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Autore: Liffo    29/03/2017    0 recensioni
Ricordati Barbara, pioveva senza sosta su Brest quel giorno là.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Barbara

(Prosa della “Barbara” di Prevert)

 

 

Rappelle-toi Barbara

Il pluvait sans cesse sur Brest ce jour-là”

 

Di solito i giorni di pioggia portano con loro malinconia e anonimato, e come potrebbero fare altrimenti coi loro cieli grigi e l'incessante caduta di gocce d'acqua tanto rimembrante il pianto di angeli e altre divinità ormai sconosciute? Ma quel giorno in particolare, il Sei Agosto Millenovecentoquarantaquattro, non rispettava quella convenzione di tristezza ed angoscia, anzi quella mattina piovosa per Barbara Louppe era il gran giorno in cui avrebbe finalmente potuto vedere il suo amato Charles Iris di ritorno da un lungo mese di malattia, ma ormai completamente guarito. La bella Barbara percorreva con passo leggero Rue de Siam senza lasciarsi disturbare dalla pioggia che le bagnava i capelli neri, le grondava dal viso pallido e dalle maniche blu della maglia, gli occhi neri come gli abissi del mare erano umidi per ben altro che la quieta pioggia.

 

Un homme sous un porche s'abritait

et il crie ton nom

Barbara”

 

Il Fidanzato la attendeva comodamente appoggiato al muro, riparato da un balcone soprastante di uno o due metri alla sua testa, più asciutto della sua amata, ma di anche lui fradicio dalla testa ai piedi, i ciuffi biondi facevano da trampolino alle gocce d'acqua rimaste nella chioma, gli occhi azzurri velati di felicità. Indossava il completo delle grandi occasioni. Quella era una grande occasione.

“Barbara!” gridò vedendola dopo tanto tempo, aprendo le braccia e attendendo ciò che per troppo tempo era stato atteso. Non si trattenne Barbara subito inizio a correre sotto la pioggia con unicamente il calore tanto amato in testa.

E tu t'es jetèe dans ces bras

Rappelle-toi cela Barbara.”

 

Delle braccia, anzi: Le di Lui braccia dolcemente le strinsero i fianchi, la sua bocca fu finalmente libera di percorrere le di lui labbra, un'unione di corpi che durò per pochi istanti, ma che bastò a spiegare le emozioni di un intero mese separati.

Sotto quel balcone parlarono, parlarono a lungo di sogni e di speranze, scherzarono sull'avere dei bambini, sul cercare casa vicino a buone scuole, si presero gioco del Fuhrer, del Duce e di zia Jacqueline che voleva trasferirsi a Parigi finita la guerra, fecero tutto ciò che fanno due innamorati. Salirono a casa di lui quando l'uragano lo sancì, misero ad asciugare gli abiti ed a letto si amarono fino alla fine, fino alla pace dei sensi. Si fecero la doccia assieme senza alcun imbarazzo, cucinarono assieme ridendo e scherzando bruciando la carne e la zuppa. Imbarazzati si accontentarono di un piatto di riso bianco e qualche formaggio. Accesero la radio poi la sera ballando tra occhiate maliziose e sorrisi d'amore, per poi stendersi a letto assieme e addormentarsi l'una abbracciata all'altro.

Venne quindi il mattino e dopo la colazione per Barbara giunse il momento di tornare a casa. Con tristezza baciò il suo amato, raggiante sentì che si sarebbero visti il giorno dopo, “Ti amo” si dissero prima di un ultimo bacio. Poi la camminata sotto quella pioggia, la camminata per le strade di Brest.

Cette pluie sage et heureuse

Sur ton Visage Heureux

Sur cette Ville Heureuse

Cette pluie sur la mer, sur l'arsenal

Sur le Bateau d'Ouessan.

Oh Barbara quel conneriè la Guerre

Qu'es.tu devenue maintenant

Sous cette pluie de Fer, de Feu, d'Acier et du Sang

 

Caddero palazzine, a fuoco andarono i negozi, saltarono gli alberi ornamentali, morirono le persone. Ma non Barbara. Lei si salvò per miracolo, non seppe come, non seppe perchè, ma le palazzine quel giorno la spaventavano e così ne stette lontana, un istinto la salvò, Iddio volle salvarla, o forse no, forse lo volle per caso.

Ma non fu a sé che pensò quando si vide sana e salva, non fu alla sua casa, non fu ai suoi libri ed ai suoi averi, non fu ai suoi amici e parenti più lontani.

Et celui qui te serrè dans ces bras

Amoureusement

Et-il mort disparu

O Bien ancor Vivant?”

 

Il petto le bruciò gli occhi le si riempirono di lacrime e le pupille le si dilatarono. Lo vide, sotto muri e calcinacci, con gli occhi chiusi e il petto che si allargava e si rimpiccioliva, sempre più lentamente. Si tolse i tacchi. Li lanciò non importa dove. Corse. Rapida. Come mai corse in vita sua. Sapeva la posizione, sapeva dov'era messo, il Dono d'Iddio glie lo stava dicendo. Le ci vollero dieci minuti per arrivare lì e a mani nude iniziò a sollevare rocce, a mani nude spostò la polvere e i chiodi, coi piedi sanguinanti si aiutò per levare via le rocce più grosse e pesanti. E quando non rimasero che poche spanne a separarli ecco che lei si fermò. Gli occhi pulsarono di nuovo, lo vide ancora, il suo petto. Fermo. Nessun rumore di battiti, il freddo del suo corpo lo avvertiva. Rimpianse di non essere abbastanza debole da svenire e battere la testa contro una qualsiasi sporgenza, rimpianse di non essere stata accanto alle palazzine lasciandosi morire assieme a lui, rimpianse di non essere abbastanza codarda da suicidarsi per provare a ricongiungersi a lui, rimpianse di non sanguinare abbastanza da provare dolore, rimpianse di non essere arrivata prima, rimpianse di essere stata troppo veloce mentre tornava a casa. Rimpianse lui. E lui solo per davvero.

 

 

 

Pianse, Pianse Barbara. Pianse sulla tomba di Charles. Provò quel dolore che non si riesce a spiegare bene. Quello là. Quello che brucia. Quello che parte dallo stomaco e arriva ai denti. Quello che non è fatto solo di lacrime. Quello che è fatto anche di muco e sangue. Si ferì Barbara. Non si ferì mortalmente. Non ne ebbe il coraggio. Ben tre chiodi usò per provarci. Già tre chiodi usò per graffiarsi il ventre. Il ventre che a lui voleva regalare. Il Ventre che sarebbe rimasto sterile per sempre. Il ventre che sempre rimase sterile. I capelli neri erano grigi di polvere. Tante, Troppe volte si rotolò nella cenere e nella polvere. Tanti e tanti graffi si procurò su ogni parte del corpo. Tanti Capelli si strappo. Tante bestemmie lanciò. Tanto odiò il Fuhrer ed il Duce. Tanto capì zia Jacqueline. Tanto odiò la guerra.

 

 

 

   
 
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