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Autore: Gwen Chan    29/03/2017    3 recensioni
Una piccola fiaba, dove Yuri non è più alto di un pollice, Victor è il principe delle fate, e devono affrontare molte avventure prima di poter stare insieme.
O, in altre parole, una Pollicina!AU
Genere: Fantasy, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hiroko Katsuki, Un po' tutti, Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il ragazzo nel fiore
 
C'era una volta, in un piccolo villaggio situato da qualche parte nel sud del Giappone, una signora che si sentiva molto sola. Suo marito era da tempo morto e la sua unica figlia, che ella amava molto, aveva da poco lasciato il nido.
Così la povera donna passava le giornate a fantasticare di avere ancora una creatura di cui prendersi cura, con nessuno, a parte un vecchio barboncino, a tenerle compagnia.
 
Un giorno, mentre stava tornando dal mercato per la spesa settimanale, udì due donne che parlavano della strega che viveva sulla cima della collina del villaggio. Le storie che circolavano su di lei erano tutte incredibili e straordinarie, con la gente che lodava le capacità della strega di realizzare ogni desiderio, non importa quanto fosse complicato.
La donna, il cui nome per inciso era Hiroko, ascoltò la conversazione quanto più poteva, riflettendoci poi su sulla strada di casa. Forse - considerò mentre armeggiava con la chiave della porta d’ingresso - la strega avrebbe potuto aiutarla ad avere un figlio di cui occuparsi e che le avrebbe tenuto compagnia.
“Che cosa ne pensi, non sarebbe una buona idea?” Chiese Hiroko al cagnolino rannicchiato ai suoi piedi. L'animale, che era un po' sordo da un orecchio, alzò la testa dalle zampe e diede un sonnolento  “Woof” in risposta. Lei gli diede una pacca sulla schiena, con le dita che carezzavano la pelliccia marrone e grigia del cane.
“Sì, hai assolutamente ragione,” cantilenò Hiroko, sorridendo felice mentre immaginava la vita che avrebbe ho avuto con un ragazzo che gironzolava per casa. Quando si addormentò, la testa abbandonata sul petto, quel sorriso sognante era ancora sulle labbra.
 
***
 
Nonostante la propria scelta di andare a vedere la strega e la sua risolutezza a farlo, passò una settimana intera prima di Hiroko potesse effettivamente raccogliere abbastanza coraggio per camminare fino alla casa della strega e bussare alla sua porta.
La strega era una bellissima donna di nome Minako. Si diceva che in realtà avesse centinaia se non migliaia di anni, ma grazie ai suoi incantesimi e pozioni aveva ancora l'aspetto di una ragazza in fiore.
“Entra, è aperto!” accolse Hiroko da dietro un bancone. Stava in piedi su uno sgabello di legno e tutto il suo corpo era teso nello sforzo di prendere una grande scatola dal scaffale più alto. Dopo un po', tuttavia, la strega dovette stancarsi di una simile sforzo perché pescò una lunga bacchetta da una da una tasca nascosta nella sua veste e l’agitò verso la scatola. Sotto gli occhi stupiti di Hiroko l'oggetto scese scivolando e atterrò gentilmente sul parquet.
“Usare la magia è così faticoso! Vorrei poter evitare di fare questo ogni volta!” sbuffò Minako. Mentre diceva così si voltò verso Hiroko come se si aspettasse una risposta. Hiroko, che a questo punto aveva già perso metà della sua capacità di parlare e onestamente non poteva vedere come la magia potrebbe essere una cosa negativa, si limitò ad annuire.
Minako sorrise. Poi le offrì una tazza di tè caldo. “In modo che nel frattempo tu possa spiegarmi ciò che desideri”, concluse.
 
Hiroko, stanca per la lunga passeggiata fino alla collina in un pomeriggio d'estate caldo e ventoso, accettò con gratitudine.
“Mm, un ragazzo,” borbottò Minako da sopra l'orlo della sua tazza dopo che Hiroko le ebbe spiegato il suo desiderio. La nostra donna chinò la testa, sentendosi sia un poco preoccupata e imbarazzata per la richiesta appena fatta. Le sue dita si strinsero intorno alla sua tazza ancora tiepida.
Minako rimase in silenzio per un po', mormorando qua e là una parola pensata più per se stessa che per chiunque altro. Poi, quando Hiroko era già sul punto di scusarsi e andarsene, la strega le fece cenno di aspettare. Scomparve per parecchi minuti - cinque giri di clessidra e mezzo - prima di tornare con una piccola scatola. Al suo interno un singolo seme era posato su un cuscino giallo intenso.
“Pianta questo in un vaso e annaffialo ogni giorno, mattina e sera,” Minako spiegò a Hiroko. “Quando il fiore fiorirà, avrai il ragazzo che il tuo cuore desidera.”
 
Hiroko era in verità un po’ incerta, ma chi era lei per dubitare delle parole di una strega potente e per la quale tutti avevano solo lodi? Così ringraziò più volte la donna e infilò nella sua borsetta la scatola contenente il seme, come se fosse stato il tesoro più prezioso dell'imperatore.
 
***
 
Una volta che fu di nuovo a casa Hiroko non perse un solo momento per piantare il seme, impaziente di vedere quale fiore ne sarebbe sbocciato e per verificare se la previsione di Minako fosse vera.
Così prese un grande vaso di terracotta, il più bello che aveva, lo riempì con terriccio fresco e ricco, e con attenzione mise il seme in un buco che aveva creato nel mezzo utilizzando il pollice. Mise poi il vaso sul davanzale della finestra della cucina, dove i raggi del sole arrivavano più gagliardi, anche in autunno.
 
Passarono due settimane. Ogni mattina Hiroko si alzava e innaffiava la pianta che era germogliata dal seme. Lo stesso faceva ogni sera prima di andare a dormire, proprio come Minako le aveva detto. Giorno dopo giorno la piantina cresceva in altezza e in bellezza e per la fine della prima settimana, un bocciolo bluastro era già comparso. Hiroko, con gli occhi umidi di lacrime, prese il vaso tra le mani, portò il bocciolo ancora fiorito al naso e ne inspirò il suo dolce profumo.
 
Circa una settimana dopo, Hiroko fu svegliata dall’abbaiare eccitato del suo cane. Il barboncino saltava sul posto e correva qua e là, leccandole il volto. Cercò anche di afferrare la manica del suo maglione tra i denti.
“Ok, ok, calmati ragazzo. Che cos'è?” Chiese Hiroko, stropicciandosi gli occhi assonnati. Era infatti ancora notte fonde. In risposta, il cane abbaiò un po’ più forte, prima di correre in cucina.
 
Lì, contrariamente a qualsiasi legge di natura e logica, il fiore stava sbocciando sotto la luce lunare che filtrava attraverso il vetro della finestra.
 
Hiroko si piegò sopra i petali mentre questi si aprivano lentamente. Erano blu, con parti di viola e violetto alla base.  La donna attese che il fiore ebbe completato la propria fioritura e, quando successe, meraviglia delle meraviglie, vide che un ragazzino stava seduto a gambe incrociate al suo centro.
Era piccolo, così piccolo che non poteva essere più grande del pollice della donna. Alzò le piccole braccia sopra la piccola testa e, sbadigliando, si stiracchiò. Quindi batté le palpebre e aprì gli occhi, guardandosi intorno con un'espressione curiosa. Infine si alzò sulle sue adorabili gambette e guardò Hiroko, le minuscole mani che scostavano un petalo come se fosse stato un sipario.
 
La donna, il cui cuore era sul punto di scoppiare per la meraviglia e la gioia che provava, portò la mano con il palmo verso l'alto vicino al vaso, in modo che il ragazzo potrebbe saltare su di esso. Egli lo fece.
Era vestito con un costume di un blu brillante, con fronzoli bianchi sul davanti. I capelli neri corvini erano arruffati e aveva un bel paio di caldi occhi castani. Quando parlò la sua voce era calma, gentile e dolce.
“Ciao, mamma”, salutò Hiroko. Una lacrima di gioia le scivolò lungo la guancia. La asciugò con la mano libera. Poi ridacchiò. Il ragazzo davvero non era più grande di quanto il pollice.
“Ti chiamerò Yuri”, decise; perché significa coraggio e ci vuole tanto coraggio per vivere in questo mondo non essendo più alto di un pollice. "Ti piace?"
Yuri sorrise la sua approvazione.

Note: Non ho scusanti a parte il fatto che il mio cervello era in fissa su questa idea e dopo aver affrontato angst non-stop nel mio altro progetto avevo bisogno di una bella e semplice fiaba AU
E comunque “Let me be your wings” " è perfetta per la Victuuri, quindi eccoci qui.
Aggiornamento settimanale, con capitoli brevi e semplici. Questa volta sono seria, questa cosa deve essere rapida, tenera e indolore.
Sette mini capitoli previsti.
   
 
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