I tentativi di
ignorare i sentimenti che provavano l’uno per
l’altro si rivelarono vani, Artù
e Merlino decisero di darsi una possibilità quella notte
quando, seduti sulle
scale dell’entrata del palazzo reale, si erano scambiati uno
sguardo d’intesa
e, presi dall’atmosfera del momento, avevano fatto collidere
le loro labbra,
scambiandosi un bacio sotto le stelle.
Erano passati
tre mesi da quella notte. Da tre mesi vivevano la loro relazione
nell’ombra,
limitandosi ad incontri notturni e cogliendo l’occasione
delle feste di Camelot
per allontanarsi dalla folla e concedersi qualche minuto insieme.
-Devo andare,
mio padre mi aspetta per cena.- esalò Artù mentre
sul suo letto regale Merlino
continuava a baciargli il viso e le labbra.
-Si, devi
andare.- rispose il moro, continuando imperterrito a baciare il
principe.
-Merlino sono
serio, devi lasciarmi andare.- rilasciò una piccola risata
il biondo.
Merlino
sbuffò,
staccandosi dal collo del principe. -Eh va bene.- fece per alzarsi ma
Artù lo
trascinò nuovamente verso di sé per scoccargli un
ultimo bacio prima di
raggiungere suo padre in sala da pranzo.
-Ci vediamo
questa sera dopo la mezzanotte.- sentenziò Artù.
Merlino annuì e lasciò
all’altro la possibilità di districarsi dal loro
abbraccio per ricomporsi.
Rimasto solo il
giovane mago sospirò e si lasciò cadere sul
morbido materasso, abbracciando il
cuscino e inspirando a pieni polmoni il profumo del suo amato. -Ti
amo.-
sussurrò sorridendo.
-Artù
credevo
non venissi a cena, cominciavo a preoccuparmi.- disse Uther quando suo
figlio
fece il suo ingresso in sala da pranzo.
-Perdona il
ritardo padre, ho avuto da fare.- rispose il principe, prendendo posto
accanto
al re.
-Qualche
problema?- chiese l’uomo.
-Niente di cui
tu debba preoccuparti.- sorrise. Attesero che Morgana li raggiungesse e
iniziarono a cenare tra chiacchiere e risate.
Quando la cena
terminò Uther fu il primo a congedarsi, informando i suoi
giovani figli che
ormai l’età non gli permetteva più di
stare sveglio a chiacchierare con loro
fino a tardi per quanto lo desiderasse.
Morgana lo
seguì
a ruota, scortata da Gwen fino alle sue stanze. Artù rimase
solo, seduto alla
grande tavola in pietra, con i suoi pensieri.
Poco prima della
mezzanotte si ritirò nelle sue stanze per cambiarsi e
aspettare impaziente
l’arrivo del suo amato servo.
Un lieve bussare
alla porta di legno richiamò la sua attenzione.
Andò ad aprire la porta e venne
investito dal dolce profumo che il suo amato emanava. Lo
afferrò per i lembi
della sua giacca marrone e lo tirò di forza nella camera per
catapultarlo in un
bacio passionale.
-Ci hai messo un
po’ ad arrivare.- sussurrò dopo essersi staccato
dalle sue labbra.
-Scusami, Gaius
ci ha messo un’eternità ad addormentarsi, sai che
da di matto quando esco di
notte.- si giustificò il moro.
-L’importante
è
che tu sia qui ora.-
Merlino gli
riservò un sorriso e Artù poté giurare
di aver sentito il mondo fermarsi
attorno a sé.
Poggiò
una mano
sul viso di Merlino in una muta carezza, guardandolo con una tale
intensità
capace di mozzare il fiato. Merlino inclinò la testa verso
il palmo della mano
di Artù e chiuse gli occhi, beandosi delle attenzioni
amorevoli del suo
principe.
-Ti va di andare
fuori?- domandò il biondo dopo qualche minuto.
-Fuori?-
domandò
Merlino sorpreso e riaprendo gli occhi. -Artù potrebbero
vederci.-
-A
quest’ora non
c’è nessuno in giro per il castello.- rispose con
voce calma. -Solamente le
guardie al di fuori del palazzo.- aggiunse, continuando ad
accarezzarlo. Merlino
si umettò le labbra, indeciso su cosa rispondere ma dopo
aver indugiato qualche
secondo sorrise ed annuì.
Si ritrovarono
sulla balconata del palazzo, Merlino appoggiò le mani sulla
pietra bianca del
balcone e con gli occhi rivolti al cielo sorrise, ammirando le stelle
che
illuminavano quella notte. Artù cinse la vita del suo servo
con entrambe le
braccia e appoggiò il mento su una sua spalla, stringendolo
in un abbraccio.
Quando
Artù
rilasciò un dolce bacio dietro il suo orecchio, Merlino si
girò nel suo
abbraccio, prendendogli il viso tra le mani e baciandolo con trasporto.
Si baciarono su
quel balcone, esprimendo tutto l’amore che provavano
l’uno per l’altro, ignari
però che in quel momento una delle guardie
all’ingresso del castello aveva
alzato lo sguardo e involontariamente assistito alla scena.
La mattina
seguente Artù si svegliò presto, in modo da poter
sentire Merlino entrare in
camera sua per svegliarlo. Rimase avvolto in quel dolce torpore per
qualche
minuto per poi accorgersi che il suo servo non era venuto ad augurargli
il
buongiorno come tutte le mattine.
Preoccupato, si
alzò e si vestì da solo per poi andare nelle
stanze di Gaius e fingere di aver
bisogno del suo servitore per delle commissioni, reclamando
così la presenza di
Merlino.
-Quando mi sono
svegliato era già uscito, non so dirvi dove sia andato.- fu
la risposta
dell’anziano medico.
-D’accordo,
lo
troverò più tardi, grazie Gaius. Se mio padre
chiede di me sono andato a
caccia.- il principe lasciò le stanze del medico,
chiudendosi la porta alle
spalle.
-Sai
perché sei
qui Merlino?- chiese Uther al ragazzo di fronte a sé,
massaggiandosi il mento.
-No, Mio
Signore.- scosse la testa il giovane.
-Mh.. Tu sei
sempre stato un servo leale, fedele e premuroso.- elencò
Uther alzandosi dal
trono e cominciando a camminare attorno al servo. -E sei sempre al
fianco di
Artù.- aggiunse.
-E’ il mio
lavoro, Sire.-
-Mh.. Si, hai
ragione. E’ il tuo lavoro.- aggiunse il re, confondendo
ancora di più il
ragazzo.
-Solo che
ultimamente mi pare che tu e mio figlio vi siate avvicinati un
po’ di più,
sbaglio?-
-Non capisco a
cosa vi state riferendo, Sire.- rispose piano il giovane.
-Ah davvero?
Dimmi Merlino, dov’eri questa notte dopo la mezzanotte?-
chiese retorico Uther.
-Ero nelle mie
stanze, Sire.-
Uther prese a
ridere per poi posizionarsi di fronte al ragazzo e indurire lo sguardo.
-Dovrei
sbatterti nelle segrete solo per avermi mentito giovanotto.-
Merlino
deglutì,
sgomento.
-Lascia che
riformuli la domanda ok?- domandò il re, ricevendo un
assenso da parte di
Merlino. -Cosa stavate facendo tu e mio figlio sulla balconata
principale dopo
la mezzanotte?-
Merlino
dischiuse le labbra ma dalla sua bocca non uscì nulla, si
umettò le labbra
nervosamente e un forte tremito gli scosse il corpo. -Noi..-
esalò con un filo
di voce e non riuscendo a completare la frase.
-Non mentirmi
Merlino. So bene cosa stavi facendo con mio figlio.-
sentenziò il re. -Il mio
informatore mi ha fatto promettere di restare nell’anonimato
com’è giusto che
sia, pertanto non mi va di creare uno scandalo.-
Uther si
avvicinò maggiormente al giovane e gli mise una mano sulla
spalla. -Tu
troncherai immediatamente questa relazione contro natura con
Artù, siamo
intesi?-
Merlino
trovò
finalmente il coraggio di guardare Uther negli occhi. -E se non volessi
farlo?-
lo sfidò. -Diserederò Artù. Lo
ripudierò e lo bandirò da Camelot.- rispose
Uther senza farsi troppi problemi
-Non state
dicendo sul serio..-
-Si invece, caro
il mio Merlino.- confermò con un cenno della testa. -Hai due
giorni di tempo.-
-Non potete
negare ad Artù il suo diritto al trono!- esclamò
il moro, allo stremo.
-Certo che
posso. E non ti azzardare mai più ad alzare la voce con me
giovanotto!- ribatté
Uther.
-Non potete
farlo solo perché noi siamo..-
-Siete cosa? Mh?
Innamorati?- lo schernì il re, ridendo sguaiatamente. -Non
farmi ridere
Merlino! Queste cose vanno oltre il normale!-
Merlino scosse
la testa e abbassò gli occhi. -Non mi aspetto che voi
comprendiate cosa
significhi amare davvero qualcuno.- mormorò, ricevendo una
fortissima sberla in
pieno viso.
-Come ti
permetti?!- domandò Uther, tra i denti. -Hai una decisione
da prendere Merlino:
tronca questa storia con Artù o Camelot non avrà
più un re un giorno.-
Merlino
riservò
al re uno sguardo glaciale e pieno di risentimento.
-Hai due giorni, Merlino. Ora puoi andare.-
Il moro
scappò
via dalla sala del trono, si appoggiò di schiena alla prima
colonna che trovò
sul suo cammino e si lasciò cadere, sfociando in un pianto
nervoso.
-Eccoti
finalmente!- disse Gaius appena Merlino entrò nella stanza.
-Dov’eri finito?-
domandò.
Il ragazzo
ignorò la sua domanda e posò
sull’anziano medico il suo sguardo triste ed
addolorato. -Che hai fatto agli occhi?- si preoccupò
l’uomo. -Sembra che tu
abbia pianto.-
Merlino
annuì e
si sedette alla tavola, poggiando i gomiti sul legno e prendendosi la
testa tra
le mani. -Merlino, cos’hai?- chiese Gaius, preoccupato per lo
strano
atteggiamento del ragazzo.
-Uther..-
cominciò a parlare scosso dai singhiozzi. -…lo
sa..-
Gaius era
l’unico a conoscenza del segreto dei due ragazzi e appena
sentì quella frase
uscire dalla bocca di Merlino una fitta di dispiacere lo
colpì in pieno petto.
-Come l’ha
scoperto?-
-Un informatore
anonimo.- rispose Merlino, tirando su con il naso. -Mi ha dato due
giorni per
lasciare Artù o lo diserederà e lo
bandirà da Camelot.-
-Il suo stesso
figlio?- domandò Gaius, incredulo. Merlino annuì
e si passò nervosamente le
dita tra i capelli corvini, tirandoli con forza.
-Cosa farai?-
chiese Gaius, cauto.
-Quello che
è
giusto, Gaius.- la voce di Merlino tremò e una lacrima scese
dal suo occhio
destro.
-Sei sicuro?-
-No.. Ma.. Devo
fare quello che è giusto per Artù.-
-Gli dirai che
Uther sa di voi due?-
-No,
troverò un
modo per lasciarlo.-
-La vedo dura,
Merlino. Artù tiene molto a te e difficilmente ti
lascerà andare.- affermò l’uomo.
-Dovrà
farlo.-
Quella sera
stessa Artù attendeva impaziente che il suo amato servo lo
raggiungesse nelle
sue stanze. Erano stati separati tutto il giorno e gli era mancato
tantissimo.
Appena sarebbe
arrivato l’avrebbe attirato a sé,
l’avrebbe baciato fino a consumarsi le labbra
e l’avrebbe tenuto stretto a sé tutta la notte,
per colmare quel vuoto che il
moro lasciava quando non erano insieme o quando non potevano toccarsi
in
pubblico.
Un lieve bussare
gli fece increspare le labbra in un dolce sorriso, corse ad aprire la
porta e
tirò dentro Merlino di forza nella stanza.
-Mi sei mancato
tanto.- soffiò sulle sue labbra dopo averlo baciato, ma
Artù notò qualcosa di
diverso; Merlino non aveva ricambiato il suo bacio e non lo stava
neanche
toccando, aveva le braccia stese lungo i fianchi. -Stai bene?- si
preoccupò il
biondo.
-Dobbiamo
parlare Artù.-
-Dopo parleremo
di tutto quello che vuoi, adesso sta zitto..- cercò di
attirarlo in un altro
bacio ma Merlino girò la testa per evitare
l’imminente bacio.
-Cominci a
spaventarmi.-
-Artù..
non so
come dirtelo.. quindi lo dirò senza tanti giri di parole.-
Merlino si leccò
nervosamente le labbra e -Non possiamo più stare insieme.-
buttò fuori, fermo e
deciso.
Artù
dischiuse
le labbra, preso in contropiede. -Che stai dicendo? Perché?-
-Che futuro
potremmo mai avere?-
-Ma che stai
dicendo?-
-La
verità,
Artù. Non possiamo stare insieme, la nostre
è… una relazione contro natura.- le
parole fredde di Uther tornarono a riecheggiargli nella mente.
-No, non lo
accetto.- scosse la testa il biondo, rifiutandosi di credere alle
parole del suo
servo.
-Accettalo
perché domani vado via.-
-Co-Dove?-
-Torno a Ealdor.
Qui non c’è più posto per me.-
-Non è
vero.-
Artù si gettò su di lui, prendendogli il viso tra
le mani per costringerlo a
guardarlo negli occhi. -Il tuo posto è qui, vicino a me.-
-No Artù.
Tu
devi trovarti una donna che ti renda felice
e che possa darti degli eredi.-
-E’ questo
il
problema? Si tratta di avere degli eredi?-
-No Artù!
Noi siamo il problema, la nostra storia è un
problema.-
I bellissimi
occhi azzurri di Artù divennero lucidi, incapaci di
sostenere ancora lo sguardo
duro e freddo che il ragazzo che amava gli stava riservando,
accompagnandolo
con delle parole che gli gelarono il cuore.
-Devo andarmene,
Artù.-
-Ti prego, dimmi
la verità.- la voce di Artù cominciò a
tremare. -Ho fatto qualcosa di sbagliato
nei tuoi confronti? Se si dimmi come rimediare ma ti prego non
lasciarmi.-
Merlino fu sul
punto di rivelargli la sua identità di mago, così
Artù l’avrebbe odiato e
l’avrebbe lasciato andare. Valutò quella scelta
per diversi minuti, ma alla
fine scelse di non dire nulla.
-E’ finita
Artù,
accettalo.-
-No! Per favore,
dimmi che ti è preso perché ci sto mettendo tutte
le mie forze per capirti ma
non ci riesco.-
Merlino dovette
fare appello a tutta la sua forza per divincolarsi dalla presa ferrea
del
principe e andare via, lasciando il biondo in preda alla disperazione.
-MERLINO!!-
urlò, cercando di riportarlo indietro non curandosi di farsi
sentire da tutto
il palazzo reale.
Merlino
tornò
nelle sue stanze distrutto, con gli occhi rossi e gonfi per la
quantità di
lacrime versata durante il tragitto. Chiuse la porta, voltandosi verso
Gaius e
mostrando il suo aspetto devastato.
Gaius si
avvicinò al ragazzo e lo cinse in un forte abbraccio,
dandogli la possibilità
di sfogare tutto il suo dolore e le sue lacrime per aver rinunciato,
ancora una
volta, ad una persona che amava.
-Gaius..-
singhiozzò.
-Shh, tranquillo
Merlino, andrà meglio.- cercò di rassicurarlo
l’uomo, accarezzandogli i
capelli.
-Domani torno a
casa. Torno ad Ealdor.- lo informò, sciogliendo il suo
abbraccio e asciugandosi
le lacrime con il fazzoletto blu che portava legato al collo.
-Che stai
dicendo Merlino? Perché vuoi tornare lì?-
-Perché
non
posso guardare Artù senza che mi si spezzi il cuore..-
-Merlino…-
tentò
Gaius, ma venne bloccato dal ragazzo.
-Gli ho detto
che insieme non possiamo avere un futuro.- disse, per poi scoppiare
nuovamente
in lacrime. -Mi dispiace lasciarvi, Gaius..- scosse la testa, -Ma non
posso
restare.-
-Ami davvero
così tanto Artù?-
-Più di
quanto
abbia mai amato nessuno.- rispose deciso il ragazzo.
-Capisco. Se
andare via da Camelot è quello che ti senti di fare
allora… hai il mio appoggio.-
mormorò Gaius, sinceramente dispiaciuto per dover lasciare
andare quel
ragazzino che gli aveva stravolto la vita, diventando un figlio per
lui.
Merlino, di
slancio, abbracciò il medico e passarono i seguenti minuti
stretti l’uno
nell’altro in un addio silenzioso.
Il mattino
seguente Merlino si era alzato presto, per preparare le sue cose e dire
addio a
Camelot. Gaius era stato chiamato ad occuparsi di uno dei cavalieri,
svegliatosi con l’influenza.
Stava mettendo
le ultime cose nella sua sacca da viaggio quando qualcuno
bussò alla porta.
-Avanti.-
Artù fece
il suo
ingresso nella stanza, il viso pallido e gli occhi arrossati per le
lacrime.
-Che ci fai
qui?- tentò di fingersi infastidito, Merlino.
-Non andartene.-
disse Artù con voce flebile. -Per favore Merlino, non mi
lasciare.-
-Sei patetico
Artù.- quella frase fece male al giovane mago più
di quanto ne fece al
principe.
-Può
darsi, ma
ti amo e se serve mi inginocchierò davanti a tutta Camelot
pur di farti restare
qui.-
Merlino dovette
mordersi a sangue un labbro per reprimere il forte desiderio di mollare
tutto
ciò che aveva in mano, sbattere Artù al muro e
baciargli le labbra fino a
divorargliele.
-Non dire
stupidaggini.- tentò di essere forte.
-Fermo, per
favore, fermati.- Artù poggiò una mano su quella
di Merlino. -So che non mi
stai dicendo la verità, ti conosco Merlino.. meglio di
quanto tu creda.-
Merlino
serrò
forte gli occhi e tentò di scansare la mano di
Artù dalla sua, ma i riflessi di
Artù lo presero di sorpresa, bloccandogli entrambe le mani
nelle sue. -Merlino
per favore, se puoi risparmiarci tutto questo dolore allora fallo.
Dimmi la
verità.-
E così il
giovane mago, spinto dall’amore che leggeva negli occhi del
principe e da
quello che provava lui nei suoi confronti, decise di vuotare il sacco.
-Tuo padre sa
tutto.- ammise, guardandolo finalmente negli occhi. -Sa di noi.-
-E’ stato
lui a
dirti di andare via?-
-No, mi ha
“consigliato” di lasciarti altrimenti ti avrebbe
diseredato e bandito da
Camelot, negandoti il tuo diritto al trono.-
Artù
scosse la
testa e contrasse il viso in un’espressione rabbiosa.
Lasciò andare le mani del
suo amato servo e lasciò le stanze di Gaius a passo svelto e
deciso.
Merlino decise
di non seguirlo e, scaraventando a terra la sua sacca da viaggio, si
lascio
cadere seduto e pianse, maledicendo la sua totale dipendenza
dall’amore per
Artù.
-COME HAI POTUTO
FARLO??!!- Artù entrò nella sala del trono come
un uragano.
-Non capisco a
cosa ti riferisci Artù.- rispose Uther, fingendo di non
sapere nulla.
-Lo sai
benissimo.- disse tra i denti il ragazzo.
-Lasciateci
soli.- Uther congedò le guardie per restare solo con il
figlio e affrontare una
volta per tutte l’argomento.
-Artù..-
-Perché
padre?
Perché ricattare Merlino?-
-E così
quell’inutile ragazzino ha parlato eh?-
-Non chiamarlo
così.-
-E’ una
relazione contro natura!-
Quelle parole
colpirono Artù, ricordandogli che aveva sentito una frase
del genere proprio la
scorsa notte, quando Merlino aveva deciso di lasciarlo.
-Io lo amo.-
-Sciocchezze!
Non puoi amare un altro uomo!-
-Posso ed
è
così.-
-Artù..-
-Tu vuoi che io
sia felice, padre?- bloccò il tentativo di Uther di parlare
con questa semplice
domanda. -O ti interessa solamente di cosa penserà
l’intera Camelot?-
-Artù..-
-Non deviare,
rispondi!-
Uther
calò la
testa, non riuscendo a sostenere lo sguardo addolorato e al tempo
stesso
rabbioso e determinato di suo figlio.
-Per tutta la
mia vita ho fatto quello che mi hai chiesto.- prese parola
Artù, davanti alla
reticenza di suo padre. -Ho accettato di tutto, padre. Di tutto. Anche
la
miriade di innocenti morti per mano tua.- la voce iniziò a
tremargli. -Cos’è
che ti disturba tanto di questa mia relazione con Merlino? Il fatto che
sia un
uomo o che Camelot subisca uno scandalo? O che io non abbia eredi un
domani?-
-Padre ti prego,
lasciami vivere la mia vita e la mia storia con la persona che ho
scelto di
amare.-
-Artù..-
-Se non ci
lascerai vivere questa storia lascerò Camelot e
rinuncerò al mio diritto al
trono di mia spontanea volontà.-
-NO!-
urlò una
voce alle spalle di Artù. -Non puoi farlo!-
-Merlino che ci
fai qui?- chiese il principe notando la presenza del suo servitore e
dell’anziano medico dietro di lui.
-Non devi
rinunciare a ciò che è tuo di diritto,
Artù ti prego.-
-So quello che
faccio.-
-Art..-
Il mago venne
zittito dal principe con una carezza sul volto. -Lo faccio per noi,
Merlino.-
I due ragazzi si
guardarono intensamente e Artù attirò Merlino a
sé, stringendolo in un forte
abbraccio. -Ti amo.- gli sussurrò ad un orecchio.
Uther non
poté
evitare di fissare quella scena. Suo figlio che rinunciava ad una cosa
così
importante come il titolo di re di Camelot per amore, amore per un
altro
ragazzo.
-Sire.- la voce
calda di Gaius destò il re dai suoi pensieri. -Non lo
faccia.-
-Ma Gaius..
è un
servitore.. ed è un uomo.-
-L’amore
non
conosce condizione, Mio Signore.-
Uther
riportò
gli occhi sui due ragazzi che ora avevano sciolto l’abbraccio
e si tenevano per
mano, dimostrandogli il loro amore. -Artù sarà un
ottimo re, Sire.- aggiunse
l’anziano.
-Padre, tutto
questo per me non ha senso se non lo condivido con lui.-
Quelle parole
spiazzarono il re, tanto da mozzargli il fiato. Si umettò le
labbra e tornò a
guardare Gaius per avere un aiuto.
Il medico
annuì,
facendo capire ad Uther che avrebbe dovuto fare la cosa giusta per la
felicità
di suo figlio e per nient’altro.
Il re chiuse gli
occhi per qualche secondo, facendo nascere nei presenti una forte ansia
per
l’emissione del verdetto finale.
-D’accordo.-
mormorò. -Potete stare insieme.-
Artù di
scatto
si girò verso Merlino, catapultandolo in un bacio proprio
sotto gli occhi di
suo padre. Dopo aver baciato e abbracciato Merlino per la
felicità, si avvicinò
al re e, con gli occhi lucidi per l’emozione, gli getto le
braccia al collo,
stringendo suo padre in un forte abbraccio prontamente ricambiato
dall’uomo.
Sciolto
l’abbraccio, Artù ritornò da Merlino
che, guardando per la prima volta il re
con gli occhi dell’ammirazione gli disse -Vi ringrazio, Mio
Signore.- e
s’inchinò. Uther annuì e sorrise al
servitore per la prima volta.
I due ragazzi
abbandonarono la sala del trono insieme, mano nella mano.
-Avete fatto la
cosa giusta, Sire.- riconfermò Gaius, ancora accanto al re.
-Lo spero Gaius,
lo spero.-
-Fidatevi di me.
Vostro figlio ama ed è amato con la stessa
intensità, glielo posso garantire.-
sorrise il medico.
Parallelamente
sulla balconata principale del palazzo, Artù e Merlino
guardavano il sole
illuminare Camelot, baciandola con i suoi raggi. Fu quando
Artù posò gli occhi
sul ragazzo accanto a sé che capì; avrebbe
lasciato davvero Camelot e
rinunciato al titolo di sovrano se fosse stato necessario e tutto solo
per
amore di quello strambo servitore che in quel momento lo stava
guardando con i
suoi occhi che i raggi del sole rendevano ancora più blu.
Salve
a tutti!
Mi
chiamo Sunny9719 e
questa è la mia prima ff Merthur J
Voglio
dedicare questa
storia a Rosso_Pendragon, che mi ha fatto conoscere ed amare alla
follia questa
coppia *-* Ti adoro pazza!
A
Vaiolett95, per avermi
fatto fare chiarezza su una scena da utilizzare :* Grazie mille tesoro
:*
Spero
che la storia vi sia
piaciuta J
Baci,
Sunny9719