Avevo circa cinque anni quando mia madre mi iscrisse a scuola. Ero ricco di amici. Avevo circa sei anni quando mia madre mi regalò la mia prima bici. La ricordo ancora come se fosse ieri, era blu con tanti adesivi colorati. Io e lei andavamo tutte le domeniche in giro nei parchi con i nostri amici.
 Avevo circa 8 anni quando mia madre fu vittima di un incidente stradale. Ricordo benissimo quel giorno. Ero in camera mia e mi venne la bizzarra idea di andare con mia madre a fare un giro in bici nel parco vicino casa. Decidemmo di prenderci un gelato e ci sedemmo sulla panchina vicino un piccolo laghetto che fronteggiava la strada. All'improvviso un pazzo di 46 anni ubriaco si mise al volante della sua macchina. Quando aprii gli occhi non capì più niente. Vidi mia madre a terra con la faccia rivolta verso l'alto, gli occhi spalancati come se fissassero un punto ben preciso e la sua mano appoggiata sul mio stomaco. Vedevo le persone attorno a noi guardarci sbalorditi. Non riuscivo a capire niente. Non riuscivo a sentire le voci di quelle persone attorno a noi. Allora chiusi gli occhi e appena mi svegliai mi trovai sul letto dell'ospedale. Accanto a me avevo una vecchietta che mi fissava con occhi lucidi. Subito dopo si avvicinò l'infermiera e mi disse quello che era successo. Io Avevo portato solo qualche ferita alla testa e all'addome mentre mia madre non ce la fece. Mi sentivo vuoto, mi sentivo il cuore immobile, fermo. 
Avevo circa 10 anni quando stavo giocando al parco con i miei più cari amici. 
Avevo 13 anni quando uscii per la prima volta con i miei migliori amici. Sentivo che la mia vita stesse per migliorare. 
Avevo circa 15 anni quando i miei amici decisero di ignorarmi. Mi sentivo un pesce fuor d'acqua. Tutti a ridere e scherzare, a raccontare segreti che io non potevo sapere. Ignorato dai miei cari amici decisi di non uscire più e di chiudermi a casa, come se questa fosse l'unica soluzione. Non ricevetti nemmeno una chiamata o un messaggio da loro. 
Avevo circa 16 anni quando la vita mi sembrò bizzarra. La mattina mi svegliavo, mi lavavo, facevo colazione e andavo a scuola. Tornato da scuola studiavo mangiavo, arrivava l'ora di cena, guardavo la televisione e poi andavo a letto. Non facevo niente di particolare. Una mattina come tante andai a scuola come era il mio solito fare. Arrivato in classe sognavo ad occhi aperti. Fui preso di mira dai miei compagni. Fui trattato come un pazzo, come un essere non umano. Fui criticato da tutti.