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Autore: Sorina_SA    06/06/2009    5 recensioni
Raccolta senza canoni.
Qualsiasi personaggio, qualsiasi rating, qualsiasi genere potrà esserci.
Amo Light, la Light/L, lo Yaoi...Si può immaginare la maggioranza di capitoli similari ci sarà.
C'è una mia raccolta con lo stesso titolo nella sezione di D.Gray-Man; l'idea del nome l'ho presa dalla serie di Kaori Yuki pubblicata dalla Planet Manga.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: L, Light/Raito
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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PWSWIL

 

Disclaimers: Death Note © Tsugumi Ohba & Takeshi Obata. Questa Fan Fiction è stata scritta per puro diletto, senza alcun scopo di lucro. Nessuna violazione di © è dunque intesa.

Name: People Will Say We’re In Love

Author: Sorina_SA

Characters: Light, L, Matsuda, Aizawa

Pairing: Light/L

Rating: Verde

Type: One Shot, Song Fic, Shounen Ai, OOC, What if?, Generale

Time Placing: Dopo il finto proposito omicida di Soichiro Yagami nei confronti del figlio; il pezzo finale è della venticinquesima puntata dell’anime.

Notes: Wow. ...La prima cosa che scrivo nella sezione di DN...! Finalmente.
La canzone è tratta da ‘People Will Say We’re in Love’ del musical di Oklahoma.[Mi piacciono i musical u.u] Il mio inglese è pessimo, ma qualcosa l’ho capita dello scambio di battute fra Curly e Laurey e ho scaricato il testo. Ho pensato fosse una cosa carina applicarlo a questa shot.[ho rielaborato il testo come mi faceva più comodo; nella sostanza non ho modificato nulla].
Uso le date del manga perchè le sento più ufficiali[nell’anime sono avanti di 5, 6 anni].

Buona lettura

 

 

 

 

 

People Will Say We’re In Love

 

Why do they think up stories that link my name with yours?
Perché raccontano storie che collegano il mio nome col tuo?

Sweetheart, they're suspecting things
Dolcezza, loro stanno sospettando qualcosa

Some people claim that you are to blame as much as I
Qualcuno afferma che sei colpevole tanto quanto me

I know a way to prove what they say is quite untrue
Conosco un modo per provare che quello che dicono è abbastanza falso

Here is the gist,
In sostanza,

A practical list of “don’ts for you.
Una pratica lista di “non per te.

Don't sigh and gaze at me.
Non sospirare e non lanciarmi sguardi.

Why do you take the trouble to bake my fav'rite pie?
Perché ti prendi il disturbo per preparare la mia crostata preferita?

Grantin' your wish I carved our initials on that tree,
Considerando il tuo desiderio ho intagliato le nostre iniziali su quel albero,

Don't praise my charm too much
Non lodare troppo i miei pregi

Don't dance all night with me
Non ballare tutta la notte con me

Don't keep your hand in mine
Non tenere la mia mano nella tua

Don't stand in the rain with me
Non stare sotto la pioggia con me

People will say we're in love.
Le persone diranno che siamo innamorati.

 

 



 

 

~ Primo Ottobre 2004 [Al Quartier Generale] ~

 

 

 

“Ci hai fatto caso?”

 

“A cosa?”

 

“Ma sì, a quello che succede tra Light ed Elle, naturalmente!”

 

Eh? Cosa starebbe succedendo?”

 

“A noi, Elle, non ha voluto dare il numero di cellulare, ricordi? Invece a Light l’ha dato!”

 

“E con ciò?”

 

“Be’, è palese che ci sia qualcosa sotto!”

 

“Sotto? Sotto a cosa? Basta, Matsuda. Termina di esaminare quei documenti...Come al solito sei indietro!”

 

“Ma, Aizawa! Questo è più importante di leggere inutili scartoffie! Prendimi sul serio!”

 

“A prescindere, è impossibile prenderti con serietà; Secondo, il lavoro che stiamo – sto – facendo non è inutile!”

 

Ma vedi come sei superficiale?? La questione del numero di telefono è stato un allarme rosso! ROSSO, capisci!?”

 

“Lo vuoi capire tu che dici cretinerie? Light e Elle sono amici! A-M-I-C-I! E’ un concetto così astratto e difficile??”

 

Se se...! Se loro sono solo amici, io sono Kira!

 

« Lo trovo altamente improbabile, Matsuda. »

 

I due uomini seduti davanti ai computer, trasaliscono.
Troppo tardi si accorgono di aver lasciato i microfoni accesi.

 

La moltitudine di monitor mostra tutte le angolature possibili di due stanze.
In una, Misa è intenta a contorcersi in una mossa di yoga e – dall’espressione truce, che dagli appassionati « GHHH » – si può dedurre sia particolarmente difficile.
Nell’altra, Ryuzaki e Light, come di consuetudine, sorseggiano amabilmente il té pomeridiano – rigorosamente Earl Grey –, seduti fianco a fianco sul morbido e confortevole divano Barocco di velluto. Non sono incatenati; in quei momenti il mondo di Kira non esiste.

 

Colui che aveva parlato, scosta dalle labbra sottili la tazzina di zucchero acquoso, pinzata da due dita della candida mano scheletrica; riprende impassibile. « Non mi risulta che abbiate deciso di far parte di questo Quartier Generale e rischiare la vita, al fine di cianciare leggiadramente di inezie tra un documento inutile e l’altro. Se pretendete del tempo per riposarvi, non ho nulla da ridire: è un vostro diritto; ma se siete lì con l’intenzione di scovare indizi rivelatori su Kira, vi pregherei di farlo con cura ed impegno. »

 

 

I rei chiedono perdono in fretta e, imbarazzati per essere stati sorpresi a trattare affini temi, ricominciano diligentemente a sviscerare le informazioni sui computer.

 

Light, con un movimento aggraziato posa la tazzina sul basso tavolo di vetro e, pacato, si rivolge ad una delle telecamere installate. « Scusate, potreste togliere audio e video di questa stanza? Io e Ryuzaki dobbiamo parlare. Appena avremo finito, vi avvertirò col telefono che c’è qui. »

 

“...Uhm...D’accordo...” Aizawa esegue.

 

 

Un sorriso imbecille di trionfo storpia inquietantemente il volto di Matsuda. “Visto? Io te l’avevo detto!

 

Riceve all’istante un pugno in testa.

 

 

 

Quando è sicuro di non essere udito, le braccia conserte sul petto e gli occhi gravi di un intensità simile a quella con cui affrontava il caso Kira, si volge in direzione del compagno. L’inflessione della sua voce è laccata di tedio. “Tutti i membri del Quartier Generale vanno dicendo che siamo innamorati, Ryuzaki.”

 

“Matsuda non è ‘tutti’, Light.” Precisa l’altro. “Non dare peso alle sue elucubrazioni.
...Come abbiamo sempre fatto, del resto.” Asserisce con la sua abituale schiettezza non maligna.

 

...

 

 

“...E’ colpa tua.”

 

Ryuzaki lo guarda stupito – per quanto i suoi muscoli facciali atrofizzati rendessero l’idea – al di sopra della sua tazza di destrosio al té.

 

“E’ colpa tua se gli altri pensano quelle cose di noi due.”

 

“Non ti seguo, Light.”

 

Quello sbuffa spazientito. “Devo anche spiegartelo?”

 

“Pare di sì.”

 

“...Ti comporti come una dodicenne alla prima cotta, Ryuzaki!

 

“...Prego?”

 

“Hai capito benissimo.”

 

“Affatto. Non avendo mai avuto a che fare con una dodicenne alla prima cotta, ne’ esperienze amorose analoghe, mi è alquanto impossibile comprendere che ragionamento stai adducendo.”

 

“Allora ti elencherò le cose da dodicenne alla prima cotta che fai: in ogni occasione fattibile e con chiunque, ti spertichi di complimenti per me! Da come parli, sembra che io sia Dio!

 

“Light, stai mettendo in dubbio il mio metro di valutazione?”

 

“...Poi hai chiesto a mio padre di portarti un mio album di foto di quando ero bambino...!”

 

“Bisogna sempre partire dalle radici quando si indaga su qualcosa.”

 

Non mentire! Sfogliare l’album e vezzeggiando ciascuna foto, non fa di certo parte delle indagini!”

 

“Mi deludi, Light. Ti credevo al mio livello; ma se non comprendi un ragionamento così semplice e lampante, sono costretto a malincuore a ricredermi.”

 

“...Per non parlare di quella volta che mi hai costretto ad incidere le nostre iniziali su un albero del giardino interno del quartiere...!”

 

“Ti devo correggere: non ti ho costretto. Sei un individuo emancipato, capace di intendere e volere.”

 

Non mi hai costretto? Io la reputo una costrizione – nonché terrorismo psicologico! – averti accanto con gli occhi sbarrati e luccicanti e l’aria da cane bastonato!”

 

“Il tuo uso solenne di metafore e similitudini sa essere curioso.

Quella di incidere le nostre iniziali l’ho giudicata una cosa amena e puerile, usuale tra amici.”

 

“Le facce sgomente di Mogi e mio padre lì presenti, ti hanno suggerito che fosse una cosa amena e puerile tra amici!?

 

“Tendo a non dare importanza alle opinioni altrui su di me. Se lo facessi, sarebbero troppi i complessi da sostenere...Basti guardarmi ed esaminare la mia situazione sociale.”

 

“Questa volta non sei solo tu, Ryuzaki! Siamo in due!

 

“Light, questo tuo rifiuto dei sentimenti che si possono instaurare in due esseri umani, fa alzare al 68% le probabilità che tu sia Kira.”

 

“Piantala di scherzare! I fatti parlano chiaro: devi abbandonare le tue idee distorte e ambigue di amicizia!

 

Segue un denso silenzio, in cui Light centellina il suo té, un leggero tic convulso al sopracciglio destro;
Ryuzaki ha lo sguardo perso nel vuoto, inabissato in chissà quali feconde riflessioni.
“...Capisco.” Proferisce dopo un po’.

 

 

E la postura di Light si irrigidisce nel vederlo posarsi il pollice tra le labbra, gli occhi più dilatati del solito.

 

Brutto segno.

 

C’è sempre qualcosa di sbagliato quando Ryuzaki si smeninge più del dovuto. Ci si addentra in meandri di realistica misticità, a concetti vicini al segreto della vita...Anzi, vicini persino al vero nome di Elle...

 

Viene distolto dalle sue riflessione teologiche dalla voce strascicata e onerosa dell’altro.
“Sii indulgente col mio slancio d’ardore, ma se devo essere franco anche tu hai le tue colpe, Light.”

 

L’accusato aguzza le iridi dal taglio tipicamente nipponico, riducendole a due falci inquisitorie. “Colpa...?”

 

“Esatto. Non posso definirmi un esperto di legami interpersonali; tuttavia so distinguere atteggiamenti sfuggenti da altri.
Cosa mi dici di quella volta che sei rimasto sveglio fino a tardi, assieme a Watari, per cucinarmi la torta alla panna e fragole?”

 

“...Quella...Quella sera non riuscivo a prender sonno...E con tutto il lavoro che ha da fare Watari, pensavo di evitargli almeno la fatica di preparare i tuoi dolci.” Si giustifica posato l’amico, simulando un colpo di tosse alla Kiyomi Takada.

 

“Intendi lo sforzo di sollevare la cornetta del telefono, comporre il numero della pasticceria ed ordinare?”

 

“Be’, è risaputo che le torte fatte in case sono più buone...”

 

“...Di tanto in tanto mi guardi e fai dei lunghi sospiri, come se avessi fame...”

 

Ovvio. A stare vicino a te e al tuo profumo di zucchero verrebbe fame a chiunque...”

 

Ryuzaki, come se stesse facendo un soliloquio abulico, lo ignora ed insiste imperturbabile. “...Mi prendi per mano per farmi vedere nuove informazioni su Kira...”

 

“Certo, altrimenti te ne resti lì immobile od impieghi minuti interi ad arrivare...!”

 

“...Mi addormento spesso seduto davanti al computer...Mi hanno detto che mi metti sempre una coperta addosso. Ed una volta hai tentato di portarmi in braccio nella mia stanza...”

 

“Dormire in quella posizione non ti fa bene alla schiena...Volevo solo esimerti da questa sofferenza al risveglio...!”

 

“...E’ naturale che i membri del Quartier Generale abbiano dei sospetti, non possiamo biasimarli. Ribadire che noi non siamo innamorati è inutile, perché le prove sono totalmente schiaccianti.
Cosa consigli di fare, Light?”

 

“L’unica cosa logica, Ryuzaki: darci una regolata. So bene che la gente parla anche senza fondamenti; però l’impressione che ha Matsuda di noi non è casuale; non c’è tempo per queste cose, non possiamo permettercelo. E’ anche irrispettoso verso gli altri.
Dedichiamoci completamente alle indagini, siamo qui per colpa di Kira. Siamo qui solo per questo.

 

“Già. E’ esattamente ciò che ho ponderato anch’io.
Quindi...”

 

“...Quindi inizierò col non massaggiarti più la schiena dopo una nottata passata in una posizione scorretta.”

 

“...E smetteremo di passare tanto tempo insieme anche se non è per le indagini.”

 

“...Smetterò di provare a districarti i capelli con le dita col pretesto di renderti presentabile.”

 

“...Smetteremo di ballare insieme con la scusa di volerci sgranchire dopo ore seduti...”

 

“...E smetterò di imboccarti, anche se per scherzo...”

 

“...Di abbracciarci al risveglio e prima di andare dormire...”

 

“...Di darci il buongiorno come se fosse la prima volta...”

 

“...E di augurarci la buonanotte come se fosse l’ultima...”
Sussurrano all’unisono, lo sguardo indirizzato in sensi opposti.

 

 

Light si alza rapidamente.
Si avvicina al comodino all’angolo della stanza. “Avverto gli altri.”

 

“Va bene.”

 

 

 

« Aizawa, Matusa, riaccendete pure le telecamere. »

 

“Sì.” Matsuda riaggancia il telefono, mentre il collega riavvia i monitor.

 

...

 

Che...?

 

 

Ryuzaki, normalmente, fissa l’etereo con le ginocchia al petto.
L’anomalo è che non sta divorando pasticcini, ne’ crea piramidi con zollette di zucchero.

 
Light è seduto non più sul divano, ma su un sofà accanto.
“Io vado di là dagli altri. Finisco di controllare le vittime di Kira negl’ultimi cinque mesi.” Dice tutto ad un tratto, monocorde.

 

“Vi raggiungo subito.” E’ la risposta formale.

 

 

 

Matsuda non può che rimanere agghiacciato da quella scena.
E’...E’ colpa sua quel improvviso cambiamento di atteggiamento...?
“...A...Aizawa...”

 

“Che vuoi adesso?”

 

 

Il tono lacrimoso, come i suoi occhi, piagnucola “...Cosa ho fatto...!?

 

 

 

 

 

 

 

~ 28 Ottobre 2004 ~

 

 

 

Light Yagami riacquista la memoria di Kira.

 

 

 

 

 

 

 

~ 5 Novembre 2004 ~

 

 

 

Don Don              Don Don               Don Don

 

 

 

Piove.
Una pioggia fitta, a catinelle.

 

 

 

Don Don              Don Don               Don Don

 

 

 

Ora Light gli è vicino.
“Ryuzaki, che stai facendo?”

 

 

E lui riderebbe.
Rumorosamente, sguaiatamente, petulantemente.
Come quella pioggia scrosciante.
Come quelle campane che non la finiscono di tormentarlo.

 

 

 

Don Don              Don Don               Don Don

 

 

 

Ryuzaki riderebbe.
Silenziosamente, languidamente, meramente.
Come quel dolore che non traspare.
Come quel sentimento che non se ne vuole andare.

 

Riderebbe di se’ stesso.
Riderebbe perché, pensa a queste parole

 

“Non stare sotto la pioggia con me.
...Le persone diranno che siamo innamorati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Owari:

Lo so, è melensa. L’immagine di Elle che ride è un’allegoria, sottolinea la drammaticità della scena.
Inizialmente non doveva essere così lunga, ne’ aveva un finale malandrino, ma la mia mania di stroppiare in negativo ha avuto la meglio.
La frase ‘E lui riderebbe. Rumorosamente, sguaiatamente, petulantemente. Come quella pioggia scrosciante. Come quelle campane che non la finiscono di tormentano.’ a chi l’avete collegata? L’ho scritta in modo che potesse essere applicata ad entrambi, la lettura è soggettiva.

 
Sto lavorando alla prossima Shot, arriverà il prima possibile *_*

 

Aspetto le vostre impressioni e tant’altro

 

SS

  
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