Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: Akatsuki    28/03/2017    2 recensioni
Per il compleanno della mia bimba ho ben deciso di scribacchiare delle one-shot su tre dei crack pairing che la comprendono e che preferisco, spero che entrerete a darvi un'occhiata e che vi piacciano!
~
• KakaSaku, "my baby girl" - “La mia bambina” le sussurrò sofficemente ad un orecchio, per poi stringerla forte fra le braccia mentre Sakura fremeva fino alla punta delle dita e affondava il viso nel petto caldo e rassicurante del suo fidanzato.
• SasoSaku, "crazy wishes" - Lei era l’unica pazza che desiderava un traditore, per di più di legno e che stava tentando di avvelenarla da quando l’aveva conosciuta. Sakura, in fondo, aveva sempre saputo di avere qualche rotella fuori posto.
• ItaSaku, "drowning into you" - E sarebbe stata felice di quelle attenzioni se non fosse stato per un piccolo, semplice e insignificante particolare, un particolare che vantava odiosi occhi di ossidiana, lunghi capelli neri e un culo da paura.
Buon compleanno, Sakura! ♥
Genere: Sentimentale, Slice of life, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Akasuna no Sasori, Itachi, Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
it’s ok to love them all!
 
 
 










 
 
 
  • Sakura e Kakashi, AU - Romantico, Slice of life
 
my baby girl.
Mentre continuava a strofinare con insistenza una macchia che proprio non voleva saperne di sparire dal ripiano, Sakura volse lo sguardo verso l’orologio attaccato alla parete alla sua destra. Mancavano pochi minuti alla chiusura, tutti i clienti erano già andati via e aveva praticamente già finito di mettere in ordine. Non vedeva l’ora di tornare a casa e farsi un bel bagno, era dall’ora di pranzo che lavorava senza sosta nella cucina del suo ristorante e finalmente, alle 23.47, era proprio sul punto di girare il cartellino sulla porta con un bel “chiuso” stampato sopra.
Sospirò e lanciò lontano lo strofinaccio, slegandosi la lunga coda e lasciando scivolare i capelli lungo la schiena. Sì, aveva proprio bisogno di un bello shampoo. Tornò nella sala principale e iniziò a riporre le sedie sui tavoli, così da lavare il pavimento. Aveva mandato tutti a casa per godersi la pace, il silenzio, la tranquillità…
L’entrata del ristorante si aprì e fece capolino una testa grigia che Sakura conosceva fin troppo bene.
“Kakashi…” un grosso sospirone le sfuggì dalle labbra. “Lo sai che è tardi” gli fece notare, aggrottando le piccole sopracciglia.
L’uomo face spallucce. “Come leggo qui” e indicò il cartellino con gli orari del ristorante. “chiudete a mezzanotte, e non è ancora mezzanotte” puntualizzò passandosi una mano tra i capelli, e Sakura perse un battito. “Quindi ho tutto il diritto di essere qui, non sono in ritardo” terminò soddisfatto, dirigendosi verso l’unico tavolo che Sakura non aveva ancora terminato di sistemare. Si sedette e guardò la proprietaria in modo fin troppo eloquente, e lei era già sicura che Kakashi non avesse bisogno del menù, dato che ordinava ogni volta la stessa identica cosa.
“Com’è andato il lavoro?” gli chiese poi, mentre gli posava davanti la cena e si sedeva accanto a lui, puntando un gomito sul tavolo e poggiando la guancia sulla mano. Le piaceva osservarlo, aveva dei bellissimi capelli d’argento non eccessivamente lunghi, occhi d’onice brillanti e labbra sottili e invitanti, che ogni volta che venivano umettate dalla lingua di lui facevano impazzire Sakura. Era fin troppo debole al bel visino dell’uomo di fronte a lei.
Kakashi iniziò a mangiare e alzò gli occhi al cielo. “Al solito, lo sai. E a te?” le chiese, rivolgendole l’ennesimo sorrisetto affabile. Dio, se continuava a guardarla in quel modo sarebbe morta prima dei trent’anni.
“Stan-can-te” sillabò Sakura. “Certe volte preferirei non aver deciso di essere l’unica a lavorare in cucina” fece schioccare la lingua sul palato e sorrise. “Ma in fondo è quello che amo fare.”
L’uomo assottigliò lo sguardo e si allungò sul tavolo, avvicinandosi pericolosamente al viso di Sakura che divenne rosso peperone.
“Dalla tua reazione, suppongo sia altro ciò che ami” e la tirò a sé facendo combaciare senza fretta le loro labbra, morbidamente e con delicatezza. La ragazza ricambiò senza indugio il bacio e lui lo approfondì, cosa che le fece girare la testa e perdere la percezione della realtà. Era così ogni volta che Kakashi la sfiorava, le accarezzava i capelli o la abbracciava, amava gli sguardi dolci che rivolgeva solo a lei e amava che andasse a trovarla ogni sera al locale, nonostante la stanchezza dovuta al lavoro, solo per passare qualche ora in sua compagnia. Amava che la facesse sentire ancora una bambina –avevano almeno dieci anni di differenza-, che si prendesse cura di lei  e che, doveva ammetterlo, la viziasse un pochino più del necessario. Probabilmente lui godeva nel vederla arrendersi fra le sue braccia, fragile e un po’ indispettita, ogni volta che le sussurrava parole dolci e la coccolava, proprio come se fosse una bimba bisognosa di attenzioni.
Sakura avrebbe preferito negare che la cosa la rendesse felice, era un tipetto abbastanza orgoglioso, ma che senso aveva? Le piaceva troppo.
Kakashi le strinse le natiche con le mani e ghignò. “La mia bambina” le sussurrò sofficemente ad un orecchio, per poi stringerla forte fra le braccia mentre Sakura fremeva fino alla punta delle dita e affondava il viso nel petto caldo e rassicurante del suo fidanzato.
Appunto.
 
 
 
 



 

 
  • Sakura e Sasori, Contesto generale/vago – Angst?, Introspettivo, Suspence
 
crazy wishes.
Mentre un’altra marionetta si frantumava sotto il suo pugno devastante, un gemito di dolore nasceva in fondo alla gola di Sakura. Ogni colpo che tirava, ogni passo che compiva, significava essere un po’ più vicini alla fine. Un po’ più vicini alla fine di Sasori. Doveva esserne felice, giusto? Doveva essere brutale, senza pietà, mentre con occhi feroci si preparava a colpirlo, pronta a spedirlo all’altro mondo sotto lo sguardo soddisfatto dei suoi compagni.
Ma non lo era. Non ci riusciva, sentiva solo un enorme groppo che le impediva di respirare. Forse non voleva ucciderlo, forse voleva solo continuare ad osservarlo di nascosto e a far crollare pareti, pur di non toccare lui.
Era bello, Sasori. Una bellezza strana, non umana –effettivamente, era praticamente una marionetta- che però le faceva battere forte il cuore e sudare le mani. Che cosa le stava succedendo? Dio, era un ninja traditore. Perché, perché, perché?
Perché doveva esitare, perché doveva sentirsi un verme ogni volta che cercava di ammazzarlo? Perché voleva smettere di combattere e fuggire da lì piangendo? Aveva paura, questo era ovvio, Sasori era tanto inquietante quanto letale, ma lei ne era attratta. Quei capelli rossi come il fuoco, il viso bambinesco, l’espressione impassibile e gli occhi nocciola, bellissimi e gelidi. Una persona del genere non doveva essere tanto affascinante, non era giusto. E lei non avrebbe dovuto pensare a quanto sarebbe stato bello sfiorargli le labbra e stingerlo a sé. Come sarebbe stato al tatto? Quella era pelle vera? Le sarebbe piaciuto?
Stava impazzendo. E lui continuava a fissarla con un ghigno sprezzante, mangiandola con gli occhi, non aiutandola di certo a riprendersi da quei pensieri orribili. Che anche lui provasse quelle cose per lei? No, impossibile.
La smania sul suo volto non era altro che voglia di ucciderla, lo notava dal modo in cui si preparava a colpire, dalla brutalità dei suoi attacchi, dalla crudeltà dei suoi ghigni.
Lei era l’unica pazza che desiderava un traditore, per di più di legno e che stava tentando di avvelenarla da quando l’aveva conosciuta.
Sakura, in fondo, aveva sempre saputo di avere qualche rotella fuori posto.
Si immobilizzò in mezzo al campo e lo guardò supplicante, mentre Sasori le si avventava contro e la stringeva in una morsa letale. Non avrebbe più combattuto contro di lui, se significava che doveva perire per mano sua. Non se lo sarebbe mai perdonato.
Strizzò gli occhi più forte che potette. Ed ecco che con un sussulto li spalancava, ritrovandosi seduta sul divano di casa sua, di fronte alla televisione accesa che trasmetteva un film d’azione un po’ vecchio e alquanto noioso. Si era appisolata con la testa sulla spalla di una persona, e gli lanciò uno sguardo furtivo per assicurarsi che fosse proprio lui.
Sasori sedeva accanto a lei, vari ciuffetti rossi gli ricadevano sulla fronte e gli occhi nocciola erano fissi sullo schermo, mentre distrattamente le carezzava un braccio stringendola a sé.
Si girò verso di lei e la guardò, un piccolo ghigno divertito sulle labbra sottili. “Ti sei addormentata, eh?” le arruffò i capelli rosa confetto e le posò un bacio sulla testa. “Devo ammettere che è noiosissimo, le scene di combattimento fanno venire la pelle d’oca…” fece una smorfia. “Che razza di ninja è uno che si è trasformato in una marionetta? Bah” commentò poi, spegnendo finalmente la tv e lanciando il telecomando dall’altra parte del divano. “Meglio fare qualcosa di più produttivo.”
Si portò Sakura sulle gambe e le strusciò il naso sulla guancia, un piccolo sorrisetto incastonato sul volto pallido, e la ragazza sospirò mentre gli avvolgeva le braccia dietro la schiena e faceva aderire i loro corpi.
“Sono proprio d’accordo con te” sussurrò languida, la lingua che gli sfiorava le labbra morbide. Un lampo di soddisfazione malcelata attraversò gli occhi di Sasori, e Sakura ridacchiò.
Era solo uno stupido sogno, andava tutto bene, ma si ripromise di non guardare mai più un film scadente come quello dopo aver fatto il pieno di cibo cinese, altrimenti non avrebbe mai smesso di sognare cose tanto assurde.
 

 


 

 
  • Sakura e Itachi, AU – Sportivo, Sentimentale
 
drowning into you
Come tutti erano al corrente, Sakura Haruno era una delle più conosciute nuotatrici dell’intero Giappone. Aveva gareggiato in decine di competizioni -che fossero nazionali, regionali o mondiali- ed era praticamente arrivata sempre sul podio. Si era allenata parecchio, fin troppo a sentire le minacce che Tsunade, la sua allenatrice, le strillava ogni volta che la vedeva in piscina a notte fonda. Ma a Sakura non importava, l’acqua le apparteneva e lei apparteneva all’acqua, e nuotare era tutto ciò che la rendeva felice. E finalmente, dopo anni di attesa, si era qualificata per le Olimpiadi di Tokyo 2020 e in quello stesso momento si stava riscaldando per partecipare alla sua ultima gara per quell’anno, la finale dei 100 metri stile libero da cui sarebbe dipesa la sua vittoria, o la sua sconfitta.
Era determinata ad ottenere la medaglia d’oro e portare gloria ed onore al Giappone, che ospitava l’evento, e alla sua famiglia e i suoi amici, che la guardavano dagli spalti e urlavano il suo nome a squarciagola. E sarebbe stata felice di quelle attenzioni se non fosse stato per un piccolo, semplice e insignificante particolare, un particolare che vantava odiosi occhi di ossidiana, lunghi capelli neri e un culo da paura - negarlo sarebbe stato come affermare che il cielo era marrone e le nuvole verdi, perciò Sakura non ci aveva nemmeno provato.
Itachi Uchiha -allenatore della sua avversaria Konan- era il protagonista di tutti i suoi sogni erotici e Sakura lo odiava a morte proprio perché non riusciva a toglierselo dalla testa in nessun modo, nonostante la trattasse il più delle volte con sufficienza e una certa dose di superiorità che tentava pure di mascherare, quell’essere senza cuore. Eppure, quello sbruffone che ora stava guardando leggermente schifato la massa di gente che faceva il tifo per Sakura con troppa enfasi, sapeva anche essere dolce - in modo tutto suo ovviamente. Come quando, mentre la rosa si stava allenando qualche giorno prima della competizione, le aveva consigliato di non strafare per evitare di arrivare alla gara con i muscoli indolenziti o peggio, con un crampo. O come quando le aveva prestato il suo asciugamano enorme e caldissimo con un sorrisetto di scherno perché aveva dimenticato il suo, e che lei però aveva accettato e con cui poi si era avvolta - secondo il suo attento giudizio era impregnato dell’odore di Itachi e perciò era andata in brodo di giuggiole. Maledizione, era proprio cotta. Che schifo.
Era il nemico lui! L’allenatore della favorita del Giappone, seconda solo alla stessa Sakura, che mirava a soffiarle via il suo primo oro olimpico e a mandare in disgrazia la sua carriera da nuotatrice agonistica. Eppure ogni volta che lo guardava dare una carezza di conforto a Konan o un’occhiata amichevole, moriva dentro e sperava di essere al suo posto, ma non lo avrebbe mai ammesso davanti a nessuno, men che meno davanti a lui.
Però in quel momento Itachi ben decise di avvicinarsi a lei e iniziare a squadrarla mentre un po’ a disagio Sakura continuava a riscaldare i muscoli. Si sedette e allargò per bene le gambe, continuando a fare stretching. L’uomo si girò per rispondere al richiamo della sua atleta e Sakura potette finalmente ammirare –sia lodato il Cielo!- il sedere dell’Uchiha. Si morse a sangue il labbro e inferiore e gemette, perché diavolo doveva essere così sodo e magnifico? Perché lui doveva essere così attraente e allo stesso tempo così bastardo? Lo odiava.
“Dovresti piegarti un po’ più così e flettere le braccia in questo modo” intanto Itachi si era di nuovo rivolto a lei e le aveva sfiorato il corpo con le mani per modificarle la postura, che secondo lui era sbagliata.
“Guarda che so come ci si riscalda, lo faccio da tutta la vita” esclamò piccata mentre il ragazzo inarcava un sopracciglio e la fissava impassibile. “E ho già un’allenatrice.”
Solo che non si vedeva, voleva aggiungere Sakura, perché effettivamente Tsunade era scomparsa e lei aveva assolutamente bisogno di sostegno morale. Rivolse uno sguardo incerto attorno a sé ed eccola lì, che con un sorrisone le faceva il segno dell’ok e se la rideva con Ino, la migliore amica di Sakura. Maledette.
Itachi ignorò l’ultimo commento e le diede un colpetto sulla fronte. “E’ così che si risponde a qualcuno più esperto di te?” accennò un sorriso che fece tremare la ragazza. “Sei un tantino impertinente.”
Sakura voleva lanciarlo in acqua e violentarlo a sangue nello stesso istante, ma si trattenne e sbuffò infastidita, lanciando un’occhiataccia ad Itachi che si stava abbassando alla sua altezza, tenendosi in equilibrio sulle ginocchia e avvicinandosi pericolosamente al viso della nuotatrice, che arrossì di botto e tentò di nascondere le guance porpora sotto vari ciuffi di capelli.
“S-se ti do fastidio vattene allora, perché io-”
“Non ho detto che non mi piaccia” soffiò lui al suo orecchio. Si rialzò e chiuse la zip della felpa che stava indossando. Sakura pensava di morire tanto il cuore le batteva forte nel petto, e sperò che lui non lo sentisse. “Magari, se tu vincessi la medaglia d’oro, potrei pensare di portarti fuori a cena” e con un ultimo sorriso e un lampo di divertimento negli occhi nerissimi scomparve tra la folla di giornalisti e conduttori che si stavano accalcando sulla rosa, che giustamente continuava a fissare il punto in cui era sparito Itachi con la bocca spalancata.
Le aveva seriamente proposto di uscire insieme? Uscire insieme dopo che aveva vinto il primo premio, battendo la ragazza che teoricamente lui stesso aveva allenato?
Sakura non sapeva se urlare di gioia o gridare di frustrazione per il comportamento sempre incomprensibile di lui, ma nel dubbio iniziò a sorridere come un’ebete ripensando alle parole di Itachi e riprese ad allungare i muscoli con la testa fra le nuvole, ignorando la calca di gente che cercava la sua attenzione.
 
Inutile dire che Sakura Haruno quello stesso giorno vinse la medaglia d’oro nei 100 metri stile libero.

 











N/a: ecco qui la cosina che ho scritto per il birthday della mia piccola Sakura. Chi ha letto qualcuna delle mie "opere" sa quanto io sia malata e quanto mi piaccia shipparla con un casino di personaggi, e perciò non ho resistito e ho buttato giù queste tre one-shot. Spero vi piacciano sinceramente, ho deciso di non suddividerle perché altrimenti ci avrei messo solo un casino di tempo a pubblicarle giorno per giorno e il compleanno sarebbe pure finito, quindi pace, sono tutte insieme. Spero non sia un problema.
Tra l'altro aggiungo che quella che io preferisco fra le tre è la ItaSaku, mi sono divertita troppo a scriverla e mi soddisfa parecchio! Che pucci che sono ç_ç
 
 
 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Akatsuki