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Autore: Amatus    30/03/2017    0 recensioni
"Mia cara Trixie ho l'impressione che la nostra vacanza abbia appena iniziato ad andare in malora.
Computer verifica la presenza di forme di vita sulla superficie."
Questa storia partecipa allo Sci-Fi Fest “Sci-Fi Enterprise - Non è mai troppo TARDIS!” di Torre di Carta e Fanwriter.it
Genere: Avventura, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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★ Iniziativa: Questa storia partecipa allo Sci-Fi Fest “Sci-Fi Enterprise - Non è mai troppo TARDIS!” di Torre di Carta e Fanwriter.it
★ Numero Parole: 1905
★ Prompt/Traccia: Missione n° 5 - Un virus alieno sta contagiando i tuoi compagni: Chiederai aiuto agli alieni o morirete tutti?



 

Il Sortilegio

“Eccoci Trixie! Siamo quasi arrivati. Reeva è sempre stata la mia colonia terrestre preferita, almeno da questa parte della Cintura di Asteroidi. È passato almeno un anno dall'ultima volta che sono venuta da queste parti. Chissà se ci sarà ancora quel bel massaggiatore demeriano? Cosa non ha saputo fare con quelle sei mani! Devo proprio trovare un amante demeriano! Ma chi voglio prendere in giro, andrebbe bene chiunque!”
L'animaletto guardava la donna con occhi colmi di fiducia. Le scaglie cangianti brillavano intensamente e la coda si agitava per l'emozione.
“Anche per te sarà bello tornare a casa, non credi? Chissà se anche tu sei disperato come me in fatto di relazioni. Non si incontrano molti della tua specie in giro per i porti dell'alleanza.”
La donna iniziò con attenzione i preparativi per entrare nell'orbita del pianeta, la navicella vecchia ma ancora affidabile, aveva bisogno di riposo e cure come la sua pilota.
“Qui Alana Tyr della nave Dreamcatcher, chiedo il permesso di entrare in orbita.” Silenzio.
“Alana Tyr alla superficie, mi sentite?” Nessuna risposta.
“Computer verificare il funzionamento del sistema di comunicazione.”
“Il sistema di comunicazione è funzionante.” La voce calda e profonda del computer rispose prontamente alla richiesta.
Alana non poteva reprimere un brivido di piacere ogni volta che ascoltava quella voce. Non era certo l'impostazione standard per un computer di bordo, ma Alana era riuscita a convincere un mercante vaore a lasciarle registrare la sua impronta vocale e da allora aveva usato la sua voce al posto di quella fredda e metallica impostata alla fabbrica. Non era stato il miglior sesso della sua vita, ma alla fin fine era valsa la pena passare la notte con quel mercante, la sua goffaggine a letto era stata pienamente ripagata dalla forza conturbante della sua voce.
“Computer verificare il funzionamento dei sistemi di comunicazioni della base di attracco.”
“I sistemi di comunicazione sono funzionanti.”
Alana lanciò uno sguardo interdetto all'animaletto che continuava a passeggiare sulla console di comando.
“Trixie qui c'è qualcosa che non va. Computer ripeti il messaggio ma questa volta modula la frequenza in modo che qualunque apparecchio di ricezione sia in grado di captarlo.”
Trixie saltò sulle gambe di Alana e iniziò a far stridere le scaglie fiducioso di poter ricevere in questo modo un poco dell'attenzione della donna.
Dopo una lunga attesa il messaggio rimaneva ancora senza risposta.
“Mio caro Trixie ho l'impressione che la nostra vacanza abbia appena iniziato ad andare in malora. Computer verifica la presenza di forme di vita sulla superficie.”
“Sulla superficie ci sono 7 miliardi, 850 milioni e 653 mila forme di vita umanoidi e 9 miliardi...”
“Sì grazie, va bene così. Avrai guadagnato una voce sensuale, ma non ti ha reso meno noioso. Come mai non riescono a sentire la mia richiesta?”
“Non capisco, riformulare la domanda.”
“Certo, come tutti gli uomini affascinanti che ho incontrato, noiosi e stupidi. Computer cerca e analizza anomalie rilevanti nelle funzioni vitali degli abitanti del pianeta.”
“Sulla superficie si registra un insolito picco di onde Theta.”
Alana fece scendere Trixie dalle gambe e si alzò in piedi iniziando a camminare avanti e indietro per lo stretto abitacolo.
“Computer i dati rilevati si riferiscono ad entrambi gli emisferi e sono relativi a qualunque latitudine?”
“Affermativo. I dati si riferiscono all'intero pianeta e a tutte le forme di vita.”
La donna appoggiò la fronte contro un piccolo oblò laterale e guardò fuori, come se sforzando gli occhi per osservare la superficie potesse venire a capo dello strano mistero.
“Mio piccolo Trixie, siamo in un bel guaio a quanto pare, tutti gli abitanti del pianeta hanno deciso contemporaneamente di farsi un bel sonnellino. Ricordo uno degli anziani della mia colonia raccontare una vecchia favola terrestre in cui  un intero regno cade addormentato a causa di un sortilegio. Se non ricordo male il regno si risveglia per magia dopo che un tizio non troppo cortese si intrufola in casa del governatore e molesta la figlia incosciente. Io non ho alcuna intenzione di baciare la figlia del presidente di Reeva, primo ho già avuto guai con la polizia del posto, secondo non ho mai trovato attraenti tutte quelle piume che ricoprono i reevaniani. Sarebbe come baciare un piccione. Puah! No dobbiamo capire cosa sta succedendo. Computer esegui un'analisi completa dell'atmosfera e segnala qualunque elemento in grado di indurre al sonno la popolazione.”
L'analisi richiese parecchio tempo e risultò negativa. Alana decise comunque di avvicinarsi alla superficie per vedere con i suoi occhi gli effetti dello strano incantamento.
Le strade delle gradi città erano effettivamente piene di esseri viventi, evidentemente colpiti da un sonno improvviso. Gli abitanti del pianeta dovevano essere addormentati da molto tempo perché una fitta vegetazione era cresciuta per le strade e minacciava di ricoprirli.
“Accidenti, Trixie, siamo proprio nella favola che mi raccontava il vecchio Carl! Non ci resta altro da fare, andiamo verso il palazzo del governo mondiale e cerchiamo che capire se la favola può avere un finale alternativo.”
La navetta sfilò veloce verso la città più grande del pianeta che ospitava il palazzo del governo. Grazie ad una sonda Alana ottenne il collegamento video con l'interno del palazzo ma, fatta eccezione per la vegetazione, lo spettacolo che le si presentò fu esattamente lo stesso che aveva già visto per le strade di molte città. Doveva esserci una spiegazione razionale per quello strano fenomeno.
“Computer, ci sono astronavi aliene a questo sistema in orbita o nei pressi del pianeta?”
“Sì un'astronave proveniente da un sistema non identificato è al momento in orbita attorno alla seconda luna del pianeta.”
Alana si maledisse per non averci pensato prima e si lanciò a razzo verso il planetoide indicato dal computer. Giunta nei pressi dell'orbita ricevette una chiamata.
“Bene bene, Trixie sei pronto ad incontrare la nostra strega? Sullo schermo.”
Alana trasecolò quando sul monitor delle comunicazioni apparve effettivamente una figura piccola e incappucciata, apparentemente ingobbita dall'età con un naso pronunciato e le sembianze che, fatta eccezione per delle strane creste frontali, erano in tutto e per tutto quelle di una vecchia donna terrestre.
“Sei molto lontana da casa, figliola, cosa ti porta fin qui?”
La voce stridula della donna le fece gelare il sangue, recuperò il proprio contegno a fatica rispondendo: “Sono Alana Tyr della nave mercantile Dreamcatcher, sono appena arrivata su Reeva e ho notato uno strano fenomeno, lei ha notato nulla?”
“Bambina mia, guardando così da lontano nulla è come sembra. Hai provato a scendere in strada? Hai provato a passeggiare nei boschi? La realtà potrebbe essere diversa da quella che hai notato.”
All'improvviso Alana si sentì la protagonista di una favola diversa. Una di quelle in cui l'eroe si trova ad affrontare una strega molto esperta e potente e l'unica arma a sua disposizione è l'astuzia. Ma Alana era sempre stata più brava nel menare le mani che nella strategia e una paura irrazionale la spingeva a dubitare della sua forza.
“Sono scesa sulla superficie con la mia astronave e ho visto che tutte le forme di vita presenti sul pianeta sembrano essere addormentate. Lei dà l'idea di essere qui da molto tempo, quali dati ha raccolto?”
La donna si mostrò collaborativa ed inviò tutti i dati raccolti negli ultimi giorni. Alana chiese tempo per studiarli e chiuse la comunicazione.
“Che brutti scherzi fa la mente mio piccolo Trixie. Stare troppo tempo da sola nello spazio fa credere cose assurde.”
Ma Trixie si era rannicchiato sotto la poltrona di comando e non accennava ad uscire. Cercando di rassicurare l'animaletto Alana si chinò e vide chiaramente delle incisioni al di sotto del bracciolo della poltrona. Erano delle lettere puntate, forse delle iniziali.
Ad un tratto uno stridio insopportabile le attraversò le orecchie accompagnato da un improvviso dolore alla testa. C'era qualcosa che non andava. Non poteva governare da sola quella nave. Sapeva della presenza di una sala macchine da qualche parte e di un addetto al teletrasporto, alcuni nomi le tornarono alla mente. Dov'era il suo equipaggio? Non poteva esserci solo Trixie. Appena ebbe riacquistato il controllo si accorse che la vecchia donna era ricomparsa sullo schermo.
“Bambina mia so che hai molte domande, perché non vieni sulla mia nave? Potremmo parlare.”
Il terribile sibilo era ripreso con maggiore intensità, Alana aveva l'impressione che la sua testa sarebbe esplosa presto come quei cristalli che cedono alle vibrazioni prolungate di acuti particolarmente potenti. Era certa che tutte le anomalie fossero dovute all'astronave, quella vecchia strega aveva senza dubbio fatto qualcosa in grado di alterare lo stato mentale degli abitanti del pianeta e stava cercando di fare lo stesso con lei.
“Computer, avvia la sequenza di autodistruzione e imposta una rotta di collisione con l'astronave aliena.”
“Sequenza di autodistruzione avviata e rotta inserita.”
“Bene ora ripeti la frase: “Stai tranquilla Alana, andrà tutto bene.”
Le parole ripetute dal computer avevano il solito tono caldo ma qualcosa era sbagliato, non c'era partecipazione in quella frase e quindi suonava falsa.
“Proprio come tutti gli uomini che ho incontrato, incapaci di uscire da sé anche solo per un momento. Vai al diavolo computer dei miei stivali!”

“Non ho capito, prego ripetere.”
“Vai al diavolo! Al diavolo!”
“Non comprendo il comando, prego specificare.”
Alana continuava a gridare mentre la navicella si avviava ad una fine inevitabile. L'esplosione coprì le sue grida. Gridava ancora quando riprese conoscenza. Aprì gli occhi incredibilmente stupita di essere ancora viva, si guardò attorno e riconobbe l'infermeria della nave. Trixie in piedi sul suo petto le leccava il viso con quella sua linguetta dura e ruvida. “Che succede?”
L'androide che operava come medico sulla nave le rispose entusiasta: “Durante la licenza su Reeva l'intero equipaggio ha contratto un terribile virus che ha alterato le vostre onde cerebrali intrappolandovi in un stato di sonno REM apparentemente irreversibile. Ho cercato per giorni una cura senza avere successo, ho deciso infine di contattare le autorità reevaniane. Ho faticato un poco per far riconoscere la mia autorità, su Reeva gli androidi non sono ancora ben visti, ma alla fine il figlio stesso del governatore si è fatto mediatore ed è riuscito a farmi avere la cura. E' qui lo faccio entrare? Ha chiesto di essere avvisato appena il capitano avesse ripreso conoscenza. Pare vi siate incontrati ad un ricevimento mentre eravate sul pianeta e ha dimostrato di avere molto a cuore la tua salute, capitano.”
Alana ancora stordita fece un cenno di assenso con la testa e si tirò su a sedere, sebbene Trixie non gradisse la novità e lo palesò agitando la codina sottile come una frusta. Tutto sembrava in ordine, alcuni membri dell'equipaggio dormivano su delle brandine poco distanti dalla sua. Il dottore si era dimostrato efficiente come sempre, è decisamente utile avere a bordo un medico incapace di ammalarsi.
Nell'infermeria fece il suo ingresso un giovane reevaniano vestito di tutto punto, le piume ordinate in una scriminatura alla moda e il bargiglio messo in mostra con orgoglio, un vero giovane rampante dell'alta società reevaniana. Si scambiarono pochi convenevoli, Alana ringraziò di cuore e lo invitò ad una cena che avrebbe potuto organizzare in suo onore per l'indomani. Il figlio del governatore, fortunatamente la lasciò presto comprendendo il suo bisogno di rimettersi. Rimasta sola Alana trasse un gran sospiro.
“Non importa, Trixie, quanto debba essergli grata, non ho alcuna intenzione di dimostrare la mia gratitudine in modi meno ufficiali, anche se il figlio del governatore sembra sperarlo. Per quanto io possa essere disperatae e nonostante possa suonare razzista, io un piccione non lo bacio!”

   
 
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