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Autore: didi_95    29/03/2017    1 recensioni
[St 5 ep3] Spoiler!
"La amava cazzo... E non era nemmeno riuscito a dirglielo chiaramente."
Piccola Flash introspettiva sui pensieri di Pope alla morte di Sara.
E' la prima volta che scrivo in questo fandom e lo faccio per un momento estremamente drammatico xD, ma questa puntata ha ucciso i miei sentimenti perciò dovevo scrivere qualcosa.
Grazie a chiunque passi di qui :D e se volete lasciare un commento sono qui ad ascoltare.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' tutta la mia famiglia


Pope correva come se mille schifosi skitter lo stessero inseguendo, ma era peggio sì, molto peggio questa volta.
Non gli era mai importato troppo della propria pellaccia, il pericolo era qualcosa di stramaledettamente quotidiano anche prima dell'invasione... e lui amava il pericolo.
Ma non quel tipo.
Non quando non era lui a correrlo, ma qualcuno che amava.
Da quanti anni era che non amava qualcuno? Da troppo tempo...
"E' tutta la mia famiglia..." Aveva detto a quel bastardo di Mason.
E solo ora si accorgeva di quanto fosse vero.
I berserker erano un gruppo di amici sì, compagni d'armi, ma non erano mai stati più di quello.
Sara era qualcosa di nuovo e di vecchio insieme, qualcosa che riusciva chissà come a dare calore al suo cuore indurito dal dolore e dalla galera.
La amava cazzo... E non era nemmeno riuscito a dirglielo chiaramente.
Non aveva mai amato sua moglie, si era perfino costretto a dimenticare i propri figli, non si meritavano un padre come lui, non avrebbe potuto dar loro nulla di buono e comunque ormai erano morti.
Si era promesso di non amare mai più, di odiare, disprezzare tutto e tutti, compreso sé stesso...
Ma con quella bionda si era accorto di non riuscirci più.
Ed adesso era vero... lei era tutta la sua famiglia, per la prima volta dopo anni e l'aveva lasciata sola invischiata in quel fottuto cemento alieno.
< Porca Puttana! > urlò continuando a correre ed ignorando le urla dei propri muscoli indolenziti.
Aveva una brutta sensazione, orribile anzi.
< Oh se le succede qualcosa Mason, quanto è vero che respiro, verrò ad ucciderti con le mie stesse mani. >
Sibilò a sé stesso, cercando di scacciare alcune lacrime traditrici che gli stavano scivolando sulle guance.
Non mancava molto al punto dove l'aveva lasciata e non aveva incontrato nessuno skitter sulla strada.
Era sicuramente un buon segno.
Spostò il pesante lanciafiamme sulla spalla sinistra, scuotendo indolenzito la destra.
Il paesaggio divenne familiare; c'era quasi.
Quattro anni di guerra aliena più un'intera vita da semi fuorilegge non erano riuscite a prepararlo a quello che vide appena sbucato nella radura.
Sara era ancora lì, appoggiata al tronco, ricoperta di quelle che sembravano enormi mosche nere.
Pope mise in funzione il lanciafiamme, senza nemmeno accorgersi di aver cominciato ad urlare.
Dopo qualche secondo le mosche si diradarono e caddero morte al suolo; quello che rimaneva della donna che amava era qualcosa che Pope non avrebbe augurato nemmeno al suo peggior nemico.
Forse forse a Mason, lui se lo sarebbe meritato...
< Sara no! Sara! > gemette inginocchiandosi accanto a lei.
La bionda aprì gli occhi e sorrise:
< Sei tornato... > bisbigliò.
Pope le accarezzò i lunghi e setosi capelli biondi, come adorava fare ogni volta che la teneva tra le braccia.
< Sono qui. > gemette.
< Non riesco a sentire le gambe... >
L'uomo abbassò lo sguardo su ciò che restava delle gambe di Sara, in pratica solo ossa divorate dagli insetti...
Si sentì morire dentro.
< Tu... non guardare in basso ok? Basta che guardi me. > riuscì a dire, trattenendo le lacrime a stento.
< Credo che quel bambino non lo potrò avere dopotutto... >
L'ultimo residuo pezzo di cuore ancora funzionante nel petto di John ebbe una potente contrazione e nella sua testa cominciò a rimbalzare una singola frase:
" E' troppo tardi. "
Sara continuò a bisbigliare: < Ricordi quando ho detto che l'apocalisse era la cosa migliore che mi potesse capitare? >
Pope annuì, non riuscendo a dire nulla.
< Beh, mentivo. Sei tu la mia cosa migliore... >
Dopo queste parole, gli occhi azzurri della donna si chiusero ed il suo petto smise di sollevarsi.
Era morta.
Pope singhiozzò forte.
Tutte le speranze che aveva nutrito, il nuovo amore che era nato, il desiderio di un bambino per poter correggere finalmente una vita fatta di errori... era svanito tutto.
Tutto si era spezzato.
La strinse forte a sé e scoppiò finalmente in lacrime.

Qualche minuto dopo, con la testa ancora affondata nei capelli di Sara, sentì il rumore di un motore in avvicinamento; erano arrivati.
Al solo sentire la voce di Tom, il dolore si trasformò in rabbia.
Non appena videro la scena, i presenti ammutolirono.
Pope si voltò verso l'uomo che aveva ucciso la sua ragione di vita e gemette:
< E' troppo tardi, Mason... >

Quella sera, prima di seppellirla, fece a sé stesso due promesse: non si sarebbe mai più mostrato debole davanti a Mason e gliel'avrebbe fatta pagare.
Molto ma molto cara.
   
 
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