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Autore: miss dark    06/06/2009    5 recensioni
Mi mangiavo il dolore per nasconderlo a quegli occhi [i miei, forse] sciolti e stanchi; a quegli occhi [i tuoi] chiusi anche se aperti. Ciechi.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non con i suoi, ma con l'inchiostro

Era da tempo che non riuscivo a scrivere.

Perchè qualsiasi cosa scrivessi mi sembrava uguale a ciò che avevo già scritto.

Perchè nulla mi soddisfaceva.

Nemmeno questo, d'altronde, mi piace particolarmente, ma è uscito dalla penna con tale violenza, con tale forza, che mi sembrava giusto pubblicarlo.

Magari non è nulla, magari è altra spazzatura.

Questo non lo so.

Quindi, a voi la decisione.

 

 

 

 

 

 

Perché sono ancora qui, dopo aver promesso infinite volte a me stessa che me ne sarei andata in fretta?

 

Perché sono ancora qui a guardare le mie unghie scheggiarsi a furia di

picchiare contro un muro?

 

Perché sono ancora qui a scorticarmi le parole dalla gola per il disperato bisogno di dar loro forma?

Per il bisogno di sapere che una forma ce l’ha, questo qualcosa che sento nel petto, che mi annulla corrodendomi le ossa e consumandomi dall’interno.

 

E non me l’hanno detto perché sono ancora qui a scrivere e sbagliare parole, a mescolarle senza dire nulla per il puro diletto di sentirle infuocate sulla mia pelle.

Magari non hanno neanche un senso, magari sono solo scherzi giocati dalle mie sensazioni troppo morte, fatto sta che mi divertivo a vestire la mia invisibilità di colori cangianti per giocare a vederla e non ignorarla.

Non me l’hanno ancora detto, il perché, intendo, e so che non lo diranno mai, eppure ho il sangue così sporco ed annacquato che neanche vederlo sciogliersi alleviava il dolore. Che nemmeno tirarmelo fuori mi faceva sentire leggera, così che alla fine ho dovuto urlare.

Non con la lingua, ma con la mano.

Non con i suoni, ma con l’inchiostro.

E ho dovuto intrappolare quell’urlo su un foglio di carta, senza che m’importasse del come e del quando. Senza che m’importasse e basta, solo perché uscisse e non continuasse ad uccidermi da dentro.

Mi mangiavo il dolore per nasconderlo a quegli occhi [i miei, forse] sciolti e stanchi; a quegli occhi [i tuoi] chiusi anche se aperti. Ciechi.

Non mi volevi vedere e non mi facevo vedere.

Non ti volevo parlare e non volevi che ti parlassi.

Allora tessevamo parole di musica e le soffiavamo via; le perdevo e non mi rimaneva nulla da stringere tra le mani, che non fossero unghie scheggiate o rimorsi liquidi.

Per questo sono ancora qui. Per questo non me l’ha detto nessuno.

Perché abbracciandoti io sento solo odio.

Perché attraverso i miei occhi si vede solo buio.

 

 

 

 

  
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