Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: T_D_VLm    30/03/2017    0 recensioni
Alice Caroline Johnson era un genio, per molti. Una scrittrive, capace di creare mondi fantastici solo con l'uso della sua penna... e con il suo cuore.
E capace anche di far sognare in tanti. Facendoli entrare in quei magici mondo costruiti da lei.
Farci entrare anche sua nipote Elizabeth, che per molti versi, era incapace di sognare... Ma lei ci riusciva. Sempre.
Ed è per questo, che la sua morte, la giovane si rese conto che i sogni erano una grande debolezza.
Ma un giorno la costrinse a cambiare idea, e, insieme a Charlie -l'unica persona capace di farla sognare- si ritrova in una fantastica avventura, fatta dei sogni e dei posto scritti da quella donna che tanto aveva amata. costringendola a ricredersi di ogni sua scelta.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«Mamma! Mamma!» urlava la piccola Lucy correndo verso la madre piena d'entusiasmo, mentre stringeva la sua piccola letterina ripiegata tra le mani. «Ecco la letterina per babbo natale» canticchiava allegra, porgendola nelle mani della madre.
«Babbo natale non esiste». La cupa voce che proveniva dall'incantevole ragazza sul divano, veniva percepita dalla piccola Lucy come una sorta di raccapricciante minaccia.
«Smettila Lizzie!» la rimproverò la madre, con tono irritato.
Certo, sapeva perfettamente cosa capitava alla ragazza -da quando aveva perso la sua adorata, pazza e sognatrice nonna, era come se avesse smesso di sognare-, ma non tollerava il fatto che volesse che anche la piccola Lucy, innocente e buona, smettesse di credere alla sua natura infantile. Era così diversa da come era prima. Insomma! Così realista! Come se avesse lasciato che ogni suo più bel sogno, irrealista e anormale, volasse in cielo con sua nonna... Sapeva perfettamente, che il legame che le univa era molto più forte di quello che la legava a sua madre, ma certe volte, Eleanor, si preoccupava così tanto.
«Mamma, Lizzie dice una bugia, vero?» mormorò la piccola Lucy, nell'infantile speranza delle sue fantasie.
«Certo!» rispose senza pensarci la madre, fissandola negli occhi.
Lizzie sbuffò irritata a quella affermazione. Si alzò dal divano, e si recò nel buco oscuro della sua stanza. Odiava quando i suoi genitori riempivano di bugie la piccola Lucy. Non sopportava il fatto di nutrire le pallide e stupide fantasie che la bambina nutriva.
Per lei, ormai, le fantasie stesse erano menzogne. Ogni cosa che spinge l'essere umano lontano dal crudele e complicato mondo in cui viviamo, è falso... soprattutto da quel freddo giorno d'inverno, quando la donna che più l'aveva riempita di menzogne se n'era andata, portando con sé ogni forma di fantasia, speranza e felicità della giovane Lizzie, riducendola a non più che un cencio senza la forza di avere un po' di speranze per il futuro, e facendogli credere che anche i legami forti, come l'amore, erano inutili e falsi.
Be', chiunque direbbe che Lizzie, nei sue sedici anni, sembra più cinica di una vecchia zitella. Ma, ogni adulto, a modo suo, dopo un po' diventa cinico? Ogni adulto pensa al denaro o ai soldi. Conduce una vita senza sogni, il cui unico desiderio e quello di portarla avanti il più tardi possibile.
Era quello, ormai il desiderio di Lizzie. Essere il più realista possibile.
Allontanarsi il più possibile dalla scelleratezza di sua nonna, solo per dimenticarla, e smettere di soffrire. Ma più ci provava a tenere sua nonna lontano da i suoi pensieri, più il suo subconscio la tradiva.
Obbligandola a pensare a quella donna, ricordandogli la sua voce, che gli implorava di essere la sua Elizabeth, quella che tanto amava, e non questa sua pallida imitazione che cerca di essere adulta. E in un disperato tentativo di non scordarla, si toccava il vecchio anello che portava al dito da quel giorno, memorizzando se non i tratti del suo viso, ogni particolare di quello strano anello, che a detta sua, veniva da molto lontano. Da anni passati.
Ma poi chiudeva gli occhi, e con i suoi cinici pensieri, riusciva a ricordare che quella era solo una voce nel vuoto. Nulla di concreto! Nulla di vero! Solo una dolorosa menzogna, che la sua mente gli dava perché non gli piaceva ciò faceva.
Era solo Irrealtà. Era solo una menzogna…
Così, invece, non la pensava Charlie McDallin. Un ragazzo carino –il più carino della scuola, a detta di Lizzie, che tra i banchi di scuola, non riusciva a vedere altro che lui, quando era in circolazione-, e di buona famiglia, anche se, costantemente divorato dalla rabbia verso i genitori. Troppo materialisti per i suoi gusti… cosa che aveva capito già dalla più tenera età, purtroppo.
E fu proprio quella inconfutabile e orribile rabbia, a buttarli in quei libri. In quelli di Alice Caroline Johnson. Da sempre sua scrittrice preferita.
Charlie era un ragazzo buono. Con un cuore che riusciva a riempire tre ville in pieno. Un ragazzo a cui solo il pensare di fare del male, faceva male a lui stesso.
Pensieri nobili, ovvio. Ma che certamente non gli davano la notorietà che aveva. Creata da anni e anni di basket. Cosa, che a sentire i suoi, era l’unica cosa che gli riusciva bene.
Perché Charlie era uno “stupido sognatore irrealista, che non faceva altro che immaginare una vita fantastica e priva di un qualsivoglia senso!”.
Ma intanto, per Charlie, l’unico modo per essere, se non felice per un intero giorno, almeno un minuto con un sorriso, era quello di sognare! Posti fantastici e irreali! Storie casuali, di eroi moderni!
Per Charlie, solo i sogni possono creare la vita. Perché, per lui, ogni ambizione, di ogni inventore, si creava dalla capacità di esso a vedere il mondo con occhi da sognatore! Solo una persona particolarmente dotata di fantasia, poteva creare arti o organi artificiali! Solo un incredibile visionario, poteva creare mezzi capaci di solcare i mari e i cieli!
E non i realisti, che si adeguavano alla stupida vita che avevano davanti.
Ma purtroppo per Charlie, la sua voglia di sognare, era messa tacere da quella famiglia così lontana da i suoi ideali, che misero a tacere le sue idee bizzarre prima che potesse solo immaginarle.
Charlie, col tempo, imparò ad adeguarsi a ciò che gli altri vedevano in lui, chiudendo i suoi sogni nella follia delle giornate che passava in stanza con il suo computer, per mostrarsi a tutti Charlie… Charlie, è basta.
Ovviamente, Lizzie e Charlie avevano poco in comune: l’età, la scuola, e forse qualche piccola conoscenza –se non si tiene conto della cotta segreta che provavano reciprocamente l’una verso l’altro.
Ma nonostante ciò, per quando la loro diversità fosse poco visibile a gli occhi degli estranei, in qualche modo si sono trovati.
Ma per due sognatori come loro, il posto in cui viviamo, fatto da strambi pregiudizi e amari giudizi, non è un posto per trovarsi… il posto per trovarsi e lontano, da qui…
E non nei sogni!
Ma in quel piccolo spazio, fatto da tempo e luce, che sta fra sogno e realtà… e lì che Charlie e Lizzie si sono trovati! Tra i più bei sogni, e tra la più amara Realtà!
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: T_D_VLm