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Autore: ester1991    30/03/2017    0 recensioni
La vita di Emily Mann era perfetta fino al suo sedicesimo compleanno.
Quando la sua esistenza venne travolta da un paio di occhi grigi azzurri e un segreto di famiglia dimenticato.
"Ti cerco ogni giorno per versare nel tuo cuore i palpiti del mio".
Genere: Dark, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
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Ero impazzita.
Era l'unica spiegazione plausibile che mi ronzava in testa per poter spiegare il perché fossi scappata di casa per uscire insieme ad un ragazzo con il quale avevo scambiato due parole davanti un caffè.
Se qualcuno me lo avesse detto un mese prima mi sarei piegata in due dalle risate.
Invece, eccomi li' su un suv nero con James e con Oh Love dei Green Day a tutto volume.
"Non ti facevo il tipo che ascolta questa  musica"-urlai sovrastando il ritornello della canzone.
"E perché no scusa?"-chiese  il ragazzo abbassando il volume-" Pensavi che ascoltassi opera lirica?"-sghignazzò.
"No"- mormorai arrossendo-" Pensavo che ascoltassi canzoni più rock... Quasi metal..".
"Ahn ho capito. Vediamo se ho qualcosa che può confermare le tue supposizioni"- continuò armeggiando con la mano destra la radio.
"Ok. Però per cortesia fai attenzione. Non vorrei morire così"-sbottai mentre un camion rosso ci tagliava la strada per immettersi nell'autostrada.
"Non ti preoccupare Bambina, nessuno vuole che il tuo bel viso di ceramica si rovini"- disse James dando play alla canzone successiva-" comunque non vuoi sapere dove stiamo andando?"-chiese mentre la voce di Mansoon faceva vibrare le casse dell'auto.
" Certo che voglio saperlo"- risposi pensando al complimento che mi aveva appena fatto grazie al quale la femmina che era dentro me aveva fatto due capriole all'indietro e tre in avanti.
Per quanto scontroso e acido fosse James mi attraeva.
Mi sentivo in tensione, ma allo stesso tempo potevo essere me stessa.
Non c'era bisogno di mentire con lui o essere dubbiosa perché lui non mi aveva mai dato motivo per esserlo nei suoi confronti.
A differenza di Jason naturalmente di cui non potevo fidarmi.
Appena mi attraversò quel pensiero accarezzai il brillantino rosso all'orecchio sinistro.
"Bello il tuo rubino"-esclamò James uscendo dalla strada comunale per immetersi nella strada provinciale.
"Manca ancora molto?"-domandai ignorando quello che aveva appena detto.
"No Emily. Siamo quasi arrivati"-rispose imboccando  una stradina di campagna non asfaltata.
Ci fermammo dopo qualche miglio ad un benzinaio dove James parcheggio' l'auto.
"Ora?"- sbottai imitandolo mentre slacciava la cintura e scendeva dal mezzo.
"Ora vieni con me"- disse prendendomi la mano.
Appena la sua pelle entrò in contatto con la mia una scarica elettrica mi percosse tutto il braccio.
Percorremmo il perimetro della pompa andando sul retro dove un reticolato circondava un grande magazzino a prima vista abbandonato.
"È per questo che siamo venuti sino a qui?"-domandai accenando con il capo ad un grande buco sulla rete grazie al quale avremmo dovuto passare per recarci nel stabilimento in cemento.
"Quindi..."
"Ehi Jay sei riuscito a venire!"-squitti' una ragazza dalla chioma blu prima di avventarsi su James.
Cercai di ricompormi subito sentendomi a disagio per il mio aspetto fisico e per la mia presenza.
La nuova arrivata era la stessa tizia con cui dava spettacolo qualche giorno prima sopra la moto di fronte al centro commerciale.
Aveva più o meno la mia stessa età anche se sembrava più grande, probabilmente le calze rotte e i stivali al ginocchio aiutavano.
Avrei scavato con le mani nude una buca profonda dove nascondere i miei orrendi stivali e i miei insulsi jeans stracciati.
"Ciao Ethel!"-salutò il ragazzo abbracciandola a sua volta-"sei da sola?".
"No, Marcus è dentro.."-rispose la ragazza mettendosi sulle spalle uno zaino nero.
"Aspetta che ti presento una persona"-  disse James facendo cenno di avvicinarmi-" Questa è Emily.. Emily Mann".
"Oh.. Momolto piacere Emily"- balbettò Ethel stringendo la mia mano.
"Piacere mio".
"È la prima volta che vieni qui?"- chiese la ragazza passando attraverso l'apertura sulla rete aiutata dall'amico, trombamico,... Insomma quello che per lei era.
"Sì.."-risposi seguendola a ruota.
Nonostante la zeppa delle sue scarpe, minimo venti centimetri, Ethel camminava totalmente a suo agio.
Nemmeno, il freddo della notte sembrava darle fastidio; era pressoché impossibile che non lo sentisse quando stavo letteralmente ghiacciando nonostante le due maglie e la calzamaglia.
"Vedrai ti piacera da morire"-sostenne la ragazza camminando lungo una stradina piena di erba incolta che le accarezzava le gambe-"Questa sera l' Essepi scoppierà dalla  marea di gente che ci sarà. Vedrai uno sballo assoluto.."- continuò passando sotto un ramo di un albero semicadente.
Dopo pochi passi ci ritrovammo in mezzo ad un fiume di persone.
Erano tutte diverse fra loro; più o meno avevano un'età fra i quindici ed i trent'anni raccolte in gruppi di amici che ridevano e scherzavano mettendosi in coda su tre file per entrare nel magazzino.
"Cos'è l'Essepi?"-bisbigliai a James che nel frattempo mi aveva dato la mano per paura di perdermi nella folla.
"È una festa dove persone speciali, tipi tosti come noi si ritrovano per fare festa"-spiegò mentre ci accodavamo nella seconda fila dietro a Ethel che parlava animatamente con una ragazza dai capelli neri raccolti in un'elegante treccia.
"Chi ti dice che io sono speciale?".
"Bambina fidati io non mi sbaglio tu sei proprio come me".
"Wow... che culo!"- rimbeccai avanzando di qualche passo per trovarmi davanti un uomo alto due metri per un quintale di muscoli.
"Ciao Tom!"-saluto' il mio accompagnatore il dando il cinque con la mano sinistra.
"Ciao James,... Hai compagnia questa sera! Chi è? Non l'ho mai vista prima d'ora. Sai benissimo che non è permesso portare.."-ruggì il gigante abbassandosi alla mia altezza per guardarmi meglio negli occhi.
Quel gorilla grande e grosso metteva soggezzione e paura grazie anche al completo nero alla men in black che portava.
"Calmati è apposto"- confermò il mio accompagnatore per poi fare cenno al buttafuori di avvicinarsi perché dove dirgli qualcosa all'orecchio.
Quando James ebbe finito di parlare il gigante sgranò gli occhi continuò a studiarmi per poi raddrizzarsi ed infine lasciandoci passare dentro la porta verde.
Ci ritrovammo in una stanza con una luce che andava a intermittenza e due figure in ombra su due sgabelli alti dietro un bancone.
Alla fine della camera vi era  una vetrata scura dalla quale proveniva musica rock a tutto volume.
"Bene bene Miss figone è arrivato"-esclamò la prima figura balzando giu' dal suo comodo posto.
La persona si rilevò una nana con un vestito rosso di lattice che le strizzava la pelle come un salume da taglio.
"Ciao Rose? Che vuoi lasciaci passare! Sai benissimo che siamo puliti!"-esclamò il mio amico parandosi davanti a me.
"Tu, si ma forse lei no!"-disse la seconda figura affacciandosi sul bancone.
Era un uomo con gli stessi occhi e lineamenti di Rose, anzi, a dirla tutta se non fosse stato per i lunghissimi capelli biondi della donna sarebbe stato pressoché impossibile identificare chi fosse uno e chi l'altro.
"Ciao Mose"-salutò James il nano parandosi davanti a me-"Lei è apposto!Non occorre che la perquisisci... È una novellina. Non sa nemmeno perché è qui".
I due fratelli si guardarono ridacchiando maleficamente.
"Oh oh! Sembra che qualcuno abbia colpito il cuore di ghiaccio del nostro cucciolo. Giusto Mose?"-canzonò Rose saltellando sul posto.
"Già.. Bhe vediamo cosa ha di speciale questa ragazza. Bloccalo Rose!"-disse l'uomo schioccando le mani.
A quel rumore la donna si accovacciò a terra in posizione d' attacco se fosse stato un lupo.
Mormorò alcune parole in un lingua sconosciuta mentre dal pavimento spuntavano delle radici di un albero nero che avvolsero il corpo di  James bloccandolo.
"Ma come cazzo hai fatto?"- urlai alla nana-" Lascialo andare"- pregai dirigendomi verso il fratello di Mike pronta a liberarlo usando le unghie e i denti.
"No principessa.. Prima dovrai farci vedere chi sei veramente!"- disse il nano facendo un salto per poi sparire.
"Dove sei andato mostro?"-gridai al nulla.
"Emy stai attenta!"- esclamò James mentre un ramo gli avvolgeva la bocca strozzandolo quasi.
"Muoviti Mose"- borbottò Rose con gli occhi bianchi iniettati da un liquido verde-" Non resisterò ancora per molto!".
Vidi una mosca venirmi adosso la colpii
facendola finire per terra.
Dovevo essere pronta a parare un colpo di Mose.
Di nuovo l'insetto venne alla carica colpendomi il braccio destro, riuscendo a farmi barcollare.
"Che tipo di mosca sei tu?"-chiesi studiandola mentre si faceva ancora sotto.
"Hehehe..."- Mose insetto ridette prima di infilarsi furtivamente dentro la mia bocca.
Mi appoggiai al muro di mattoni nudi mentre dei conati di vomito scuotevano il mio povero stomaco, piegandomi in due per i forti crampi.
Dell'acqua verde puzzolente uscì dal mio corpo mentre Mosemosca si dibatteva in quella pozzanghera di liquidi gassosi.
"Bleah che schifo"- gridò il nano riprendendo il suo reale aspetto.
Se mai vedrete una persona cambiare le proprie sembianze capirete quello che ho provato nel vederlo.
Per un attimo Mose fu con il corpo da insetto con i due occhi tipici da mosche verdi che mi guardava guardingo.
"È pulita Rose"- biascisco' Mose alzandosi sulle gambette storte piene di viscidume-" La nostra Principessa è una pura di razza"-spiegò sputando per terra.
"Oh bene, bene"- stridette la sorella avvicinandosi con passo lento ed incerto.
Sì fermo ad un metro di distanza e sussurrò qualcosa mentre lanciava delle foglie secche di acacia nel vento.
Appena toccarono le piastrelle del pavimento la gabbia che rilegava James sparì risucchiata nel pavimento senza lasciare traccia della propria presenza.
"Io non so cosa cazzo siete o cosa volete da noi. Ho soldi, denaro e contanti. Vi prego non fate del male al mio amico ed a me. Non centriamo nulla in queste stupidaggine pagane, sataniche e demoniache!"-urlai guardando negli occhi il mio accompagnatore mentre prendeva fiato.
"Hahaha! Hai sentito Mose lei non lo sa!"- disse Rose -" Forse dovremmo spiegarlo noi!".
I due nani si avvicinarono l'uno all'altro ponendosi al centro della stanza buia.
"Allora proncipessa vuoi conoscere la tua storia?"-chiese l'uomo con voce viscida quanto il modo di fare.
"Io conosco già la mia storia!".
"Sei sicura?"- ribecco' la sorella.
"No vi prego non è pronta per sapere chi è realmente"-imprecò James parandosi nuovamente tra me ed i nanetti.
"No ..voglio ora tutta la verità su di me e sui sogni che sto facendo.. Scometto di che è tutto collegato"- dissi in fil di voce-" Voglio sapere tutto, per favore".
   
 
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