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Autore: Darlene_    30/03/2017    4 recensioni
Un giorno un mercante incontrò la morte al mercato di Bagdhad; per sfuggirle scappò a Samarra dove trovò la sua fine. Ognuno di noi, prima o poi, scappa nella sua Samarra.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nome: Darlene_
Note: what if
Parole: 483
Personaggi: Sherlock Holmes, altro
Immagine: 7
Trama: Un giorno un mercante incontrò la morte al mercato di Bagdhad; per sfuggirle scappò a Samarra dove trovò la sua fine. Ognuno di noi, prima o poi, scappa nella sua Samarra.
 
 








 



 

 
SAMARRA

STORIA PARTECIPANTE AL CONTEST:
 FALSHFICS AROUND THE WORLD
INDETTO SUL FORUM DA HERMIT_
 
 
 
 
 
 
 
Ricordo tutto di quel giorno: L’Inghilterra fredda e grigia e l’uomo avvolto dal suo lungo cappotto. Cercava la traccia del suo assassino e invece incontrò me. Si fermò di scatto osservandomi intensamente. Nei suoi bellissimi occhi, per un istante, comparve lo stupore.
Anch’io restai un attimo immobile, insicura. Quello non era il posto predestinato. Restai ferma e aspettai; poco dopo scomparve.
Era solo, lontano dalla sua bella Londra, a chilometri da John: lo aveva costretto a restare a casa pensando di proteggerlo da me. Prese il primo treno e poi un taxi e in poche ore era già in Baker Street. Scese dall’auto, pronto a percorrere il vialetto, ma io ero lì: davanti alla porta del 221B.
 
Mi vide, ed ebbe paura. Ovviamente aveva già capito chi io fossi. Per un attimo dovette combattere l’istinto di scappare, ma poi capì che non c’era scampo: doveva affrontare il suo destino. Mi avvicinai a lui e il freddo che mi circondava lo fece rabbrividire.
“Siamo a Samarra.” Sussurrò con un filo di voce. Le sue guance diventarono ancora più bianche del solito.
Annuii e con un gesto del braccio gli indicai la strada: “Questa è la tua Samara, Sherlock.”
 
Lo sparo risuonò nell’aria uggiosa di quel triste pomeriggio. La camicia bianca si cosparse di sangue. Eccolo il killer cui aveva dato la caccia! Posò una mano sul foro nella pelle, gli occhi sbarrati. Lottava per non morire. Avrei potuto prenderlo con la forza, strappargli quel poco che gli restava; non lo feci. Non avevo fretta. Mi avvicinai piano e il suo calore mi avvolse. Posai una mano sulla sua e per un attimo ci fu l’equilibrio: uno stallo tra il caldo della vita e le mie dita gelate.
Lo avvolsi con dolcezza partendo da quelle mani perfette, insinuandomi sotto la sua pelle, lasciandomi pervadere dal fuoco che ancora  ardeva in lui. Mi beavo del suo calore mentre lui congelava.
Qualcuno da lontano lo chiamò. Tutto era lontano ed indistinto: c’eravamo solo noi due.
La sua forza vitale era ridotta ad una piccola fiammella; la lasciai bruciare ancora per qualche secondo. Tra le mie braccia quell’uomo che una volta non provava sentimenti balbettò: “Ti amo, John Watson.”
Quanto sono strane le persone! Si tengono tutto dentro per anni e quando non hanno più tempo affidano a me le loro parole.
Con le mie fredde mani spensi quell’ultimo barlume di vita che ancora restava in lui. Lo avvolsi con il mio mantello e portai nel mio regno la sua anima.
 
 
 
 
 
 
 
Quando passo porto dolore e disperazione. Tutti mi odiano, mi temono, cercano di scappare dalle mie grinfie, mi nominano con orrore. Ebbene, io vi dico: “Non sono crudele.”
Mieto uomini e donne, bambini innocenti e assassini spietati eppure non provo gioia. Li prendo tra le mie braccia e li porto nel mio regno non posso fare altro: io sono la Morte e questo è il mio lavoro.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ciao a tutti!
questa storia è nata osservando un’immagine, questa: (http://www.frasiaforismi.com/wp-content/uploads/2015/08/399272__colorful-fire-n-water-art_p.jpg) che mi ha molto ispirato. Da sempre sono appassionata alla storia del mercante di Samarra e questa e la mia interpretazione. In certi punti può sembrare stringata, ma contenere tutto in 500 parole è davvero molto difficile.
Come ho interpretato l’immagine?
Il rosso è il fuoco che arde in noi, è il potere della vita, mentre il blu è il freddo di tutto ciò che sarebbe potuto avvenire, ma resta per sempre sconosciuto, congelato per sempre. Il fuoco è la metafora della vita, mentre il gelo è la morte che rende immobile i corpi. La vita e la morte sono antitesi, ma c’è un punto in cui si incontrano e questo è il momento in cui la morte abbraccia la vita fino a soffocarla.
Spero che la storia sia piaciuta, a presto.
  
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