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Autore: Marlena_Libby    28/03/2017    3 recensioni
[Ambientata un mese dopo gli eventi del film]
Hiro continua a fare il supereroe con i suoi amici e vive con il ricordo del fratello. Ma al parco incontrerà una ragazza di nome Sophie che sembra già conoscerlo e che ha un fidanzato misterioso di cui non vuole parlare. Che cosa nasconderà? Le cose poi si complicheranno quando si ritroveranno coinvolti in una nuova lotta contro il crimine.
Genere: Avventura, Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiro Hamada, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Il giorno dopo Hiro e gli altri decisero di andare un po' al parco a rilassarsi.
- Vengo anch'io con voi - disse Sophie.
- Credo che sia meglio che resti a riposo - disse Hiro.
- Tranquillo, me ne starò seduta su una panchina senza fare sforzi - lo rassicurò lei.
- Va bene, ma se senti anche un solo dolore, me lo devi dire e torniamo indietro - si raccomandò protettivo il ragazzino.
Quando arrivarono GoGo e Fred si sfidavano a correre, mentre Hiro, Sophie, Honey e Wasabi restarono seduti su una panchina.
- Sophie so che sono un po' troppo ansioso e protettivo, ma non ne posso fare a meno. Ti voglio bene e ho promesso a me stesso e a Tadashi di proteggerti - disse a un certo punto il ragazzino.
- Non preoccuparti, è molto dolce da parte tua... Ah! - concluse stringendosi la pancia.
- Sophie va tutto bene? - chiese Wasabi.
- Sì, sto bene... Ah! Mi si sono rotte le acque! I bambini stanno arrivando! - gridò lei dolorante.
- Ok, forza dobbiamo andare in ospedale! Honey telefona a mia zia e dille di raggiungerci! - gridò Hiro tutto agitato.
- E dille anche di passare a prendere i miei genitori! - aggiunse Sophie.
Partirono a tutto gas con l'auto di Wasabi e in poco tempo arrivarono all'ospedale. Quando arrivarono i medici fecero stendere Sophie su un lettino e la portarono in sala parto e Hiro stava per raggiungerla, ma un medico lo bloccò.
- Mi dispiace, in sala parto è ammesso soltanto il padre - disse deciso.
- Lui è lo zio dei bambini! La prego, lo faccia entrare, il padre non c'è e io ho bisogno di qualcuno accanto! - gridò Sophie con le lacrime agli occhi e il medico acconsentì.
Quando entrarono Hiro si mise accanto a Sophie e le tenne stretta la mano.
- Hiro ho paura! E se i bambini non fossero sani?! Voglio Tadashi! Voglio Tadashi! - gridò lei singhiozzando.
A Hiro si strinse il cuore nel sentire quelle parole.
- Lo so che hai paura e che lo vorresti accanto, ma purtroppo non è possibile. Però ci sono io con te, fidati, andrà tutto bene - disse Hiro con tono dolce per rassicurarla.
A Sophie in quel momento sembrava di avere accanto il ragazzo che aveva tanto amato e si calmò.
Intanto i ragazzi aspettavano in sala d'attesa con le farfalle nello stomaco, sperando che sarebbe andato tutto bene. Poi arrivò anche Cass, seguita dai genitori di Sophie. Le ore passavano e alla fine si fecero le sette di sera, quando un medico andò da loro.
- I bambini sono nati e per fortuna sono sani. Ora potete entrare - disse con un sorriso.
Tutti si precipitarono in sala parto. Sophie era nel letto raggiante con Hiro accanto e aveva in braccio i due bambini, che erano già stati vestiti e lavati: il maschietto aveva i capelli biondi e gli occhi marroni e la femminuccia aveva i capelli neri e gli occhi azzurri. Tutti le si strinsero attorno per guardarli: erano una meraviglia!
- Sono bellissimi! - continuavano a dire.
- Sono diventata mamma! - disse Sophie con il viso luminoso.
- E io sono zio! Anzi, lo siete pure voi! - disse Hiro ai suoi amici.
- Come li vogliamo chiamare? - chiese Fred.
- Ho deciso di chiamarli... Claire e Riley - annunciò Sophie e tutti furono d'accordo.
- Quanto vorrei che Tadashi fosse qui! - sospirò Hiro.
- Sono sicura che adesso ci sta guardando dall'alto ed è felice - lo rassicurò la zia.

In quel momento, in un punto imprecisato di San Fransokyo, si stava svolgendo uno scenario completamente diverso: dentro una cella buia e fredda c'era un ragazzo incatenato alla parete e uno dei suoi carcerieri era appena entrato.
- Acqua - disse il prigioniero con voce roca.
- Se ci accontenti avrai ben più dell'acqua - disse il tipaccio.
- Acqua - continuò il prigioniero.
- Se continui a rifiutarti di aiutarci dovremmo prendere provvedimenti e ti assicuro che non ti conviene! - gridò il malvivente mentre chiudeva a chiave la porta della cella prima di andarsene.
Il ragazzo sospirò: era chiuso lì dentro da parecchi mesi, ma non poteva accontentare i suoi carcerieri. Non l'avrebbe mai fatto. Cominciò a sentirsi solo e perso. Ripensò a casa sua e a tutte le persone che amava e per la prima volta, da quando era prigioniero, scoppiò in un lungo pianto.
   
 
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