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Autore: Skae_Ef    31/03/2017    0 recensioni
"La distanza si era assottigliata così tanto mentre parlava, che sentivo il suo fiato sulle mie labbra. Sentivo il calore del suo respiro che si fondeva con il mio, percepivo la morbidezza della sua pelle anche a distanza, la leggerezza di un tocco preannunciata."
Una bizzarra storia, con un bizzarro personaggio dal cognome bizzarro.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lui ha un cognome piuttosto bizzarro.
C’è da dire che il cognome non è la sua unica cosa bizzarra.

Oltre al favoloso accento del Nord, ha un atteggiamento davvero indecifrabile. Strano per una ragazza come la sottoscritta, sempre attenta a sviscerare qualsiasi sottile particolare nei modi di fare.
Eppure lui è così, è riuscito a passare dalla fascia “tremendamente odioso”, alla fascia “simpatico e interessante”. Perchè i primi incontri sono stati un continuo non capirsi. Parole che si susseguivano, suggerimenti per un progetto, voglia di fare le cose in un determinato modo, che poi era lo stesso per entrambi. Eppure non riuscivamo a comprenderci.
Anzi.

Capitava così di frequente che io scattassi nei suoi confronti, per replicare una qualsiasi cosa, che adesso, ripensandoci mi sembra tutto così bizzarro. Mi sembra bizzarro che la rabbia che mi faceva venire quell’uomo, ora si è trasformata in una strana sensazione di curiosità nei suoi confronti. Ho come l’impressione di aver lasciato me stessa sulle spine, come se avessi io stessa costruito un muro per evitare di entrare ulteriormente in contatto con lui.
Ma è bastato poco per far crollare quel muro, e sono così stranamente curiosa di rivederlo e conoscerlo di nuovo, con questa mia nuova prospettiva.
Cosa è successo che mi ha fatto cambiare così repentinamente idea?
Un sogno.
Un semplice, semplicissimo sogno.
Di cui io neppure ricordo il contesto. Penso stessimo come sempre parlando di quel benedetto progetto. Eravamo in compagnia, nella stessa stanza chiusa. Non so chi ci fosse, ma sicuramente non era interessata a noi. Io stavo esponendo la mia idea. Dopo aver concluso, prese lui a parlare. Lo scambio di idee andò avanti per un po’, e l’atteggiamento che avevamo nei vicendevoli confronti, era lo stesso di sempre. Lui che mi considerava un’inguaribile rompiscatole, ed io che cercavo di fargli capire che avevo ragione.
E in effetti andava sempre così, anche nella realtà, benché poi ho scoperto che questo mio essere puntigliosa, lui la considera un qualche genere di dote, visti i complimenti a riguardo. Ma stavo parlando del sogno.

Allora eravamo lì a battibeccare. Io orgogliosa nella mia idea, e lui che cercava di spiegarmi la sua. E più spiegava, più eravamo vicini. Ricordo perfettamente che lui stava prendendomi in giro indirettamente, perché aveva un maledettissimo sorriso stronzo stampato sulle labbra. Così lui rideva, e io avevo tremendamente voglia di picchiarlo. Ricordo di averlo guardato con rabbia negli occhi, ma lo sguardo mi era caduto sulle sue labbra, perché anche il suo aveva fatto la stessa cosa.

La sua espressione si era fatta seria sta volta, seria e beffarda contemporaneamente. Riesco a sentire ancora adesso il cuore che perde qualche battito, e probabilmente la mia testa aveva iniziato a girare. Perchè poi lui aveva continuato a parlare, era ritornato con gli occhi nei miei, con una distanza tra i nostri visi che poteva essere inferiore ai 15 cm. Proprio non so come fossimo finiti in quel mood.

E lui aveva detto qualcosa tipo “Non credi anche tu?” E i suoi occhi erano tutt’altro che collegati all discorso che stava facendo. Mi aveva mandato uno sguardo quasi ammiccante, beffardo, e anche le sue parole lo erano. “C’è qualcosa che non va? Perchè ti sei ammutolita” Mi aveva sussurrato leggero con la voce.

Però le parole si erano confuse, come un frullare di ali nella mia testa. Tutto girava ed io avevo caldo e freddo.

La distanza si era assottigliata così tanto mentre parlava, che sentivo il suo fiato sulle mie labbra. Sentivo il calore del suo respiro che si fondeva con il mio, percepivo la morbidezza della sua pelle anche a distanza, la leggerezza di un tocco preannunciata.
E poi solo il nero.
Non ricordo più nulla.
Quando poco dopo mi sono svegliata, avevo ancora il cuore a mille.
Per tutta la giornata avevo provato a sbirciare qualche sua foto ma il senso di imbarazzo e disagio era così forte. Il mio corpo si accendeva di rabbia ogni volta che vedevo quel maledetto sorriso beffardo nelle foto, rabbia fusa.
Ci ho messo un po’ a metabolizzarlo, ma adesso, ripensandoci, ancora mi fa uno strano effetto.
So solo che quell’uomo nel sogno mi ha confusa parecchio, ma non sono sicura fosse effettivamente l’uomo che conosco nella realtà, quello dal cognome così bizzarro.
Eppure, chissà perché, muoio dalla curiosità di rivederlo.
Solo per un sogno e chissà cosa sarebbe successo se invece del nero, dopo quello scambio così vicino di labbra roventi, ci fosse stata solo meno distanza. 





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Grazie per aver letto questa storia, e spero tanto ti sia piaciuta. Se ti stessi chiedendo il perchè io l'abbia scritta, è molto semplice. Questo è un sogno che ho davvero fatto. Visto che non riesco ancora a mandar via totalmente il disagio che mi ha lasciato, ho pensato che potesse essere utile scriverne un piccolo testo. Ed in effetti ora mi sento molto più leggera e libera.
Era un po' uno "sfogo". Mi sembrava comunque carino pubblicarla.
Mi rendo conto di essere effettivamente l'unico personaggio bizzarro di questa storia, ma questo già lo so. 
Baci.

 

  
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