Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Red_and_blue96    30/03/2017    0 recensioni
Mimì scosse la testa e lo lasciò perdere, ma quello che tenne bene a mente fu il colore degli occhi del ragazzo: un verde chiarissimo mischiato all’azzurro circondato da una tonalità più scura. Mimì aveva, infatti, un debole per gli occhi chiari...
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
C’era una volta un regno incantato e circondato da un bosco. Un giorno, la principessa stava cogliendo fiori; intorno a lei scorrazzavano gli scoiattoli e nell’aria si sentiva una leggera brezza che annunciava l’arrivo della primavera…
Ok, dopo questa premessa da favola, posso narrarvi la vera storia che vi voglio presentare, che può essere definita tutto tranne che una fiaba. Il lieto fine non è detto che appartenga solo alle favole.
La principessa della nostra favola è in realtà una commessa di un semplice negozietto che si trova all’interno di un centro commerciale, misero e poco accogliente. Come tutte le mattine, Flaminia, si era svegliata con ilo mal di testa a darle il buongiorno, affiancato alla solita stupida canzoncina della sveglia del cellulare. Con non poca fatica, si alzò dal letto e si diresse in bagno, si guardò allo specchio e fece il solito sorriso che dedicava a se stessa per darsi forza per affrontare la nuova giornata. Andò in cucina, dove consumò la solita tazza di latte e cereali. Uscì da casa che erano le 8:55, giusto in tempo per raggiungere il centro commerciale. Alle 9:01 la chiave ruotava nella toppa della porta del negozio, vi entrò e iniziò a sistemare per la nuova giornata lavorativa. Poco più tardi, quando vide il suo capo sulla porta, si ricordò che quella mattina sarebbero venuti lui e un suo amico geometra per discutere di alcuni lavoretti di ristrutturazione che urgeva fare al più presto, prima che crollasse il cartongesso del soffitto. Flaminia, per voi amici Mimì, vide dunque entrare Alberto, il suo capo, seguito dal geometra Lorenzini e un ragazzo.
“Mimì buongiorno! Ti ho portato il geometra” disse Alberto presentando Lorenzini alla ragazza. Lei porse la mano al professionista, presentandosi come Flaminia, poi fece lo stesso con Pablo, il ragazzo al seguito del geometra, nonché suo figlio. Padre e figlio non persero tempo, subito sistemarono dei documenti sul bancone, che sarebbero serviti per prendere nota dei lavori che bisognava compiere. Dopo circa un’ora di spiegazioni e ragionamenti, Lorenzini decise di portare via Alberto per fargli vedere alcuni impianti che potevano servire per il soffitto. Pablo fu lasciato in compagnia di Flaminia, anche perché non aveva finito di compilare i documenti. Appena gli adulti scomparvero dal negozio, il ragazzo gettò la penna sui fogli e si rilassò sulla sedia con un sonoro sbuffo.
“Wow che finezza!” si lasciò sfuggire sotto voce Mimì, che era su una scala intenta a pulire una mensola. Pablo alzò gli occhi su di lei:
“Sono stanco…” disse poggiando la testa sui fogli.
“Ma sono appena le 11.20” ribatté ridendo Mimì. Il ragazzo si alzò e lentamente raggiunse la scala, poi vi poggiò le mani ai lati, alzò la testa verso Flaminia:
“Perché? C’è un orario per essere stanchi signorina?”  chiese strafottente. Mimì scosse la testa e lo lasciò perdere, ma quello che tenne bene a mente fu il colore degli occhi del ragazzo: un verde chiarissimo mischiato all’azzurro circondato da una tonalità più scura. Mimì aveva, infatti, un debole per gli occhi chiari, a dispetto dei suoi, colorati di un comune castano scuro. Svogliatamente, il ragazzo tornò sui documenti e Mimì si diede da fare con i clienti, alcuni di loro se ne uscivano con un “Sei in bella compagnia!” riferito al ragazzo che stava al bancone a scrivere e che per tutta risposta alzava gli occhi sui clienti senza dire una parola. Mimì sorrideva imbarazzata…
In effetti non avevano tutti i torti, Pablo era davvero un bel ragazzo. Alto circa 1.80, pelle olivastra, capelli castano chiaro tagliati corti e sistemati dal gel, bocca piccola contornata da labbra carnose che terminavano con gli angoli tirati verso l’alto, un leggerissimo strato di barba gli racchiudeva le guance ben definite; dal maglione nero attillato, risaltava una corporatura robusta ma ben definita e lo stesso si poteva dire delle gambe, forse più muscolose del corpo, che erano fasciate da aderenti jeans blu scuro. Mimì si concedette un attimo per guardarlo e quando i suoi occhi si posarono sul  viso del ragazzo, lo beccò mentre la osservava.
A detta di molti, Flaminia era davvero carina, oltre che gentile e dolce: lunghi capelli ondulati e tinti leggermente di rosso mogano le racchiudevano il viso ovale e caratterizzato da due belle guance rotonde e da labbra carnose di un leggero rosa pallido; il suo corpo non era certo snello ma piaceva per via delle morbide e generose forme, racchiuse in un metro e sessanta di femminilità.
“Dove vai?” chiese Mimì, notando che Pablo si avviava verso la porta. Lui si voltò indietro e alzando il polso con il Sector disse:
“ Ora di pranzo…vieni?”.
Mimì prese al volo le chiavi del negozio e chiuse le porte: il suo stomaco non poteva aspettare… raggiunsero il bar/mensa del centro commerciale e solo quando fu il turno di pagare, si rese conto di aver dimenticato il portafoglio al negozio. Pablo, si accorse della situazione e afferrandola per il polso, la portò al tavolino e dopo averla fatta sedere le disse che avrebbe pagato lui. “Non farti problemi eh” le sorrise strizzando l’ occhio.
Mimì si affrettava a mangiare, poiché aveva solo 15 minuti di permesso, tuttavia, teneva gli occhi fissi sul negozio e sull’entrata del centro, e inoltre si accorse che il suo compagno di pranzo era estremamente lento!
Tra un boccone e l’altro, Pablo chiese:
“Quanti anni hai?”
“Venti. Tu?” chiese disinteressata.
“Anche…sai, non ti ho mai vista in giro…”
“Non esco molto, lavoro molto e poi sono stanca”
“Mmm capisco.” Pablo non staccava gli occhi da lei. Aveva intuito che c’era qualcosa di strano in Flaminia.
“Verresti a cena con me stasera?” domandò abbassando lo sguardo. Flaminia lo guardò allarmata: “Cos’è? Ti sei già abituato a mangiare con me?” chiese prendendolo in giro.
“Può darsi…” e rise abbassando di nuovo il viso. Flaminia lo trovò carinissimo…
In quel preciso istante, Alberto entrava dalla porta scorrevole del centro, seguito da Lorenzini. Mimì si alzò e trascinò Pablo verso il negozio, che riuscì ad aprire in tempo.


“Ragazzi avete pranzato?” chiese Alberto.
“Quasi” borbottò Pablo, pensando al piatto di pasta che stava ancora mangiando.
“Forza ragazzo, raccogli le cose che è ora di andare.” Disse Lorenzini. Il figlio obbedì e se ne andò via salutando con un occhiolino Flaminia, che girandosi verso lui per salutarlo, lo trovò voltato indietro che ancora la guardava. Alberto se ne andò 5 minuti dopo…
Rimasta sola, Mimì si sedette al posto occupato da Pablo precedentemente, ripensò all’invito ricevuto dal ragazzo e si rese conto di non aver alcun indirizzo a cui presentarsi a cena! Riflettendo su questo, gli occhi le caddero sulla calcolatrice, coperta in parte da un foglietto ripiegato. Lo prese e lesse: “Ristorante “Il molo” ore 20.30”
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Red_and_blue96