve ne pare ? Sono davvero curiosa di sapere cosa vi frulla nella testa dopo questo capitolo, cosa ne pensate in generale, nei dettagli. Se vi aspettavate una svolta di questo tipo, o come vi sembra il primo ingresso in scena di Sebastian. Lascio a voi tutti i commenti e i pensieri, mi raccomando voglio davvero sapere cosa vi ha sconvolti o sorpreso e così via . . .  Alla prossima, un bacio,
Elly 

  
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